
di Mauro Romanenghi
Oggi voglio parlare di Viktor, Viktoria o Viktoraia Mihalyvari-Farkas, che solo a pronunciare il suo cognome la sua gara è finita. E sì che è una gara lunga, sono i 400 misti: che dopo una partenza accorta la magiara domina grazie a una stupenda progressione a rana. Ma chi è questa ragazza dal nome profetico? E quale è il suo vero nome? Le liste di arrivo non aiutano, prima è Viktor (e così la citano), poi diventa Viktoria e alla fine nelle liste di finale è Viktoraia.
Allora ho deciso e sono andato sul sito della federazione ungherese.
Questa è Viktoria. Il futuro è tutto suo.
Ieri ho colpevolmente e consapevolmente ignorato il record europeo del conte rumeno David “Vlad” Popovici. L’ho fatto perché con i miei amici ho detto: “o domani soffre lo spalla a spalla o se ne va e fa il record”. Oggi se n’è andato, come e più di ieri, ma già dalla prima vasca: un volo da pipistrello col suo mantello da conte lo porta a dominare. Certo abbiamo avuto un campione olimpico diciottenne a Rio, ma qui abbiamo un talento che se continua così ha solo margini di miglioramento inesplorati, fosse solo per una partenza che forse per la giovane età e la potenza non certo da adulto è ancora acerba (in semifinale è partito dietro a Zazzeri). Fluente il suo inglese con cui ringrazia i suoi concittadini presenti (le bandiere della Romania erano seconde solo a quelle del tricolore azzurro) e veramente sembra senza emozioni. Insomma, aguzziamo i canini e attenti all’ombra del conte Popovici: il suo regno è probabilmente appena iniziato.

Ma dobbiamo parlare della nuova splendida giornata azzurra. Le raniste sembra lo facciano apposta a fare come i maschi, e così è doppietta per Benny e la sua barboncina (fantanuoto rules) e per Lisa Angiolini. Diciamo che visti i tempi di ieri e il clima oramai di trance agonistica si poteva sperare nell’impresa. E così è stato. Intanto Ruta sta cominciando a odiare le azzurre e sul podio il suo sguardo è fiammeggiante.
Lisa la apprezzo particolarmente perché gareggia anche nel salvamento e ha pure vinto ai categoria i 200 ostacoli. Brava Lisa!

Il tricolore sventola ovunque, e così Paltrinieri fa quello che vuole nel suo ottocento. Stavolta sceglie la tattica progressione in negative split e lo fa anche Galossi. E così abbiamo l’ennesima doppietta, con un altro gemello diverso dopo Gab & Greg e Dome & Greg, ora c’è Gallo & Greg. La foto ricorda qualcosa?
E attenzione perché il ragazzo, se continua così, non ha finito di stupire qui a Roma.

Siamo a sette ori. L’obiettivo si avvicina, il mio collega trema: domani, a metà strada, vedrete che ci avvicineremo ancora di più.
Oggi altri due quarti posti per le nostre ragazze, che in questa edizione da record lasciano un po’ di amaro in bocca intanto perché ci siamo abituati troppo bene e soprattutto perché è il secondo quarto posto di staffetta dopo la 4×200. Ma diciamolo, viste le ultime uscite dei quartetti femminili dello stile libero, questi risultati sono uno stimolo a ripartire. Come diceva la Ferraioli è ora di farsi avanti perché il podio è a un passo e servono gente e risultati.
Cadono come mosche i campioni nei 400 misti: fuori la mia Katinka, fuori la Belmonte. Resiste Susi Jakabos: grazie di tutto Susi, soprattutto dello sguardo assassino.
Continuano le sentenze definitive di mia madre. Le cito in ordine di emissione.
Duecento stile, parte la islandese Jorunnasdottir: “ora che dicono il suo nome, ha già finito la gara”.
Duecento stile, ai 125 giudizio sulle azzurre: “fuori tutte e due”.
Dopo la terza finale di giornata: “giornata magra, oggi”.
Prima degli 800 stile libero: “adesso arriva il ragazzo giovane, Gabelli”.
Potete immaginare il mio sguardo di disapprovazione. Ma la madre, si sa, non si contraddice per definizione soprattutto se ha fatto la parmigiana a pranzo.
Burdisso in zona mista è impagabile. Lo so, non c’è niente da ridere, la sua gara è andata male (parole sue), ma i suoi commenti hanno disorientato il cronista fino al definitivo “a questa domanda non saprei neanche come rispondere”. Mitico.
E solo una cosa che non c’entra niente col nuoto…Piero, grazie di tutto!
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