F/O117 – FuoriOnda/Jappodcast – special edition: Fiorentini d’autore!

i tre moschettieri a Tokyo!
credit: instagram Rari Nantes Florentia

di redazione podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo, la “voce” di Superlife – il podcast sul salvamento e, come sempre, Marco Agosti in redazione.

Ospiti di oggi Fabrizio Verniani e Paolo Palchetti, allenatori della Rari Nantes Florentia

Come promesso in Jappodacst numero 116, parliamo con gli allenatori di Megli, Restivo e Zazzeri, protagonisti fiorentini (uno d’adozione ma vale lo stesso) ai Giochi. In realtà parliamo solo con Fabrizio, perché Paolo è molto schivo e in più… sta allenando! Scoprite così come sono stati preparati i ragazzi e i piani futuri dei “ragazzi” di Firenze. Perché Parigi 2024 non è così lontana. Oggi quinta puntata speciale.
Jappodacst…con la nuova sigla!!!

Montaggio a cura di Edoardo Macrì e Margherita Manni di Lifesavinginitaly.

sigla: karaoke della redazione, ahivoi!

Puntata registrata il 29 luglio 2021.

credit foto: Rari Nantes Florentia (Instagram)

Gwangju 2019/heat 5 – Mai vendere la pelle dell’orso…soprattutto russo!

di Mauro Romanenghi

4x200 sl stellare / collage screenshot RAI

4×200 sl stellare / collage screenshot RAI

Un bel tacer non fu mai scritto, diceva sempre mio padre. Certo non è che non bisogna dire nulla, ma a volte, di sicuro, si parla così, perchè bisogna fare sensazionalismo a tutti i costi. E così ecco tutti a parlare della crisi statunitense, che certo non ha vinto tutti gli ori che si aspettavano, e qualcuno rischia di sicuro di finire al lavoro a metter su mattoni al confine, ma così male non va. Perché gli USA qualche asso ce l’hanno sempre, a volte nascosto, a volte no. Uno di sicuro non lo nascondono, ed è Caeleb Remel Dressel, che più che un nome sembra uno scioglilingua. Ma il suo vero nome è Kal-el, e chi mastica di comics sa di chi parlo. E d’ora in avanti sarà così, per me.
Poi ci sono quelli seminascosti. Perché Regan Smith, per molti una sorpresa, non lo è proprio. Certo, nessuno si aspettava questo 2’03”55. Ma siamo proprio sicuro di parlare di una ragazzina fenomeno improvviso? Forse non ricorda nessuno quanti anni aveva Missy Franklin (chi?) quando stabilì il record precedente? O quanti anni aveva la Ledecky? E comunque improvviso un ciuffolo: Regan Smith l’ho vista con i miei occhi gareggiare in finale a Budapest e stabilire il record mondiale Junior. E l’anno scorso è arrivata sul podio ai Panpac in 2’06” e spicci. Scusate ma è progredita di più la Panziera che è molto meno giovane. E comunque detiene il record mondiale Junior dei 100 in 58”45, scusate se fa schifo. Peccato che le selezioni gli USA le facciano un anno prima, se no questa chissà che ti combinava. Vediamo se le fanno fare almeno le batterie della mista. Insomma, di ragazze prodigio (Katie Hoff, Amanda Beard, Dara Torres e ne dimentico di sicuro) gli USA ne hanno sfornato a carretti. Per questo, la crisi loro proprio non ce l’hanno.

Fine del discorso serio. L’orso russo ieri parlava di quattro ori. Beh, c’è andato vicino ma ha dovuto vendere cara la pelle. D’altronde, mai vendere la pelle dell’orso prima di avercelo. Soprattutto se è russo.

Continuo a sostenere che Rylov sia l’anello di congiunzione tra l’uomo verde e il resto dell’umanità. Ma oggi non era così devastante. Mi aspetto un record del mondo, prima o poi.

Efimova certo tenta di fare un ritorno veloce, ma Chupkov non ha eguali. Oggi ragionavo che il suo è un vero negative split. Con 1’02”2 e 1’03”9, calcolando il tempo per girarsi ai 100 e il tuffo, la seconda parte è nettamente più veloce della prima. Qualcuno ha asserito che finalmente qualcuno ha capito come si nuotano i 200 rana, ed è russo. Più probabilmente, è solo Chupkov. 

