Europei di Roma 2022 – Final countdown

di Mauro Romanenghi

Tre, due, uno….vittoria!!!

Il Campionato Europeo in piscina è finito. Come cantavano gli Europe negli anni ‘80, inizia il conto alla rovescia verso la fine di questi campionati. Continuano i tuffi, il nuoto in acque libere (forse, se il mare lo consentirà), le grandi altezze (se il vento lo consentirà). Insomma, il tempo è stato bello per otto mesi e ora rompe le scatole. Ma la pioggia serve, Giove Pluvio non si può contrastare.

Il countdown finale delle gare in piscina l’ultimo giorno prevede nove finali, con l’apoteosi della 4×100 mista che l’Italia vuole vincere. 

E allora io al pomeriggio invito il mio amico per cenare insieme: per festeggiare il Ferragosto che lui ha fatto lavorando. E dico: possiamo arrivare a quattordici ori, ma tutto deve andare come deve. 

Cominciano i 50 stile. Leo Aereodeplano decolla verso la medaglia e il primato personale in 21”60. Proud ha un pochino di paura, ma proprio poca. E Zazzeri s’incazza non poco (anche se non lo può dire, ma noi sì) perché la doppietta ci stava tutta. 

Benedetta Pilato ci prova in tutti i modi ma Ruta è troppo forte in questi Europei. Ciò non contribuisce a riscoprire la Ruta del Sol: la faccia sul podio è un pochino più felice del solito, ma neanche poi tanto. Sacchi battezza la gara di Arianna Castiglioni con tre male. Diciamo che benissimo non è andata, tre male sono forse eccessivi. 

Dopo due finali perse dagli azzurri per pochi centesimi, arriva l’oro di Ceccon. Silenzio: parla Thomas. Oggi non ce n’è per nessuno, e anche l’intervista è quasi standard (quasi): “Ho guardato a sinistra, e ho pensato che mi frega anche stavolta”. E invece…

Tocca a Cusinato e ormai l’onda azzurra è inarrestabile: bronzo per lei, primato personale e terzo tempo di sempre in Italia. A questo punto ho pensato che in nessuna finale potesse mancare la medaglia. Naturalmente essendo un pessimo fautore di pronostici, ho perso.

Intanto sono d’argento Razzetti (azz che razz dice mia moglie) e Quadarella e qui ho fatto un conto: quattro argento con meno di nove decimi di distanza in totale dai quattro ori, addirittura 24 centesimi nei primi tre argenti. Ma nulla può arrestare il mio buonumore neanche il terzo legno nelle staffette femminili su tre gare. Razzetti tra l’altro fa tripletta: oro argento e bronzo così ha un bel ricordo di questa competizione, non manca nessun souvenir. 

Quadarella manca il terzo tris consecutivo. Ma i 400 sl non sono esattamente la sua gara. Troppe poche vasche, ci voleva un 450 oggi!

E arriva la staffetta finale. Certo non sono i Mondiali, ma qua la concorrenza è sbaragliata. Ceccon è già primo, Martinenghi cambia volando e ancora un po’ che sta in aria si aggrappa alle bandierine, Rivolta rischia una virata al limite dei quindici metri ed è fatta. Apoteosi, Foro in delirio e grandi feste. Il conto alla rovescia è a zero…anzi a tredici!!!

…vittoria schiacciante!

Ma l’ultimo giorno di Europeo non è tutto qui. 

E’ anche nei due ori della Germania nei 400: attenzione perché l’orso tedesco si sta risvegliando dal lungo letargo.  

A proposito di 400 chissà dove è finito Popovici dopo le batterie, dove sembrava aver passeggiato. 

Lana “vado in fuga” Pudar scappa via alla partenza nei 200 farfalla e infila il primo storico oro per la Bosnia, con un enorme miglioramento dagli Eurojunior (ricordiamo, anno 2006 per lei). Pubblico bosniaco in tripudio (due persone, ma in tripudio lo stesso!)

Questi Europei saranno ricordati anche per la comparsa (o scomparsa?) di Belmonte e Hosszu. Di certo a queste condizioni non ne sentivamo la mancanza.

Matteo Rivolta è oro a dieci anni di distanza nella stessa gara. Non so se Pellegrini a parte, sia mai successo.

Infine un saluto ai due cagnoloni. Scusate se vi abbiamo disturbato, ora potete tornare a godervi il fresco. E grazie di tutto, ragazze e ragazzi.

Europei di Roma 2022 – Una serie di fortunati eventi

Dai Sarah diamogliela sta cuffia!

di Mauro Romanenghi

Nel penultimo giorno di gare, mentre arriva una serie di ori da ogni campo di gara (ciclismo, tuffi) si approssima il momento del nuoto. Io ho dato per certo il raggiungimento oggi delle dieci medaglie d’oro, e spero nel triplete. Così arrivo dal lavoro, faccio la spesa e porto fuori il nostro cane nonostante lui dimostri tutta la sua ritrosia nell’uscire con un certo caldo. Dandogli ragione ma essendo obbligato a uscire, riduciamo al minimo l’incombenza e ci approssimiamo alle gare. 

