Europei di Roma 2022 – Ferragosto pancia mia fatti capanna

Costine al sangue…le vorrà così anche Popovici o preferirà i peperoni grigliati?

di Mauro Romanenghi

Quando scrivo non è più Ferragosto, però parliamo sempre degli eventi del 15.

Insomma lo abbiamo detto, che il periodo è questo, e bisogna prepararsi alle grigliate, ai pranzi in spiaggia o sui prati. Ricordo addirittura a un mondiale che gli americani si facevano il barbecue: chi potrebbe contraddire gli americani, che se va male vincono un terzo degli ori di ogni rassegna iridata? Me lo vedo Lochte con il grembiule da cuoco che salta una bella costata di brontosauro alla Flinstone, prima della semifinale dei 200 misti.
Ovviamente anche io mi sono prodigato per la riuscita della grigliata (vedi foto), e ho pure trovato il tempo per andare in malga a recuperare un pezzo di formaggio per il mio amico, avendoglielo promesso.

Naturalmente alle ore 18 ero pronto per la visione delle finali, dove ormai i nostri appetiti (perché di quello si tratta, fame di successi!!!) ci hanno abituati a piatti succulenti. E anche ieri quattro medaglie, con il totale degli ori che è a un passo dall’obiettivo dieci.
La gara regina sono i 1500 stile, in cui Simona Quadarella, che cerca il terzo tris consecutivo, si è involata da subito. Viktor-Viktoria, la nostra ungherese di fiducia che noi chiamiamo amichevolmente così (anche perché con il cognome finiamo lo spazio per il post), non è riuscita a tenere il passo. E al bronzo va la Caramignoli, che prima di ritirarsi (se mai lo farà) dovrà spiegarci la pronuncia esatta del suo cognome.

Pronuncia che per Popovici è Popovic, ho controllato e anche Google rumeno me la dà così.
Di certo c’è che il nostro conte ha un passo inarrivabile. Ieri ha chiuso l’ultimo cinquanta in 26”01, più veloce di tutti gli altri e di chiunque altro. Niente da fare per gli italiani, con De Tullio che ieri lasciava ben sperare: ma poi la finale si sa non sempre è tutta rose e fiori, anche in questo Europeo stellare.

Anche la Carraro lo sa, ma questo argento per lei vale tanto oro quanto pesa perché nelle altre distanze è stata chiusa dalla concorrenza interna. Qui trova la svizzera Mamie che ha un sussulto e si ricorda del Settecolli di due anni fa dove si infilò fra le azzurre. E anche qui lo fa. D’altronde un po’ d’Italia c’è anche per lei, essendo la Mamie spesso a Torino ad allenarsi.

Ceccon è secondo nei 50 dorso ma primo per distacco nelle interviste post gara, dove inanella una serie di interventi spettacolari, della serie: “Ho preparato l’arrivo…male”.
Aspetto sempre Ceccon alle interviste perché ogni sua perla mi ravviva la giornata!

Insomma il Ferragosto si chiude così, con un pizzico di amaro per la medaglia di legno della staffetta 4×100 stile mista. E’ vero che alla fine un amaro ci sta sempre, ma di certo gli azzurri e soprattutto le azzurre un dolcino magari lo preferivano.

Europei di Roma 2022 – Poker d’assi!

Oggi non si può dire “non dire quattro se non l’hai nel sacco”!!!

di Mauro Romanenghi

Sai quelle giornate dove dici che oggi sarà una giornata che tutto fila liscio. Oggi faccio presto e parto per la montagna così vado a prendere il fresco, e mi guardo le gare in poltrona per cambiare. In genere però c’è sempre qualcosa che vuole rovinare quella fantastica sensazione. E allora iniziamo dal giorno prima quando vado a ritirare un referto medico e scopro alle 15,30 che l’ufficio chiude alle 15. Decido quindi di tornare il giorno dopo, tanto è vicino al lavoro e ci metto dieci minuti: cioè oggi. Comunque partirò presto, verso le cinque e un quarto, decido. Bene. Partenza alle ore sei causa mancata sveglia, auto lanciata a media velocità (la prudenza prima di tutto) e si accende la spia della pressione delle gomme. Nel contempo si accende anche la spia della mia pressione arteriosa. Arrivo al lavoro e scopro che devo fare una riunione alle nove. Inizio le faccende e le finisco alle 8.59 e 59 secondi. Faccio la riunione, esco e agguanto un panino al bar lanciato dalla barista che mi mette nel sacchetto anche una Coca (che io non bevo mai, non so perché me la dia) e dispero ormai di poter partire. Da lì tutto è in discesa: ritiro il referto nel tempo record di due minuti (mai fatta una cosa così breve) e felice vado dal gommista che mi annuncia che le gomme sono a posto. Fantastico. Posso partire. Un’ora e quaranta e sono in montagna, e lì devo sorbirmi tre ore di sincro (che come noto, non è proprio il mio sport preferito). Ma niente oggi può fermare la mia buona sensazione: oggi sarà una grande giornata. 

Infatti è così. La Panziera parte che sembra un razzo (anche se non è così ma sembra lo stesso), Ceccon vince i 50 farfalla e stavolta non rallenta fino alla fine. E poi Martinenghi azzera la concorrenza tranne quella di Federico Poggio, che dopo una stagione di tribolazioni trova un guizzo vincente, secondo italiano di sempre. E infine la Quadarella sfianca ogni resistenza e vince la sua settima medaglia d’oro di fila nelle sue distanze dal 2018. A questo punto credevo nella vittoria della 4×100 mista mixed, ma diciamolo che anche le giornate fantastiche devono avere un minimo di realismo e l’Olanda ci riporta con i piedi per terra. Ma va bene così: calcolando le tre medaglie del sincro, sono nove medaglie di giornata, mai visto. E non è finita qui.