Io lo avevo detto che ne vedevamo delle belle nei 200 rana. Poi non dite che non vi avverto.

Leggo su Internet la battuta di Chupkov e “Amici miei”. Bella, la farei direttamente a Chupkov e Rylov. Voglio vedere se la apprezzano. Ricordiamoci che come gli orsi, anche i russi non hanno un gran senso dell’umorismo.

Leggo anche di Vaskina. Battuta che ho già fatto in anni e anni di suoi Eurojunior. Ora ha preso medaglia anche qui nei 50 dorso. Chiamatela Vaskona (ma senza farglielo sapere, è sempre russa).

Kal-el passa ai 50 in un tempo che se la giocava per la medaglia nei 50 farfalla secchi. Insomma, 49”50, è un tempo che aspettavamo io e il mio amico. E’ arrivato. Adesso vediamo che succede.

E finalmente rivediamo la Panziera, con espressioni a corrente alternata. Certo venire per vincere e vedersi un treno passare di fianco non è mai bello. Ma non tutto il male vien per nuocere. Coraggio Marghe, le medaglie sono tre e nessuno le ha prese. 

Stefano Ballo il giramondo. Da Bolzano a Caserta, uno dei pochi migranti al contrario. Alla faccia di Salvini. Bravo Stefano.

4×200, quattro per un quarto. Di nuovo. Ma senza recriminare ‘sto giro. Qualcuno parla di virate, di cambi lenti. Cazzate. Che dovrebbero dire la Gran Bretagna, o l’Australia allora. Cosa possiamo dire, a persone che facevano 1’47”-1’48” fino allo scorso anno? Stiamo parlando di una staffetta da 1’45”5 di media. La realtà è che con questo tempo alle ultime edizioni di Olimpiadi e Mondiali si andava a podio agili. La realtà è che oggi va così. Ma, speriamo, non sempre.

FuoriOnda 67 – Speciale Gwangju 2019: Filippo Megli, un 200 nella storia

di redazione podcast

Conduce la blogger Laura Vergani in solitaria. In redazione come sempre Marco Agosti.

Ospite Filippo Megli, neoprimatista italiano dei 200 stile.

Intervistiamo direttamente dal campo gara Filippo Megli, che ci descrive il suo avvicinamento alla gara dei 200 nella stagione e quello che succede in campo gara. E dopo la bellissima prestazione, un occhio al domani e alla staffetta 4×200. Solo su Fuorionda, il podcast mondiale, che è come se fosse in Corea!

Montaggio a cura di Edoardo Macrì di Lifesavinginitaly.
Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 25 luglio 2019.
Credit foto: Laura Vergani/screenshot da RaiSport

Gwangju 2019/heat 2 – Tre per tre: e i riccioli vanno sul podio

di Mauro Romanenghi

podio100RA_femmine_Carraro-King-Efimova

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In Italia si è scatenato un caldo pazzesco. Più di 38 gradi, sole cocente, il mio fruttivendolo voleva regalarmi tutta la verdura a un euro perché, dice lui, tanto domani la butto. Insomma è roba buona, bisogna anche saper cogliere le occasioni quindi ho preso un sacco di verdura e frutta in sconto. La roba migliore sono le pesche. Un euro una cassetta di pesche. Ma dove lo trovi uno così?
Invece a Gwangju il tempo fa schifo. Da venerdì piove, piove sempre. C’è un tifone. Questo lo dicono gli amici di mia moglie, che sono là per lavoro. Io almeno le gare le vedo con l’aria condizionata.

Anche a Gwangju è tempo di occasioni: e quando ti si presenta un’occasione così, non puoi lasciartela scappare. La campionessa mondiale, olimpica, primatista del mondo ha mal di pancia. Forse le è venuto perché ha perso i 400, forse ha perso perché le è venuto, non si sa. Ma se ha la cagarella è tempo di Quadarella. E Simona il mal di pancia non ce l’ha e si vede dai primi metri. E anche dagli ultimi. E anche da tutti quelli in mezzo.

