F/O147 – FuoriOnda – FantaEuropei di Roma 2022!!!

..la piscina più bella del mondo!
..la piscina più bella del mondo!

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.

Ospite di oggi Cristina Chiuso ex atleta azzurra e collaboratrice per Sky, al commento tecnico.

Torna al completo dopo molto tempo al completo la squadra dei podcast per commentare un Europeo
da favola! Anche in questa puntata con Cristina Chiuso, nostra ospite gradita, come per gli Assoluti. Analizziamo le prestazioni di una fantasmagorica squadra azzurra, con incursioni nei tuffi, nel sincro, nelle grandi altezza e ovviamente nel fondo. Le conferme, le sorprese, i ritorni: insomma una disamina di (quasi) tutti i ragazzi e le ragazze impegnati. Senza dimenticare le stelle straniere. FuoriOnda, l’unico podcast sul nuoto…ma non solo!!!

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 23 agosto 2022

credit foto: Laura Vergani

4 agosto 2022

..adiós, Stefano..

..se pensiamo a Stefano, la prima parola che ci viene in mente è LIBERO.

Ci piace ripensare a come abbia modellato la sua vita al di là delle convenzioni,
assumendosene tutta la responsabilità, cosa rara nella nostra epoca.
La sua caparbia determinazione lo ha portato a progettare e a realizzare cose che noi umani non riusciamo nemmeno a immaginare. Con una buona dose di ironia, che rende il tutto più leggero.
Chi ha avuto l’onore di ricevere una sua analisi della nuotata ha potuto sperimentare in pieno il genio che lo animava. Da come nuotavi riusciva a capire di te cose che nemmeno dopo anni di psicanalisi.
Vulcanico e inarrestabile, aveva intuizioni così geniali da tenerlo sempre un passo davanti a tutti noi.
Intuizioni che condivideva generosamente con tutte le persone che avevano voglia di imparare.

Ci piace immaginarlo ora, in un altro luogo e in un altro tempo, libero di prendere le misure agli dei.
Adiós, amigo.

F/O144 – FuoriOnda – Parigi 2024: Paralimpici work in progress!

work in progress to Paris2024

di redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi,
tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il
nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.

Ospiti di oggi Riccardo Vernole DT della nazionale di nuoto paralimpica; Matteo Poli in
qualità di videoanalista; Ilario Battaglia delegato FINP Emilia Romagna; e vari atleti coinvolti
in questo camp, tra questi: Margherita Sorini e Massimo Resta, che si raccontano ai nostri microfoni.

Tanta tanta carne al fuoco oggi! Siamo a Modena dove la nostra Laura Vergani si avventura
per intrufolarsi nel camp dei paralimpici dove si lavora con i giovani in vista di Parigi 2024,
come ci aveva già raccontato Federica Fornasiero. Oltre a salutare tanti amici (ma non li
sentiremo tutti, altrimenti la puntata durerebbe tre ore) parliamo con il DT della nazionale
italiana, con il videoanalista (ma che è un tecnico modenese ben conosciuto, Matteo Poli) e
con due ragazzi convocati nella piscina Dogali (che si pronuncia Dògali così fughiamo ogni
dubbio).
La FINP cerca nuovi talenti, ma anche nuovi tecnici, per continuare quel percorso che è
iniziato, non finito, ai Giochi di Tokyo. E il percorso passa anche da questi training camp:
sentiamo insieme ai protagonisti come fervono i lavori!

Tutto questo e altro solo su Fuorionda, il podcast sul nuoto…e non solo!

Montaggio a cura di Margherita Manni di Lifesavinginitaly.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 25 febbraio 2022

credit foto: ufficio stampa Comune di Modena.

F/O143 – FuoriOnda – Francesca Fangio: volere è potere!

Smile!

di redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.

Ospite di oggi Francesca Fangio, primatista e campionessa italiana assoluta dei 200 rana.

Bellissima chiacchierata oggi con Francesca Fangio, la campionessa italiana dei 200 rana che nel 2021 ha coronato il suo sogno olimpico grazie al record italiano stabilito a Roma battendo un primato che resisteva da Roma 2009. Convocazione conquistata con “la caparbietà che la caratterizza”. D’altronde è di Livorno, e si sa che i livornesi sono molto cocciuti! Ma è anche lombarda d’adozione, e ci facciamo raccontare come è finita in quel di Treviglio. Tutto questo e altro nell’intervista con Francesca solo su Fuorionda, il podcast sul nuoto…e non solo!

