Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.
Ospite di oggi Francesca Fangio, primatista e campionessa italiana assoluta dei 200 rana.
Bellissima chiacchierata oggi con Francesca Fangio, la campionessa italiana dei 200 rana che nel 2021 ha coronato il suo sogno olimpico grazie al record italiano stabilito a Roma battendo un primato che resisteva da Roma 2009. Convocazione conquistata con “la caparbietà che la caratterizza”. D’altronde è di Livorno, e si sa che i livornesi sono molto cocciuti! Ma è anche lombarda d’adozione, e ci facciamo raccontare come è finita in quel di Treviglio. Tutto questo e altro nell’intervista con Francesca solo su Fuorionda, il podcast sul nuoto…e non solo!
Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport.
Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.
“Mork chiama Orson…rispondi Orson”!!! Così diceva Mork, il protagonista della serie Mork e Mindy, un telefilm degli anni 80. Robin Williams, il compianto attore, chiamava il suo pianeta e descriveva le abitudini terrestri al suo capo, un certo Orson – mai visto e che mai si vedrà – abitudini che lui definiva bizzarre. Detto da un alieno che dormiva nell’armadio appeso a testa in giù e beveva con il dito, è tutto dire. Ma che noi siamo strani, è fuori di dubbio.
E così ecco i nostri atleti che arrivano al Settecolli 2021 e contrariamente a quanto ci si aspettava, sciorinano una serie di prestazioni mirabolanti, soddisfacendo il nostro CT in grande misura. Commissario tecnico che infatti si presenta al microfono della Caporale con le idee chiarissime: altro che Orson, che non riusciva a capire niente degli usi e costumi umani.
Staffette ben definite, con atleti che staccano il minimo o quantomeno arrivano a prestazioni degne di fiducia per poter ambire a ottimi piazzamenti in ambito olimpico in queste gare.
Conferme dello stato di forma dei già convocati, i famosi Top14 degli assoluti (sette maschi e sette femmine) a cui di sicuro si aggiungerà qualche altro nome.
E allora io che ci sto a fare qua?
Ma come Mork, anche io mi faccio delle domande. Non perché sia un alieno, anche se a volte lo sospetto.
Mi domando come mai a questo Settecolli arrivano tutti in forma spettacolare ma tutti dichiarano che stanno lavorando per i Giochi. Mi aspetto quindi dei Giochi con prestazioni mirabolanti, se qui abbiamo ottenuto tre record italiani, primati personali abbattuti come noccioline e tempi di staffetta staccati senza problemi.
La classica frase di circostanza, quasi un copione ripetuto: “volevo fare 47”0, ho fatto 47”0, quindi va tutto benissimo”.
Mi sembra di essere su un altro pianeta. Siamo sicuri di essere al Settecolli?
Ci riporta subito sulla Terra la nostra sottosegretaria allo Sport (credo sia questo il titolo, non ho capito bene) Valentina Vezzali. Cosa faccia non si è ben capito, visto che con il precedente ministro almeno i collaboratori sportivi qualcosa avevano intravisto, qua non si intravede nemmeno lei. Che candidamente dichiara: “Non ero mai stata a una gara di nuoto, è veramente un grande spettacolo”. Amen.
Ma dai??? Sei al meeting forse più importante del mondo, almeno d’Europa, nonostante il COVID ci sono venti e passa nazioni. E c’è qualcuno che si lamentava del Ministro Spadafora. Almeno lui non era uno sportivo. Questa ha fatto le Olimpiadi, e cosa si aspetta da un meeting internazionale? Non so, è come se se andasse a vedere gli Internazionali di tennis e dicesse che Nadal gioca molto bene.
Siamo in Italia, ora sono sicuro.
Il presidente Barelli ci rassicura: nonostante tutto, un po’ di pubblico lo abbiamo portato.
Qualcuno mi obiettava che, pur essendo all’aperto, le mascherine il pubblico le deve indossare correttamente. Vero.
Ieri ho visto Svizzera – Francia. Non è una giustificazione, ma lascerei perdere le paternali sulle mascherine.
Parlavamo di staffette, e già il primo giorno si vedono i numeri. Sabbioni si candida alla mista, come vice di Ceccon. Ribadisce la condizione con il personale nei 50 dorso. Sono vecchietto ma posso essere utile. Sentirsi vecchi a 25 anni, effetti del long COVID, probabilmente.
Invece sarà Poggio il vice Martinenghi. La sua gioia probabilmente è incontenibile. Ma ancora di più quella di Martina Carraro, che dichiarò a suo tempo che il buon Federico Poggio, come il pupazzo Gnappo antistress o come il tenero Giacomo della Settimana Enigmistica sarà il suo sfogo personale a Tokyo in assenza di Scozzoli.