Oggi magra magra per gli USA. Donald Trump ha già telefonato ai dorsisti dicendo che c’è un posto libero alla frontiera per il Messico per la costruzione del muro o alla peggio in dogana. Contratto di sei anni rinnovabili.

Ieri non volevo parlare di Megli, Carraro e Castiglioni e dei loro record italiani. Perché ne volevo parlare oggi. Grandissime gare, grandissime prestazioni. Anche Castiglioni, ottava ad un mondiale che fino a un mese fa non era tanto sicura di poter disputare, visti i mille travagli. Grande Carraro, che sposta i suoi riccioli finalmente su un podio mondiale. Chissà cosa succederà, ma intanto godiamoci questo bronzo e il secondo record italiano. Risate fra le tre ragazze: e insomma, se Horton non perdona, Lili King forse sì. Finché vince, e salva la giornata degli USA che ricevono la grazia da Trump. Niente muro, oggi. Murphy ringrazia.

La Efimova rispedita a casa dalla ragazza senza collo. Questo l’editoriale di oggi di “cavalli e segugi” sui 100 rana donne. 

Mi scrivono da casa se lo sbuffo di fumo serve a disinfettare gli atleti prima di entrare in vasca, visto che non possono fare la doccia. Non è così, è per adattarli al clima dall’umidità pazzesca della Corea. Siamo nella stagione dei monsoni, in più c’è il grande tifone di Mazinga (battuta che solo gli over40 possono capire).

La Cina protagonista di giornata con l’oro di Sun, quello di Xu nel dorso e il bronzo dei 1500 femminili. Ieri ho anche visto che è risorta la Ye Shiwen: penso non prendesse medaglie da quel Londra 2012, ma la mia memoria è corta, potrei sbagliarmi. Purtroppo la dorsista pazza è uscita in batteria, per me è stata la più grande delusione di questo mondiale.

Delusissima anche la Caporale, oramai non riesce più a far piangere nessuna, per un motivo o per l’altro arrivano già in lacrime. Adesso la sfida più grossa sarà trovare la domanda per farle ridere.

Parliamo di Megli. Un terzo 50 un filo più coraggioso, solo un filo, e forse adesso… ma solo forse… Dai Filippo, l’odore lo hai sentito: adesso manca il sapore.

Comunque il rush finale più veloce di tutti. Ma tanto noi non siamo la stampa specializzata, lo avranno detto già tutti.

Così come tutti avranno già detto che il ritorno di Carraro è stato più veloce di quello di Efimova: solo la King ha retto il confronto. Lo sciamano battezza Rena Aoki. Lode allo sciamano, e alle unghie di Martina.

A proposito di podio dei 200, io lo avevo detto che la FINA non gradisce come tutti i gerontocrati queste scenette sul podio. Anche perché Sun é under investigation. Quindi occhio alle sentenze fino a settembre. Per il resto, ognuno  ripeto può esprimere il suo sdegno come meglio crede. 

La battuta di Sun “io sono un vincente, e tu un perdente” è presa da un film americano degli anni 80. Era tipo Porkis o qualcosa del genere. Purtroppo ora mi sfugge. La memoria se ne va, a una certa. Comunque, non è originale.

Rapsys maledirà questo mondiale. Quarto nei 400, poi primo e squalificato per falsa nei 200. Grande Swimswam che in perfetto stile americano evidenzia in giallo il movimento del lituano sul blocco. Movimento lampante e squalifica ineccepibile.

Tre primati italiani individuali al giorno nei primi tre giorni. Le coincidenze a volte sono incredibili. Della staffetta non ne voglio parlare, ho detto!

Concludiamo la giornata con Burdisso. Riassumiamo la sua espressione con la famosa frase “felicità a momenti, e futuro incerto”. Domani si vedrà: “è un altro giorno”. 

Gwangju 2019/heat 1 – Tradimenti, boicottaggi, tonfi e trionfi

di Mauro Romanenghi

Gwangju 2019

Gwangju 2019

Ci sono nella vita momenti di difficoltà, magari anche nella vita di coppia. Sai, quando le cose non girano per il verso giusto, oppure si è un po’ stanchi. Oppure succede quel che uno magari non si aspetta. Così l’altra sera sento un rumore a notte fonda e vedo mia moglie giocare col cellulare.
Con chi starà mai messaggiando a quest’ora di notte, penso io. Chi sarà il losco figuro che la contatta alle tre, alle quattro, che ore saranno?

