Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.
Ospite di oggi Cristina Chiuso ex atleta azzurra e collaboratrice per Sky, al commento tecnico.
Torna al completo dopo molto tempo al completo la squadra dei podcast per commentare un Europeo da favola! Anche in questa puntata con Cristina Chiuso, nostra ospite gradita, come per gli Assoluti. Analizziamo le prestazioni di una fantasmagorica squadra azzurra, con incursioni nei tuffi, nel sincro, nelle grandi altezza e ovviamente nel fondo. Le conferme, le sorprese, i ritorni: insomma una disamina di (quasi) tutti i ragazzi e le ragazze impegnati. Senza dimenticare le stelle straniere. FuoriOnda, l’unico podcast sul nuoto…ma non solo!!!
Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport.
Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.
Il Campionato Europeo in piscina è finito. Come cantavano gli Europe negli anni ‘80, inizia il conto alla rovescia verso la fine di questi campionati. Continuano i tuffi, il nuoto in acque libere (forse, se il mare lo consentirà), le grandi altezze (se il vento lo consentirà). Insomma, il tempo è stato bello per otto mesi e ora rompe le scatole. Ma la pioggia serve, Giove Pluvio non si può contrastare.
Il countdown finale delle gare in piscina l’ultimo giorno prevede nove finali, con l’apoteosi della 4×100 mista che l’Italia vuole vincere.
E allora io al pomeriggio invito il mio amico per cenare insieme: per festeggiare il Ferragosto che lui ha fatto lavorando. E dico: possiamo arrivare a quattordici ori, ma tutto deve andare come deve.
Cominciano i 50 stile. Leo Aereodeplano decolla verso la medaglia e il primato personale in 21”60. Proud ha un pochino di paura, ma proprio poca. E Zazzeri s’incazza non poco (anche se non lo può dire, ma noi sì) perché la doppietta ci stava tutta.
Benedetta Pilato ci prova in tutti i modi ma Ruta è troppo forte in questi Europei. Ciò non contribuisce a riscoprire la Ruta del Sol: la faccia sul podio è un pochino più felice del solito, ma neanche poi tanto. Sacchi battezza la gara di Arianna Castiglioni con tre male. Diciamo che benissimo non è andata, tre male sono forse eccessivi.
Dopo due finali perse dagli azzurri per pochi centesimi, arriva l’oro di Ceccon. Silenzio: parla Thomas. Oggi non ce n’è per nessuno, e anche l’intervista è quasi standard (quasi): “Ho guardato a sinistra, e ho pensato che mi frega anche stavolta”. E invece…
Tocca a Cusinato e ormai l’onda azzurra è inarrestabile: bronzo per lei, primato personale e terzo tempo di sempre in Italia. A questo punto ho pensato che in nessuna finale potesse mancare la medaglia. Naturalmente essendo un pessimo fautore di pronostici, ho perso.
Intanto sono d’argento Razzetti (azz che razz dice mia moglie) e Quadarella e qui ho fatto un conto: quattro argento con meno di nove decimi di distanza in totale dai quattro ori, addirittura 24 centesimi nei primi tre argenti. Ma nulla può arrestare il mio buonumore neanche il terzo legno nelle staffette femminili su tre gare. Razzetti tra l’altro fa tripletta: oro argento e bronzo così ha un bel ricordo di questa competizione, non manca nessun souvenir.
Quadarella manca il terzo tris consecutivo. Ma i 400 sl non sono esattamente la sua gara. Troppe poche vasche, ci voleva un 450 oggi!
E arriva la staffetta finale. Certo non sono i Mondiali, ma qua la concorrenza è sbaragliata. Ceccon è già primo, Martinenghi cambia volando e ancora un po’ che sta in aria si aggrappa alle bandierine, Rivolta rischia una virata al limite dei quindici metri ed è fatta. Apoteosi, Foro in delirio e grandi feste. Il conto alla rovescia è a zero…anzi a tredici!!!
…vittoria schiacciante!
Ma l’ultimo giorno di Europeo non è tutto qui.
E’ anche nei due ori della Germania nei 400: attenzione perché l’orso tedesco si sta risvegliando dal lungo letargo.
A proposito di 400 chissà dove è finito Popovici dopo le batterie, dove sembrava aver passeggiato.
Lana “vado in fuga” Pudar scappa via alla partenza nei 200 farfalla e infila il primo storico oro per la Bosnia, con un enorme miglioramento dagli Eurojunior (ricordiamo, anno 2006 per lei). Pubblico bosniaco in tripudio (due persone, ma in tripudio lo stesso!)
Questi Europei saranno ricordati anche per la comparsa (o scomparsa?) di Belmonte e Hosszu. Di certo a queste condizioni non ne sentivamo la mancanza.
Matteo Rivolta è oro a dieci anni di distanza nella stessa gara. Non so se Pellegrini a parte, sia mai successo.
Infine un saluto ai due cagnoloni. Scusate se vi abbiamo disturbato, ora potete tornare a godervi il fresco. E grazie di tutto, ragazze e ragazzi.