La mia previsione di dieci medaglie d’oro nel nuoto è già a metà strada. Il mio collega è rimasto senza parole. Persino il mio capo, oggi, mi ha chiesto se sto seguendo le gare. Ho risposto che sì è appena iniziato. Intanto ci si porta avanti e oggi sulle otto semifinali sei sono i finalisti per domani, più gli ottocentisti e le mististe. E la staffetta veloce femminile, che batte i colpi con Di Pietro, Tarantino e una rediviva Cocconcelli che ritorna dopo il serio infortunio e conquista la semi dei 50 farfalla. Prove di rientro.

Ci sono stati anche i 100 stile donne. Dove Freja Anderson si dimostra all’altezza: infatti dall’ultimo gradino del podio, svetta con il suo sorriso e il suo metro e novanta. 

Chiara Tarantino l’abbiamo già nominata? Ah sì, ma ci tengo a rinominarla. Mi è piaciuto anche lo spirito con il quale si è presentata in zona mista: sembrava in dubbio se essere più soddisfatta per aver conquistato il suo primo quarto posto europeo oppure se essere più infastidita per essere arrivata solo al quarto posto europeo. Così si fa. Mai accontentarsi. 

Diciamo che è abbastanza evidente ormai che la Gran Bretagna ha dato tutto ai Giochi del Commonwealth e qui è venuta perchè è giusto così: a Roma bisogna venirci sempre. Grazie per esserci!!!

Anche Arno Kamminga non è proprio in splendida forma. Ma diciamolo, se gli italiani sono andati forte a Budapest e anche qui (beh magari non proprio tutti ma quasi) allora siamo bravi a farlo, se vogliamo.

Alle gare assiste anche mia madre che mi dice candidamente “però il dorso del vincitore di ieri (Razzetti NDR) non è proprio il massimo, potrebbero migliorarlo. Anche se ieri alla fine non ha perso tanto”. Già.

MI chiedono notizie anche della Turchia, che compare infatti nelle sue gare favorite: il fondo. E infatti è duello per il bronzo fra le due giovani Tuncel (dominatrice degli Eurojunior) e Ertan. Attenzione alla Ertan, dal finale travolgente. 

Allora non lo so se voglio saperlo veramente, ma perché Ceccon si è depilato solo una parte del petto? No, non voglio saperlo. 

Mettiamoci il cuore in pace: il TG2 sta lì e non si smuove, sotto elezioni men che meno. Ma abbiamo tre canali di Raiplay. Potrebbero accorgersene?

E mettiamoci sempre il cuore in pace: c’è il fantanuoto quindi prepariamoci ai saluti a Paolo, alla piccionaia, e all’aumento improvviso dei matrimoni fra gli atleti.
Ma voglio vedere chi ha il coraggio di entrare con i braccioli. 

Campionati Italiani Assoluti giorno 2 – Assolutamente impreparati

Homo scusozoicus

di Mauro Romanenghi

C’era un’età dell’Homo sapiens, in cui molti dei primi esseri umani cercavano per tentativi di trovare delle soluzioni ai fabbisogni primari dell’umanità stessa. 
Chiaramente in tali frangenti di prove ed errori era scusabile il processo di creazione di molti orrori, tipo la ruota quadrata, il triangolo scaleno, la clava da utilizzare per colpire la classica donna delle caverne da rapire e portare nel proprio antro.
Tale era venne definita Età Scusozoica dell’uomo.
L’uomo scusozoico era un po’ come Gallera e Fontana, dotato di un innato senso del rimpallo delle responsabilità. Chiaramente era difficilmente imputabile a individui ignari delle più elementari nozioni scientifiche, tecnologiche, biologiche e culinarie la conoscenza ad esempio del fatto che se mangi l’amanita falloide rischi seriamente la morte per paralisi, o che era meglio non toccare la fiamma viva a mani nude per spegnerla, o che portarsi in casa la madre della futura sposa poteva essere un errore fatale che avrebbe avuto ripercussioni sulla propria psiche negli anni a venire.

Dopo milioni di anni, l’atleta rappresenta un po’ il diretto discendente dell’uomo scusozoico: prestante, atletico, capace di grandi prestazioni ma anche di grandi flop, e soprattutto dotato di un primitivo senso della competizione, un po’ come l’uomo della preistoria con i mammut.
Ma soprattutto ha un repertorio di scuse che l’uomo scusozoico gli ha tramandato ed è entrato nel suo genoma come il carattere rugoso e liscio nei piselli di Mendel.

In questi giorni, abbiamo una serie di scuse belle che servite. La più facile, e purtroppo tristemente reale, è il COVID19. Scusa che per quanto facile può essere usata soltanto una volta. Miressi, ad esempio, è la classica persona che può usarla. Come dice mia moglie, nell’intervista post gara sembrava che stesse per tirare le cuoia da un secondo all’altro: mi stupisco che abbia avuto le energie per gareggiare.

