F/O143 – FuoriOnda – Francesca Fangio: volere è potere!

Smile!

di redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.

Ospite di oggi Francesca Fangio, primatista e campionessa italiana assoluta dei 200 rana.

Bellissima chiacchierata oggi con Francesca Fangio, la campionessa italiana dei 200 rana che nel 2021 ha coronato il suo sogno olimpico grazie al record italiano stabilito a Roma battendo un primato che resisteva da Roma 2009. Convocazione conquistata con “la caparbietà che la caratterizza”. D’altronde è di Livorno, e si sa che i livornesi sono molto cocciuti! Ma è anche lombarda d’adozione, e ci facciamo raccontare come è finita in quel di Treviglio. Tutto questo e altro nell’intervista con Francesca solo su Fuorionda, il podcast sul nuoto…e non solo!

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 14 febbraio 2022

credit foto: Francesca Fangio

F/O142 – FuoriOnda – Erika Ferraioli

Erika Ferraioli

di redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.

Ospite di oggi Erika Ferraioli, velocista della Canottieri Aniene, Esercito e della nazionale italiana.

Cosa farà adesso dopo venti anni di onorata carriera la velocista azzurra Erika Farraioli? La scrittrice? La promoter? L’addetta alle relazioni? Team manager? Di certo per ora niente più blocchetto e costume da gara, per lei. Sul divano di casa si mette comoda e ci racconta un po’ della sua carriera, di quello che è stato e che spera sarà. Pane, ansia e competizione: e tante staffette, questo quello che salta fuori. Oltre a un appello a seguire le orme della staffetta veloce che fu medaglia europea e mondiale.
Solo su Fuorionda, il podcast sul nuoto…e non solo!

Montaggio a cura di Edoardo Macrì di Lifesavinginitaly.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 16 dicembre 2021

credit foto: Erika Ferraioli by Rafael Domeyko.

World Games day 2 – Manichini diversi

di Mauro Romanenghi

…un filo diversi ma più sorridenti!

Intanto, una precisazione: i World Games sono i Giochi per gli sport non olimpici, così mi hanno chiesto così vi dico.
Poi parto a bomba: ieri le gare non le ho viste, le ho viste oggi in replica.
Non perché non volessi, proprio non le facevano. C’era il canale, c’era la programmazione, ma hanno deciso di trasmettere su due canali il Lacrosse. Che sostanzialmente vedeva la semifinale degli USA. Quindi niente salvamento, che quindi risulta ufficialmente tra gli sport sfigati, come dice il mio amico, il più sfigato.
E noi combattiamo aspramente perché lo sia, e ora ve ne do la prova. Dopo la non proprio bella figura del mondiale australiano in cui il CIO penso si sia annoiato a morte a vedere l’Ocean ad eliminazione durato ore in cui già si sapeva chi vincesse, ne abbiamo vista un’altra.
Partiamo dall’assunto che avevo notato e mi hanno confermato, che i manichini sono diversi da quelli normalmente utilizzati. Ora io sono l’ultimo degli scrivani, neanche degno di fare da zerbino a Gianni Brera, però mi chiedo:
– se si sapeva che i manichini erano diversi, perché non fornirli a tutti per provare? Pare che solo la Germania abbia potuto procurarseli. 
– dato che non tutti hanno potuto provarli, perché non utilizzare quelli che usano tutti portandoli in aereo: otto atleti gara significa portare sedici-venti manichini, non credo che serva un cargo militare.

Concludo la mia disamina dicendo che non ho mai visto uno sport dove cambiano gli attrezzi che si usano. Il martello del lancio del martello è uguale nel mondo, il disco è lo stesso, se vuoi usare il giavellotto è lo stesso. Nel nuoto non puoi usare il costume che vuoi tu, deve essere uguale nel mondo. Dopodiché se sono omologati, tutti devono avere le stesse cose per provarle, e avere modo di procurarsele. Quindi delle due l’una: o non si è capaci di averle, e allora è colpa tua. O non si possono avere, e allora è colpa di chi organizza. E con questo chiudo, perché di più non so e quindi non posso commentare.
Secondo me, con un’organizzazione così, le Olimpiadi te le scordi per altri cento anni. Ma io sono un umile scriba.

Detto ciò, torniamo allo sport: nessuna scusa per una chiara evidenza. La Germania vince nove ori, l’Ungheria tre (su sei gare disputate, con un argento) e l’Italia due. Come definire la spedizione? Se vogliamo vedere le diciassette medaglie, e il primo posto a punti (non ufficiale), bene. Ma non benissimo, ecco tutto. 

Nelle mie dissertazioni mi hanno anche detto che sono tifoso della Germania (io, proprio io, che al secondo goal di Del Piero nel 2006 ho urlato i peggiori insulti possibili). Ma come non ricordare la Holt agli Europei  Juniores del 2019? Eccola oggi a vincere ostacoli e trasporto, e due staffette, una con un record del mondo di 1’35”82 che demolisce il precedente della 4×50 mista (anche perché fare 25”57 nei primi 50 aiuta).

