FuoriOnda 70 – Speciale Gwangju 2019: gran finale!

di redazione podcast

Conduce la blogger Laura Vergani insieme a Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro e in redazione come sempre Marco Agosti.

Ospiti Cristina Chiuso commentatrice TV per Eurosport e collaboratrice di OAsport con Enrico Spada, direttore di OAsport.

Eccoci con la squadra al completo a commentare questi Mondiali. Con il disturbo del Fogliani e la parte tecnica (si dice così) a cura di Mauro Romanenghi, grazie alle statisiche di Marco Agosti, ascoltiamo le opinioni di Enrico Spada e Cristina Chiuso, nostri gentili ospiti e amici di Acquastampata. Le sorprese, le grandi prestazioni, le delusioni di questa rassegna iridata in tutte le salse, azzurre e non. Senza dimenticare l’occhiio lungo verso Tokyo. Solo su Fuorionda, che saluta Gwangju e si proietta verso un altra meta: 2020, arriviamo.

Montaggio a cura di Edoardo Macrì di Lifesavinginitaly.
Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 29 luglio 2019
Credit foto: Laura Vergani/screenshot RAISport

Gwangju 2019/heat 3 – Quattro per quattro: non si può che vincere?

di Mauro Romanenghi

200sl ORO di Federica Pellegrini Mondiali Corea 2019 /screenshot RaiSport

200sl ORO di Federica Pellegrini Mondiali Corea 2019 /screenshot RaiSport

Oggi quarto giorno di gare. Quattro record italiani (non tutti individuali, non si può avere tutto dalla cabala: neanche lo sciamano con la sua potenza è onnipotente). Quindi una giornata a trazione integrale. Eppure… eppure… ma andiamo con ordine.

Oggi sono in lab. Partono le finali, e io rientro dalla pausa pranzo. Come non vedere le finali degli 800? E poi i 200? Arrivano i colleghi, parliamo della finale della Pellegrini. Arriva il capo che vede che stiamo vedendo le finali. “Beh! – dice imperturbabile – “questa è la dimostrazione che con le nuove metodologie l’età delle prestazioni si sta spostando sempre più in là”. Ecco perché lui è il capo, e noi no. Anche se di nuoto probabilmente non capisce niente.

Ma oggi la giornata fila via liscia come l’olio. Oro di Paltrinieri. Spettacolo. Poi oro della Pellegrini. Immenso. E allora? Ma insomma, siamo incontentabili. In un campionato così, volevamo la sfida Detti-Paltrinieri, invece Gabriele per sua stessa ammissione non è pronto per gare così vicine. C’è ancora da lavorare, manca una stagione e si sente. 

L’appetito vien mangiando, quindi noi vogliamo tutto. La finale per Miressi, ad esempio. Invece no. Ben tre centesimi lo separano dall’atto conclusivo. E così per la Cusi nei 200 farfalla, nonostante una semifinale buona resta fuori: anche lei nona. E infine gli ultimi bocconi amari. Scozzoli squalificato e poi Burdisso…

Burdisso è l’uomo del treno. Quello che ci sale su quando sta partendo, quando oramai sembrava averlo perso. Quello che arriva in ritardo all’appuntamento ma per fortuna anche la ragazza è in ritardo. Quello che entra in finale quando sembra che non ci sia più speranza e agguanta il bronzo. Non stavolta, però. Ma non per colpa sua. Ce l’ha messa tutta, ma noi tifosi avevamo fame. Anche lui adesso ce ne ha tanta. Si consola con il record dei record. Perché lui è ancora Juniores, tanta strada da fare. 

Per fare strada basta seguire anche la scia di Kristof Milak. Che spazza via Phelps passando pari ai 100 e poi con un bel 29.1 di chiusura. Lo conoscevamo già, adesso lo conoscono tutti. E lo temono.