La seconda scusa di questi campionati per giustificare delle prestazioni non gradite (che poi non mi sembra che questo campionato stia deludendo le aspettative, vista la situazione contingente non certo rosea) è l’impreparazione. Questo campionato non lo ha preparato nessuno, a sentire le interviste degli atleti. Che lo posso capire se mi viene detto che non si è riusciti a prepararlo perché le piscine sono chiuse, sono lontane, siamo in difficoltà logistiche. Ci sta tutta. La situazione non è certo facile. Ma dico io, gli Assoluti sono una tappa di passaggio talmente lontana che secondo me la preparazione ci deve essere: magari non finalizzata, ma ci deve essere. Ma l’uomo scusozoico si sa supera anche questo tassello: tornato alla grotta, senza la cena e senza erbe aromatiche, alla domanda “ma la cena?”, risponde: “non mi sono alzato bene questa mattina, il sole non era propizio e la luna era calante. Quindi il mammut non c’è”.
Non fa una piega. Quindi, le gare non le ho preparate, che volete da me?

Alla fine comunque le prestazioni ci sono state lo stesso. Zero tempi per Tokyo, se escludiamo chi i tempi li ha già. Ma abbiamo avuto dei tempi per gli Europei, dove porteremo quindi più di un atleta. 

E’ il caso degli 800 stile maschi e femmine, dove però possiamo dire che il tempo per Tokyo è cosa fatta per Detti e Caramignoli, che accompagneranno Paltrinieri e Quadarella.

Doppietta anche per Burdisso e Razzetti nei 200 farfalla, con il ligure al quinto tempo alltime e il gemello diverso di Ceccon a sfiorare il record italiano dopo il solito passaggio a tuono. 

Doppietta anche per le raniste Fangio ed Angiolini, ex compagne di squadra e ora rivali che si accompagnano spalla a spalla fino all’arrivo. Lisa stacca il personale che è anche il terzo tempo di sempre, proprio dietro alla lombarda, reduce da un infortunio all’adduttore.

E doppietta anche nei 100 stile, dove Miressi sfiora sia la crisi respiratoria sia il tempo per Tokyo, portandosi dietro Ceccon. Quattro sotto i 49”, non male ma io mi aspettavo di meglio. Forse non ero preparato bene.
Soprattutto avevo visto molto bene Zazzeri e Bori, e penso anche loro si fossero visti meglio. 
Mi aspetto ancora ottime cose, dai 200 questa volta, domani.

E ora grandi applausi per un grande 100 rana: Martinenghi si tira dietro Pinzuti e Poggio, che forse ci crede poco. Alla fine, tutti sotto il minuto. Uno per Tokyo c’era già, per Budapest sono due. Ma io farei tre. Chi ce li ha, in Europa, un trio così?

Parlavo ieri nella mia chat di allenatori selezionata – la selezione non è per meriti tecnici: sebbene siano tutti valenti, vorrei precisare che si basa sulle preferenze enogastronomiche come chi ben mi conosce può immaginare – del fatto che questi Assoluti non sono facili per i giovani. Ben pochi hanno la possibilità di affrontare la finale pomeridiana. Per dirla, finora ho visto DeTullio junior e la Vetrano nei 400 stile, Cerasuolo nei 100 rana. Sarà un caso, ma due di questi hanno ottenuto il tempo non solo per gli Eurojunior di Roma, ma anche per i Mondiali: sempre che si facciano…ma se non si faranno, sarà perché non sono riusciti a prepararli in tempo.

Gwangju 2019/heat 2 – Tre per tre: e i riccioli vanno sul podio

di Mauro Romanenghi

podio100RA_femmine_Carraro-King-Efimova

podio100RA_femmine_Carraro-King-Efimova

In Italia si è scatenato un caldo pazzesco. Più di 38 gradi, sole cocente, il mio fruttivendolo voleva regalarmi tutta la verdura a un euro perché, dice lui, tanto domani la butto. Insomma è roba buona, bisogna anche saper cogliere le occasioni quindi ho preso un sacco di verdura e frutta in sconto. La roba migliore sono le pesche. Un euro una cassetta di pesche. Ma dove lo trovi uno così?
Invece a Gwangju il tempo fa schifo. Da venerdì piove, piove sempre. C’è un tifone. Questo lo dicono gli amici di mia moglie, che sono là per lavoro. Io almeno le gare le vedo con l’aria condizionata.

Anche a Gwangju è tempo di occasioni: e quando ti si presenta un’occasione così, non puoi lasciartela scappare. La campionessa mondiale, olimpica, primatista del mondo ha mal di pancia. Forse le è venuto perché ha perso i 400, forse ha perso perché le è venuto, non si sa. Ma se ha la cagarella è tempo di Quadarella. E Simona il mal di pancia non ce l’ha e si vede dai primi metri. E anche dagli ultimi. E anche da tutti quelli in mezzo.

Oggi magra magra per gli USA. Donald Trump ha già telefonato ai dorsisti dicendo che c’è un posto libero alla frontiera per il Messico per la costruzione del muro o alla peggio in dogana. Contratto di sei anni rinnovabili.

Ieri non volevo parlare di Megli, Carraro e Castiglioni e dei loro record italiani. Perché ne volevo parlare oggi. Grandissime gare, grandissime prestazioni. Anche Castiglioni, ottava ad un mondiale che fino a un mese fa non era tanto sicura di poter disputare, visti i mille travagli. Grande Carraro, che sposta i suoi riccioli finalmente su un podio mondiale. Chissà cosa succederà, ma intanto godiamoci questo bronzo e il secondo record italiano. Risate fra le tre ragazze: e insomma, se Horton non perdona, Lili King forse sì. Finché vince, e salva la giornata degli USA che ricevono la grazia da Trump. Niente muro, oggi. Murphy ringrazia.