L’Italia c’è, è ovvio.
C’è con Volpini che domina il torpedo, con la doppietta insieme alla Lanzilotti.
C’è Ippolito, che se non fosse per la Holt sarebbe il protagonista di questi campionati: sei gare, sei medaglie. Un oro e cinque argenti. Oggi secondo a manichino e secondo nelle due staffette. Una certezza che dobbiamo recuperare in altri ragazzi che lo seguano su questa strada.
C’è Helene Giovanelli, che fa il massimo possibile: argento nel trasporto, un trasporto che vedremo cambiare tantissimo nei prossimi anni.
E ci sono le staffette. Staffette che a parte la manichino femmine a cui non so cosa sia successo perché 1’26” non ci voglio credere che sia il suo valore, sono comunque andate sempre a lottare per la vittoria con quattro record italiani battuti su sei.

Quello che un po’ manca obiettivamente sono le pinne maschili, dove non abbiamo certo brillato tolto l’argento di Fabio: ma occorre una maggiore…densità al vertice, come direbbe il mio mentore Luca Sacchi. 

Tutto ciò nell’assordante silenzio della FIN, che non ha messo uno straccio di notizia, almeno ad ora che pubblico questo nostro post. Zero, nemmeno una. Quindi non ridiamo ma neanche piangiamo: perché come diceva Jannacci, “diventan tristi se noi piangiam”.

Eurojunior 2022 – Making history?

di Mauro Romanenghi

Impianto non male direi…SBQR (sono bravi questi rumeni)

Nella settimana mi sono beccato il COVID. Come? Ma chi lo sa, ce l’hanno tutti, il COVID. Io ho un po’ di tosse. Che poi a me la tosse viene per qualsiasi cosa. Prendo un po’ di freddo, ho la tosse. Alzo un po’ la voce, mi viene la tosse. Sento la vicinanza dei parenti, mi viene la tosse. 
Insomma sono stato costretto a casa, e quindi ho avuto tempo per seguire i Campionati Europei Juniores e le gesta dei piccoli azzurrini, ma anche quelle in generale dei talenti europei.
Intanto diciamo una cosa che la piscina degli Eurojunior non è niente male, anzi. E poi c’è del pubblico che fa il tifo. E di brutto. D’altra parte se c’è il conte Vlad, al secolo David Popovici, a gareggiare, perché non andare. 
Devo anche dire che lo speaker della manifestazione, e anche lo speaker dello streaming, erano veramente bravi. Ora ne abbiamo uno bravo anche noi in Lombardia, che fa sembrare l’arrivo dei 400 misti Esordienti quello della finale olimpica dei 100 metri. Ecco, siamo lì. 

Popovici è la star assoluta, tipo Freddie Mercury. Arriva, gli manca solo il mantello (tra l’altro servirebbe, darebbe un tocco al personaggio), vince e se ne va. Quattro ori per lui, dai 50 ai 200 con la 4×100, e un bel 47”6 nei 100 che nobilita la manifestazione.
Siamo un po’ agli Europei con la P. C’erano dei bei momenti in cui tra Pudar, Padar e Puggard diventavo pazzo. 

Se però devo trovare qualcosa che mi ha entusiasmato, beh quelle sono state le staffette. 
Un po’ perchè l’Italia ha provato a giocarsela in tutte, un po’ perché il cronista ci metteva del suo, un po’ perché diciamolo i ragazzi, nelle staffette, si divertono. E poi fanno meglio dell’individuale. Basta vedere la squadra azzurra femminile, che vince la 4×100 stile. Io non ricordo a mia memoria una staffetta femminile sui 100 che abbia mai vinto un Europeo. 
E quasi riusciva il colpaccio anche nella mista. 
Che dire dei ragazzi della 4×200? Anzi dei Ragazzi, visto che 3 su 4 erano del 2006. 

Anche perché le individualità da medaglia sono state poche fra gli azzurri. Pochissime. Escluso Galossi, due ori individuali, nessuno fra i maschi è salito sul gradino più alto. Una sola altra medaglia maschile con i 200 misti, nessuna vittoria femminile pur con la Vetrano a quota tre medaglie individuali più la staffetta. E poco altro.
Eppure, eppure, l’Italia ha vinto la classifica a punti, cosa mai successa. Eppure, nel medagliere, con un oro in più si arrivava secondi. E l’oro nella mista femminile non era così lontano. E non abbiamo portato nemmeno la Pilato, che sicuro qualcosina avrebbe fatto.
Allora per una volta senza tanti piccoli campioni, forse con uno solo, guardiamo fiduciosi al futuro della nostra piccola Italia. 

Faremo la storia? Per adesso, facciamo merenda. Ce la siamo meritata, ragazzi…anzi Ragazzi.

World Games day 1 – Oh Susanna non piangere perché…

Alabama arriviamo!!!

di Mauro Romanenghi

Eh insomma quando ho sentito Birmingham non potevo non intitolare così questo articolo.
Ridente cittadina dell’Alabama, paese che più a sud degli USA non si può, (dopo c’è il mare o la Florida, con gli alligatori di Lochte). Non la conosceva nessuno e non la conosce nessuno neanche adesso. Infatti pensano tutti che sia la città inglese, ma non è così. Se vi interessa, è pure gemellata con Pomigliano d’Arco (probabilmente anzi di sicuro non frega a nessuno anche questo).
Perché ci facciano i World Games e soprattutto perché li abbia voluti fare lei resta un mistero.
Però sono qui, e qui si fanno le gare. 
Naturalmente io e il mio amico Andrea Longobardo, imperatore e re degli sport dalla causa persa (infatti ci interessiamo di salvamento) abbiamo cominciato a guardare tutti gli sport più incredibili. E subito abbiamo scoperto che il lacrosse, sport in cui praticamente i giocatori si lanciano con un retino da farfalle una pallina per fare goal, sfoggia la nazionale irochese. Che sarebbe una delle tribù dei nativi americani, quelli che per intenderci gli statunitensi hanno iniziato a sterminare per primi e poi ci hanno preso gusto e hanno continuato nel resto del mondo(c’è anche di molto peggio, non lo nego, ma di sicuro non sono gli irochesi).
Potrei tediarvi all’infinito con il numero di sport che ci sono, tra cui anche il pilotaggio droni (occhio perché già trema qualche sport olimpico, tipo tiro a segno), ma non lo farò.