Nel penultimo giorno di gare, mentre arriva una serie di ori da ogni campo di gara (ciclismo, tuffi) si approssima il momento del nuoto. Io ho dato per certo il raggiungimento oggi delle dieci medaglie d’oro, e spero nel triplete. Così arrivo dal lavoro, faccio la spesa e porto fuori il nostro cane nonostante lui dimostri tutta la sua ritrosia nell’uscire con un certo caldo. Dandogli ragione ma essendo obbligato a uscire, riduciamo al minimo l’incombenza e ci approssimiamo alle gare.
Niente triplete oggi. Martinenghi conferma il suo momento dorato e stabilisce il primato italiano con a fianco Cerasuolo. E’ il turno dei 1500 stile libero e tutti pensano già a Paltrinieri ma hanno fatto i conti senza l’oste ucraino. Che battezza Gregorio e lo passa verso il terzo di gara. Ed è finita così.
Infatti entra la Panziera che quando è in forma riesce a cogliere qualsiasi possibilità le si offre. Ed ecco che nonostante le avversarie abbiano dimostrato di poter andare più forte, nonostante non creda in questi 100 metri, nonostante non sia in grado di passare forte ai 50, negli ultimi metri Margherita viaggia e butta il cuore oltre l’ostacolo e la mano sulla piastra. Io proprio io Margherita Panziera sono la bicampionessa europea del dorso. Insomma quando tutto gira per il verso giusto, la vittoria non può sfuggire: una serie di fortunati eventi.
Oggi si nuota la 4×200 stile mista. Per la serie una medaglia non si nega a nessuno ma bisogna sempre sudarsela, le ragazze italiane fanno i loro tempi migliori e difendono con le unghie il bronzo che rappresenta il massimo possibile (per adesso).
Con il suo palmares non possiamo più sbagliare: Sjoestroem si scrive così. Oggi quindicesimo oro europeo per lei. E facciamolo questo regalo al fan: seicento chilometri valgono bene una cuffia.
Razzetti fa il Milak oggi (beh…quasi…Milak ha fatto 1’52”0). Batterie dei 200 misti, poi finale dei 200 farfalla poi semifinale dei 200 misti. Ottimo. Chiederemo una brandina nel tunnel del Foro anche per lui.
Non sono arrivati gli alpini allo Stadio del Nuoto, tranquilli: è uno dei cappellini dello sponsor!
Tamberi ci prova da Monaco a spingere Greg con un bel cartello: non basta, ma grazie lo stesso!
Martinenghi grande umiltà: “ho fatto anche il mio migliore, oggi”. Psssttt…il tuo migliore è il record italiano, ma non lo dire in giro!
E naturalmente Ceccon: “volevo la corsia gialla perché si vede meglio, ma ho sbagliato i conti: e quindi niente corsia gialla”. Dai che è di fianco e si vede lo stesso!!!
Anche noi salutiamo Pocci, oggi.
E per finire mia moglie vuole che dica due parole su Marcel: grande Jacobs!
Costine al sangue…le vorrà così anche Popovici o preferirà i peperoni grigliati?
di Mauro Romanenghi
Quando scrivo non è più Ferragosto, però parliamo sempre degli eventi del 15.
Insomma lo abbiamo detto, che il periodo è questo, e bisogna prepararsi alle grigliate, ai pranzi in spiaggia o sui prati. Ricordo addirittura a un mondiale che gli americani si facevano il barbecue: chi potrebbe contraddire gli americani, che se va male vincono un terzo degli ori di ogni rassegna iridata? Me lo vedo Lochte con il grembiule da cuoco che salta una bella costata di brontosauro alla Flinstone, prima della semifinale dei 200 misti. Ovviamente anche io mi sono prodigato per la riuscita della grigliata (vedi foto), e ho pure trovato il tempo per andare in malga a recuperare un pezzo di formaggio per il mio amico, avendoglielo promesso.
Naturalmente alle ore 18 ero pronto per la visione delle finali, dove ormai i nostri appetiti (perché di quello si tratta, fame di successi!!!) ci hanno abituati a piatti succulenti. E anche ieri quattro medaglie, con il totale degli ori che è a un passo dall’obiettivo dieci. La gara regina sono i 1500 stile, in cui Simona Quadarella, che cerca il terzo tris consecutivo, si è involata da subito. Viktor-Viktoria, la nostra ungherese di fiducia che noi chiamiamo amichevolmente così (anche perché con il cognome finiamo lo spazio per il post), non è riuscita a tenere il passo. E al bronzo va la Caramignoli, che prima di ritirarsi (se mai lo farà) dovrà spiegarci la pronuncia esatta del suo cognome.
Pronuncia che per Popovici è Popovic, ho controllato e anche Google rumeno me la dà così. Di certo c’è che il nostro conte ha un passo inarrivabile. Ieri ha chiuso l’ultimo cinquanta in 26”01, più veloce di tutti gli altri e di chiunque altro. Niente da fare per gli italiani, con De Tullio che ieri lasciava ben sperare: ma poi la finale si sa non sempre è tutta rose e fiori, anche in questo Europeo stellare.