La Efimova rispedita a casa dalla ragazza senza collo. Questo l’editoriale di oggi di “cavalli e segugi” sui 100 rana donne. 

Mi scrivono da casa se lo sbuffo di fumo serve a disinfettare gli atleti prima di entrare in vasca, visto che non possono fare la doccia. Non è così, è per adattarli al clima dall’umidità pazzesca della Corea. Siamo nella stagione dei monsoni, in più c’è il grande tifone di Mazinga (battuta che solo gli over40 possono capire).

La Cina protagonista di giornata con l’oro di Sun, quello di Xu nel dorso e il bronzo dei 1500 femminili. Ieri ho anche visto che è risorta la Ye Shiwen: penso non prendesse medaglie da quel Londra 2012, ma la mia memoria è corta, potrei sbagliarmi. Purtroppo la dorsista pazza è uscita in batteria, per me è stata la più grande delusione di questo mondiale.

Delusissima anche la Caporale, oramai non riesce più a far piangere nessuna, per un motivo o per l’altro arrivano già in lacrime. Adesso la sfida più grossa sarà trovare la domanda per farle ridere.

Parliamo di Megli. Un terzo 50 un filo più coraggioso, solo un filo, e forse adesso… ma solo forse… Dai Filippo, l’odore lo hai sentito: adesso manca il sapore.

Comunque il rush finale più veloce di tutti. Ma tanto noi non siamo la stampa specializzata, lo avranno detto già tutti.

Così come tutti avranno già detto che il ritorno di Carraro è stato più veloce di quello di Efimova: solo la King ha retto il confronto. Lo sciamano battezza Rena Aoki. Lode allo sciamano, e alle unghie di Martina.

A proposito di podio dei 200, io lo avevo detto che la FINA non gradisce come tutti i gerontocrati queste scenette sul podio. Anche perché Sun é under investigation. Quindi occhio alle sentenze fino a settembre. Per il resto, ognuno  ripeto può esprimere il suo sdegno come meglio crede. 

La battuta di Sun “io sono un vincente, e tu un perdente” è presa da un film americano degli anni 80. Era tipo Porkis o qualcosa del genere. Purtroppo ora mi sfugge. La memoria se ne va, a una certa. Comunque, non è originale.

Rapsys maledirà questo mondiale. Quarto nei 400, poi primo e squalificato per falsa nei 200. Grande Swimswam che in perfetto stile americano evidenzia in giallo il movimento del lituano sul blocco. Movimento lampante e squalifica ineccepibile.

Tre primati italiani individuali al giorno nei primi tre giorni. Le coincidenze a volte sono incredibili. Della staffetta non ne voglio parlare, ho detto!

Concludiamo la giornata con Burdisso. Riassumiamo la sua espressione con la famosa frase “felicità a momenti, e futuro incerto”. Domani si vedrà: “è un altro giorno”. 

WSC-25m – day 3/Argent…très chic!

di Mauro Romanenghi

Tres chic!

Tres chic!

Oggi una giornata d’argento per i colori italiani. Giornata anche di sbandamenti. Ma vedremo tutto con ordine. Intanto cominciamo con la stampa specializzata. E partiamo da Mecasacchi che l’altro giorno ha pungolato dicendo che sì, hanno sbagliato a dire dei Mondiali in agosto. E che qualcuno ha fatto il precisino. Vabbé dai, mica se la saranno presa!!!

Nessuno comunque batte il sito FIN che fa il riepilogo delle batterie del mattino di oggi con la foto della mista mista… di ieri.

Alla fine comunque il ritratto Zazzeri glielo fa. Resta da stabilire quanto sborserà il duo. Ricordiamo che Sacchi è di Milano, il milanese imbruttito sborsa per il fatturato ma poco per l’arte.

Devo dire che tutto si può criticare ma non che Mecarozzi non si prepari le introduzioni, in cui parte con dei voli pindarici che farebbero sognare anche D’Annunzio. Mi sarebbe piaciuto vedere il Vate commentare una gara di nuoto.

Partono le scommessone e i sondaggi. Pare che l’inno russo sia il preferito seguito da quello USA. Secondo me ne esistono di migliori, solo che non si sentono mai. Il meglio di tutti, a parte quello italiano, è lo spagnolo. L’inno americano, secondo me come direbbe Fantozzi è una cagata pazzesca.

Altro sondaggio/scommessa. Kolesnikov toglierà la collana prima o poi. Sacchi scommette sulla finale olimpica, quando sarà. Noi ci segniamo questa scommessa e vediamo cosa succederà. Aiutateci a ricordare la scommessa sul collanato, che intanto non sbanda e si prende il primo tempo in finale dei 100 misti.

Continuano comunque gli sbandamenti nel dorso. Ancora la Baker, che nuota veramente stortissima. Come faccia ad andare forte è un vero mistero. Stavolta la infila la patatona Bratton, degna erede dei campioni nerd come Larkin e Horton. Occhiali e faccia da ingenua e poi si trasforma in superBratton con ritorni pazzeschi.