No, perché dobbiamo parlare di salvamento. Anche perché mentre scrivo, e oramai è già passata qualche ora dalle gare, la federazione non sa manco da che parte girarsi. Insomma zero news.
Eh sì che di cose da dire ce ne sono.
Due primati assoluti, un oro e dieci podi conquistati in due ore. Dovremmo fare salti di gioia e invece? Invece no, o almeno non tantissimi.
Cara Susanna, anziché andare via dall’Alabama dovevamo restarci con i piedi ben saldi. Dopo le gare di ostacoli e staffetta, pinne e super io credevo – e ahimé dovevo aspettarmelo di sbagliarmi,  vista la mia totale incapacità di vincere nei pronostici – di vedere almeno quattro ori in saccoccia. 

Iniziamo dalle parti belle. Francesco Ippolito è ormai una certezza.  Se deve vincere, vince. Può vincere con il suo record o tre secondi in più, ma vince. Può vincere a misto, trasporto, super, ostacoli (a volte), torpedo (ma sì), tiro alla fune, freccette o rubamazzo. Imprescindibile in ogni staffetta. Ogni staffetta. O quasi.
E quindi nel superlife prende il manichino, va come una scheggia, si veste in tre secondi e poi tanti saluti a tutti, aggancio perfetto e via. Il commentatore, altra nota positiva di questi World Games, lo esalta a piè sospinto e tra un po’ salta giù dalla cabina e lo va ad abbracciare. Intanto il povero Gilardi combatte con gli acciacchi e i manichini e diventa bronzo. Il massimo, per lui, con tutti i problemi della stagione. E questa è una bella gara. L’ultima della serata.

Provato ma felice, comunque una certezza: tre gare, tre medaglie, un oro

Serata che inizia così: argento della Pirovano nei 200 ostacoli, che in sé non è male, anche se Annina non si migliora ma è lì con il personale. Una volta capito che la Holt è in serata, la lascia andare e fulmina l’avversaria polacca per il bronzo.

Poi si continua con argento e bronzo per Ippolito e Nardozza. Nardozza che iscritto a 1’55” fa 1’59”…e io dico che se devi venire per fare una sola gara, quella gara la devi fare benissimo. Però non so cosa ha avuto Nardozza, quindi non lo dico. Mettiamo in saccoccia tre medaglie.

Staffette ostacoli, e l’Italia femminile sfoggia una staffetta mai vista con record sotto 1’50” che rischia l’oro vicinissima alle superfavorite polacche, e lì mi dico che ci siamo. 
Invece…invece no. L’Ungheria maschile ha Szabo, 22”87 in prima frazione e se ne va. L’Italia fa il secondo record italiano assoluto di serata, ma non basta neanche così. Quindi sono cinque medaglie dopo le gare nelle reti e zero ori. Comincio a sudare freddo, che per uno positivo al COVID non è bello.

Inizia pinne…e Lucrezia perde il manichino ai 65 metri. La campionessa europea e primatista mondiale perde il manichino. Io ho rimandato il video indietro tre volte sperando di aver sbagliato. Zero medaglie a pinne, Germania prima e terza con la vittoria alla corsia otto. Non è un caso. La Holt vince ostacoli dalla sette e prende il bronzo a pinne dalla sette. Dopo cinque minuti la Germania fa pure il bis e si prende le pinne maschili, primo e terzo con Pezzotti che salva gli azzurri con l’argento, veramente insperato. Che dire quota sei e zero ori. 

Eccoci al superlife. Dove Magali Rousseau ci impartisce una bella lezione. E vince l’ennesimo oro (il sesto) ai World Games, a nove anni dal primo. E sul bordo vasca se la ride con la Meschiari, bronzo e una vestizione così così mentre quella di Magali sembra la vestizione della fidanzata in ritardo che si mette il primo straccio che trova ma tanto è fighissima lo stesso. Paola Lanzilotti invece è incredula. Ma purtroppo è così, seconda per pochi centesimi, troppo tardi è partita la rimonta. Il resto l’ho già detto, ma l’amaro resta. Diciamo che al posto del limone, resta il limoncello. 

Chissà cosa si sono dette…

A me invece resta che la piscina veramente non si può guardare, con queste voragini sulla testata che rischi la vita ogni volta che vai al tocco perché ti devi ricordare che c’è un buco. Se poi vogliamo parlare di come si fissano gli ostacoli, che cadevano col soffio del lupo cattivo…magari gli mando i nostri addetti. Di certo in una città dove le gare di pattinaggio su strada le fanno in un parcheggio che sembra il covo dei Guerrieri della notte, poco c’è da aspettarsi. Ma noi del salvamento non ci facciamo spaventare, Oggi è un altro giorno: tra l’altro, l’ultimo. 