Martinenghi che si sbizzarisce nei 100 e batte Arno Kamminga, che proprio scarso non è e lo dimostra con un 200 che mette bene in chiaro come lui in Giappone non ci va in vacanza. Ma nemmeno Martinenghi. Olè.
A proposito di rana, torna un onesto Pizzini. Non so se basterà, la sua onestà.
Tre raniste a 1’05” le vorrebbe chiunque. Chiunque tranne loro stesse, che si sognano reciprocamente di notte, secondo me. Cosa farà la Castiglioni in questo momento? Starà facendo 30”5 ogni 50 nei 30×50??? La batterò? La Pilato fa i 12×25 rana in 12”00? La Carraro starà ancora facendo i balletti su Instagram con la Pellegrini o nella serie dei 6×200 rana fa 2’25” da dentro? Ognuna si fa queste domande, ma nemmeno Mork sa rispondere. Di certo non conosciamo ancora il potenziale pieno di queste ragazze. Speriamo di scoprirlo al momento giusto…e che lo scoprano anche loro.
Torniamo alle nostre staffette. Gli uomini tolgono ogni impiccio a Butini. I primi cinque sprinter sono quelli che lui voleva o sperava. Ceccon, Miressi, il Santo – che purtroppo non è Simon Templar – Frigo e Zazzeri, tutti da 48”1 a 48”5 belli compatti. Se si chiama staffetta veloce ci sarà un motivo
Nella 4×200 a parte l’acuto di Di Cola abbiamo tutti a 1’47”1. Mi hanno detto che i tempi sono un po’ altini. Ma se tutti hanno detto che non vedono l’ora di arrivare a Tokyo, vedremo 1’45” a Tokyo.
E adesso due piccole storie femminili in conclusione, perché tanto il resto verrà a breve e non voglio farla tanto lunga.
Francesca Fangio, piccola ranista compatta. L’altro giorno, vedendo una foto, mi ricordava Manuela Dalla Valle. Non lo so perché, se la vedi non c’entra niente. Ma con la cuffia, con quella espressione, sembrava lei. Molti non sanno neanche di chi parlo, ma è LA storia della rana dal 1978 al 1998. Essere ora la primatista dei 200 rana, dopo un lunghissimo inseguimento, corona un poco questa storia. Ma naturalmente ci aspettiamo qualcosa ancora, per lei. Intanto non dico che me lo aspettavo, ma dopo un 100 in 1’06”77 che è il quarto tempo in Italia di sempre…e dopo un 2’25” fatto a un meeting di passaggio due-tre settimane fa…ci speravo. Tanta sfortuna per lei, con l’infortunio agli Assoluti, e poi ecco gli Europei e il Settecolli. E insomma, grazie Chicca…e grazie anche un po’ a Erik, diciamolo.
E da buon salvamentista, l’ultima storia. Agli assoluti di salvamento di maggio, come dicevo, si discuteva delle prestazioni di Giulia Vetrano. Per chi non lo sapesse, ha vinto gli assoluti nei 200 ostacoli in 2’04” circa, nuovo record italiano. Ma è da tempo sotto osservazione – la mia, ovviamente. Ho parlato con i suoi allenatori a lungo, in realtà abbiamo bevuto qualcosa (un bianco frizzante, per essere precisi) e preso un caffé parlando di varie cose. Quanto può fare Giulia Vetrano, mi chiedevano allora, a fine maggio. Io non so quanto uno può fare, so che se una è forte è forte. E Giulia Vetrano, classe 2005, con calma da Nichelino prepara le sue valigie e il passaporto con il 1’59”33 dei 200 stile. Perché secondo me, è forte questa ragazza. Vedremo quanto.
C’era un’età dell’Homo sapiens, in cui molti dei primi esseri umani cercavano per tentativi di trovare delle soluzioni ai fabbisogni primari dell’umanità stessa. Chiaramente in tali frangenti di prove ed errori era scusabile il processo di creazione di molti orrori, tipo la ruota quadrata, il triangolo scaleno, la clava da utilizzare per colpire la classica donna delle caverne da rapire e portare nel proprio antro. Tale era venne definita Età Scusozoica dell’uomo. L’uomo scusozoico era un po’ come Gallera e Fontana, dotato di un innato senso del rimpallo delle responsabilità. Chiaramente era difficilmente imputabile a individui ignari delle più elementari nozioni scientifiche, tecnologiche, biologiche e culinarie la conoscenza ad esempio del fatto che se mangi l’amanita falloide rischi seriamente la morte per paralisi, o che era meglio non toccare la fiamma viva a mani nude per spegnerla, o che portarsi in casa la madre della futura sposa poteva essere un errore fatale che avrebbe avuto ripercussioni sulla propria psiche negli anni a venire.