Anche la Carraro lo sa, ma questo argento per lei vale tanto oro quanto pesa perché nelle altre distanze è stata chiusa dalla concorrenza interna. Qui trova la svizzera Mamie che ha un sussulto e si ricorda del Settecolli di due anni fa dove si infilò fra le azzurre. E anche qui lo fa. D’altronde un po’ d’Italia c’è anche per lei, essendo la Mamie spesso a Torino ad allenarsi.
Ceccon è secondo nei 50 dorso ma primo per distacco nelle interviste post gara, dove inanella una serie di interventi spettacolari, della serie: “Ho preparato l’arrivo…male”. Aspetto sempre Ceccon alle interviste perché ogni sua perla mi ravviva la giornata!
Insomma il Ferragosto si chiude così, con un pizzico di amaro per la medaglia di legno della staffetta 4×100 stile mista. E’ vero che alla fine un amaro ci sta sempre, ma di certo gli azzurri e soprattutto le azzurre un dolcino magari lo preferivano.
Ieri guardavo le gare di ciclismo dei Campionati Europei. Così intanto ho verificato che l’Europeo multidisciplina si fa a Monaco e il nuoto a Roma (ma anche nel 2018 si fece così solo che era l’atletica a essere divisa). Poi saluto Letizia Paternoster, che più sfortunata non si può: investita da un auto nel 2019, infortunio al ginocchio nel 2020, e adesso questa caduta che proprio non ci voleva. Coraggio Letizia!!! Complimenti ai nostri canottieri per il terzo posto nel medagliere, a Elia Viviani che si fa una piccola sgambata di 200 Km nella gara in linea e poi vince la corsa a eliminazione dopo qualche ora, a tutta la squadra del sincro che vince tre ori (e domani non è ancora finita), alle ginnaste (coraggio Asia, siamo con te).
Ma torniamo di volata a Roma. Oggi tris completo di medaglie, con l’ottavo alloro del nuoto che ci avvicina al mio obiettivo minimo. Che domani avvicineremo o raggiungeremo addirittura. La staffetta veloce fa il bello e il cattivo tempo, anzi oramai solo il bello. Cambia tutti i componenti tranne Frigo che in mattinata non sembra brillantissimo sul finale salvo scoprire che non doveva tirare perché era il quarto sicuro. Potremmo dire, come mi hanno fatto osservare, che per la prima volta un Frigo è stato conservato anzichè conservare, difatti al pomeriggio spara una chiusura da 47”2 e tanti saluti a tutti. Se continua così, sicuramente i 3’10” saranno abbattuti.
A parte la pessima freddura, altre due medaglie oggi: la prima agli Europei per Silvia Scalia, che trova l’argento. Certo ci abbiamo sperato ma la gigante francese Pigree spegne i nostri entusiasmi e accende quelli di mia moglie che quando sente l’inno francese spera sempre che Manaudou le telefoni per congratularsi. Dice che va bene anche Lacourt.
Pizzini trova il suo terzo bronzo europeo. Il giovane ragazzo ci prova anche per la vittoria ma trova un Wilby che con le residue energie di una lunga stagione mette tutti d’accordo. Luca trova così il coronamento di una carriera. Ma adesso, è ora veramente di farsi avanti perché una nazione come l’Italia non può avere un buco nei 200 rana di Fioravanti. Cioé può ma se non lo ha è meglio.
A proposito di 200 rana stanno veramente antipatici al regista. Ieri ha inquadrato gli atleti da sotto per mezza gara, oggi li abbiamo visti dall’aereo, da sotto, da dietro ma la gara dal fianco meno. Si vede che un duecentista ha parcheggiato al suo posto!
La Steenbergen diventa la protagonista femminile dei campionati con il suo terzo oro. Brava Merrit e brava Freya Anderson a renderle la vita difficile nei 200 stile di oggi, Tre medaglie anche per la ragazzona britannica in questi Europei con l’oro nella staffetta veloce. Ah.. al momento nessuna italiana ha raccolto il testimone di Federica.
Ora è un po’ di anni che ci penso: ma Christou lo hanno chiamato Apostolos con cognizione di causa o gli piaceva veramente questo nome???
La Carraro non si da pace e entra in finale nei 200 rana con il primo tempo. Se volevate vincere 10,000 euro potevate scometterci, nessuno lo avrebbe mai detto. E domani vediamo. In ogni caso, sono soddisfazioni avere due italiane convincenti nei 200 rana. Forza Martina e forza Chicca!
A proposito dell’impresa di Elia Viviani. Kristof Milak come dice il mio collega gareggia al Foro Italico ogni dieci minuti Oggi batterie dei 200 stile, della 4×100, finale dei 100 farfalla, semifinale dei 200 stile e finale della 4×100, in perfetto stile Ironlady. Chiunque si lamenti delle troppe gare, passi dalla brandina nel tunnel del Foro dove Milak ha chiesto di dormire per risparmiare tempo nei trasferimenti.