Chad Leclos ormai alle sue virate da fenomeno ci ha abituato. Oggi non ne azzecca una neanche per sbaglio, anche Dinino avrà alzato bandiera bianca. Impressionante però sott’acqua, anche se l’ultima apnea di Dressel faceva paura. L’americano però non si è fidato partendo troppo piano. Anche qui giocano le duemila gare che questi vogliono fare. Amen.

Codia torna un po’ il solito tenero Codia in questa finale dei 100 farfalla. Rimandato a luglio.

Anche oggi… domanda!
Ma perché i risultati compaiono cinque minuti dopo che la gara è finita???

Oggi inquadrano tifoso con giaccone e cappuccio a forma di…cane? Très chic, come dice Sacchi.

VDB ci saluta e va a lavorare. Cioè quindi fino ad adesso, come faceva a vivere? Ciao Cameron, buon lavoro.

Mecarozzi introduce i 100 misti femminili. Ecco una vecchia conoscenza, Ye Shiwen. Gelo di Sacchi per dieci secondi. Stima al massimo livello.

Nei misti sbanda paurosamente la Cusinato a dorso. Insomma, qualcosa c’è qui in vasca… forse lo spiritello di Peaty???

Alla fine Mecarozzi vede sbandamenti ovunque, anche nel finale degli 800 della Wang. Che è vero che era un po’ alle cozze dopo una partenza un filo veloce, però ha chiuso in 28”2 l’ultimo 50 cioè la più veloce di tutte ad eccezione della sua connazionale Li.

Discutevo con mia moglie e Fogliani dopo gli 800 d’argento della Quadarella. Mia moglie chiede se quindi ha imparato virate e apnee. Io ho detto di no. Mia moglie quindi ha chiesto se fanno quindi gli 800 senza virate e apnee. Fogliani sentenzia chiaro: “la Wang ha vinto così”. Non posso che confermare. E dire che forse la Smith è anche peggio. Fogliani è d’accordo.

Comunque argent très chic per Simona. Adesso le manca di sposare un francese e farsi chiamare Quadarellà. Mia moglie sarebbe contenta.

Due ori per la Cina due ori per Wang. Enrico Spada di OAsport sta già ridendo come un pazzo.

Nico Sapio 2018 – Trofei di novembre: chi ha detto che non si può andare forte?

di Mauro Romanenghi

Simona Quadarella ai microfoni RAISport

Nico Sapio 2018 – Simona Quadarella ai microfoni RAISport (RAISport)

Quest’anno la società in cui alleno ha preso alcuni nuotatori di livello abbastanza elevato. Mi sono detto sarà il caso di scrivere qualcosa sul nuoto che poi magari mi tocca pure di prenderli in giro?
Poi mi sono ricordato che con il salvamento lo faccio sempre e allora ogni remora è scomparsa. Se mai ce ne fosse stata una. Non mi sono mai piaciute le remore, sono pesci veramente brutti con quella ventosa sulla testa.

Di remore non ne ha avute al Nico Sapio Erika Musso. Una delle artefici della ascesa e della caduta della 4×200 stile donne. Come diceva il grande Maestro, solo chi cade può risorgere. La resurrezione di Erika Musso passa per il trofeo di casa… che poi non è di casa perché lei non è di Genova, ma fa niente. Sfiorando la barriera dei 4 minuti nei 400, batte la Quadarella e stacca il biglietto per la rassegna iridata in vasca corta.

Vasca corta che non è uno sport per tutti (che non è la federazione UISP, ma uno spot per indicare che se le virate non le sai fare, non le sai fare). Le virate non sono amiche di Simoncina Quadarella. Proprio no. Ogni ripartenza costa alla mezzofondista nostrana più fatica di un passo di Messner sull’Hannapurna.

Tuttavia Simoncina riesce ad obbedire negli 800 e nei 400 alla legge di Morini, per la quale la prestazione iniziale in corta sta alla prestazione finale in lunga come la forma finale sta alla forma iniziale. Che per i suoi, è sempre ottima.
Detti con un perfetto negative split si avvicina ai suoi personali nei 400, la spalla non fa male, lo spirito è alto, le parolacce escono a valanga e le battutacce pure. La Caporale non ha ancora capito che oramai cazzo lo dicono anche dalla scuola della prima infanzia fino a Radio24. Che poi non sta bene ma se vuoi intervistare i nuotatori te la metti via così.

Se Detti ride la Cusi non piange. Due gare sui misti di spessore. La rana continua a essere la frazione che fa la differenza. Il delfino la frazione da sistemare. Ma per una che sa il cinese, non credo siano problemi insormontabili. Ancora mi devo spiegare perché gareggia con la cuffia di Detti. Ma lei, una sua non ce l’ha?

Il trio RAI comincia subito alla grandissima. Prima la Caporale viene inquadrata mentre si sventaglia nel caldo della Sciorba (alla Sciorba, ve lo posso garantire, a volte fa molto caldo), poi la Musso viene definita papabile per i mondiali (papabile un fico, ha fatto il tempo di un secondo!), infine chiedono a Orsi come mai ha peggiorato il tempo del mattino. Candido e piacione, Marco spiega che la mattino non hanno gareggiato. C’era la finale diretta. A posto.

Carraro e la forza dell’umiltà:
“devo migliorare in alcune cose, nuotare vabbè nuoto bene”.

Se Simona Quadarella sopperisce con grinta alla sua carenza viratoria, la Zofkova non sopperisce alla sua carenza di voglia o forma o qualsiasi cosa l’abbia colta nella finale dei 200 dorso. Per fortuna che il suo allenatore è il re della calma olimpica, altrimenti per lei tempi durissimi!