Dopo milioni di anni, l’atleta rappresenta un po’ il diretto discendente dell’uomo scusozoico: prestante, atletico, capace di grandi prestazioni ma anche di grandi flop, e soprattutto dotato di un primitivo senso della competizione, un po’ come l’uomo della preistoria con i mammut. Ma soprattutto ha un repertorio di scuse che l’uomo scusozoico gli ha tramandato ed è entrato nel suo genoma come il carattere rugoso e liscio nei piselli di Mendel.
In questi giorni, abbiamo una serie di scuse belle che servite. La più facile, e purtroppo tristemente reale, è il COVID19. Scusa che per quanto facile può essere usata soltanto una volta. Miressi, ad esempio, è la classica persona che può usarla. Come dice mia moglie, nell’intervista post gara sembrava che stesse per tirare le cuoia da un secondo all’altro: mi stupisco che abbia avuto le energie per gareggiare.
La seconda scusa di questi campionati per giustificare delle prestazioni non gradite (che poi non mi sembra che questo campionato stia deludendo le aspettative, vista la situazione contingente non certo rosea) è l’impreparazione. Questo campionato non lo ha preparato nessuno, a sentire le interviste degli atleti. Che lo posso capire se mi viene detto che non si è riusciti a prepararlo perché le piscine sono chiuse, sono lontane, siamo in difficoltà logistiche. Ci sta tutta. La situazione non è certo facile. Ma dico io, gli Assoluti sono una tappa di passaggio talmente lontana che secondo me la preparazione ci deve essere: magari non finalizzata, ma ci deve essere. Ma l’uomo scusozoico si sa supera anche questo tassello: tornato alla grotta, senza la cena e senza erbe aromatiche, alla domanda “ma la cena?”, risponde: “non mi sono alzato bene questa mattina, il sole non era propizio e la luna era calante. Quindi il mammut non c’è”. Non fa una piega. Quindi, le gare non le ho preparate, che volete da me?
Alla fine comunque le prestazioni ci sono state lo stesso. Zero tempi per Tokyo, se escludiamo chi i tempi li ha già. Ma abbiamo avuto dei tempi per gli Europei, dove porteremo quindi più di un atleta.
E’ il caso degli 800 stile maschi e femmine, dove però possiamo dire che il tempo per Tokyo è cosa fatta per Detti e Caramignoli, che accompagneranno Paltrinieri e Quadarella.
Doppietta anche per Burdisso e Razzetti nei 200 farfalla, con il ligure al quinto tempo alltime e il gemello diverso di Ceccon a sfiorare il record italiano dopo il solito passaggio a tuono.
Doppietta anche per le raniste Fangio ed Angiolini, ex compagne di squadra e ora rivali che si accompagnano spalla a spalla fino all’arrivo. Lisa stacca il personale che è anche il terzo tempo di sempre, proprio dietro alla lombarda, reduce da un infortunio all’adduttore.
E doppietta anche nei 100 stile, dove Miressi sfiora sia la crisi respiratoria sia il tempo per Tokyo, portandosi dietro Ceccon. Quattro sotto i 49”, non male ma io mi aspettavo di meglio. Forse non ero preparato bene. Soprattutto avevo visto molto bene Zazzeri e Bori, e penso anche loro si fossero visti meglio. Mi aspetto ancora ottime cose, dai 200 questa volta, domani.
E ora grandi applausi per un grande 100 rana: Martinenghi si tira dietro Pinzuti e Poggio, che forse ci crede poco. Alla fine, tutti sotto il minuto. Uno per Tokyo c’era già, per Budapest sono due. Ma io farei tre. Chi ce li ha, in Europa, un trio così?
Parlavo ieri nella mia chat di allenatori selezionata – la selezione non è per meriti tecnici: sebbene siano tutti valenti, vorrei precisare che si basa sulle preferenze enogastronomiche come chi ben mi conosce può immaginare – del fatto che questi Assoluti non sono facili per i giovani. Ben pochi hanno la possibilità di affrontare la finale pomeridiana. Per dirla, finora ho visto DeTullio junior e la Vetrano nei 400 stile, Cerasuolo nei 100 rana. Sarà un caso, ma due di questi hanno ottenuto il tempo non solo per gli Eurojunior di Roma, ma anche per i Mondiali: sempre che si facciano…ma se non si faranno, sarà perché non sono riusciti a prepararli in tempo.
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