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 14 febbraio 2022

credit foto: Francesca Fangio

F/O141 – Sven Spannekrebs: allenare i rifugiati…ma non solo! – italian version

Svenn Spannekrebs – italian version

di redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.
Traduzione di Tommaso Marconi.

Ospite di oggi: Sven Spannekrebs, allenatore del team rifugiati e di Yusra Mardini fino al 2016 e oggi membro di Sportjugend Berlin, nonché allenatore di uno dei più famosi celub berlinesi, lo Spandau 04

Oggi puntata superspeciale: dopo un lungo inseguimento durato quattro anni, siamo riusciti a intercettare Sven Spannekrebs, inventore e creatore del team rifugiati per il nuoto. Insieme a lui ripercorriamo il suo cammino come creatore e coach del team, del suo incontro con Yusra Mardini, delle sue collaborazioni passate e soprattutto dei progetti futuri.
Un’intervista tutta da ascoltare: anche perché oggi sentirete una voce nuova, anche se il suo nome lo conoscete tutti!!!
Solo su Fuorionda, che dà rifugio al nuoto… ma non solo!

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 15 novembre 2021

credit foto: Sven Spannekrebs

Budapest 2022 day 3 – Cinquantamila motivi per vincere!

Screenshot (332)
50,000 ragioni per vincere

di Mauro Romanenghi

Oggi ho cambiato auto. Aveva nove anni e aveva fatto duecentomila chilometri (200,000).
Era il momento giusto, e poi mi aveva accompagnato in tanti posti. In uno in particolare però, e c’è un bell’adesivo dietro a dimostrarlo. È stata, è vero, per dieci giorni circa nel parcheggio della Duna Arena, però fino a Budapest c’è andata nel 2017. Lì dove ho fatto volare la sedia per le scale, dove ho urlato come un pazzo quando la Pellegrini vinse quel 200 dopo anni di buio, lei c’era. Oggi l’ho parcheggiata lì, nel piazzale del concessionario.
Anche la squadra azzurra si è rinnovata. La Pellegrini si è parcheggiata pure lei, i suoi chilometri li ha fatti. E quindi basta con sta storia della prima volta senza la Pellegrini. Anzi speriamo che ogni volta che sia la prima senza qualcuno, sia così. 

Ieri lo avevo detto, vediamo che succede, ma come dice qualcuno che ne sa, c’è chi le cose le pensa e chi le fa. Ceccon le fa: nel bene e nel male. Ma stavolta il record del mondo non lo tiene più e da il via  a tutta una serie di sproloqui che noi gli perdoniamo. Avrebbe potuto dire qualsiasi cosa, anche che si candidava a zar di tutte le Russie. Invece si limita a dire che non sa come si dice in italiano “achievement” (risultato, non è difficile dai), e che non è questo l’obiettivo. Bene, basta che lo sai tu, l’obiettivo, a noi va benissimo.

La faccia di Ceccon quando gli mettono in mano l’assegnone poi è impagabile. Ma mai quella di quando glielo tolgono. Tranquillo Thomas non è quello vero, i soldi sono già in banca.

Non passa un quarto d’ora e la mia voce si azzera definitivamente. Dopo un anno difficile, dopo un’Olimpiade che se fossi stato in lei avrei detto “da schifo”, Benedetta Pilato da Taranto si impone di forza nel 100 rana più scarso degli ultimi anni. Ma sinceramente, come diceva Martinenghi, a volte basta vincere. E quindi visto che il motto di oggi è “se puoi farlo, fallo”, Benedetta lo ha fatto. 

Le pagelle non mi piacciono. Ma voto zero alla RAI per aver tolto il collegamento un secondo dopo la vittoria della Pilato.

Entra con modo felpato il conte (e non il principe) rumeno. Lontano bisnipote di sessantesimo grado di Vlad l’impalatore, David Popovici saluta tutti ai 150 e se ne va. Ora devo dire che nuota veramente bene. E quindi A) Dressel è avvisato ma non penso abbia gran paura B) per i miei amici giocare Popovici vincente nei 100 potrebbe essere una buona carta C) attenzione anche a Hwang per il prossimo futuro 

Un piccolo incoraggiamento a Simoncina, son cose che capitano. Ricorda la cagarella di Ledecky nel 2019. Dai, ce la facciamo.