Niente triplete oggi. Martinenghi conferma il suo momento dorato e stabilisce il primato italiano con a fianco Cerasuolo. E’ il turno dei 1500 stile libero e tutti pensano già a Paltrinieri ma hanno fatto i conti senza l’oste ucraino. Che battezza Gregorio e lo passa verso il terzo di gara. Ed è finita così. 

Infatti entra la Panziera che quando è in forma riesce a cogliere qualsiasi possibilità le si offre. Ed ecco che nonostante le avversarie abbiano dimostrato di poter andare più forte, nonostante non creda in questi 100 metri, nonostante non sia in grado di passare forte ai 50, negli ultimi metri Margherita viaggia e butta il cuore oltre l’ostacolo e la mano sulla piastra. Io proprio io Margherita Panziera sono la bicampionessa europea del dorso. Insomma quando tutto gira per il verso giusto, la vittoria non può sfuggire: una serie di fortunati eventi. 

Oggi si nuota la 4×200 stile mista. Per la serie una medaglia non si nega a nessuno ma bisogna sempre sudarsela, le ragazze italiane fanno i loro tempi migliori e difendono con le unghie il bronzo che rappresenta il massimo possibile (per adesso).

Con il suo palmares non possiamo più sbagliare: Sjoestroem si scrive così.
Oggi quindicesimo oro europeo per lei. E facciamolo questo regalo al fan: seicento chilometri valgono bene una cuffia.

Razzetti fa il Milak oggi (beh…quasi…Milak ha fatto 1’52”0). Batterie dei 200 misti, poi finale dei 200 farfalla poi semifinale dei 200 misti. Ottimo. Chiederemo una brandina nel tunnel del Foro anche per lui.

Non sono arrivati gli alpini allo Stadio del Nuoto, tranquilli: è uno dei cappellini dello sponsor!

Tamberi ci prova da Monaco a spingere Greg con un bel cartello: non basta, ma grazie lo stesso!

Martinenghi grande umiltà: “ho fatto anche il mio migliore, oggi”. Psssttt…il tuo migliore è il record italiano, ma non lo dire in giro!

E naturalmente Ceccon: “volevo la corsia gialla perché si vede meglio, ma ho sbagliato i conti: e quindi niente corsia gialla”. Dai che è di fianco e si vede lo stesso!!!

Anche noi salutiamo Pocci, oggi.

E per finire mia moglie vuole che dica due parole su Marcel: grande Jacobs!

Europei di Roma 2022 – Poker d’assi!

Oggi non si può dire “non dire quattro se non l’hai nel sacco”!!!

di Mauro Romanenghi

Sai quelle giornate dove dici che oggi sarà una giornata che tutto fila liscio. Oggi faccio presto e parto per la montagna così vado a prendere il fresco, e mi guardo le gare in poltrona per cambiare. In genere però c’è sempre qualcosa che vuole rovinare quella fantastica sensazione. E allora iniziamo dal giorno prima quando vado a ritirare un referto medico e scopro alle 15,30 che l’ufficio chiude alle 15. Decido quindi di tornare il giorno dopo, tanto è vicino al lavoro e ci metto dieci minuti: cioè oggi. Comunque partirò presto, verso le cinque e un quarto, decido. Bene. Partenza alle ore sei causa mancata sveglia, auto lanciata a media velocità (la prudenza prima di tutto) e si accende la spia della pressione delle gomme. Nel contempo si accende anche la spia della mia pressione arteriosa. Arrivo al lavoro e scopro che devo fare una riunione alle nove. Inizio le faccende e le finisco alle 8.59 e 59 secondi. Faccio la riunione, esco e agguanto un panino al bar lanciato dalla barista che mi mette nel sacchetto anche una Coca (che io non bevo mai, non so perché me la dia) e dispero ormai di poter partire. Da lì tutto è in discesa: ritiro il referto nel tempo record di due minuti (mai fatta una cosa così breve) e felice vado dal gommista che mi annuncia che le gomme sono a posto. Fantastico. Posso partire. Un’ora e quaranta e sono in montagna, e lì devo sorbirmi tre ore di sincro (che come noto, non è proprio il mio sport preferito). Ma niente oggi può fermare la mia buona sensazione: oggi sarà una grande giornata. 

