Europei di Roma 2022 – Viktor Viktoria!

Viktor o Viktoria ma sempre vincente!

di Mauro Romanenghi

Oggi voglio parlare di Viktor, Viktoria o Viktoraia Mihalyvari-Farkas, che solo a pronunciare il suo cognome la sua gara è finita. E sì che è una gara lunga, sono i 400 misti: che dopo una partenza accorta la magiara domina grazie a una stupenda progressione a rana. Ma chi è questa ragazza dal nome profetico? E quale è il suo vero nome? Le liste di arrivo non aiutano, prima è Viktor (e così la citano), poi diventa Viktoria e alla fine nelle liste di finale è Viktoraia.
Allora ho deciso e sono andato sul sito della federazione ungherese.
Questa è Viktoria. Il futuro è tutto suo.

Ieri ho colpevolmente e consapevolmente ignorato il record europeo del conte rumeno David “Vlad” Popovici. L’ho fatto perché con i miei amici ho detto: “o domani soffre lo spalla a spalla o se ne va e fa il record”. Oggi se n’è andato, come e più di ieri, ma già dalla prima vasca: un volo da pipistrello col suo mantello da conte lo porta a dominare. Certo abbiamo avuto un campione olimpico diciottenne a Rio, ma qui abbiamo un talento che se continua così ha solo margini di miglioramento inesplorati, fosse solo per una partenza che forse per la giovane età e la potenza non certo da adulto è ancora acerba (in semifinale è partito dietro a Zazzeri). Fluente il suo inglese con cui ringrazia i suoi concittadini presenti (le bandiere della Romania erano seconde solo a quelle del tricolore azzurro) e veramente sembra senza emozioni. Insomma, aguzziamo i canini e attenti all’ombra del conte Popovici: il suo regno è probabilmente appena iniziato.

Conte Popovici oramai imperatore dei 100

Ma dobbiamo parlare della nuova splendida giornata azzurra. Le raniste sembra lo facciano apposta a fare come i maschi, e così è doppietta per Benny e la sua barboncina (fantanuoto rules) e per Lisa Angiolini. Diciamo che visti i tempi di ieri e il clima oramai di trance agonistica si poteva sperare nell’impresa. E così è stato. Intanto Ruta sta cominciando a odiare le azzurre e sul podio il suo sguardo è fiammeggiante.
Lisa la apprezzo particolarmente perché gareggia anche nel salvamento e ha pure vinto ai categoria i 200 ostacoli. Brava Lisa!

Raniste e vincenti

Il tricolore sventola ovunque, e così Paltrinieri fa quello che vuole nel suo ottocento. Stavolta sceglie la tattica progressione in negative split e lo fa anche Galossi. E così abbiamo l’ennesima doppietta, con un altro gemello diverso dopo Gab & Greg e Dome & Greg, ora c’è Gallo & Greg. La foto ricorda qualcosa?
E attenzione perché il ragazzo, se continua così, non ha finito di stupire qui a Roma.

Meglio tanti gemelli diversi che due soli!

Siamo a sette ori. L’obiettivo si avvicina, il mio collega trema: domani, a metà strada, vedrete che ci avvicineremo ancora di più.

Oggi altri due quarti posti per le nostre ragazze, che in questa edizione da record lasciano un po’ di amaro in bocca intanto perché ci siamo abituati troppo bene e soprattutto perché è il secondo quarto posto di staffetta dopo la 4×200. Ma diciamolo, viste le ultime uscite dei quartetti femminili dello stile libero, questi risultati sono uno stimolo a ripartire. Come diceva la Ferraioli è ora di farsi avanti perché il podio è a un passo e servono gente e risultati.

Cadono come mosche i campioni nei 400 misti: fuori la mia Katinka, fuori la Belmonte. Resiste Susi Jakabos: grazie di tutto Susi, soprattutto dello sguardo assassino. 

Continuano le sentenze definitive di mia madre. Le cito in ordine di emissione.
Duecento stile, parte la islandese Jorunnasdottir: “ora che dicono il suo nome, ha già finito la gara”.
Duecento stile, ai 125 giudizio sulle azzurre: “fuori tutte e due”.
Dopo la terza finale di giornata: “giornata magra, oggi”.
Prima degli 800 stile libero: “adesso arriva il ragazzo giovane, Gabelli”.
Potete immaginare il mio sguardo di disapprovazione. Ma la madre, si sa, non si contraddice per definizione soprattutto se ha fatto la parmigiana a pranzo.

Burdisso in zona mista è impagabile. Lo so, non c’è niente da ridere, la sua gara è andata male (parole sue), ma i suoi commenti hanno disorientato il cronista fino al definitivo “a questa domanda non saprei neanche come rispondere”. Mitico. 

E solo una cosa che non c’entra niente col nuoto…Piero, grazie di tutto!

Campionati Italiani Assoluti giorno 4 – Se non sono quattro, non ce l’hai nel sacco.

di Mauro Romanenghi

Tempo fa c’era questa rubrica nel forum di Corsia4 che si chiamava  “Vuotate il.. Sacchi”, una raccolta di esilaranti discussioni e battute del duo Fioravanti-Sacchi durante le telecronache (diventato poi duo #Mecasacchi, marchio non registrato dal qui presente scrittore).