La notizia del Sapio doveva essere il ritorno della Pellegrini nei 200 stile. Che poi che li avesse abbandonati non ci credeva nessuno, neanche lei.

Ma le migliori al Sapio come sempre le americane. Sempre in giro in costume e accappatoio, disputano una gara via l’altra a ritmi spaziali. E così senza colpo ferire Kelsi Worrell stampa la seconda prestazione mondiale di sempre nei 100 farfalla (o almeno lo sarebbe stata se non la avesse già fatta ad ottobre in World Cup, come mi ricorda Marco Agosti).

Glasgow2018 – Europei Day7: La caduta del fattore K

di Mauro Romanenghi

staffetta misto-mista Mauro Romanenghi

staffetta misto-mista Mauro Romanenghi

Ora mi dovete spiegare perchè se ci sono venti staffette iscritte, si fanno tre serie, e nella prima le squadre sono alla 3 e alla 5.

Ieri parlavo del settimo giorno. Ecco la Pirozzi a 4’13” nei 400 stile, Turrini a 4’19” nei misti (ieri hanno vinto la categoria Ragazzi a 4’21”), e l’Italia maschile di nuovo fuori dalla finale. L’Italia ha il record del mondo Juniores a 3’35” e ha fatto 3’37”. Sono senza parole.

Ieri per festeggiare l’estate e la riuscita di questa prima edizione international di Acquastampata ho partecipato alla staffetta-pesce-misto-misto: crudo e cotto, fritto e al forno. I quattro componenti erano due grandi campioni e due onesti lavoratori, essendo mista mista ovviamente due maschi e due femmine. La prima portata è illustrata in copertina, poi c’erano anche due enormi branzini. Il resto alla vostra immaginazione.

Ancora mi stupisco di come si possa pronunciare correttamente il cognome Schwingenschloegl. Non ci sta neanche sulla riga.

Io credo che solo chi fa di cognome Jallow possa chiamarsi Mimosa.

Sempre ieri, a cena parlavamo di atleti del passato. E abbiamo cercato notizie di Evgenij Sadovij, dato per morto. Nonostante la foto di Wikipedia, il grande campione russo è vivo e vegeto (fortunatamente).

Altro personaggio che è saltato fuori è un mito della mia giovinezza: Hanna-Maria Seppala, campionessa mondiale dei 100 stile nel 2003. Per la serie la persona giusta al momento giusto, lei era sempre presente al momento giusto. Se avete dei dubbi cercate le sue foto.

Oggi doveva essere il giorno K. Il giorno di Kesely o Koehler nei 400. Il giorno di Kristof Milak che cercava il colpo dei 100. Il giorno di Daria K Ustinova. O del robot Katalin Burian. O di Kolesnikov nella staffetta russa. Niente di tutto ciò. Il fattore K nell’ultimo giorno salta.

Ieri si era visto e oggi lo conferma. Margherita Panziera e la virata dimenticata. Apnee sempre in spinta, 32” di passo, e 2’06”. Stavolta il podio è tutto suo. E d’oro.

Niente la regia non ce la può fare. Ci sono i 400 misti, e parla Butini. Ma le parole si ascoltano, non si vedono. E noi i 400 misti non li abbiamo visti.

All’ultimo giorno troviamo il compagno di Bonnie. E’ Codia. Bonnie e Codia. L’oro dei 100 farfalla.

Lo sguardo della Kesely è fulminante. Ma io lo avevo detto…fateci un giochino sulla tripla. La tripla di Simona Kuadarella.  Con Kusinato, il nuovo fattore K.

Posso dire di essere uno dei big dei 50? Ma sì, Andrea, fratello di mia moglie Laura, puoi dirlo. E diciamolo allora. (“Ma non è quello!”)

Bello vedere da bordo vasca la staffetta mista maschile, con un potenziale da 3’31”00 al via senza lanci e con due campioni d’Europa. I frazionisti del mattino, sui ceci in aereo.

Secondo me Chupkov ha completamente sbagliato l’entrata nel tuffo della mista. Peaty lo ha preso in partenza…

Ci mettono cinque minuti, e glielo suggerisce la Di Liddo, ma alla fine ci arrivano che è stato frantumato il record italiano: in una delle gare più veloci di sempre in Europa con sei squadre sotto i 4 minuti. E così ci può stare anche di perdere. Per la cronaca: con 3.57.00

Si chiama Freya Anderson, ribadisco, non Frida. Ed è un animale di staffetta. Come Pernille Blume, che oggi si mangia la medaglia di staffetta. Secondo me nei 100 avrebbe vinto.  Ma se ti sorride così, per me può provare il tempo anche dei 75.

Glasgow2018 – Europei Day2: Siamo in Scozia

di Mauro Romanenghi

AdamPeaty e il WR! Glasgow2018 Laura Vergani

AdamPeaty e il WR! Glasgow2018 Laura Vergani

Siamo in Scozia. Si vede da molti particolari. La pioggia fine, la birra che scorre a fiumi ovunque. La presenza di negozi di kilt (dove altro potreste trovarli?), le ragazze con la treccia e i capelli rossi. Tutti stereotipi che trovate in Scozia insieme agli hotel vecchi e ai fantasmi.

Alle premiazioni, ragazze in perfetta tenuta scottish tipo studentesse di college. Tipico fisico scozzese, quindi scordiamoci ragazze esili e alte. In compenso uomini in kilt elegante anche di una certa età, appena giunti dal pub. Siamo in Scozia, dopotutto.

