di Mauro Romanenghi

Gwangju 2019
Ci sono nella vita momenti di difficoltà, magari anche nella vita di coppia. Sai, quando le cose non girano per il verso giusto, oppure si è un po’ stanchi. Oppure succede quel che uno magari non si aspetta. Così l’altra sera sento un rumore a notte fonda e vedo mia moglie giocare col cellulare.
Con chi starà mai messaggiando a quest’ora di notte, penso io. Chi sarà il losco figuro che la contatta alle tre, alle quattro, che ore saranno?
La luce del telefonino si illumina sempre più ed ecco la voce inconfondibile che si palesa. Un’introduzione inconfondibile, il solito panegirico infinito e poi il consueto saluto: da Tommaso Mecarozzi… e Luca Sacchi!
Nooooooooo!
Anche alle tre di notte. Ma io devo andare al lavoro! Ebbene niente da fare, ho dovuto seguire le batterie del mattino, con la Carraro che pure rincara la dose: “e quei dormiglioni che non ci seguono…no dai domani è lunedì e si lavora, poveri”. Eh già!
Due giorni di mondiale e l’Italia fa subito vedere di che pasta è fatta. Partiamo dal panino imbottito. Gabriele Detti conquista dopo un anno travagliato la medaglia dei 400 stile. Nell’intervista però si vede che è un po’ seccato, è la seconda volta che Horton lo sega allo sprint ai mondiali. Se la prende pure con la mamma. Povera, pure lei deve svegliarsi presto per vederlo. Ah no, lei è già là. Beh, povera lo stesso.
Che poi la colpa che Gabri è basso è sua, perché quando giocava in cortile arrivava sempre tardi a cena e la mamma gli tirava un tappone sulla testa. Se fosse stato puntuale…
Sempre in questi due giorni abbiamo ammirato Elena Di Liddo. Come abbia fatto a perdere la semifinale mi sembra logico. Se sei alta un metro e sessanta e le altre sono uno e ottanta, all’arrivo lungo chi avrà la meglio? Ma detto ciò tre gare sontuose. Il suo quarto posto è stato sbrigato un po’ troppo frettolosamente. Tanto per dare un’idea della sua gara, visto che la stampa specializzata non lo fa, il suo è stato il ritorno migliore dopo quello spettacolare della Macneil (che ha fatto 29”0, mica pizza e fichi). Meglio della Sjoestroem.
Che poi Elena è più simpatica da quando in perfetto accento pugliese ci spiega le sue gare e non le sue marce forzate.
Ma parliamo, visto che siamo ai 100 farfalla, di tonfi. La Sarah svedese, la sola e l’unica, soccombe all’impeto millennials di questa canadese dagli occhi a mandorla. Svezzata dalla madre a salmone affumicato, allevata dal coach canadese insieme alle altre ragazze terribili contrastando i grizzlies nelle foreste dell’Ontario, la Macneil si sbarazza di Saretta con un secondo 50 imbarazzante e soprattutto con un’apnea in uscita di virata che mangia tutto lo svantaggio che aveva. E non oso pensare alla staffetta mista, vista la Masse di oggi e la Ruck da 52” lanciato. Purtroppo fra tutte queste delicate fanciulle manca la ranista di livello per competere alla pari con gli USA. Ma attenzione, dall’Ottawa potrebbe sbucare.
Tonfo numero due è stato quello della Ledecky. Faccia da funerale mai vista: non che di solito abbia sta grande espressione di giubilo, ma dopo la finale e durante la premiazione aveva quel non so che di voler essere da tutta un’altra parte. Proprio lì invece voleva essere la Titmus, che è dell’anno? Duemila, bravi, indovinato.
La sconfitta della Kationa non mi ha lasciato grossi strascichi sentimentali per cui io abbia bisogno di trovare consolazione; invece la medaglia persa dalla Kesely sì. L’Ungheria per me resta sempre la numero uno, le sue tifose sono impareggiabili e la Jakabos é bella anche in pigiamone di flanella (non ditelo a mia moglie se no guarda le batterie anche in replica alle cinque di mattina).
E parliamo di altri italiani: per la staffetta ho litigato con tutti. Hanno detto che non ci si può lamentare di una squadra che ha fatto il record italiano dopo dieci anni.
E io mi lamento lo stesso.
Primo perché la prima frazione Condorelli l’ha condotta al suicidio, negli ultimi cinque metri non si muoveva più manco avesse gli spiriti di Peaty che lo tiravano per le dita dei piedi.
Secondo perché l’arrivo di Miressi grida vendetta. Comunque il migliore della staffetta Frigo, che ha riportato sotto l’Italia da un distacco imbarazzante. Meglio di lui solo Adrian, Rylov e Chalmers. Hai detto poco.
Mi dicono che devo parlare anche dei record italiani di Carraro, Castiglioni e Megli. Preferivo farlo dopo la finale. Ma l’ho fatto. (“L’hai fatto in maniera sbrigativa”, dice mia moglie “hanno fatto delle prestazioni incredibili!”).
Leggo sulla stampa specializzata (e non) tutta una serie di battute sugli extraterrestri, su dei scesi in Terra a nuotare la rana o la farfalla, oppure di uragani dei 1500. Sinceramente di extraterrestri non ne vedo. Se prendiamo la Ledecky é semplicemente una atleta fuori dal comune con delle masse fuori dal comune. Peaty quelle masse le ha il doppio, e fa i 100 rana. In 56”88. Bravo chi riesce a farglielo fare, e lui che ci riesce. Gli extraterrestri lasciamoli a Spielberg.
Sempre sui siti specializzati leggo della prestazione di De Tullio sui 400. Prima fa il personale. Poi il personale è anche record Cadetti.. In sostanza un ottimo De Tullio.
Sempre sui siti specializzati vedo che la Carraro è allenata a Bologna da Bastelli. Siamo rimasti un po’ indietro.
Lascio alla stampa specializzata i commenti sul boicottaggio di Horton sul podio, ricordando che queste cose ai dirigenti in genere non piacciono per niente (vedi Messico 68). Massima stima a chi manifesta, comunque. (mia moglie invece da allora lo idolatra!)
Nei 200 misti la notizia non è tanto la vittoria di Hosszu ma la squalifica della Ohashi. Vorrei tanto essere lì per vedere il commentatore giapponese in smoking che mima il motivo della squalifica della ragazza nipponica.
Tonfo numero tre. Siamo ai mondiali. Ai mondiali un meccanismo non deve essere sperimentato, deve funzionare. Deve funzionare bene, anzi alla perfezione. Se non funziona, va buttato. O riparato. O sostituito. Anche se la Omega lo spaccia per un costosissimo attrezzo che costerà una vaccata come le alette sui blocchi.
Parlo del device per il dorso. Perché se no il tonfo poi lo fanno gli atleti. Non è la prima volta. Speriamo sia l’ultima.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.