Infatti è così. La Panziera parte che sembra un razzo (anche se non è così ma sembra lo stesso), Ceccon vince i 50 farfalla e stavolta non rallenta fino alla fine. E poi Martinenghi azzera la concorrenza tranne quella di Federico Poggio, che dopo una stagione di tribolazioni trova un guizzo vincente, secondo italiano di sempre. E infine la Quadarella sfianca ogni resistenza e vince la sua settima medaglia d’oro di fila nelle sue distanze dal 2018. A questo punto credevo nella vittoria della 4×100 mista mixed, ma diciamolo che anche le giornate fantastiche devono avere un minimo di realismo e l’Olanda ci riporta con i piedi per terra. Ma va bene così: calcolando le tre medaglie del sincro, sono nove medaglie di giornata, mai visto. E non è finita qui.

La mia previsione di dieci medaglie d’oro nel nuoto è già a metà strada. Il mio collega è rimasto senza parole. Persino il mio capo, oggi, mi ha chiesto se sto seguendo le gare. Ho risposto che sì è appena iniziato. Intanto ci si porta avanti e oggi sulle otto semifinali sei sono i finalisti per domani, più gli ottocentisti e le mististe. E la staffetta veloce femminile, che batte i colpi con Di Pietro, Tarantino e una rediviva Cocconcelli che ritorna dopo il serio infortunio e conquista la semi dei 50 farfalla. Prove di rientro.

Ci sono stati anche i 100 stile donne. Dove Freja Anderson si dimostra all’altezza: infatti dall’ultimo gradino del podio, svetta con il suo sorriso e il suo metro e novanta. 

Chiara Tarantino l’abbiamo già nominata? Ah sì, ma ci tengo a rinominarla. Mi è piaciuto anche lo spirito con il quale si è presentata in zona mista: sembrava in dubbio se essere più soddisfatta per aver conquistato il suo primo quarto posto europeo oppure se essere più infastidita per essere arrivata solo al quarto posto europeo. Così si fa. Mai accontentarsi. 

Diciamo che è abbastanza evidente ormai che la Gran Bretagna ha dato tutto ai Giochi del Commonwealth e qui è venuta perchè è giusto così: a Roma bisogna venirci sempre. Grazie per esserci!!!

Anche Arno Kamminga non è proprio in splendida forma. Ma diciamolo, se gli italiani sono andati forte a Budapest e anche qui (beh magari non proprio tutti ma quasi) allora siamo bravi a farlo, se vogliamo.

Alle gare assiste anche mia madre che mi dice candidamente “però il dorso del vincitore di ieri (Razzetti NDR) non è proprio il massimo, potrebbero migliorarlo. Anche se ieri alla fine non ha perso tanto”. Già.

MI chiedono notizie anche della Turchia, che compare infatti nelle sue gare favorite: il fondo. E infatti è duello per il bronzo fra le due giovani Tuncel (dominatrice degli Eurojunior) e Ertan. Attenzione alla Ertan, dal finale travolgente. 

Allora non lo so se voglio saperlo veramente, ma perché Ceccon si è depilato solo una parte del petto? No, non voglio saperlo. 

Mettiamoci il cuore in pace: il TG2 sta lì e non si smuove, sotto elezioni men che meno. Ma abbiamo tre canali di Raiplay. Potrebbero accorgersene?

E mettiamoci sempre il cuore in pace: c’è il fantanuoto quindi prepariamoci ai saluti a Paolo, alla piccionaia, e all’aumento improvviso dei matrimoni fra gli atleti.
Ma voglio vedere chi ha il coraggio di entrare con i braccioli. 

F/O120 – FuoriOnda/JAPpodcast – day8: Ragazzi terribili agli inferi e ritorno!

Tōto sundai
wikipedia in CC

di redazione podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo, la “voce” di Superlife – il podcast sul salvamento e, come sempre, Marco Agosti in redazione.

Citazioni storiche e letterarie, statistiche sulle finali per commentare due ori storici, quello dell’alto maschile con Tamberi e quello di Marcell – Marcello – Jacobs, primo italiano finalista nei 100 metri e oro olimpico in 9”80. Ma il nuoto ha portato intanto un’altra medaglia, la sesta, anche questa storica. Da anni cercavamo l’ingresso in una finale della mista e finalmente questa ha portato una medaglia. Restate con Jappodcast, il programma che vi porta in apnea dentro le finali olimpiche e fra le bellezze dei Giochi.

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport.

Sigla “Siamo di fuorionda” – KARAOKE a cura della redazione podcast sulla base di “zitti e buoni” dei Maneskin.

Puntata registrata il 1 agosto 2021

credit foto: Wikipedia Creative Commons.

Un grazie particolare a: Blackline – soluzione anticloro

Tokyo2020 – day8: Bronzi, amore e fantasia

L’amore vince sempre!

di Mauro Romanenghi

Tantissimo amore oggi nella vasca olimpica. Mia moglie raggiunge il massimo della felicità con l’ingresso sul podio di Florent Manaudou, secondo nei 50 stile dietro al missile della bandana. Dieci minuti dopo la Blume si issa al bronzo, dietro alla giraffa australiana e alla Sioestroem. E qui scatta il grande bacio a bordo vasca sotto gli occhi delle telecamere, alla faccia della privacy. Grande amore anche sul podio dove Bruno Fratus appena sceso dopo un bronzo storico, inseguito per oltre dieci anni, viene sbaciucchiato dalla fidanzata. Eh va beh.