CREDIT: thestreamable.com

Budapest 2022 day 8 – Un uomo solo al comando

di Mauro Romanenghi

Io proprio io Gregorio Paltrinieri

Ci sono giornate che si sente quando tutto va per il verso giusto- Ti svegli al mattino, e l’aria è fresca. Poi fai colazione, una bella brioche fresca. Fai la spesa, prepari da mangiare, ti riposi. Insomma, tutto fila liscio. Persino la moglie che ti manda a prendere il prosciutto per la suocera a cinque minuti dall’inizio delle finali dell’ultima giornata non ti disturba. Quindi tutto deve andare bene per forza.

Le gare dell’ultima giornata iniziano con il record di medaglie già in tasca, grazie ai successi del nuoto artistico. Sono già cinque gli ori degli azzurri, che devono ancora affrontare le discipline di fondo, tuffi e pallanuoto. Quindi parte Ceccon e arriva quarto. Tutto preventivato. Invece no, il campione del mondo è squalificato, ed ecco apparire un bronzo dal nulla. Ceccon sale sul podio insieme all’americano dalle orecchie importanti e dal nome che è tutto un programma: Hunter. Ma dico io, come fai a chiamare tuo figlio Hunter? Ti sta bene se poi cresce e da fuoco alla casa!

Naturalmente gli americani non ci stanno e guarda caso vincono l’unico caso di revoca di squalifica di tutto il mondiale. Così Hunter diventa cornuto e mazziato in casa propria: il primo atleta ad essere estromesso da un titolo mondiale dai propri allenatori. Veramente geniale.

In mattinata la frase ancora più geniale di tutte le interviste. La Di Pietro a un mondiale definisce l’appuntamento più importante gli Europei di Roma. Detto al Mondiale più vincente di sempre, stona proprio. Ora andremo a Roma: ma chi cerca rivincite, farebbe bene a preparare gli appuntamenti che contano. Perché una medaglia nella mista mista ci stava, e se invece di pensare a Roma si pensasse a Budapest, forse ora Panziera, Di Liddo  e Di Pietro avrebbero al collo quella medaglia mondiale che, forse, non vinceranno mai.

Quotato a 26 dai bookmaker un uomo solo al comando ci porta in cima al mondo con lui. Già ai 500 metri si capisce che Gregorio non scherza. Ai 1000 ovviamente si capisce che ha vinto, e io mi aspetto il record del mondo. Ricordo male l’ultimo 100 di Sun Yang, e Gregorio non ne ha proprio più. E’ di nuovo record europeo, l’americano sprinta per l’argento perché come ho sempre detto, puoi avere anche l’ultimo 50 da 25” ma se sei a mezza vasca, resti a mezza vasca. Gregorio lo scorso anno è stato sfortunato, perché senza la mononucleosi non ci sarebbe stata storia e Finkè avrà vita Bobby dovrà ringraziare il virus di Epstein Barr.

Cara Benny, il tuo sorriso ci piace un sacco: meglio della musona lituana, la cui felicità è pari a quella di una gallina che sta per essere lessata. Però diciamolo che questa doppietta un po’ sul gozzo (per restare in tema) ci sta.

Sul podio dei 50 dorso prima della pantomima abbiamo il sosia di Battiato,  le orecchie importanti di Armstrong e i baffetti di Ceccon. Una bella tripletta.

Nei 400 misti scoppola della canadese a tutti quanti. A quindici anni due ori e un argento mondiale. Non dite che non l’avevo detto. La ragazzina che mangia mele d’estate (questa battuta la capiamo solo io e mia moglie) detta legge dall’inizio. Forse un passaggio più accorto, la prossima volta, cara Summer.

Quarta la Hosszu! Finisce la carriera con un legno. Grazie mia Katinka, e tanti auguri! 

Allenatori USA non proprio felici dopo la 4×100 mista maschile

La faccia degli allenatori USA alla fine della mista maschile dice tutto. Nell’edizione dove hanno vinto più medaglie perdono la gara impossibile da perdere. Dentro però c’era Andrew, noto perdente cronico. L’avvisaglia c’era tutta. Poi i ragazzi azzurri ci hanno messo del loro, diamo a Cesare quel che è di Cesare.

Martinenghi esprime con parole forbite la sua soddisfazione per la vittoria. Un bel minchia, quando ci vuole, ci vuole.

E così, mentre anche sotto il mio balcone sfuma la Monza Resegone, nota gara podistica, finisce questo mondiale in vasca. Ma c’è Roma, ragazzi, non preoccupatevi.

Budapest 2022 day 7 – Orchestrine e filmatini

di Mauro Romanenghi

In questi ultimi anni è oramai in voga la presentazione uno per uno dei protagonisti delle semifinali e finali pomeridiane. Che non sarebbe neanche male, come idea. Poi però si esagera e si fa questo mini video abbastanza ridicolo. Anzi, per alcuni diventa proprio ridicolo, visto che si esibiscono in ameni balletti. Direi un’esperienza minivideo fallimentare, ma purtroppo conoscendo i personaggi, toccherà sorbircela per sempre. Come non bastasse, abbiamo pure la musica dal vivo. Probabilmente questo quartetto sarà famosissimo in tutta l’Ungheria, ma suona una patetica lagna per accompagnare gli atleti alla premiazione. Lo salva solo la bellezza della violinista, che ovviamente sta in primo piano. Insomma, dal mio personale cartellino, stroncatura su tutta la linea.