La luce del telefonino si illumina sempre più ed ecco la voce inconfondibile che si palesa. Un’introduzione inconfondibile, il solito panegirico infinito e poi il consueto saluto: da Tommaso Mecarozzi… e Luca Sacchi!
Nooooooooo!

Anche alle tre di notte. Ma io devo andare al lavoro! Ebbene niente da fare, ho dovuto seguire le batterie del mattino, con la Carraro che pure rincara la dose: “e quei dormiglioni che non ci seguono…no dai domani è lunedì e si lavora, poveri”. Eh già!

Due giorni di mondiale e l’Italia fa subito vedere di che pasta è fatta. Partiamo dal panino imbottito. Gabriele Detti conquista dopo un anno travagliato la medaglia dei 400 stile. Nell’intervista però si vede che è un po’ seccato, è la seconda volta che Horton lo sega allo sprint ai mondiali. Se la prende pure con la mamma. Povera, pure lei deve svegliarsi presto per vederlo. Ah no, lei è già là. Beh, povera lo stesso.

Che poi la colpa che Gabri è basso è sua, perché quando giocava in cortile arrivava sempre tardi a cena e la mamma gli tirava un tappone sulla testa. Se fosse stato puntuale…

Sempre in questi due giorni abbiamo ammirato Elena Di Liddo. Come abbia fatto a perdere la semifinale mi sembra logico. Se sei alta un metro e sessanta e le altre sono uno e ottanta, all’arrivo lungo chi avrà la meglio? Ma detto ciò tre gare sontuose. Il suo quarto posto è stato sbrigato un po’ troppo frettolosamente. Tanto per dare un’idea della sua gara, visto che la stampa specializzata non lo fa, il suo è stato il ritorno migliore dopo quello spettacolare della Macneil (che ha fatto 29”0, mica pizza e fichi). Meglio della Sjoestroem.
Che poi Elena è più simpatica da quando in perfetto accento pugliese ci spiega le sue gare e non le sue marce forzate.

Ma parliamo, visto che siamo ai 100 farfalla, di tonfi. La Sarah svedese, la sola e l’unica, soccombe all’impeto millennials di questa canadese dagli occhi a mandorla. Svezzata dalla madre a salmone affumicato, allevata dal coach canadese insieme alle altre ragazze terribili contrastando i grizzlies nelle foreste dell’Ontario, la Macneil si sbarazza di Saretta con un secondo 50 imbarazzante e soprattutto con un’apnea in uscita di virata che mangia tutto lo svantaggio che aveva. E non oso pensare alla staffetta mista, vista la Masse di oggi e la Ruck da 52” lanciato. Purtroppo fra tutte queste delicate fanciulle manca la ranista di livello per competere alla pari con gli USA. Ma attenzione, dall’Ottawa potrebbe sbucare.

Tonfo numero due è stato quello della Ledecky. Faccia da funerale mai vista: non che di solito abbia sta grande espressione di giubilo, ma dopo la finale e durante la premiazione aveva quel non so che di voler essere da tutta un’altra parte. Proprio lì invece voleva essere la Titmus, che è dell’anno? Duemila, bravi, indovinato.

La sconfitta della Kationa non mi ha lasciato grossi strascichi sentimentali per cui io abbia bisogno di trovare consolazione; invece la medaglia persa dalla Kesely sì. L’Ungheria per me resta sempre la numero uno, le sue tifose sono impareggiabili e la Jakabos é bella anche in pigiamone di flanella (non ditelo a mia moglie se no guarda le batterie anche in replica alle cinque di mattina).