Decisamente i 50 metri stile non sono per giovani. Medaglie per Dressel, Manaudou e Fratus. Un insegnamento per tutti.

Anche le vincitrici delle medaglie dei 50 femminili non è che siano giovanissime.

Paltrinieri ci prova ma obiettivamente è difficile. Non bisogna chiedere di più a chi obiettivamente di energie ne ha ma proprio contenute. Vince Finke, che fa quello che sa fare: impallinare gli avversari nell’ultima vasca: 25”78. Eh beh.

Mi facevano notare, ieri, due medaglie Svizzera e zero Francia. Oggi siamo due a uno. Anno zero per i transalpini. Non va meglio per i tedeschi, due podi ma ringraziano la malattia di Paltrinieri e Quadarella, altrimenti la vedevo durissima.

mi facevano sempre notare come gli occhialini della Jacoby le saranno anche caduti, ma sono di una qualità che neanche quelli che vendono alle casse delle piscine dei parchi acquatici…

Si completano le ultime doppiette per la felicità degli statistici. Dressel e McKeon per i 50 e 100 stile che si nuotano a crawl ma la specialità è lo stile libero (per i precisini). Poi Finke che fa sua la storica accoppiata 800 e 1500, ovviamente per la prima volta. Curiosamente ciò avviene in campo maschile e femminile, così come per i 200 dorso. Non avviene a rana nè nei maschi, nè nelle femmine.

Tempo di bilanci: 11 a 9 il confronto USA – Australia. Onesto.

Italia 6 medaglie, con lo storico bronzo della mista maschile. Due medaglie per tutti loro, sembra incredibile ma è così. E in una Olimpiade che sembrava in salita con le punte malate, è tanta roba. 

Mia moglie che si occupa dello stile va a compilare la classifica delle mascherine. Vince lo scudetto la Cina, retrocessi gli USA con la maschera da serial killer anni 80.

Alla fine la Cina ce la fa e schiera la sua staffetta femminile preferita: Peng, Tang, Zhang e Yang. Senza grande successo, ma la aspettavamo tutti.

Il nuoto va a finire, la Gran Bretagna, la Cina e il Canada sono le nazioni che si sono imposte alle spalle delle due dominatrici. Non male l’Italia, manca secondo la stampa l’oro ma obiettivamente si è raccolto il massimo possibile. Ricordiamoci che, nelle gare, ci sono anche gli altri.

Carraro ci da la perla di saggezza: siamo venuti e abbiamo fatto esperienza. E ma l’esperienza serve a 16 anni, non a 28. A 28 serve vincere, l’esperienza la dovresti avere già fatta. Opinione strettamente personale.

Solito excursus negli altri sport. Apprendiamo la fondamentale notizia che Jessica Fox, la supercampionessa della canoa slalom, ripara la sua imbarcazione con un preservativo. 

Bella la presenza dei microfoni sulle imbarcazioni della vela, peccato che così si sentano le ovvie esclamazioni scatologiche di Ruggero Tita. Caterina Banti di certo non è una fine signorina oxfordiana, ma vi garantisco che in barca si sente di peggio. Non che gli equipaggi di lingua inglese siano meglio, intendiamoci. Per chi non sa cosa significhi scatologico, si parla di cacca eccetera.

Mai più senza BMX freestyle. Altra specialità messa, come il surf e lo skate, per vendere oggetti e far vincere gli USA. Vince l’inglese.

La Biles forse non farà neanche una gara. Ce ne faremo una ragione.

Capelli multicolor nell’atletica, ma vince i 100 la giamaicana con un colore molto sobrio. In 10”61 secondo tempo di ogni epoca. Tralascio i commenti sul tempo della Griffith-Joiner.

Ed infine l’Italia perde nella pallavolo dalla Cina eliminata: chi c’è in squadra? Ma Zhang, naturalmente!

F/O113 – FuoriOnda/JAPpodcast – day2: Delirio d’argento

Tōkaidō Ejiri tago-no-ura
Wikipedia Creative Commons

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo, la “voce” di Superlife – il podcast sul salvamento e, come sempre, Marco Agosti in redazione.

Ospite di oggi Marco Pedoja, allenatore di Nicolò Martinenghi bronzo olimpico nei 100 rana.

Oggi per la seconda puntata festeggiamo le prime due medaglie del nuoto ai Giochi. E dopo aver parlato di skate, mountain bike e tennistavolo (non ping pong!) allora chiediamo a Marco Pedoja di descriverci come avevano preparato questa gara, frutto di anni di fatiche e sacrifici…e anche di qualche errore!
Continuate a seguirci, Jappodcast porta sempre benissimo!!!