Oggi musica di lagnanza, nel parterre azzurro.
Iniziamo dalla Panziera che ci racconta con un mezzo giro di parole che sta preparando Roma. Ora, ci siamo capiti che questo mondiale l’hanno piazzato qui tra il lusco e il brusco. Però c’è e visto che c’è ed è un mondiale si deve onorare preparandolo al meglio. Perché un Mondiale è più importante di un Europeo, anche se lo fanno nel tuo condominio. Soprattutto se, svegliandoti prima senza lagne, vai prenderti un bronzo che ieri dicevi fuori portata: se non ci credi tu, chi altri? Male, molto molto male.  
E arriva anche la Pilato ci conferma che non è al top. Va beh, facciamocene una ragione. Basta che domani metta la mano davanti.
Quadarella…non è in forma pure lei. Però ci mette la grinta, e sfiora l’argento. Almeno una che ci crede, oggi, la troviamo.

Dopo tutti gli spareggi persi, oggi è il giorno delle squalifiche. Si vede che ai ragazzi piace fare gruppo.

Ceccon sei record italiani, più il mondiale dei 100, un oro e un bronzo, e domani la finale dei 50 dorso e una staffetta che ha il dovere di fare bene. Anche solo perché l’ha detto Burdisso.

Oggi guardiamo le gare io e mia moglie, e subito parte la stoccata in flèche. Premiazione dei 200 dorso: “ma queste si chiamano Bacon e White, ma dove le trovano con questi cognomi”?

Mamma Mc Keown e la guardia del corpo

Sempre alla premiazione, sempre mia moglie: “ma questa che ha vinto è la regine delle nerd, con questi occhiali. Tipo la secchiona che se li toglie e diventa figa.” Al che inquadrano una signora che imbraccia il canguro mascotte e lei fa “questa è sua madre, sono uguali”. Io rispondo: “ma no è la madre della McKeown”. Ovvio, infatti la vincitrice dei 200 dorso è la nerd Kaylee McKeown. Mai discutere con la moglie.

“E niente, comunque anche questa Bacon è una bella manzetta eh!”

Milak visibilmente infastidito dalla prestazione cronometrica dopo l’arrivo si volta verso il suo pubblico: e come mostrarsi infastidito se ti adorano in diecimila? E allora, cambia faccia, saluta e sorride come fosse il papa. E bravo il nostro cioccolato Milak.

Tutto chiaro no?

Gli USA cominciano a prendere il vizietto di perdere le staffette contro gli australiani. Male, anzi malissimo, finendo pure dietro i taglialegna canadesi. 

Due parole sulla Ledecky, le prendo pari pari da mia moglie: “questa si è rotta di sentir dire che è in crisi, e guarda che gara ti fa”. Esatto.

Lani Pallister finisce qua il suo mondiale in panchina per il COVID. Chissà se tornerà ai Mondiali di salvamento a Riccione. Probabilmente no, ma sarebbe stato bellissimo!

Budapest 2022 day 6 – Feste di fine estate

Alla fine un temporale ci sta…con qualche lampo azzurro!

di Mauro Romanenghi

Ieri sesto giorno di gare, Italia presente con la sola Chicca Fangio. Scrivo stamattina presto, ieri ero impegnato con la festa della squadra. Festa dove hanno portato ciascuno bibite e cibo per il numero di persone presenti: risultato il frigo della piscina ha dentro due tiramisu, due insalate di pasta per venti persone, bibite gassate che possono creare il buco nell’ozono, tartine, pasticcini, patatine eccetera eccetera eccetera.
Io alla festa ho portato un vino bianco che imbottiglio personalmente, e un rosso che qualcuno si è portato a casa (si vede che era piaciuto). Il cavatappi, che solitamente mi viene sottratto agilmente, stavolta l’ho riportato a casa.
Era un po’ che non facevamo questa festa, ovviamente. E ieri, puntuale come il Natale al 25 dicembre, arriva il temporale estivo. Non solo uno, ma ben due, dopo mesi di siccità.
Quindi festa sotto il tendone, con afa spaventosa, ma insomma bisogna saperla prendere con filosofia, alla fine il temporale estivo ci sta.

Con filosofia la prende Chicca Fangio, finalista (unica di giornata) per l’Italia nei 200 rana. Il tempo non è granché, la gara nemmeno lo è stata. Ha vinto la King che si rifà della mazzata sui 100, da cui non è uscita felicissima. Io sono del parere che le occasioni bisogna coglierle. Con il record italiano o vicino, si lottava per la medaglia. Poi con i se e con i ma la storia non si fa.

La Di Liddo ci ricorda che lei a giugno non gareggia al meglio. Ci tiene a ribadirlo, quindi arrivederci agli Europei. Ieri alla festa, ho tuonato che se agli Europei vedrò fuoco e fiamme, le farò pure io facendo scendere fiumi di lava su tutti.