Tranquillo! Ti tengo io il posto, Kristof!
Il fantanuoto sta prendendo giusto un attimo la mano agli atleti. Per fortuna stiamo andando benissimo. Infatti Burdisso non ha salutato molte persone, soprattutto Paolo, Papa Francesco e non ha baciato la telecamera. E sinceramente lo posso anche capire: sarà dura da mandar giù, vedere la mista maschile dalla piccionaia. Purtroppo lo sport è così. Comunque sto ancora aspettando di vedere chi si presenterà con i braccioli. Forza, non abbiate paura. Questa Nazionale può tutto.
Oggi voglio parlare di Viktor, Viktoria o Viktoraia Mihalyvari-Farkas, che solo a pronunciare il suo cognome la sua gara è finita. E sì che è una gara lunga, sono i 400 misti: che dopo una partenza accorta la magiara domina grazie a una stupenda progressione a rana. Ma chi è questa ragazza dal nome profetico? E quale è il suo vero nome? Le liste di arrivo non aiutano, prima è Viktor (e così la citano), poi diventa Viktoria e alla fine nelle liste di finale è Viktoraia. Allora ho deciso e sono andato sul sito della federazione ungherese. Questa è Viktoria. Il futuro è tutto suo.
Ieri ho colpevolmente e consapevolmente ignorato il record europeo del conte rumeno David “Vlad” Popovici. L’ho fatto perché con i miei amici ho detto: “o domani soffre lo spalla a spalla o se ne va e fa il record”. Oggi se n’è andato, come e più di ieri, ma già dalla prima vasca: un volo da pipistrello col suo mantello da conte lo porta a dominare. Certo abbiamo avuto un campione olimpico diciottenne a Rio, ma qui abbiamo un talento che se continua così ha solo margini di miglioramento inesplorati, fosse solo per una partenza che forse per la giovane età e la potenza non certo da adulto è ancora acerba (in semifinale è partito dietro a Zazzeri). Fluente il suo inglese con cui ringrazia i suoi concittadini presenti (le bandiere della Romania erano seconde solo a quelle del tricolore azzurro) e veramente sembra senza emozioni. Insomma, aguzziamo i canini e attenti all’ombra del conte Popovici: il suo regno è probabilmente appena iniziato.
Conte Popovici oramai imperatore dei 100
Ma dobbiamo parlare della nuova splendida giornata azzurra. Le raniste sembra lo facciano apposta a fare come i maschi, e così è doppietta per Benny e la sua barboncina (fantanuoto rules) e per Lisa Angiolini. Diciamo che visti i tempi di ieri e il clima oramai di trance agonistica si poteva sperare nell’impresa. E così è stato. Intanto Ruta sta cominciando a odiare le azzurre e sul podio il suo sguardo è fiammeggiante. Lisa la apprezzo particolarmente perché gareggia anche nel salvamento e ha pure vinto ai categoria i 200 ostacoli. Brava Lisa!
Raniste e vincenti
Il tricolore sventola ovunque, e così Paltrinieri fa quello che vuole nel suo ottocento. Stavolta sceglie la tattica progressione in negative split e lo fa anche Galossi. E così abbiamo l’ennesima doppietta, con un altro gemello diverso dopo Gab & Greg e Dome & Greg, ora c’è Gallo & Greg. La foto ricorda qualcosa? E attenzione perché il ragazzo, se continua così, non ha finito di stupire qui a Roma.
Meglio tanti gemelli diversi che due soli!
Siamo a sette ori. L’obiettivo si avvicina, il mio collega trema: domani, a metà strada, vedrete che ci avvicineremo ancora di più.
Oggi altri due quarti posti per le nostre ragazze, che in questa edizione da record lasciano un po’ di amaro in bocca intanto perché ci siamo abituati troppo bene e soprattutto perché è il secondo quarto posto di staffetta dopo la 4×200. Ma diciamolo, viste le ultime uscite dei quartetti femminili dello stile libero, questi risultati sono uno stimolo a ripartire. Come diceva la Ferraioli è ora di farsi avanti perché il podio è a un passo e servono gente e risultati.
Cadono come mosche i campioni nei 400 misti: fuori la mia Katinka, fuori la Belmonte. Resiste Susi Jakabos: grazie di tutto Susi, soprattutto dello sguardo assassino.
Continuano le sentenze definitive di mia madre. Le cito in ordine di emissione. Duecento stile, parte la islandese Jorunnasdottir: “ora che dicono il suo nome, ha già finito la gara”. Duecento stile, ai 125 giudizio sulle azzurre: “fuori tutte e due”. Dopo la terza finale di giornata: “giornata magra, oggi”. Prima degli 800 stile libero: “adesso arriva il ragazzo giovane, Gabelli”. Potete immaginare il mio sguardo di disapprovazione. Ma la madre, si sa, non si contraddice per definizione soprattutto se ha fatto la parmigiana a pranzo.