Anche oggi le canadesi a mettere paura nei 100 dorso con la Masse…dai e dai vedrai che a furia di legnate ce la fanno pure loro.

CREDIT photo Raisport

Assoluti 2022 day 4-5: Esce lo Sgarbi d’annata

Allora!!!

di Mauro Romanenghi

Gli ultimi due giorni di Assoluti diciamocelo me li sono visti al computer, nel senso che ho letto i risultati su Internet. Avevo da fare, lo ammetto, e mi son perso queste giornate.

In piscina, poi, ho sacramentato per due giorni quindi l’umore per scrivere qualcosa e anche le forse erano ridotte. Ieri poi quasi viene giù il palazzetto perché nell’allenamento ancora vedevo una mollezza che al confronto il mio nuovo cane anziano (ha già 11 anni ma lo abbiamo adottato con grande felicità di mia moglie e, spero, anche sua) è uno sprinter di razza.
Quindi vedere i risultati su Internet non è che mi abbia rinvigorito.

Il quarto giorno cosa ho perso? Qualitativamente, poco: nessun pass per i Mondiali. Ora io mi chiedo ma è mai possibile che in venti anni dal Duemila a oggi nei 50 ai 200 stile libero noi siamo arrivati al 2022 in cui la velocista più forte è una trentenne che scende a volte sotto i 25 secondi? Nei 100 abbiamo due sotto i 55”? Nei 200 non ne parliamo. Osservate la 4×200 di società. Fior fiore di atlete nei gruppi militari che fanno questo di mestiere e abbiamo due dico due atlete sotto i due minuti lanciati. Non credo che le atlete siano felici, né che i tecnici siano felici né che la Federazione sia felice. Ma cosa importa avere delle tredicenni che fanno due minuti in corta se poi non abbiamo nessuno che fa sotto i due minuti in lunga? Perché c’è questa mollezza?
Perché sento ancora interviste con atlete che dicono che fanno fatica a recuperare la mattina con il pomeriggio?

Bene, la filippica sulla velocità femminile l’ho terminata. Passo a quella sui 200 stile uomini. Dalle staffette, mi sarei aspettato qualcosa di più sulla gara individuale. Non so, forse la mia previsione era azzardata, ma una qualifica così dura, con un Galossi fuori a 1’49” basso, mi faceva presagire di nuovo fulmini e saette come nei 100. Così non è stato, e da appassionato e tifoso ammetto un q.b. di delusione, De Tullio exception.

Così come deluso sono stato lo ammetto dal Razzo, che mi aspettavo dopo una scintillante stagione invernale a un’ulteriore conferma. Invece no, un piccolo passo indietro. Spero anzi voglio credere che sia un piccolo passo falso, e vedremo se sarà così.

Come sempre non vorrei essere frainteso e si pensi che sottovaluto il lavoro dei ragazzi. Non è così, e non conosco di tutti i possibili problemi in questa stagione. Ma mi aspettavo più conferme, ecco tutto. Soprattutto mi aspettavo che arrivassero più Galossi. Non intendo forti come lui, ma giovani con fame di battere i veterani. Perché di questo è fatto il nuoto, di Pilato e Galossi, di Bertoni e de Tullio, e di tanti coach che li pilotano fuori dalla nebbia dell’anonimato fino agli allori delle cronache. 

Sorride tantissimo la rana invece, maschile e femminile. Sei pass su otto nella rana veloce, mancano all’appello i 200 con una cronica carenza nel settore maschile (non devo certo ricordare il nostro illustre recente passato, con ori e medaglie olimpiche, mondiali ed europee) e un settore femminile che si regge su una piccola simpatica ranista toscana trapiantata in Lombardia (con tutti i fisici che abbiamo non c’è proprio nessuna che possa seguire le sue orme???)

Dice il nostro CT che non sarà il centesimo a lasciare a casa i ragazzi. Beh ricordiamoci però che basta un centesimo per vincere o perdere.

Concludo con una personale diatriba consumata in casa sulla mascotte. Lo avevo già buttato lì. I cani, a nostro parere, devono fare i cani. Poi si vedrà, ma tenere due cagnoni sotto il sole agostano di Roma, a nostro parere, potrebbe essere una pessima idea. 