Montaggio a cura di Edoardo Macrì e Margherita Manni di Lifesavinginitaly.

Sigla “Safe and Warm in Hunter’s Arms” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 26 luglio 2021

credit foto: Wikipedia Creative Commons

Un grazie particolare a: Blackline – soluzione anticloro

Tokyo2020 – day2: Cinesi d’autore, cinesi del Canada e Leoni d’Europa!

Motoscafi in azione!!! (screenshot Eurosport)

di Mauro Romanenghi

Ieri, durante il nostro podcast, mi si fa notare come l’Europa è praticamente assente nella prima giornata. USA, Australia, Giappone, persino la Tunisia. Anche oggi, seconda giornata, il vecchio continente non sembra essere all’altezza. Ecco che allora ci vuole la rana per la riscossa: il ruggito del leone inglese scuote i girini d’Europa per una tripletta che dice Peaty, Kamminga e Martinenghi. 
Ma la giornata numero due parte come al solito, con una differenza: la cinese Zhang alla corsia quattro dei 100 farfalla, grande favorita, non è la cinese che vince. Dalla corsia sette esce infatti la “cinese” del Canada McNeil che batte nella gara più veloce della storia Zhang e McKeon. Con 55”73 si resta fuori dal podio, e la nostra cara Sarah aveva visto giusto ma ci ha provato lo stesso.
Nicolò invece sembra il gemello di Kamminga, girano insieme per la vasca tutti felici come se avessero vinto loro. In effetti, dopo re Adam, sono i primi terrestri a mettere i piedi sul podio giapponese dal vecchio continente.

Non sembra la mattinata giusta per gli USA, che prendono il quarto posto anche nei 100 rana con Andrews, che molti ricorderanno per le sue bizzarre preparazioni della stagione. 
Non lo sembra neanche alla Ledecky, che prova a scappare nei 400 ma la Titmus conosce la musica e la danza a memoria. Sembra il copione già visto del 2019, anche se qui l’uragano americano non ha nessun virus, nè il COVID nè nessun altro, come due anni fa.
E allora Ariarne, l’australiana dal nome scioglilingua, si prende di nuovo la vittoria. E ora, chi la ferma più?

Nella semifinale dei 100 rana femminili si ritrovano insieme la Yefimova e la Efimova. Era destino, prima o poi. 
Sempre nella semifinale dei 100 rana, la piccola americana Jacoby (piccola si fa per dire) avanza con la sua rana stile anni 80. Avanza ancora di più la Schoenmaker, cognome teutonico che ricorda l’assistente di Lex Luthor in “Superman” ma che in realtà è molto efficiente. L’eredità di Penny Heyns è dunque giunta? Lo scopriremo domani.

Semifinali dei 200 che non sorridono a Stefano Ballo, troppo lento nella prima parte. Sorride invece la 4×200, Ballo c’è e Di Cola lo accompagna. Non disperate, tifosi di poca fede.

Ieri un po’ in ombra, oggi il Robocop del dorso statunitense batte un colpo. Chi sei? “Sono Ryan Murphy, signore”. 
Vivo o morto, tu verrai con me sul podio!

Non se le mandano a dire neanche nei 100 dorso femmine. Dopo lo smacco di ieri, oggi le americane rispondono con la Smith e la canadese Masse (un nome che è tutto un programma) le ribatte di nuovo da par suo. La Kaylee McKeown, cognome utilizzato per confondersi con la delfinista McKeon, le va dietro.  

Della serie la tocco piano: Titmus 1’58”1 al passaggio, 1’58”5 al ritorno.

La serie continua con Chalmers, 46”4 in frazione di staffetta.

Sempre della serie la tocco piano, hanno visto un po’ di sofferenza in Dressel, che ha aperto la staffetta USA in 47”26. Proprio proprio sofferente non direi.

Non solo Peaty, ma anche altri vecchi leoni ruggiscono: Brent Hayden, classe 1983, apre la staffetta del Canada in 47”99. Non basta per la squadra, però aiuta!!!

Come dice Cristina Chiuso, composta l’esultazione (o esultanza, più corretto) dell’allenatore della Titmus in tribuna che sembra Tarzan il re della jungla e diciamo ne ha tutto il diritto: il fisico glielo consente, come direbbe mia moglie.

Se l’Italia contende (quasi) fino all’ultimo l’oro della staffetta veloce agli Stati Uniti e vince un fantastico argento, chi scompare come una noce di burro nel soffritto? Esatto, la Russia. Vabbé.

Europei 2021 – Very Fast!