Il sacco mi da il destro per il titolo di oggi.

Mentre ero al lavoro (“che ci fai al lavoro oggi”, mi chiederete.. ebbene avevo dei tamponi da processare, cosa che faccio nel tempo libero) parlando con la mia collega le dicevo che stasera avrei preparato la pizza ai quattro formaggi. Arrivo a casa, e mi accorgo che non ci sono i quattro formaggi. Mai detto fu perciò azzeccato nel mio caso e infatti stasera la pizza sarà con tre formaggi. Di sicuro sarà buonissima (non esiste modestamente nulla che io prepari che non sia buono, “no comment” dice mia moglie), ma mancherà il quarto formaggio.

Cosa ci mancava per completare il sacco dei qualificati? Un bel mistista maschio, per fare con gli altri i magnifici sette (le ragazze lo sono già). Ed eccoti arrivare, stavolta senza squalifiche o altri danni collaterali, Alberto Razzetti. La ciliegina sulla torta di un bel campionato, che ha visto ben sei record battuti, quattro dei quali di valore mondiale (controllate sempre i ranking).

Il Razzo ci è sempre stato segnalato da Sorrentino, che saluto e abbraccio, durante i nostri podcast (per la verità Corrado era più entusiasta delle foto del padre..), e quindi noi lo seguiamo con particolare interesse dalle sue scorribande giovanili nel delfino (che pure non nuota malissimo…) fino a qui nel 200 misti che ricordiamo di Rosolino e Boggiatto.

Ma oggi vorrei dire qualcosa sulle staffette, che per farle bisogna avere appunto quattro persone in saccoccia. Al momento, nei maschi, in saccoccia ne mancano un po’. Tre nei 200, due nella veloce, il delfinista in una mista che vede un dorsista nei primi dieci al mondo, un ranista nei primi tre e un velocista campione d’Europa. 

Tralascio le femmine, che una mista al completo fa da contraltare a due staffette a stile che io, se fossi il CT, fare fatica a portare al momento anche al trofeo Nivea. Non perché io mi vergogni delle ragazze, tutt’altro. Anzi vedo risvegli nella velocità. Ma se nella 4×200 tolta la Pellegrini la staffetta non va sotto gli otto minuti, qua ci vuole il sacco di Babbo Natale, cioè un miracolo. Lo stesso Butini è perplesso: beh, io non sono Butini e quindi non sono perplesso.

In attesa di sviluppi, passiamo oltre. 

In conclusione dei campionati, vorrei parlare di qualche personaggio che un po’ restando nell’oscurità mi ha colpito.

Il primo è Lisa Angiolini. La ragazza, nel più assoluto silenzio, è passata da un più o meno oscuro anonimato a una tripla top ten nella rana italiana, con un argento e due quarti posti. È scesa di un secondo nei 100, due nei 200, dove è la terza di sempre, e si è presa questo bellissimo argento. Andrà a Budapest, credo la prima nazionale della sua carriera, e ha la sfortuna di essere preceduta da tre atlete di valore mondiale. Qua possiamo dire veramente che il sacco ce lo abbiamo pieno: avercene, di sacchi così.

Il secondo è Luca De Tullio. Alla corte dello Scuro, lavoro in silenzio e argento da Junior, unico maschio, agli Assoluti: nei 1500, dietro un certo Paltrinieri. Certo siamo abituati bene, il tempo non è spettacolare ma è pur sempre l’ottavo in Italia di sempre. Farà i Mondiali Junior, e poi si vedrà.

E così altro 1500 e altra protagonista oscura. Ginevra Taddeucci, classe 1997, 24 anni ed eccola al podio, con la ottava prestazione all time. E senza andare lontanissima dal tempo per gli Europei.  Ho dato fondo al sacco…il quarto non lo trovo. Se me lo scrivete, ci facciamo una storia. Per il momento, alla prossima. Io a questo punto mangio la pizza. Ai tre formaggi, of course.

PS: mia moglie, che non mangia la pizza ai formaggi (nè tre nè quattro) mi segnala Costanza Cocconcelli. Certo l’avevo già citata nel primo articolo, ma merita un accenno anche in finale. Oggi si è sciroppata i 50 farfalla e dopo un amen i 200 misti (entrata per rinuncia). In ogni caso chapeau alla ragazza: ha gareggiato come la mia Katinka (come numero di gare, eh) e sempre muta.

Adesso.. davvero alla prossima. E speriamo sia.. covid-free!