Insomma questo giro vi ho stroncato abbastanza. Alla prossima.

Assoluti 2022 day 1: invecchiare fa buon sangue!

Prestazioni eccellenti…giovani e stagionate!

di Mauro Romanenghi

L’altro giorno stavo in cantina dove controllavo i miei vini da invecchiamento (qualcuno anche troppo invecchiato, sarà ora di consumare). E così mi è sovvenuto oggi, mentre guardavo le gare, che ci sono atleti che sembra più il tempo passa più appaiono forti. 

A parte l’excursus vitivinicolo, di cui parlerò, giornata di grandi duelli oggi.
A parte i 400 misti dove Sara Franceschi non ha (purtroppo) rivali, per il forfait della Cusi (perché? lo scopriremo solo vivendo), e la Quadarella come sempre (anche qui purtroppo senza storia), le altre gare non hanno avuto un esito scontato fin dall’inizio.
E per fortuna, dico io. Sai che pizza guardarsi delle gare dove sai già chi vince dal primo metro. 
E così alla fine le sfide all’OK Corral hanno portato a quattro pass anche se diciamocelo ce ne aspettavamo di più. Pass dunque per De Tullio nei 400 (55”3 di chiusura…), Quadarella (onesto 8’24” negli 800), e le due raniste Pilato e Castiglioni.

Nei 400 stile enorme qualità: consideriamo che i primi sei hanno fatto meno di 3’50”, anzi fino a 3’48”: consideriamo che finora solo dodici in Italia avevano queste prestazioni, diciamo che la cosa si fa interessante. 
Speriamo che: 
A) i primi due, De Tullio e Galossi, continuino la loro progressione sotto la guida dello Scuro Minotti (che se li sceglie tutti scuri come lui…sarà affinità elettiva?)
B) Gabriele Detti continui sulla strada del miglioramento e si riporti a quei livelli mondiali per continuare una sfida multigenerazionale. Infatti curiosità vuole che i tre siano separati da sei anni di differenza ciascuno. Ora, sono il primo, il terzo e il sesto di sempre. Gabriele ci ha dimostrato che può risorgere, un po’ come in tempo di Pasqua può capitare.
C) Galossi, che è veramente un fisico spaziale, io qui la butto, secondo me i 200 sono la sua vera gara. Minotti non è però certo uno da velocità pura. 
Ai posteri, come sempre, l’ardua sentenza.

Secondo spettacolare duello di giornata i 100 rana. Qui la Pilato, reduce da un categoria con quattro ori e un record italiano sfiorato, si batte con una Casti rediviva , la quale a me (e anche a mia moglie) sembra aver messo su una notevole massa muscolare, quasi come una ranista USA, sotto la nuova guida di coach Sabino.
Benny dal canto suo realizza il personale, si porta a tre centesimi dal primato Assoluto della rivale in 1’05”70 (con qualche disappunto…d’altronde se cicchi due record Assoluti in quindici giorni per pochi centesimi, un po’ di disappunto ci sta).
Zitta zitta scende sotto 1’07” la Angiolini, un’altra che come la Fangio (quarta qui ma aspettando i 200) con il tempo matura e come il Brunello di Montalcino migliora sempre più. L’annata è la stessa, devo controllare se il 95 va bene per il Brunello (forse siamo un po’ troppo stagionati, per quello).

Ultimo duello i 200 farfalla uomini. Gara scontata, con il bronzo olimpico favorito? Direi di no, Carini Giacomo da Piacenza la spunta, riconquistando quel titolo che mancava dal 2019 e soprattutto tornando sui suoi livelli dello scorso anno già ora: e sono oramai dimenticati gli anni difficili. Rendiamo merito ai “ragazzi” di Piacenza che con calma e pazienza lo hanno ricostruito: Lele Merisi e Gianni Ponzanibbio. Secondo è Razzetti, che sappiamo essere agonista vero. Burdisso delusione? Non direi, il 200 farfalla è difficile e il ventenne (ventenne, non scordiamolo) ragazzone lombardo ancora ci darà prova della sua classe. Da qui un solo rammarico: niente mondiali per nessuno. Mi aspetto grandi botti, adesso.