Burdisso in zona mista è impagabile. Lo so, non c’è niente da ridere, la sua gara è andata male (parole sue), ma i suoi commenti hanno disorientato il cronista fino al definitivo “a questa domanda non saprei neanche come rispondere”. Mitico.
E solo una cosa che non c’entra niente col nuoto…Piero, grazie di tutto!
Oggi non si può dire “non dire quattro se non l’hai nel sacco”!!!
di Mauro Romanenghi
Sai quelle giornate dove dici che oggi sarà una giornata che tutto fila liscio. Oggi faccio presto e parto per la montagna così vado a prendere il fresco, e mi guardo le gare in poltrona per cambiare. In genere però c’è sempre qualcosa che vuole rovinare quella fantastica sensazione. E allora iniziamo dal giorno prima quando vado a ritirare un referto medico e scopro alle 15,30 che l’ufficio chiude alle 15. Decido quindi di tornare il giorno dopo, tanto è vicino al lavoro e ci metto dieci minuti: cioè oggi. Comunque partirò presto, verso le cinque e un quarto, decido. Bene. Partenza alle ore sei causa mancata sveglia, auto lanciata a media velocità (la prudenza prima di tutto) e si accende la spia della pressione delle gomme. Nel contempo si accende anche la spia della mia pressione arteriosa. Arrivo al lavoro e scopro che devo fare una riunione alle nove. Inizio le faccende e le finisco alle 8.59 e 59 secondi. Faccio la riunione, esco e agguanto un panino al bar lanciato dalla barista che mi mette nel sacchetto anche una Coca (che io non bevo mai, non so perché me la dia) e dispero ormai di poter partire. Da lì tutto è in discesa: ritiro il referto nel tempo record di due minuti (mai fatta una cosa così breve) e felice vado dal gommista che mi annuncia che le gomme sono a posto. Fantastico. Posso partire. Un’ora e quaranta e sono in montagna, e lì devo sorbirmi tre ore di sincro (che come noto, non è proprio il mio sport preferito). Ma niente oggi può fermare la mia buona sensazione: oggi sarà una grande giornata.
Infatti è così. La Panziera parte che sembra un razzo (anche se non è così ma sembra lo stesso), Ceccon vince i 50 farfalla e stavolta non rallenta fino alla fine. E poi Martinenghi azzera la concorrenza tranne quella di Federico Poggio, che dopo una stagione di tribolazioni trova un guizzo vincente, secondo italiano di sempre. E infine la Quadarella sfianca ogni resistenza e vince la sua settima medaglia d’oro di fila nelle sue distanze dal 2018. A questo punto credevo nella vittoria della 4×100 mista mixed, ma diciamolo che anche le giornate fantastiche devono avere un minimo di realismo e l’Olanda ci riporta con i piedi per terra. Ma va bene così: calcolando le tre medaglie del sincro, sono nove medaglie di giornata, mai visto. E non è finita qui.
La mia previsione di dieci medaglie d’oro nel nuoto è già a metà strada. Il mio collega è rimasto senza parole. Persino il mio capo, oggi, mi ha chiesto se sto seguendo le gare. Ho risposto che sì è appena iniziato. Intanto ci si porta avanti e oggi sulle otto semifinali sei sono i finalisti per domani, più gli ottocentisti e le mististe. E la staffetta veloce femminile, che batte i colpi con Di Pietro, Tarantino e una rediviva Cocconcelli che ritorna dopo il serio infortunio e conquista la semi dei 50 farfalla. Prove di rientro.
Ci sono stati anche i 100 stile donne. Dove Freja Anderson si dimostra all’altezza: infatti dall’ultimo gradino del podio, svetta con il suo sorriso e il suo metro e novanta.
Chiara Tarantino l’abbiamo già nominata? Ah sì, ma ci tengo a rinominarla. Mi è piaciuto anche lo spirito con il quale si è presentata in zona mista: sembrava in dubbio se essere più soddisfatta per aver conquistato il suo primo quarto posto europeo oppure se essere più infastidita per essere arrivata solo al quarto posto europeo. Così si fa. Mai accontentarsi.
Diciamo che è abbastanza evidente ormai che la Gran Bretagna ha dato tutto ai Giochi del Commonwealth e qui è venuta perchè è giusto così: a Roma bisogna venirci sempre. Grazie per esserci!!!
Anche Arno Kamminga non è proprio in splendida forma. Ma diciamolo, se gli italiani sono andati forte a Budapest e anche qui (beh magari non proprio tutti ma quasi) allora siamo bravi a farlo, se vogliamo.
Alle gare assiste anche mia madre che mi dice candidamente “però il dorso del vincitore di ieri (Razzetti NDR) non è proprio il massimo, potrebbero migliorarlo. Anche se ieri alla fine non ha perso tanto”. Già.
MI chiedono notizie anche della Turchia, che compare infatti nelle sue gare favorite: il fondo. E infatti è duello per il bronzo fra le due giovani Tuncel (dominatrice degli Eurojunior) e Ertan. Attenzione alla Ertan, dal finale travolgente.