L’ultimo 50 della Pellegrini miete la consueta vittima. Oggi a farne le spese è la nostra Sarettona Sioestrom, all’arrivo visibilmente prostrata. Ieri il mio amico Fogliani è stato buon profeta: l’ha battezzata sconfitta dopo che ha tentato di resistere in semifinale. Anche mia moglie è stata profetica, ieri, dopo aver visto la semi della Pellegrini: “Saretta è spacciata”. Perché la Pellegrini, quando è in forma, ti uccide di testa. Anche se vali 1’54” netto. Ledecky conferma.

Ricompare Fu, la cinese pazza. E riconferma la sua pazzia. Prima in 27”7 al mattino, fuori in 27”8 al pomeriggio. 

Mai più senza le mascotte dei Mondiali, due bellissime lontre il cui nome al momento mi sfugge. Hashtag #semprepeggio! (ma mia moglie se ne è già infatuata.. le vuole entrambe, sigh sigh!)

Invece no: circola già il video imperdibile in cui la mascotte robotizzata Miraitowa saluta il suo creatore. Cercatelo resterete senza parole. Purtroppo io l’ho fatto.

Ma insomma dedichiamo qualche riga all’impresa di oggi, altrimenti dicono che poi non parlo della Pellegrini. Ci sono quei giorni in cui non puoi perdere. Lo sai che puoi solo vincere. Tutto lo indica, le tue avversarie ti temono, i tuoi tempi scendono ogni giorno, le batti qualsiasi cosa tentino di fare. Questo é il giorno di Federica. Lo ha detto anche lei, lo ha detto Sacchi ieri, lo ha detto il Fogliani che a Modena lo ascoltano sempre quando dice che piove piove. L’ha detto mia moglie. Doveva vincere. E quando deve vincere, lei lo fa. Sempre. 

Gregorio invece nessuno se lo aspettava così: tranne forse lui. E infatti lo hanno lasciato andare a fare l’unica cosa che sa fare. Scappare via. E  dato che lo sa fare molto bene e che stavolta le corsie c’erano, nessuno ha potuto prenderne la scia.

Curioso come tra i finalisti (e medagliati) ci sia il francese Aubry, anche lui reduce dal fondo in particolare dalla 10 chilometri. Non so se avete notato il suo sprint finale, sembrava dover cedere a Detti e invece ti piazza questo 26”5 finale che lo porta sul podio.  #ilfondoportabene.

Naturalmente la perla della FIN non manca neanche oggi: report finale, e Miressi risulta peggiorare in semifinale. Certo non ha fatto la gara della vita, ma il suo 48”36 è meglio del mattino e a soli 3 centesimi dalla finale. Poi il ragazzo vale molto di più, lo sappiamo. Ma non smontiamolo così. E comunque confermiamo il report della FIN: in semifinale, se non passi, ti fermi in semifinale.

Gwangju 2019/heat 2 – Tre per tre: e i riccioli vanno sul podio

di Mauro Romanenghi

podio100RA_femmine_Carraro-King-Efimova

podio100RA_femmine_Carraro-King-Efimova

In Italia si è scatenato un caldo pazzesco. Più di 38 gradi, sole cocente, il mio fruttivendolo voleva regalarmi tutta la verdura a un euro perché, dice lui, tanto domani la butto. Insomma è roba buona, bisogna anche saper cogliere le occasioni quindi ho preso un sacco di verdura e frutta in sconto. La roba migliore sono le pesche. Un euro una cassetta di pesche. Ma dove lo trovi uno così?
Invece a Gwangju il tempo fa schifo. Da venerdì piove, piove sempre. C’è un tifone. Questo lo dicono gli amici di mia moglie, che sono là per lavoro. Io almeno le gare le vedo con l’aria condizionata.

Anche a Gwangju è tempo di occasioni: e quando ti si presenta un’occasione così, non puoi lasciartela scappare. La campionessa mondiale, olimpica, primatista del mondo ha mal di pancia. Forse le è venuto perché ha perso i 400, forse ha perso perché le è venuto, non si sa. Ma se ha la cagarella è tempo di Quadarella. E Simona il mal di pancia non ce l’ha e si vede dai primi metri. E anche dagli ultimi. E anche da tutti quelli in mezzo.