Ultimo lampo ce lo offre Luca Dotto. Stoccata di classe la sua, direi una flash al corpo. Torna sotto i 22”, due centesimi dal suo migliore di cinque anni fa. Come Fangio, come Angiolini, come tanti, direi più un Amarone che un Brunello.

Intanto prosegue la triste storia della velocità italiana femminile. Ieri due e sottolineo due atlete sotto i 55” lanciati. Cosa dire? 

Qualche parola, dopo gli elogi dell’invecchiamento, al vino novello. Ho visto qualche nome interessante che si era messo in luce ai categoria, con alterne fortune qui. Non vorrei dare grande risalto o cirticare eccessivamente le loro prestazioni, ma li seguirò con piacere e spero di vederli presto ai vertici. Però il compagno di Galossi, Bertoni, vince la finale B dei 400 stile. Attenzione anche a lui. E mi fermo qui, per oggi, con gli assaggi di questo Assoluto.

F/0 141 – Sven Spannekrebs: coaching the first refugee’s team – original version

Svenn Spannekrebs

di redazione podcast

Original English version:
In this episode Laura Vergani hosts Sven Spannekrebs, swimming coach of Yusra Mardini and for the olympic refugee team until 2016. Sven is a member of Sportjugend Berlin and he is now coaching Spandau 04, the well known club from Berlin.

Episode description: after four years in the making we’re proud to have Sven in our program. Sven is the coach and inventor of the swimming olympic refugee team. In this episode we have a look with him at his professional development as a coach and he tells us about his friendship with Yusra Mardini and his plans for the future.

Original Italian version:
Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.
Traduzione di Tommaso Marconi.

Ospite di oggi: Sven Spannekrebs, allenatore del team rifugiati e di Yusra Mardini fino al 2016 e oggi membro di Sportjugend Berlin, nonché allenatore di uno dei più famosi club berlinesi, lo Spandau 04.

Oggi puntata superspeciale: dopo un lungo inseguimento durato quattro anni, siamo riusciti a intercettare Sven Spannekrebs, inventore e creatore del team rifugiati per il nuoto. Insieme a lui ripercorriamo il suo cammino come creatore e coach del team, del suo incontro con Yusra Mardini, delle sue collaborazioni passate e soprattutto dei progetti futuri.
Un’intervista tutta da ascoltare: anche perché oggi sentirete una voce nuova, anche se il suo nome lo conoscete tutti!!!
Solo su Fuorionda, che da rifugio al nuoto… ma non solo!

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 15 novembre 2021.

credit foto: Sven Spannekrebs.

Kazan 2021: Il nuovo che balza, ma il “vecio” non si scalza!

meglio umarell o campioni ??

di Mauro Romanenghi

Mi sarei aspettato da questa rassegna una cosa che invece non è avvenuta: le classiche frasi italiane quando si ritira il grande campione proferite da stampa, commentatori, nani, ballerine e anche dal passante per la strada (dato che in piscina non può entrare nessuno) del tipo “eh ma senza la Pellegrini, le gare non sono più le stesse!” oppure “questa gara è orfana della Pellegrini”, o ancora “la prima nazionale senza la Pellegrini”. Forse non ho fatto abbastanza attenzione, oppure me ne sono bellamente fregato e non ci ho badato.

D’altronde, con trentacinque podi e sette titoli europei va benissimo così. Non ricordo di aver mai visto così tanto azzurro sul podio. Sono troppi? Sono troppo pochi? Come direbbe Borghese, per un piccolo europeo di corta, ci sta: voto… dieci (anche se le pagelle non piacciono a tutti, e comunque si può intervenire da casa per ribaltare la situazione)!

I titoli arrivano da ogni età: vedi il gigante di Budrio, al secolo Marco Orsi, che ha deciso di regalarsi un’altra bella stagione invernale. Lungi dall’andare in letargo come direbbe il suo nome, si spara questo bel 100 misto in 50”95 e in semifinale si preoccupa anche della salute psicofisica di Ceccon che ha deciso di sfidare il picco di lattato facendo 50 farfalla e 100 misti nel giro di 30 secondi: contento lui.