Campionati Italiani Assoluti giorno 2 – Assolutamente impreparati

Homo scusozoicus

di Mauro Romanenghi

C’era un’età dell’Homo sapiens, in cui molti dei primi esseri umani cercavano per tentativi di trovare delle soluzioni ai fabbisogni primari dell’umanità stessa. 
Chiaramente in tali frangenti di prove ed errori era scusabile il processo di creazione di molti orrori, tipo la ruota quadrata, il triangolo scaleno, la clava da utilizzare per colpire la classica donna delle caverne da rapire e portare nel proprio antro.
Tale era venne definita Età Scusozoica dell’uomo.
L’uomo scusozoico era un po’ come Gallera e Fontana, dotato di un innato senso del rimpallo delle responsabilità. Chiaramente era difficilmente imputabile a individui ignari delle più elementari nozioni scientifiche, tecnologiche, biologiche e culinarie la conoscenza ad esempio del fatto che se mangi l’amanita falloide rischi seriamente la morte per paralisi, o che era meglio non toccare la fiamma viva a mani nude per spegnerla, o che portarsi in casa la madre della futura sposa poteva essere un errore fatale che avrebbe avuto ripercussioni sulla propria psiche negli anni a venire.

Dopo milioni di anni, l’atleta rappresenta un po’ il diretto discendente dell’uomo scusozoico: prestante, atletico, capace di grandi prestazioni ma anche di grandi flop, e soprattutto dotato di un primitivo senso della competizione, un po’ come l’uomo della preistoria con i mammut.
Ma soprattutto ha un repertorio di scuse che l’uomo scusozoico gli ha tramandato ed è entrato nel suo genoma come il carattere rugoso e liscio nei piselli di Mendel.

In questi giorni, abbiamo una serie di scuse belle che servite. La più facile, e purtroppo tristemente reale, è il COVID19. Scusa che per quanto facile può essere usata soltanto una volta. Miressi, ad esempio, è la classica persona che può usarla. Come dice mia moglie, nell’intervista post gara sembrava che stesse per tirare le cuoia da un secondo all’altro: mi stupisco che abbia avuto le energie per gareggiare.

La seconda scusa di questi campionati per giustificare delle prestazioni non gradite (che poi non mi sembra che questo campionato stia deludendo le aspettative, vista la situazione contingente non certo rosea) è l’impreparazione. Questo campionato non lo ha preparato nessuno, a sentire le interviste degli atleti. Che lo posso capire se mi viene detto che non si è riusciti a prepararlo perché le piscine sono chiuse, sono lontane, siamo in difficoltà logistiche. Ci sta tutta. La situazione non è certo facile. Ma dico io, gli Assoluti sono una tappa di passaggio talmente lontana che secondo me la preparazione ci deve essere: magari non finalizzata, ma ci deve essere. Ma l’uomo scusozoico si sa supera anche questo tassello: tornato alla grotta, senza la cena e senza erbe aromatiche, alla domanda “ma la cena?”, risponde: “non mi sono alzato bene questa mattina, il sole non era propizio e la luna era calante. Quindi il mammut non c’è”.
Non fa una piega. Quindi, le gare non le ho preparate, che volete da me?

Alla fine comunque le prestazioni ci sono state lo stesso. Zero tempi per Tokyo, se escludiamo chi i tempi li ha già. Ma abbiamo avuto dei tempi per gli Europei, dove porteremo quindi più di un atleta. 

E’ il caso degli 800 stile maschi e femmine, dove però possiamo dire che il tempo per Tokyo è cosa fatta per Detti e Caramignoli, che accompagneranno Paltrinieri e Quadarella.

Doppietta anche per Burdisso e Razzetti nei 200 farfalla, con il ligure al quinto tempo alltime e il gemello diverso di Ceccon a sfiorare il record italiano dopo il solito passaggio a tuono. 

Doppietta anche per le raniste Fangio ed Angiolini, ex compagne di squadra e ora rivali che si accompagnano spalla a spalla fino all’arrivo. Lisa stacca il personale che è anche il terzo tempo di sempre, proprio dietro alla lombarda, reduce da un infortunio all’adduttore.

E doppietta anche nei 100 stile, dove Miressi sfiora sia la crisi respiratoria sia il tempo per Tokyo, portandosi dietro Ceccon. Quattro sotto i 49”, non male ma io mi aspettavo di meglio. Forse non ero preparato bene.
Soprattutto avevo visto molto bene Zazzeri e Bori, e penso anche loro si fossero visti meglio. 
Mi aspetto ancora ottime cose, dai 200 questa volta, domani.

E ora grandi applausi per un grande 100 rana: Martinenghi si tira dietro Pinzuti e Poggio, che forse ci crede poco. Alla fine, tutti sotto il minuto. Uno per Tokyo c’era già, per Budapest sono due. Ma io farei tre. Chi ce li ha, in Europa, un trio così?

Parlavo ieri nella mia chat di allenatori selezionata – la selezione non è per meriti tecnici: sebbene siano tutti valenti, vorrei precisare che si basa sulle preferenze enogastronomiche come chi ben mi conosce può immaginare – del fatto che questi Assoluti non sono facili per i giovani. Ben pochi hanno la possibilità di affrontare la finale pomeridiana. Per dirla, finora ho visto DeTullio junior e la Vetrano nei 400 stile, Cerasuolo nei 100 rana. Sarà un caso, ma due di questi hanno ottenuto il tempo non solo per gli Eurojunior di Roma, ma anche per i Mondiali: sempre che si facciano…ma se non si faranno, sarà perché non sono riusciti a prepararli in tempo.