Oggi magra magra per gli USA. Donald Trump ha già telefonato ai dorsisti dicendo che c’è un posto libero alla frontiera per il Messico per la costruzione del muro o alla peggio in dogana. Contratto di sei anni rinnovabili.

Ieri non volevo parlare di Megli, Carraro e Castiglioni e dei loro record italiani. Perché ne volevo parlare oggi. Grandissime gare, grandissime prestazioni. Anche Castiglioni, ottava ad un mondiale che fino a un mese fa non era tanto sicura di poter disputare, visti i mille travagli. Grande Carraro, che sposta i suoi riccioli finalmente su un podio mondiale. Chissà cosa succederà, ma intanto godiamoci questo bronzo e il secondo record italiano. Risate fra le tre ragazze: e insomma, se Horton non perdona, Lili King forse sì. Finché vince, e salva la giornata degli USA che ricevono la grazia da Trump. Niente muro, oggi. Murphy ringrazia.

La Efimova rispedita a casa dalla ragazza senza collo. Questo l’editoriale di oggi di “cavalli e segugi” sui 100 rana donne. 

Mi scrivono da casa se lo sbuffo di fumo serve a disinfettare gli atleti prima di entrare in vasca, visto che non possono fare la doccia. Non è così, è per adattarli al clima dall’umidità pazzesca della Corea. Siamo nella stagione dei monsoni, in più c’è il grande tifone di Mazinga (battuta che solo gli over40 possono capire).

La Cina protagonista di giornata con l’oro di Sun, quello di Xu nel dorso e il bronzo dei 1500 femminili. Ieri ho anche visto che è risorta la Ye Shiwen: penso non prendesse medaglie da quel Londra 2012, ma la mia memoria è corta, potrei sbagliarmi. Purtroppo la dorsista pazza è uscita in batteria, per me è stata la più grande delusione di questo mondiale.

Delusissima anche la Caporale, oramai non riesce più a far piangere nessuna, per un motivo o per l’altro arrivano già in lacrime. Adesso la sfida più grossa sarà trovare la domanda per farle ridere.

Parliamo di Megli. Un terzo 50 un filo più coraggioso, solo un filo, e forse adesso… ma solo forse… Dai Filippo, l’odore lo hai sentito: adesso manca il sapore.

Comunque il rush finale più veloce di tutti. Ma tanto noi non siamo la stampa specializzata, lo avranno detto già tutti.

Così come tutti avranno già detto che il ritorno di Carraro è stato più veloce di quello di Efimova: solo la King ha retto il confronto. Lo sciamano battezza Rena Aoki. Lode allo sciamano, e alle unghie di Martina.

A proposito di podio dei 200, io lo avevo detto che la FINA non gradisce come tutti i gerontocrati queste scenette sul podio. Anche perché Sun é under investigation. Quindi occhio alle sentenze fino a settembre. Per il resto, ognuno  ripeto può esprimere il suo sdegno come meglio crede. 

La battuta di Sun “io sono un vincente, e tu un perdente” è presa da un film americano degli anni 80. Era tipo Porkis o qualcosa del genere. Purtroppo ora mi sfugge. La memoria se ne va, a una certa. Comunque, non è originale.

Rapsys maledirà questo mondiale. Quarto nei 400, poi primo e squalificato per falsa nei 200. Grande Swimswam che in perfetto stile americano evidenzia in giallo il movimento del lituano sul blocco. Movimento lampante e squalifica ineccepibile.

Tre primati italiani individuali al giorno nei primi tre giorni. Le coincidenze a volte sono incredibili. Della staffetta non ne voglio parlare, ho detto!

Concludiamo la giornata con Burdisso. Riassumiamo la sua espressione con la famosa frase “felicità a momenti, e futuro incerto”. Domani si vedrà: “è un altro giorno”. 