Capitolo Panziera. Ora, capisco che se una fa 2’08” la sua condizione non è ottimale: ma augurarsi che qualcuno si faccia male per prendere la medaglia, non è bello dai!!! Piuttosto sbattiamoci un minimo, che non è detto che tutti migliorino in finale. Se poi partiamo con questi presupposti, siamo a cavallo. 

Non ho ancora sentito la scusa “siamo stanchi è il sesto giorno di gare”. Bene.

In compenso arriva Codia che ci racconta che l’età si fa sentire. Dopo aver gareggiato due dico due volte. Siamo a posto.

Ma poi ci pensa Burdisso, che comunque il suo 51”4 lo fa che non è malvagio, praticamente il suo record. E dice la sacrosanta verità: che senza Dressel, si può vincere. Se puoi pensarlo, puoi farlo. Non è che la King ha ringraziato la sua avversaria che mancava, dopo che ha vinto i 200.

Insomma oggi giornata Australia-USA. Molly O’Callaghan ci delizia con il suo ritorno nei 100 stile e fa fessa per la millesima volta la Sjoestroem che proprio, in questa gara, non ce la fa a vincere. Sjoestroem fulminata, insomma!

Il capitano Stubblety-Cook, che sembra il nome di un commodoro inglese invece è il ranista più forte del mondo nei 200, ci delizia con la sua solita tattica alla Chupkov (ma oramai possiamo chiamarla alla Cook), con un 200 rana in pratica in negative split (come la Molly nei 100 stile…certo che gli australiani li trovano con il lanternino i cognomi dei loro campioni). 

Delusione invece per McKee. Già pregustavo una bella medaglia per l’Islanda.

Il mio amico ha giocato la 4×200 USA vincente. Doveva recuperare i 15 centesimi della 4×200 femminile, è andato sul sicuro. Non male neanche Dean, che hanno dato fuori forma, 1’43” lanciato vorrei averne un paio per l’Italia fuori forma così. Invece ci accomodiamo, stavolta, fuori dalla finale. Sesto giorno di piccolo deserto, con il lampo azzurro (per rimanere in tema di feste estive) di Zazzeri nei 50 stile. Vedremo.

CREDIT photo: http://www.yumpu.com

Campionati assoluti di salvamento 2022: Assolutamente perfetti

SL15
Quanto hai ragione, Fabio!!!

di Mauro Romanenghi

Vi chiedo scusa per il ritardo con cui scrivo ma c’è tanto da fare e poco tempo per farlo. Come dice la frase di Fabio, che ha tanto ragione.

Quest’anno sono tornato agli Assoluti. 
Avevo deciso di non andarci, ma alla fine ci sono stato per vari motivi. 
E’ sempre bello vedere le gare dal vivo, poi avevo due bambini da accompagnare per il GP, alla fine mi sentivo un po’ lo zio. Avevo pure una atleta senior, che quindi ha fatto da zia pure lei (la zia giovane, quelle che ti comprano la borsetta di Hello Kitty).
Poi rivedi sempre con piacere gli amici, gli altri allenatori, i gelatai (ma quest’anno ho fatto il bravo, neanche un gelato e poi faceva freddo), il fritto misto e la piadina.
Insomma mille motivi per venire, pochi per restare. Allora sono partito e naturalmente mi sono fatto ore di coda per incidente, lavori, pioggia intensa. Neanche i follower del Giro sono così sfigati.
Devo dire ho visto anche gare molto belle, alcune di altissimo livello, a partire da…subito.

Giulia Vetrano ritocca il suo primato europeo, aprendo subito il gas delle competizioni. Dalle Olimpiadi agli Assoluti di salvamento, noi vogliamo che Giulia ci continui a stupire, facci un 200 stile in 1’55” Giulia!

Sono partito carichissimo di aspettative per i risultati che avrei visto. Mi sarei aspettato tanti record, ma mi sono dimenticato che si fanno diciotto gare in tre giorni. Batterie, finali staffette, lanci della corda, mista, mista mixed…di tutto di più. Difficile fare tanti record. Ma a Helene Giovanelli questo non interessa e ci delizia ogni volta con un primato. Dal posto assegnato oramai a vita alla sua squadra, la famiglia Rigatti esulta. Oramai quel terrazzino di Riccione è tutto a macchie bianche, verdi e blu, i colori di Amici Nuoto Riva.

La cosa incredibile di questi campionati è che fino a poche ore prima, nella prima pagina della FIN, non ve ne era traccia. E non ve n’è traccia se non in qualche nota a margine. C’è stato pure un record mondiale, realizzato da una staffetta che sembra composta dai fratelli Dalton (vanno da un altezza di 190 cm fino a 150…se non ci credete, ho la foto sotto). Ma la FIN ha continuato imperterrita a trascurare l’evento. Certo c’è il bel bannerino in prima pagina. Ma uno straccio di immagine? In Lombardia siamo riusciti a fare lo streaming del Campionato regionale Esordienti B. Direi voto zero all’iniziativa FIN, e un po’ braccino corto che neanche la profonda Brianza. Diventeremo i più ricchi del cimitero, come diceva Mondonico.

Se non sono i fratelli Dalton questi!

Pure alcune sorprese…come la vittoria di Pirola nel super. Il suo primo titolo Assoluto, con una gara coraggiosa, all’attacco nella parte iniziale e a resistere al ritorno di Ippolito: che si ricorda ancora come si fa super ma non basta per vincere, stavolta.