Veloci sul podio!
Credit: screenshot RAIPLAY di Mauro Romanenghi

di Mauro Romanenghi

Ricordate come tempo fa la nazionale si presentava alle premiazioni con un look personalissimo: nel senso che non c’era una persona che indossasse le stesse cose di un’altra. Persino in staffetta riuscivano a non salire sul podio tutti vestiti uguali. Ieri invece in occasione della giornata per ricordare le difficoltà delle piscine, tutti con la mascherina hashtag #salviamolepiscine. 
Oggi non solo quella mascherina scompare, ma scompare anche la mascherina! Il miglior siparietto lo offre la Quadarella, che prima si presenta dalla Caporale senza mascherina, poi indossa una mascherina della nazionale, infine al terzo tentativo indossa quella con la scritta taggata (nel frattempo una mascherina è finita sul braccio). Mia moglie sta ancora ridendo, soprattutto dopo la comparsa di Sabbioni con la mascherina chirurgica offerta dall’organizzazione sul bordo vasca a tutti gli atleti alla fine di ogni gara, in mano neanche fosse un ventaglio Tutto bene, ragazzi.

Parliamo di nuoto che è meglio. Intanto Enrico Cattaneo, in prestito dalla Coppa del Mondo, si applica e al secondo giorno lo vediamo più sul pezzo. Mecasacchi sono mecasacchi, ma Enrico si riscatta nella seconda manche e infila una serie di triple da  urlo. Lo attendiamo nello schuss finale degli ultimi giorni. 

Al mattino parte nei 100 rana Emelie Fast. un nome una garanzia: non benissimo nel pomeriggio, la svedese, ma insomma si farà. Ricordiamo che le finniche rispondono schierando Mimosa Jallow, tanto per gradire. Cose nordiche.

Il mattino si consumano duelli fra italiani per entrare in semifinale. Si inizia subito con  il lanciafiamme. Pilato, 1’06”3. Carraro, 1’06”2. Castiglioni, 1’05”9. Insomma volano subito gli stracci come previsto.

Nella velocità, nessun problema per Miressi al mattino, al suo terzo 47” in due giorni, che diventano quattro nel pomeriggio con un record italiano di 47”53. Fast anche per lui, direi.

Burdisso in zona mista ammette candidamente che ha gestito la gara dei 200 farfalla, passando in 53”75. Lui vive in una dimensione tutta sua.

Rivediamo con piacere Jack Carini da Piacenza in questa gara. E con piacere saluto i suoi tecnici Lele Merisi e Gianni Ponzanibbio. Che come ben sanno, bisogna sempre avere pazienza. Un augurio anche a Matteo Giunta, al quale Jack si è affidato dopo gli Assoluti.

Un bel numero di svizzeri in giro nelle finali. Nessuno a medaglia, per ora, comunque ottima Svizzera. Forse ha sbagliato, ha visto Cattaneo e pensava di essere a Kitzbuhel.

Oggi la Ntountounaki abbiamo dovuto imparare a pronunciarla per forza. Vince e convince nei 100 farfalla, e in tempi di COVID deve pure condividere l’angusto podio (non è vero che è angusto, ma facciamo preoccupare il CTS) con la Wattel.

Per complicarci la vita, appare la Kirpichnikova negli 800 stile libero. Non c’è mai pace, fra gli ulivi.

Dopo la Quadarella che porta, a parte la mascherina in zona mista, il primo oro per l’Italia, un po’ di vacche magre. Certo che pensare che Martinenghi al suo terzo 58” in due giorni arriva quinto… chi lo direbbe? Eppure è così.

Oggi sempre più fast, troviamo con la solita appendice Kliment al nuovo record mondiale dei 50 dorso. Io non so quanto margine abbia nei 100 stile, ma se ne ha domani sfida a razzo tra il Tupolev russo e Miressi promette scintille. me lo auguro, almeno.

Sempre più fast anche Ranomi, che ritrova un bel sotto 24” nei 50 stile, e brucia la campionessa olimpica Blume. Siamo tutti Ranomi, oggi. 

Sul podio, raggiante e svettante, sempre lei: miss Freya. Che al termine della staffetta, poiché come è noto non ci vede benissimo, si alza per vedere il suo tempo, e così facendo oscura tutti i suoi compagni, maschi compresi.

In tutto questo, argento per la 4×200 stile libero mixed italiana, con record. Chiusura fast di giornata, aspettando domani.   

Campionati Italiani Assoluti giorno 3 – Chiedo venia.

Godzilla contro Ghidorah

di Mauro Romanenghi

Oggi è giornata difficile, lo so. Potrei dire che ho avuto problemi in settimana, che oggi mio padre ha avuto qualche problema di salute, che mi sento fiacco e la Pasqua che arriva con le sue restrizioni, impedendomi l’ennesima grigliata mi ha demotivato. Così facendo però darei adito a lamentele perché predico bene e razzolo male (che poi come razzolo io non lo fa neanche la padovana dal ciuffo), accampo scuse inutili e tendenziose.
La realtà è che le gare, oggi non le ho viste. Manco di pezza. Zero. Nada.