E parliamo di altri italiani: per la staffetta ho litigato con tutti. Hanno detto che non ci si può lamentare di una squadra che ha fatto il record italiano dopo dieci anni.
E io mi lamento lo stesso.
Primo perché la prima frazione Condorelli l’ha condotta al suicidio, negli ultimi cinque metri non si muoveva più manco avesse gli spiriti di Peaty che lo tiravano per le dita dei piedi.
Secondo perché l’arrivo di Miressi grida vendetta. Comunque il migliore della staffetta Frigo, che ha riportato sotto l’Italia da un distacco imbarazzante. Meglio di lui solo Adrian, Rylov e Chalmers. Hai detto poco.

Mi dicono che devo parlare anche dei record italiani di Carraro, Castiglioni e Megli. Preferivo farlo dopo la finale. Ma l’ho fatto. (“L’hai fatto in maniera sbrigativa”, dice mia moglie “hanno fatto delle prestazioni incredibili!”).

Leggo sulla stampa specializzata (e non) tutta una serie di battute sugli extraterrestri, su dei scesi in Terra a nuotare la rana o la farfalla, oppure di uragani dei 1500. Sinceramente di extraterrestri non ne vedo. Se prendiamo la Ledecky é semplicemente una atleta fuori dal comune con delle masse fuori dal comune. Peaty quelle masse le ha il doppio, e fa i 100 rana. In 56”88. Bravo chi riesce a farglielo fare, e lui che ci riesce. Gli extraterrestri lasciamoli a Spielberg.

Sempre sui siti specializzati leggo della prestazione di De Tullio sui 400. Prima fa il personale. Poi il personale è anche record Cadetti.. In sostanza un ottimo De Tullio.

Sempre sui siti specializzati vedo che la Carraro è allenata a Bologna da Bastelli. Siamo rimasti un po’ indietro.

Lascio alla stampa specializzata i commenti sul boicottaggio di Horton sul podio, ricordando che queste cose ai dirigenti in genere non piacciono per niente (vedi Messico 68). Massima stima a chi manifesta, comunque. (mia moglie invece da allora lo idolatra!)

Nei 200 misti la notizia non è tanto la vittoria di Hosszu ma la squalifica della Ohashi. Vorrei tanto essere lì per vedere il commentatore giapponese in smoking che mima il motivo della squalifica della ragazza nipponica. 

Tonfo numero tre. Siamo ai mondiali. Ai mondiali un meccanismo non deve essere sperimentato, deve funzionare. Deve funzionare bene, anzi alla perfezione. Se non funziona, va buttato. O riparato. O sostituito. Anche se la Omega lo spaccia per un costosissimo attrezzo che costerà una vaccata come le alette sui blocchi.
Parlo del device per il dorso. Perché se no il tonfo poi lo fanno gli atleti. Non è la prima volta. Speriamo sia l’ultima.

 

 

Assoluti 2019 – Sobrietà a momenti, sarcasmo incerto

di Mauro Romanenghi

Megli-Restivo-Zazzeri/Assoluti2019-Laura Vergani

Megli-Restivo-Zazzeri/Assoluti2019-Laura Vergani

Qualcuno mi ha detto che sono stato sobrio nel precedente. A me non pare. Poi devo dire che finché mi sembra di mantenere un profilo educato (non dico parolacce, non offendo nessuno) mi sento di poter esprimere pareri, strettamente personali e opinabili.

Oggi mi reco in quel di Riccione. Purtroppo ciò mi costerà l’abbandono della visione di Raisport, fonte di impareggiabili motivi di ispirazione, a volte positivi a volte no.

Per fortuna mi accompagna sempre Darkpool, che nel pensiero e nello scrivere mi ha dato sempre credito e del sarcasmo e della scatologia (che è la scienza delle cagate) fa la sua filosofia.

Con ciò per dire che pur non avendocela con nessuno, se c’è bisogno non le mando a dire ma voglio bene a tutti.

E iniziamo subito con Mecasacchi.
Mazzate di Mecarozzi a Sacchi quando sbaglia, ma ieri l’ha detta e poi si é giustificato. Sì, ha detto 3’47”07 come primato della 4×100 mista uomini. Ma non è grave, lo perdoniamo perché i suoi voli pindarici in cui va definire “Quadarella la nuova stella” ci accompagnano spesso nei momenti di noia che possono arrivare anche ai più appassionati.