Contava tanto qua fare i tempi per essere convocati. Ci riescono Ippolito, Fabretti e Lanzilotti tra i Senior, ci riesce la Dibellonia nei giovani e ci riesce Locchi Simone da Roma (perché nonostante quello che dice la FIN non è lombardo, ma se vuole lo adottiamo). Tattica tutta personale la sua: a tuono il mattino, tempo conseguito e poi in finale vada come vada…anche perché farsi tre finali e tutte le staffette non è proprio di tutto riposo.

Il babbo di Simone, Mauro, è tutto felice. “Finalmente, ora, sono il padre di Simone Locchi e non c’è più Simone il figlio di Mauro Locchi”. E così, sempre, deve essere. Anche se non si è primatisti del mondo.

La SAFA batte uno dei record di staffetta più vecchi, nella mista uomini, in una gara tra le più combattute del campionato. E lo fa con due coppie di fratelli: una coppia per le pinne, una senza. Una congiunzione astrale difficilmente ripetibile dice il loro allenatore. Ed ha ragione.

E allora se parliamo della sorpresa Pirola dobbiamo parlare della sorpresa Saponaro nel torpedo. Aqua13 fa il suo debutto agli Assoluti ed è un debutto sfolgorante. 

Naturalmente il sabato lo dedico a un po’ di public relations. Ci ritroviamo al solito posto che non menzionerò per par condicio dei locali di Riccione, a spettegolare. Non c’è un ordine del giorno. Si parla di tutto, e si offre per la nascita di giovani eredi. Arriva anche il re, che ha vinto il suo titolo assoluto. Per l’ennesima volta, riesce a non pagare. Per chi non sapesse chi è il re e come fa a non offrire mai, dovrà rileggere tutti gli articoli e trovarli nel web. Impresa non facile, d’accordo, ma non è neanche giusto farvi troppi favoritismi. Impegnatevi.

Dovrei parlare anche di scudetto e di prove sulla spiaggia. Ma come faccio? Manco una ne ho vista di gara. Certo con un po’ di streaming…magari…ma non vi preoccupate: abbiamo i podcast, con ospiti illustri, che ci faranno sentire come se li avessimo vissuti veramente.

Italiani invernali di salvamento – Campionati imbruttiti

Medaglie dei categoria: bene ma non benissimo

di Mauro Romanenghi

Non vi inganni il titolo, i Campionati sono sempre belli. Ma quando mi hanno detto mesi fa che spostavano il campionato a Milano, non essendoci le condizioni per farlo a Riccione a febbraio, i miei bambini si sono disperati: “Ma non andiamo via, allora!!!” 
No, bambini, non siamo andati via…siamo rimasti nella fantastica sede di via Mecenate, a Milano, dove i semi dei tigli ti si attaccano sotto le scarpe, dove seicento persone le fanno entrare quindici minuti prima dell’inizio del riscaldamento, dove ci sono tre bagni in croce nelle tribune e due nello spogliatoio (che non si può usare se non per cambiarsi il costume). Nonostante tutto ce l’abbiamo fatta, e li abbiamo portati a casa. 
Però non dobbiamo sempre criticare tutto e tutti. La vasca di Milano ha il suo perché, e i tempi ottenuti lo dimostrano. E poi i campionati di categoria li avevamo già fatti qui, nel 2013, sono andato a controllare nei miei archivi perché si sa che invecchio e la memoria mi inganna.
Come mi hanno detto alcuni genitori, però,la piadina di Riccione è un’altra cosa. Non solo la piadina. Di certo l’impianto dell’Emilia Romagna (che poi è Romagna ma dico così per fare arrabbiare il mio amico di Parma) ricettivamente è un mondo a parte, per non paròare degli alberghi…e del cibo (non solo le piadine). Gareggiare a Milano sotto Pasqua non è il massimo, come prezzi, come logistica…e soprattutto a Pasqua. 
Ma soprattutto non capisco perché in tempi di COVID, bisogna fare entrare le persone (seicento, non venti), un quarto d’ora prima delle gare. Ma perché? Ho chiesto e mi hanno riferito che anche a Riccione è così. Al che ho chiesto di nuovo se sono mai stati a Riccione. Nessuna risposta. Meglio lasciar perdere.

Comunque le gare alla fine le hanno dignitosamente portate a termine, anche grazie ai baldi assistenti che lanciavano i manichini fuori dalla vasca con forza erculea. Certo c’era un po’ di gente, soprattutto il primo giorno con i più piccoli. Forse troppa gente. Ma ci siamo stati. 
Il primo giorno, in cui le gare sono finite alle ore 21,15. Potevamo iniziare un po’ prima? Sì, c’era la fila fuori, quindi tutti erano già presenti. E non mi dite che alla fine la cena l’abbiamo fatta tutti. Questi orari, nel 2022, vanno evitati. 
Le prestazioni? Ecco, devo dire che i più piccoli hanno mostrato tutte le lacune di due anni in cui la preparazione è stata così così. Infatti i record Esordienti e Ragazzi sono arrivati quasi tutti nelle nuove specialità degli ostacoli, con l’allungamento delle distanze. Devo dire che arrivare a 2’03” negli ostacoli per i maschi Ragazzi non è uno scherzo, così come il 2’18” per le Ragazze. Tempi che erano record Junior fino a non molto tempo fa. Quindi non mi strapperei i capelli per le gare non certo entusiasmanti dal punto di vista cronometrico viste ad esempio nelle gare a pinne o torpedo. Sono Ragazzi (e Ragazze)…si faranno.