Allora non lo so se voglio saperlo veramente, ma perché Ceccon si è depilato solo una parte del petto? No, non voglio saperlo.
Mettiamoci il cuore in pace: il TG2 sta lì e non si smuove, sotto elezioni men che meno. Ma abbiamo tre canali di Raiplay. Potrebbero accorgersene?
E mettiamoci sempre il cuore in pace: c’è il fantanuoto quindi prepariamoci ai saluti a Paolo, alla piccionaia, e all’aumento improvviso dei matrimoni fra gli atleti. Ma voglio vedere chi ha il coraggio di entrare con i braccioli.
Insomma sul far del Ferragosto, quando si comincia a pensare alla grigliata sul prato o al pesce in crosta da mangiare sulla spiaggia, sono iniziati questi Giochi Europei multisede (cioè come si sono sempre fatti con la differenza che le date sono contemporanee). Anche io sto pensando alla grigliata di Ferragosto, e la mia costata è già sul banco del macellaio che mi aspetta. Ma prima bisogna sudarsela e guardare gli Europei di nuoto: non che ci voglia molto a sudare, viste le temperature e dato che non piove da mesi e che nemmeno la manna l’avevano aspettata così tanto. Europei che sono iniziati oggi, e devo dire che il restyling del Foro Italico, visto dallo schermo, mi piace assai. Poi chi ci è stato mi saprà dire come è. Ma conto di andarci, prima o poi.
Prime tre gare, e già hanno fatto filotto: oro, argento, bronzo e un bel legno stagionato che non guasta mai anche se fa sempre rodere un po’ chi se lo piglia. Però diciamolo, che la 4×200 femminile al momento questo è: tutto ciò che fosse arrivato in più sarebbe stato oro colato. La migliore alla fine è Noemi (sarà un caso ho un’atleta anche io che si chiama così: ne sarà orgogliosa) Cesarano in 1’58”8. Non che sia stata una 4×200 indimenticabile come valori assoluti in campo: vittoria con 7’54” non si vedeva penso da un bel pezzo, e ci sono svariate frazioni sopra i due minuti, anche di squadre sul podio. La stessa Hosszu ha viaggiato su quel passo. Moltissime le giovani schierate: l’Ungheria è sul podio con due atlete del 2006, le olandesi d’oro sono tutte nate dopo il 2000. Ed è giusto così.
La gara della 4×200 maschile non è che a livello generale sia cronometricamente meglio: solo che i ragazzi azzurri sono più in gara per il podio, da cui salgono e scendono a ogni frazione, e quindi lo spettacolo si fa più intrigante. Se De Tullio apre di prepotenza, Detti e soprattutto Di Cola chiudono le loro frazioni con grandi rimonte. In mezzo c’è Galossi a cui è stata data fiducia al pomeriggio dopo l’ottima frazione mattutina. Il tempo pomeridiano non rispecchia però il vero valore del ragazzo, che appare nelle interviste a metà fra lo sperduto e l’arrabbiato, con lo sguardo di chi vorrebbe essere da un’altra parte. Appare anche che è alto una testa più di tutti gli altri: con un fisico così, il futuro è tutto suo. Basta andare a prenderlo. Intanto si prende un bell’argento, per iniziare.
E arriviamo al l’accoppiata mista. Razzetti limita i danni nel dorso e questo è il preludio alla vittoria. Matteazzi, che ha agguantato la qualificazione last minute con la vittoria di Ostia che neanche i biglietti per Sharm li trovi così, è bravo a salire al volo sul treno d’oro del duello Razzetti-Verraszto che porta fino al podio. E diciamolo che un pensierino al secondo posto lo abbiamo anche fatto, ad un certo punto.
Certo gareggiare con il pubblico che anche se entra Mario Rossi dell’Italia urla a squarciagola ti carica a pallettoni da quaranta, Però per entrare in finale nei 100 stile donne, dove credo che abbiamo una finalista ogni tre edizioni se va bene, ce ne vuole di carica. E qui entrano sia Di Pietro sia Tarantino. Domani ci si diverte.
Ceccon con la sua solita flemma ci avverte che ha rallentato, alla fine dei 50 farfalla.
La Gran Bretagna nella 4×200 fa chiaramente vedere come i Giochi del Commonwealth siano per loro molto, ma molto più importanti degli Europei. Credo che 7’12” negli ultimi anni i britannici lo abbiano fatto solo con costume di stoffa bucato.
Avviso che io il fantanuoto non lo faccio, quindi non devo fare le frasi di presentazione del mio team. D’altronde nel fantanuoto ho perso come noto anche da Sports Illustrated durante i vecchi fantanuoto del forum di Internet: la rivista era arrivata penultima, io ultimo. Però ho scommesso con il mio collega che l’Italia vincerà dieci ori nel nuoto. Siamo a uno.