Cioè.. non è esatto neanche questo. Poiché non sono aduso a mentire, confesso che verso le 17,35 quando i miei Esordienti A si approssimavano al termine della loro serie di 8×75 misti a 1’30” a passo sostenuto (visto che io seguo i dettami FIN e faccio fare i misti) ho mollato il colpo e con il mio smartphone-new-generation mi sono collegato su Raisport.

Perché?

Faccio un passo indietro. 

Al mattino, grossa diatriba nella chat (non enogastronomica) di Acquastampata sul fatto della qualifica olimpica nei 100 rana donne. Alcune notizie indicavano che la qualificazione olimpica poteva essere fatta in qualunque momento degli Assoluti, non solo in finale, quindi anche nella vasca di riscaldamento, sotto la doccia degli spogliatoi (inagibili, fra l’altro), in tribuna stampa, sugli scalini dell’ingresso, addirittura tuffandosi dal trampolino di 3 metri. Insomma, un po’ come la partita di Fantozzi dove segnava Zoff su calcio d’angolo. Io ho indagato e alla fine siamo giunti alla conclusione che no, bisognasse guadagnarsi il diritto in finale.
Per me questa è LA gara dei campionati. Noi (come Acquastampata) abbiamo seguito Castiglioni e Carraro da moltissimo, siamo andati a casa loro (dove si allenano, altrimenti non ci avrebbero mai più invitato perché dovrebbero ancora pagare il mutuo del pranzo) e quindi per noi questo duello (vedi tema del primo giorno è un po’ Godzilla contro King Ghidorah (scegliete voi chi è Godzilla e chi è Ghidorah). 
Insomma, il raggio nucleare contro lo sguardo raggelante. Terzo incomodo, un po’ Gamera un po’ farfalla svolazzante, Benedetta Pilato. Che si lava le mani, come il suo illustre avo, di tutto questo scintillante bailamme, essendo lei già con il biglietto in tasca da dicembre, e avendo fatto la DAD a Budapest, mica in casa sua o a Sesto San Giovanni.

Insomma, arriviamo al dunque. Pilato fa la sua bella gara, parte forte ma non fortissimo, e qui Carraro va a nozze. Prende la scia, apre il DRS e va a prendersi il titolo, il record e il pass olimpico. Triplete di giornata mai visto. Pilato è seconda, personale e record giovanile. Castiglioni argento pure lei, seconda performer all time e a casa. I tempi li sapete, inutile che ve lo dica. Una nazione che fatica a mettere insieme dieci atleti per Tokyo a quattro mesi dall’Olimpiade è costretta a lasciare a casa una potenziale medaglia. Questa la cruda realtà dello sport, ecco tutto.

Del resto delle gare non ho visto nulla. Posso solo essere un po’ deluso dai tempi dei 200 stile dove mi aspettavo qualcosa in più, anche se felice per quello Stefano Ballo il cui allenatore ricorderete abbiamo sentito tempo fa.

Altro in realtà non c’è da dire. Certo, il gran tempo di Martinenghi dei 50 rana, terzo al mondo. Ma non lo scopriamo ora, è una carta olimpica al pari di tutti i qualificati finora che hanno tutti praticamente la possibilità di giocarsi una medaglia (se non mi credete, guardate il loro ranking). 

Chiedo perciò ancora scusa per non aver parlato di un paio di personaggi nuovi. Avevo citato qualche Junior, naturalmente ho scordato la Gaetani. due volte podio a dorso, in progresso anche se ancora manca un quid per esplodere ad alti livelli, ma insomma è lì con le miglior italiane intanto. Per i precisini: è Cadette, ma è ancora giovanile a livello internazionale.

Non avevo citato Mora, l’eterno incompiuto della vasca lunga che finalmente si prende la nazionale estiva.

Non avevo citato la Tarantino, in enorme progresso, che rilancia una 4×100 stile femmine che vede un pochino di luce con l’arrivo anche di Costanza Cocconcelli, passata da 56”5 a 55”0 in un amen. Certo, ne rimane di pasta e fagioli da mangiare: son qua a vedere.

Ma oggi, tutto era per la sfida dei 100 rana… la risposta: una storia infinita. Che è solo all’inizio.

Campionati Italiani Assoluti giorno 2 – Assolutamente impreparati

Homo scusozoicus

di Mauro Romanenghi

C’era un’età dell’Homo sapiens, in cui molti dei primi esseri umani cercavano per tentativi di trovare delle soluzioni ai fabbisogni primari dell’umanità stessa. 
Chiaramente in tali frangenti di prove ed errori era scusabile il processo di creazione di molti orrori, tipo la ruota quadrata, il triangolo scaleno, la clava da utilizzare per colpire la classica donna delle caverne da rapire e portare nel proprio antro.
Tale era venne definita Età Scusozoica dell’uomo.
L’uomo scusozoico era un po’ come Gallera e Fontana, dotato di un innato senso del rimpallo delle responsabilità. Chiaramente era difficilmente imputabile a individui ignari delle più elementari nozioni scientifiche, tecnologiche, biologiche e culinarie la conoscenza ad esempio del fatto che se mangi l’amanita falloide rischi seriamente la morte per paralisi, o che era meglio non toccare la fiamma viva a mani nude per spegnerla, o che portarsi in casa la madre della futura sposa poteva essere un errore fatale che avrebbe avuto ripercussioni sulla propria psiche negli anni a venire.