Per quanto mi riguarda, ho approfittato di queste gare milanesi per ripristinare il momento aperitivo. Apprezzatissimo, come potete vedere. Certo niente a che vedere con passate edizioni, ma l’importante è riprendere le buone abitudini. 
Inoltre ho preso una stanza a Milano (beh, direte voi, molti lo hanno fatto). Sì, ma se abiti a venti minuti dalla piscina…magari no. Ma questo mi ha consentito di mantenere delle public relations e soprattutto scoprire un paio di locali milanesi non male. Io che non amo il sushi, devo dire che mi sono ricreduto. Per info, contattarmi in privato.

Ti abbiamo visto!!!

Passerei anche alle gare. In piscina, sabato, è volato un jet direttamente a pelo d’acqua. Se non ho sentito aerei nella mia stanza a Peschiera, che sta a due passi dalla pista di Linate, direi che in vasca si è vista una freccia Tricolore. Lucrezia Fabretti da Roma, superati i dolori e i problemi di una spalla che un anno fa era messa veramente malissimo, ha sparato il suo consueto ritorno. Come faccia a mantenere quella frequenza per me è un mistero, ma lo fa e quindi 49”30 è la diretta conseguenza. Ma vi dico, secondo me farà anche meno. Come farà meno anche nella gara di superlife, una specialità che stava coltivando come le rose sul balcone: con grande amore se le innaffi bene e non le lasci seccare, come purtroppo faccio io che odio curare i fiori (con disappunto di mia moglie, quando si assenta per qualche giorno). Di sicuro non la lascerà seccare Lucrezia: ma vedremo in futuro se la mia previsione si avvererà. 

Prosegue invece l’ascesa della trentina Giovanelli. Siamo scesi nel trasporto sotto i 34 secondi. E arriva il successo anche nel misto. Tra un mese, agli Assoluti, vedremo che succederà. Con una nazionale già fatta per i World Games, i giochi per i Mondiali sono tutti aperti e saranno scintille: qui Helene ha aperto il gas. Mi ricordano dalla regia che ha già fatto meglio, a Treviso, ma che il record non è stato omologato. Noi ci segniamo il tempo di Treviso lo stesso.

A parte il gas delle bollicine del mio aperitivo di domenica, lo hanno aperto tutte le altre Senior. Lanzilotti già sotto la barriera dei 2’20” nel superlife, e il solito torpedo della Volpini. Solo i maschietti hanno le cartucce a salve, ma manca ancora un mese. Un mese caldo, maggio.

Le scintille le hanno fatte pure Simone Locchi e Davide Cremonini, autori di grandi prestazioni e vincitori di tutte le gare Junior, con tre record mondiali giovanili in totale. Cremonini stupisce veramente nel torpedo, dove si issa al terzo posto di sempre in Italia battendo non soltanto il record italiano Junior ma anche quello Cadetti di più di un secondo. Dopo l’applauso a Lucrezia, il più lungo è stato quello per il suo torpedo. 

La IN Sport stabilisce anche il record mondiale della staffetta ostacoli Junior. Era già successo a Noale di stabilire il mondiale giovanile con la squadra di club. E questo la dice lunga sulla forza del movimento giovanile italiano. 

A proposito di manichini e forza erculea (vedi sopra), io li controllerei ogni tanto: nella gara di trasporto non c’era verso di farli stare dritti, sabato pomeriggio. 

Unico appunto tecnico, se posso permettermelo, sono le pinne maschili. Nessuno sotto i 46”, e qui cade però l’unico record Cadetti: lo fa Vivalda, in 46”06. Se non sono preoccupato dal fatto che nessuna categoria Ragazze si avvicini al minuto, lo sono di più dal non avere nessuno che faccia 45 secondi a pinne. Niente che un onesto aperitivo e un buon sushi milanese non possa lenire, ovviamente. Ma anche una pizzetta sarebbe bastata. 

Lisa Angiolini, argento agli Assoluti nei 200 rana, convocata agli Europei nel 2021 nei 100 rana, si presenta in tre gare: ostacoli, super e misto. E senza neanche sfigurare, anzi medaglia sfiorata nei 200 ostacoli per pochi centesimi. 

Piccola critica ai report FIN. E’ possibile che ogni giorno contengano almeno un errore? Ma c’è scritto nel contratto? La mia maestra, alle elementari, mi ha insegnato due cose. La prima, che si rilegge sempre prima di consegnare. La seconda, che la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi. Altrimenti scriviamo sempre che è morto Mino Raiola.

Avrà tanto da vedere, agli Assoluti, il buon Gianni Anselmetti. Se Locchi e Cremonini potrebbero essere in predicato per una Assoluta (ma forse anche no), nelle giovani atlete direi che il passo per la nazionale maggiore è prematuro. Ed è giusto così. Ma il livello generale è abbastanza alto, a dispetto dei pochi record stabiliti: anzi, più che pochi, nessuno. Ci sono però tanti nomi e io non mi sento di farne qualcuno in particolare. Di certo, anche qui, a Riccione sarà una bella battaglia. Sportiva, si intende…delle altre ne abbiamo già abbastanza.