Assistevo alla premiazione del nuoto sincronizzato, e alla fine ho capito cosa mancava: il podio. Insomma, o nel nuoto o nel sincro. Siamo in Scozia, alla fine.

Ieri ho un po’ tralasciato di parlare di alcuni ragazzi. Tipo Ceccon, che centra una semifinale nei 50 dorso a 17 anni. O Pinzuti, zero timore reverenziale e al personale nella semifinale dei 100 rana. Portato quasi per caso, arriva al dodicesimo posto in Europa. Crescete bene e ripasseremo.

Oro perso o argento guadagnato? Atroce dilemma. La Cusinato ha perso l’oro nella frazione rana, dove non è stata così incisiva come a Roma, prendendo quasi un secondo. Ma per vincere occorreva il record italiano. Forse era solo il giorno della Lesaffre.
La staffetta paga un Dotto non entusiasmante negli ultimi 15 metri e la mancanza di frazionisti a 47”. Miressi a parte, of course (siamo in Scozia).

Dai 100 della mattina si evince che Vendrame non c’è. A parte l’incidente di Zazzeri, mai nella staffetta veloce riusciamo a beccare i quattro atleti in forma nella singola manifestazione.

Titolo del film: mattina fratricida. Nei 100 stile Morozov viene estirpato dalla semifinale come terzo russo, con 48”75. A questo punto penso che essere arrivati a solo 7 decimi da loro in staffetta sia stato un vero miracolo.

Nei 200 farfalla, quattro ungheresi al via. Vittima eccellente Cseh. Stavolta i siti specializzati non potranno esaltarne le qualità della testa rasata. Onore a Cseh ma Kenderesi e Milak un’altra pasta. Gli ungheresi al primi cinque posti dei 200 farfalla. Facciamoci delle domande.

Secondo titolo di oggi: la notte dei morti viventi. Protagonisti Dotto, Zazzeri e la Pirozzi che si aggiravano spettrali nei corridoi in preda a dolori intestinali sconosciuti e rimanendo l’ombra di se stessi al mattino.

Medaglia europea triangolare. Che come tutti voi sapete ha l’area più piccola del cerchio, essendo inscrivibile in esso (e qui mi beccherò del saccente da mia moglie .. “infatti” N.d.Moglie). Inutile che vi dica che si risparmia metallo. Dove, se non in Scozia?

Ma parliamo di nuoto!

Siamo in vena pronostici al mattino. Io dico Quadarella senza problemi. Non so che gara abbiano visto gli altri, ma non c’è stata storia dai 400 metri. Dietro, la Kesely, una nostra vecchia conoscenza.

Peaty non sembra in grande forma a questi Campionati, dicono. Per fortuna. La sua allenatrice mi dicono che cerca ancora i Calippos ma qui in Scozia non ci sono.

Coraggioso Scozzoli, il miglior partente del mondo. Ma non basta. Trent’anni si sentono, ma noi ti vogliamo bene, Fabio.

La Caporale si impegna e trova nel duo Scalia-Zofkova la via del pianto che si era smarrita da tempo. La Scalia parla a bocca chiusa: non so come facciano a uscire le parole dalla sua bocca. Sembra un robot senza emozioni. Dovrebbe piangere lei e invece la precede la Zofkova. Come in gara. E al RI.

Parlando di tecnica, è ufficiale che la Zofkova, che sarà 1 metro e 85, paga un metro e mezzo da tutte in partenza. Non posso che censurare il commento.

Intervista con Di Liddo, che finalmente riesce quasi a sorridere per la prima volta in vita sua (e ti credo!). Dietro c’è la Bianchi, ignorata perché arriva Peaty. Ubi maior…

La Caporale in forma olimpica: anche la Di Liddo parte in un pianto dirotto dopo la premiazione. Sarà galvanizzata dal premio per le 10 edizioni degli Europei seguite come giornalista?

La collana dagli occhi di ghiaccio. Nuovo record mondiale dei 50 dorso. Il suo nome è Kolesnikov, Kliment Kolesnikov.

Intervista alla Caporale. Far piangere Kolesnikov è ovviamente impossibile, ma anche evitare di ridere. La sua voce è un misto fra Paperino e Qui Quo Qua. Forse sono i tre nipotini nascosti sotto la tuta del russo.

Sioestrom e l’importanza di essere più lunghe! E la Blume sorridente incassa. Aspettiamo i 100 metri.

Debutto 4×200 stile mista: mi chiedono l’ennesimo pronostico e dico Ungheria. Intanto diciamo che la gara è veramente un doppione inutile così come la 4×100 stile mista e solo un modo per far fare tanti più ori agli USA che non credo ne abbiano bisogno.

A domani. Un piccolo saluto. Siamo in Scozia.