Dopo milioni di anni, l’atleta rappresenta un po’ il diretto discendente dell’uomo scusozoico: prestante, atletico, capace di grandi prestazioni ma anche di grandi flop, e soprattutto dotato di un primitivo senso della competizione, un po’ come l’uomo della preistoria con i mammut.
Ma soprattutto ha un repertorio di scuse che l’uomo scusozoico gli ha tramandato ed è entrato nel suo genoma come il carattere rugoso e liscio nei piselli di Mendel.

In questi giorni, abbiamo una serie di scuse belle che servite. La più facile, e purtroppo tristemente reale, è il COVID19. Scusa che per quanto facile può essere usata soltanto una volta. Miressi, ad esempio, è la classica persona che può usarla. Come dice mia moglie, nell’intervista post gara sembrava che stesse per tirare le cuoia da un secondo all’altro: mi stupisco che abbia avuto le energie per gareggiare.

La seconda scusa di questi campionati per giustificare delle prestazioni non gradite (che poi non mi sembra che questo campionato stia deludendo le aspettative, vista la situazione contingente non certo rosea) è l’impreparazione. Questo campionato non lo ha preparato nessuno, a sentire le interviste degli atleti. Che lo posso capire se mi viene detto che non si è riusciti a prepararlo perché le piscine sono chiuse, sono lontane, siamo in difficoltà logistiche. Ci sta tutta. La situazione non è certo facile. Ma dico io, gli Assoluti sono una tappa di passaggio talmente lontana che secondo me la preparazione ci deve essere: magari non finalizzata, ma ci deve essere. Ma l’uomo scusozoico si sa supera anche questo tassello: tornato alla grotta, senza la cena e senza erbe aromatiche, alla domanda “ma la cena?”, risponde: “non mi sono alzato bene questa mattina, il sole non era propizio e la luna era calante. Quindi il mammut non c’è”.
Non fa una piega. Quindi, le gare non le ho preparate, che volete da me?

Alla fine comunque le prestazioni ci sono state lo stesso. Zero tempi per Tokyo, se escludiamo chi i tempi li ha già. Ma abbiamo avuto dei tempi per gli Europei, dove porteremo quindi più di un atleta. 

E’ il caso degli 800 stile maschi e femmine, dove però possiamo dire che il tempo per Tokyo è cosa fatta per Detti e Caramignoli, che accompagneranno Paltrinieri e Quadarella.

Doppietta anche per Burdisso e Razzetti nei 200 farfalla, con il ligure al quinto tempo alltime e il gemello diverso di Ceccon a sfiorare il record italiano dopo il solito passaggio a tuono. 

Doppietta anche per le raniste Fangio ed Angiolini, ex compagne di squadra e ora rivali che si accompagnano spalla a spalla fino all’arrivo. Lisa stacca il personale che è anche il terzo tempo di sempre, proprio dietro alla lombarda, reduce da un infortunio all’adduttore.

E doppietta anche nei 100 stile, dove Miressi sfiora sia la crisi respiratoria sia il tempo per Tokyo, portandosi dietro Ceccon. Quattro sotto i 49”, non male ma io mi aspettavo di meglio. Forse non ero preparato bene.
Soprattutto avevo visto molto bene Zazzeri e Bori, e penso anche loro si fossero visti meglio. 
Mi aspetto ancora ottime cose, dai 200 questa volta, domani.

E ora grandi applausi per un grande 100 rana: Martinenghi si tira dietro Pinzuti e Poggio, che forse ci crede poco. Alla fine, tutti sotto il minuto. Uno per Tokyo c’era già, per Budapest sono due. Ma io farei tre. Chi ce li ha, in Europa, un trio così?

Parlavo ieri nella mia chat di allenatori selezionata – la selezione non è per meriti tecnici: sebbene siano tutti valenti, vorrei precisare che si basa sulle preferenze enogastronomiche come chi ben mi conosce può immaginare – del fatto che questi Assoluti non sono facili per i giovani. Ben pochi hanno la possibilità di affrontare la finale pomeridiana. Per dirla, finora ho visto DeTullio junior e la Vetrano nei 400 stile, Cerasuolo nei 100 rana. Sarà un caso, ma due di questi hanno ottenuto il tempo non solo per gli Eurojunior di Roma, ma anche per i Mondiali: sempre che si facciano…ma se non si faranno, sarà perché non sono riusciti a prepararli in tempo.