Tra parentesi, siamo 2-0 per le sfide spareggio e il proposito di quest’anno é arrivare a 5-0 per Luca Sacchi. Meca0Sacchi5 è meglio dell’hashtag Mecasacchi a #PechinoExpress. Che poi la rotta é per Tokyo, semmai.

Ci sono dei momenti in cui bisogna essere sobri, altri no. Ieri parte la staffetta femminile, e io vedo la Panziera passare a 28”8. E mi dico questa fa già 59”. bene 58”9. E parte l’esclamazione irripetibile. Che, infatti, non ripeterò. Tuttavia dopo averla vista fare 53”8 lanciata nei 100 stile, qualche aspettativa uno se la fa.

Tra l’altro grande leone tatuato sulla schiena per Margherita. Che secondo Sacchi quando non ha il leone che ti insegue vai sul velluto. Ma se ti insegue sempre…

Parlando di tempi limite in sala stampa mia moglie discuteva con la stampa specializzata sull’opportunità di far valere i tempi in batteria. Ma se il regolamento federale prevede che si facciano in finale, allora si devono fare in finale. Faccio presente che in alcuni paesi i tempi vanno fatti in batteria, semifinale e finale. Perché alcuni paesi fanno batteria, semifinale e finale. Ognuno ha le regole che crede. In Italia evidentemente le regole non si capiscono.

Per essere sobri bisogna aver ben mangiato e ben digerito. Così pensa mia moglie e io sono d’accordo. Così gli atleti (e gli allenatori, e i giornalisti, insomma tutti) non devono ingurgitare il cibo per tornare. Così pensavo per il salvamento così penso per il nuoto.

Che poi oggi la Panziera tutti l’aspettavano al nuovo record dei 100 dorso. Si vede che stavolta il leone sulle spalle pesava parecchio!

Comunque il baffetto fa scuola. Condorelli si è subito adeguato, e anche Manuel Frigo ha il suo personale look del baffetto. Ma Restivo, fresco dominatore dei 200 dorso, resta il Re del mustacchio. Uno stile inimitabile ma che oggi non lo porta al record, per pochissimo.

Ne cito due, e non c’è due senza tre. Anche Megli in un duecento di altissimo livello sfiora il primato italiano. Si vede che sono arrivato e mi vogliono fare divertire.

Sono arrivato a Riccione e non ho fatto in tempo a starci per venti minuti che ho avuto un rapporto conflittuale con il computer. Prima l’ho dimenticato in albergo, poi è andato in corto circuito in sala stampa, poi ha deciso di spegnersi definitivamente. Sconsolato alla sera sono tornato in albergo dove è ripartito. Si vede che non ama la piscina e tenta in tutti i modi di farmelo capire.

Passano altri venti minuti in piscina da che sono entrato, e subito vengo invitato a bere dal gruppo allenatori di salvamento: si brinda al tempo degli Eurojunior. E lì la sobrietà va a farsi benedire subito. Perché va bene essere sobri, ma anche gli Assoluti sono una festa. E adesso che sono arrivato, può cominciare.

FuoriOnda 25 – EC2018 Glasgow con i ragazzi della 4X200 stile libero

di Redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani in trasferta nella terra dei kilt. La conduttrice è coadiuvata abilmente da Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse (così dice lui), Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro e in redazione come sempre Marco Agosti.

Ospiti di oggi i ragazzi della 4×200, in ordine di staffetta. Proietti Colonna, Megli, Ciampi e Zuin.

Prosegue la trasferta di Laura Vergani ai Campionati Europei. E stavolta abbiamo un quartetto di facce di bronzo. Alessio Proietti Colonna, Filippo Megli, Matteo Ciampi, Mattia Zuin si sovrappongono, si insultano, tirano le cose più svariate, uno fa braccia e l’altro le distanze lunghe. Però alla fine quello che conta in staffetta non è la somma che fa il totale, ma l’esaltazione fa novanta!
Tutto questo solo su Fuorionda, il podcast dal kilt d’oro anche se stavolta la medaglia è di bronzo!

Montaggio a cura di Edoardo Macrì di Lifesavinginitaly.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata l’8 agosto 2018 presso il Tollcross International Swimming Centre di Glasgow

credit foto: Laura Vergani