Copenaghen 2017/2 – rotture di device

di Mauro Romanenghi

European Short Course Swimming Championships

Simona QUADARELLA ITA Bronze, Sarah KOEHLER Ger Gold, Boglarka KAPAS HUN Silver 800 Freestyle Women Copenhagen 14-12-2017 Royal Arena LEN European Short Course Swimming Championships – Campionati Europei nuoto vasca corta Foto Andrea Staccioli / Insidefoto / Deepbluemedia

Partiamo da un assunto: quando le cose vanno bene siamo tutti contenti, se una cosa va storta il mondo ci cade addosso. Certo è una gran  bella rottura di scatole sentirsi crollare il mondo sotto i piedi. E’ quello che accade a Simone Sabbioni nella partenza dei 50 dorso in staffetta mista mista – già è difficile da scrivere la specialità figurarsi spiegarla. Il device del dorso, una carabattola che ho visto da vicino ad una gara e che consta di un supporto con legati due nastri e una piccola pedana da appoggiare al bordo sulla piastra, sembra aver ceduto. C’è pure qualche video ravvicinato che lo fa vedere. Quello che resta è la faccia basita di Simoncino. Dopo un anno di purgatorio, quando rivedi la luce in fondo al tunnel, questa cose ti rompono le scatole… altro che device!

Piccola considerazione. Ora è facile parlare, ma se i giudici al posto di tirarsi indietro guardassero cosa succede al device, potrebbero bloccare la gara subito con una semplice segnalazione. E lo starter ferma la gara. Varrebbe anche per la rottura di un’aletta. Direi che non è complicato da pensare. Speriamo serva per il futuro. Come si diceva una volta in Italia, ci vuole il morto per mettere il semaforo all’incrocio!

Lasciamo quest’oro sicuro all’Olanda, che come dice Sacchi “cala due roboanti frazioni femminili”, e facciamo un passetto indietro. Colpevole di aver trascurato la rana femminile, ieri, con il record italiano di Arianna “Casti” Castiglioni. La sua rivale sottolinea come anche lei sia scesa sotto il vecchio record, due volte. Vero. Ma Arianna migliora in 30”01 e vola in finale, dove è sesta. Partenza buona ma ancora sotto c’è da lavorare, secondo me. Buon viatico per i 100 rana, per tutte e due. La Meylutité con l’accento sulla e vince ma non mi convince ancora. Perlomeno mi sembra che i fianchi siano tornati in condizioni accettabili. Dovrei chiedere a chi sta sul posto.

Non dobbiamo essere tristi quando si perde un oro. Ma neanche quando si vince. Matteo bisogna spiegargli che ha vinto per farlo sorridere. Codia invece sorride ma a denti stretti: lo dice che poteva vincere. Eh sì, poteva vincere. Il tempo non è il record italiano, mancano i grandi specialisti pure qui con Cseh che non è Cseh. Ma come si dice dalle mie parti “del maiale non si butta via niente”, quindi ci si piglia queste medaglie e si metton in saccoccia. Massimo rendimento con prestazione non eccelsa, come dice Matteo Rivolta. Aspettiamoli in estate, ma che ci facciano vedere qualcosa perché l’ungherese Milak stavolta ci sarà, e così Guy.

A questi Europei non ci sono proprio tutti, ma non è che tutti gli assi li abbiano snobbati. Saretta Sioestroem non lo capisce e fa un 50 farfalla come un riscaldamento al meeting di provincia in semifinale. Anche così va più forte di Di Liddo – con tutto il rispetto per Elena – ma è fuori. Hai scelto tu di fare tre gare in un pomeriggio, quindi devi sapere che le altre ne hanno una e vanno forte. Così Ranomi ringrazia e si prende i 50 farfalla. Sfida ultraveloce rimandata sui 50 stile.

Devo dirla tutta: a me come nuota Simoncina Quadarella non piace. De gustibus non disputandum est.  E tra l’altro mia moglie dissente scuotendo il capo. Parliamo di un bronzo mondiale, oro universitario, e qui bronzo negli 800. La tedesca Koler ingaggia una lotta con la mia seconda ungherese favorita, Boggie Kapas. La spunta dopo una dura lotta: io tifo Simoncina ma la nuotata delle due è molto, molto, molto meglio. Pure in virata c’è da lavorare. Sono convinto che lo sappia Simona, lo sappia Christian. Intanto si porta a casa questa medaglia e un tempo discreto. Il discorso suino vale anche per lei. Ma con memorandum.

Prigoda: parliamo di un passaggio di 26”9 – 57”8  nei primi cento della finale dei 200 rana. Sei bracciate per vasca, otto nell’ultima. Niente record, il passaggio forte non ha pagato. Ma se riesce a tenere sotto i 31”, la barriera dei 2 minuti la abbatte. Facile a dirsi.

Il saltellante Krasnykh arriva da favorito nei 200. Ha vinto i 400, è bronzo mondiale. Ma qui come detto c’è gloria per tutti, anche per Rapsys. Fino ai 150 record del mondo, poi vince la gomma. Ma 1’40”85 non è cosa di tutti i giorni. E neanche dare un secondo e mezzo a un bronzo mondiale. Infatti anche la faccia di Krasnykh non è quella di tutti i giorni.

Ho volutamente ignorato fino a qui la mia beniamina. Che non chiamerò Sid. Katinka, e chi non ha capito di chi parlo meglio che non continui a leggere, non è un modello di stile. A mio parere esistono farfalle e dorso migliori, la rana è buona ma non eccezionale, lo stile è forse quello tecnicamente più bello da vedere. Ma l’insieme di virate, quattro stili e capacità di leggere la gara e le avversarie sono indiscutibili. Nei 100 dorso lezione di tattica con 27”1 – 28”5 come passaggi. Ultima apnea che uccide l’avversaria, che ha spinto troppo la prime due. Nella batteria del mattino, nei 100 misti, ha sfiorato il record del mondo. Come dice Luca (Sacchi), “le fa tutte, e tutte a bombazza”.