Capisco che il TG2 debba andare assolutamente in onda spiegandoci fra le altre cose che fa molto caldo e non piove da mesi, capisco il meteo (magari ci dice che arriva un acquazzone refrigerante), capisco che bisogna fare anche il notiziario per i non udenti (ci mancherebbe altro!). Non capisco invece perché in quella mezz’ora avendo i canali Raiplay su due facciano la ginnastica, sugli altri nulla e il nuoto non si veda da nessuna parte. Amen,
Ah, e comunque.. indipendentemente dalle previsioni del TG2, alla fine il temporale è arrivato, a Roma.
credit photo: pagina Facebook “Ciak Buona la Prima”
Purtroppo arrivo a scrivere di questi campionati un po’ in ritardo. Troppe gare da seguire, troppi parenti da accudire, troppi nipoti da viziare. E poi diciamolo, questi Assoluti in cui si è deciso di disputare le gare anche in estate (occasione più unica che rara negli ultimi vent’anni) a Ostia nella piscina termale all’aperto, lascia il tempo che trova: un’estate peggiore di questa me la ricordo solo alcuni anni fa, in cui vedevo il termometro della mia via a più di 40 gradi e l’asfalto che si scioglieva. Poi che non ci sia altra sede una volta deciso il tutto va bene, ma chiedere anche di fare i tempi limite in queste condizioni a un mese dagli Europei mi sembra complicato.
Scriverò anche poco, perché secondo me ben poco c’è da dire.
Intanto ne approfittiamo per salutare Laura Letrari, che è stata protagonista molti anni fa di uno dei nostri primi podcast, e “l’ultima delle pippe” (parole sue, se ricordate) al secolo Cristopher Ciccarese. Come dico sempre, ciao a tutti, ragazzi!
E poi parliamo dei record visti qui: Galossi negli 800 stile e nei 200 stile, record juniores e un talento che continua a stupire e speriamo che non si fermi.
Il treno che passa va preso al volo, si diceva una volta. E questa occasione è veramente ghiotta. Perché chi vince qui vola a Roma (anche se a Roma c’è già, se proprio vogliamo vedere). E allora oltre ai soliti noti c’è anche qualche carneade che ne approfitta, e chi sa mai che sia un gran trampolino di lancio.
Chi si aspettava, ad esempio, la tripletta della Toma? Che trova qui lo spiraglio giusto e si lancia verso gli Europei in tre gare tre nel dorso femminile.
Che dire poi delle gemelle Cesarano, le uniche gemelle veramente diverse, dato che nuotano in maniera assolutamente imparagonabile. Alla fine a Roma ci saranno tutte e due…qualcuno la 4×200 dovrà pure farla.
E parliamo di Gargani, che spunta a vincere i 50 farfalla non dico dal nulla ma quasi.
Oltre ai supergiovani abbiamo anche i “Dino Zoff”della nazionale, visto che ricorre il ventennale del Mundial! Il che va benissimo, niente in contrario, ma poi non mi vengano a dire che i 200 rana maschi sono in salute se sono dieci anni che convocano Pizzini che ha fatto Roma 2009. Vogliamo parlare dei 100 farfalla donne? Insomma, trent’anni e non sentirli va benissimo e sono contentissimo, meno se dietro ai “Dino” c’è il vuoto spinto. Coraggio, ragazzi, fatevi sotto!
Alla fine sono 58 convocati. Ma ci stanno. L’Europeo, a due passi da casa, quando ti ricapita?
E insomma anche quest’anno è finito…o no? Perché non si capisce mai se il Mondiale è l’inizio della nuova stagione o la fine di quella vecchia. Ma intanto parliamo un po’ di questo campionato: che devo dire io ho visto per metà; per motivi personali infatti ho assistito solo alla parte dei più giovani (se sono personali, non ve lo dico…se no che personali sono?).
Quando sono partito ero un po’ prevenuto. Il perché è presto detto: i miei colleghi mi hanno detto che l’alloggio e il vitto non erano propriamente di grande qualità. Ora io sono come S. Tommaso: devo sbatterci contro per capire se quello che sento sia vero. Lo so, manco di fiducia e in genere faccio benissimo, dato che la mia fiducia nell’umanità nell’ultimo periodo è alquanto mal riposta: nel mondo in genere, al lavoro, nella parentela e anche in quello che tenta di superarmi in autostrada. Anche la mia tolleranza, ne consegue, si è azzerata. Devo dire, per salvarvi un po’ la faccia, che non tollero neanche me stesso, quindi siamo pari.
Insomma tiriamo un po’ le somme. La vasca di Gorizia non è certo il massimo, bordi bassi col rialzo, i tavolini per fare super (e non saliteci sopra, che si rompono!!!), l’acqua di quel colore un po’ così…però tutto sommato ho visto di peggio. E il contorno è piacevole: prato, ombrelloni, alberi per proteggersi, gazebo pronti e posto dove mettere i propri, una tribuna abbastanza spaziosa e coperta (poco, ma alla fine è estate). Insomma, tutto come lo ricordavo e direi che la location è promossa. E allora?