Ma arrivano anche da Martinenghi, non più supergiovane ma comunque parte della new generation, che trova nei 100 rana finalmente la sua dimensione. Mi è piaciuto il giovane di Brebbia, interprete di quella nuova rana muscolare che tanto dispiace ai puristi. Ma se la direzione è quella dettata da Peaty, cioè di prendere a testate l’acqua con una potenza da caterpillar, allora bisogna un po’ adeguarsi. Niccolò poi è diventato veramente grosso, me lo ricordo giovane sgarzello e magrino al Nico Sapio qualche anno fa quando lo presentai a una delle ragazze che accompagnavo suscitandone la vergogna (della ragazza, non di Niccolò). Credo che da allora sia raddoppiato, come muscolatura pettorale (non dispiacerebbe, questo, sempre alla suddetta ragazza).

La rana ci regala altri due titoli da Carraro e Castiglioni, nei 100 e 50 rana. Sorpresa? Un po’ sì. Mi sarei aspettato una bella lotta fra le due nei 100 e invece in finale la gara della Martina nazionale ha la meglio non dico facilmente, però… quasi facilmente.

Arianna Castiglioni si riscuote nei 50, dove vince poco a sorpresa su una appannata Pilato che rappresenta la vera new generation. Primatista mondiale di lunga, campionessa europea, qua stecca un po’. Non è una bella stagione invernale, finora, la sua. Non so perché, ma per una sedicenne che è in continua evoluzione un attimo di assestamento ci sta. Al momento non mi preoccuperei, mangerò sereno la mia pizza serale del sabato.

Bellissimo invece il titolo di Razzetti nei 200 farfalla. Sarà che Milak non è al massimo però perdere non piace a nessuno, men che meno al campione olimpico. Ma vedere l’occhiataccia del magiaro al genovese che si invola nelle ultime due vasche fa piacere. Poi magari a Fukuoka e Roma se lo mangia a colazione, intanto toma la castagna.

Infine il bel mix del record mondiale della mista maschile veloce anzi velocissima. Guardavo Lamberti con i tre compagni leggermente più alti e un filo più grossi (Miressi non è grossissimo, in realtà… però che sia alto non possiamo negarlo). Insomma vedere i tre piloni dell’Autosole con il bravo Michele che, nonostante fosse all’esordio in azzurro, ha ben figurato migliorando il record dei 50 dorso quattro volte, mi metteva tenerezza. Starò invecchiando e divento buono, cosa vi devo dire.

Insomma tante medaglie da una nazionale che se vede arrivare tantissime nuove leve non vuole abbandonare gli anziani. Proprio ieri andavo a vedere per un cane, un labrador. Abbiamo scelto di prendere un cane di 11 anni. Il cane era molto felice, ci hanno detto che aveva ancora molto da dare. Noi ne siamo sicuri, e anche in questa nazionale ci sono atleti che a quanto pare anche oltre i trent’anni (che non è come un labrador di 11 anni, ma insomma ci siamo capiti) hanno voglia di divertirsi e vincere. Come Ilaria Bianchi, che sfida ancora i 200 farfalla con irriverenza. 

E naturalmente c’è il nostro buon Fabione, che pare aver risolto un po’ delle vicissitudini che ci ha raccontato visto che ancora raggiunge le finali della rana veloce lasciando indietro un paio dei suoi giovani eredi, i quali comunque scalpitano per passare avanti. Speriamo che non usino i vecchi mezzi medioevali tipo agguati nella foresta o il classico bicchiere di vino all’arsenico e vecchi merletti.

Medaglie giovani? Ma sì che ci sono, Alla fine Ceccon raggranella la medaglia nei 200 misti e nei 50 farfalla, dove duella all’arma bianca tipo Highlander con Rivolta, venendo sconfitto dopo che i due si sono rubati il primato italiano sette o otto volte come in una partita di rubamazzetto, il gioco di carte più brutto che ci sia. Ma qua almeno il culo non c’entra.

E poi c’è la Cocconcelli, che fa tutte le gare sui 50 tranne la rana dove, a parte che che ci sono almeno quattro-cinque in Italia che potrebbero andare in finale europea, poi non è che sia proprio il suo stile migliore: anzi. Ciò non va molto bene, perché nei misti è lì dove ha perso la medaglia individuale che, sempre come direbbe Borghese, secondo me ci stava.

Ora voi mi direte che non ho parlato di Gregorio Paltrinieri: ma neanche dell’assenza della Pellegrini, per cui ci sta. Ma il record europeo individuale, alla fine, lo fa lui. Che poi, chi vince ha sempre ragione e, come dice Conner McCloud, ottiene la ricompensa.