Faccio intanto una premessa: non critico qui gli addetti, di ogni ordine e grado, che si sono prodigati per i ragazzi e anzi li ringrazio. Hanno fatto il possibile: più che promossi.
Ma se accogliamo mille atleti, dobbiamo metterli in condizioni diciamo normali. E qui non ci siamo, e nessuno era contento. Perché un ostello della gioventù, sebbene dignitoso, non è fatto per le nostre esigenze. E’ vero, ci adattiamo a tutto, ma adattarsi non vuol dire che tutto vada bene: anche se siamo in Slovenia, mangiare come se fossimo al refettorio della mensa aziendale (con tutto il rispetto della mensa aziendale che ringrazio di esistere) non è il massimo, con i turni da mezz’ora manco in catena di montaggio e soprattutto la scelta del cibo, che è stata zero. Non vogliamo il grand hotel, ma nemmeno il carcere. Insomma, sistemazione rimandata e alimentazione, diciamolo, pure. Immagino chi fosse vegetariano, o celiaco, o qualsiasi altra cosa.
Rimandiamo pure il pranzo in piscina: che va bene per il camp estivo, ma non certo per chi gareggia. E sorvolerei sul prezzo: bocciato.
Un ultimo appunto, il bar: fantastico, sembrava di essere al bar in spiaggia…però…se mi dicono che hai aumentato l’acqua del 50% dal giorno prima…chi mi dice che non hai aumentato anche il resto? Non si fa così, quando arrivano dei ragazzi e dei bambini. Bar promosso, concorrenza sleale bocciata.
Al bar sono pure riuscito ad avere una discussione con una gentile (epiteto ironico) signora che mi ha strappato la sedia da sotto il sedere. Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Sarà il caldo, ma continuo a ritenere che l’umanità avrà vita breve.
E adesso le competizioni. Io ne ho viste poche come detto. Però i fatti parlano da soli. Tre soli record italiani contro i tredici di Milano che vedevano ben due record assoluti e un record del mondo. Mettici che fa caldo, tanto caldo. Mettici le condizioni disagiate, in cui devi rimanere tutto il giorno in piscina. Mettici che la vasca probabilmente non è la più veloce del mondo. Mettici che oramai siamo alla fine della stagione. Ecco la somma è presto fatta. Eppure dai qualcosa di buono si è visto. Molte gare sono state combattute, e seppure in tutte le categorie abbiamo visto qualcuno imporsi più volte, la differenza tra andare sul podio e arrivare ottavi oramai può essere di pochi centesimi: e questo dimostra come il movimento si stia alzando di livello anche nelle categorie dei più giovani come gli Esordienti A.
I Ragazzi, che avevano dato pochi segnali ad aprile, di certo hanno fatto molto molto meglio e di questo sono contento. I nomi li potete trovare sul sito, però devo dire una cosa: nella categoria Ragazzi e se devo andare dove non ho visto nulla soprattutto nelle Junior femmine spiccano i nomi degli atleti delle Rane Rosse di Emanuele Vagaggini, che hanno conquistato quasi tutti i titoli: e questo, diciamolo, un caso non può essere; diamo a Cesare quel che è di Cesare e agli atleti di Emanuele gli altri sesterzi.
Segniamoci il nome di Martina Laurenti: dal trasporto alle pinne, dalle Alpi alle Piramidi, da Gorizia a Milano, questa ce la fa sempre. Nonostante il metro e sessanta scarso, oserei dire.
Simone Locchi continua qui il suo giro del mondo in sessanta giorni. Da Bucarest a Birmingham, da Gorizia a Roma, manca solo Riccione fra un mesetto e poi gli ottantamila Km li abbiamo fatti tutti.
Masha Giordano sigla il record mondiale giovanile del torpedo e con quello delle pinne Esordienti A della Giuliani sono due primati per l’Athena Bracciano: gli unici due individuali della manifestazione.
L’allenatore della SAFA ci fa sapere che le imprese della doppia coppia Vivalda-Mancardo finiscono con questo record italiano assoluto della 4×50 mista. Un 1’27”93 che merita di essere citato, perché unico nel suo genere. Noi ci auguriamo che si sbagli…ma se così non fosse, auguri a Davide per il suo futuro e complimenti, ragazzi!
Allora di sicuro sono regolari, però secondo me spendere 50 euro e più per delle pinne di gomma dura da salvamento (che tanto commerciali non sono, poi, anche se sicuramente più performanti) per gli Esordienti A mi sembra esagerato. Poi ognuno può scegliere quello che vuole: i soldi e le gambe dei bambini non sono miei.
Salute!
Arrivo in piscina e tutti mi rinfacciano che sono stanchi, che fa caldo, che io arrivo bello riposato e loro sono sconvolti da due giorni di caldo. Non lo metto in dubbio e allora passo all’azione al bar. Chi mi ha voluto bene mi ha seguito, e non se ne è pentito. Vista l’alimentazione carceraria, un piccolo diversivo ce lo si può permettere: alla salute!
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