WSC-25m – day 4/Samba, bandane, profezie postume, polemiche…e un Orso d’argento.

di Mauro Romanenghi

Marco Orsi - argento mondiale vasca corta (cellulare da RAISport)

Marco Orsi – argento mondiale vasca corta (cellulare da RAISport)

Le staffette 4×200 sono sempre le più entusiasmanti. Ricordate Doha 2014 e il suo arrivo a cinque. Oggi un’altra staffetta storica: il samba brasiliano contro l’orso russo e la Cina. Mazzate da 200. Tutti sull’onda di 1’41” circa, con punte da 1’40”. Insomma il Brasile ci crede fino in fondo e la Russia becca l’ennesima lisciata per pochi centesimi. Record del mondo e americano, record europeo, e record asiatico. Da copiare e incollare sulla bacheca.

Stampa specializzata che fa la gara oggi a dare due notizie.
La prima che la FINA sta cercando di scopiazzare la ILS della Energy Standard con una World Swimming League e di cui non ce ne frega proprio nulla. La seconda, il problema alla spalla di Detti. Che comunque, sempre come dice Morini, non è detto che la staffetta l’avrebbe fatta anche stando bene. Come speriamo che stia.

Stampa specializzata che ci tiene a far sapere che questa cosa la sa lei per prima o lo ha detto per prima. Ricordiamo sempre che chi si loda si imbroda.

Non sfigura nella finale il tempo di Megli, 1’42”62 è il secondo tempo mai nuotato in Italia. Strano sia sfuggito alla stampa specializzata. Bravo Filippo.

Notizia del giorno: USA fuori dal podio nella 4×200 stile. I quattro nuotatori sono già stati convocati da Trump che li priverà della cittadinanza e li inviterà a recarsi in Messico. You are fired!!!

Cominciano le visioni dello sciamano che vede gli USA con Pieroni in prima frazione partire a cannone: proprio no, è il Brasile, che passa ai 100 in 48”2 (avete letto bene). Melo infila la start della vita con 1’42”0 che sarebbe valso l’argento nei 200. Chi ben comincia balla la samba molto meglio, dicono a Rio.

Riguardo l’Italia, Sacchi in difficoltà sull’ultimo podio italiano: Mecarozzi quando vuole sa essere veramente cattivo. Comunque è Doha 2014, prima di oggi una delle finali di staffetta più belle di tutti i tempi.

Continuiamo a parlare di sbandate. Le vede Mecasacchi nella 4×50 stile nell’Italia. Le vede Sacchi con la Baker, che qua proprio non ce la fa. Le vedo io con Ranomi, anche se il dorso non è proprio il suo sport.

Non ce la fa proprio invece Leclos: virata pessima e arrivo nefasto da propaganda.

Oggi proprio non ci siamo 1: Ranomi viene data addormentata in partenza. Prima ai 25. di mezzo busto. Vabbè!

Oggi proprio non ci siamo 2: Arrivano gli italiani nella semifinale dei 50 delfino. “Malissimo”. Infatti record italiano per Codia e secondo tempo di sempre per Rivolta. A parziale discolpa un pessimo servizio di cronometraggio, in ritardo mostruoso. Così come i risultati, come ho detto ieri.

Oggi proprio non ci siamo 3: “la cinese Wang in difficoltà a seguire la Titmus”. Infatti la cinese Wang sprinta e arriva a mezzo secondo dalla Titmus. Record mondiale per l’australiana del 2000 tolto proprio a Wang (2002). Io, se fossi in Katie Ledecky qualche pensierino lo starei facendo. Ma forse Katie Ledecky siccome è Katie Ledecky non lo fa.

Ma la Li (bronzo nei 400 stile donne) l’hanno disegnata coi pastelli a olio?

Oggi sono in formissima per cui proseguo. La 4×50 stile USA fa il record del mondo. Ma vorrei ricordare a tutti nonché alla stampa specializzata che la miglior prestazione mondiale e record europeo è della Francia in 1’20”77, contro il 1’21”80 di oggi. Fate voi le debite considerazioni.

Brasile dalle stelle alle stalle. Metti la 4×200, metti lo zio Santos che a 38 anni suonati si spara ancora quei 21”9 a farfalla. Ma metti anche la Medeiros che cicca mortalmente la partenza e esce dalla finale dei 50 dorso. Non tutti i samba riescono con la corona di fiori, dicono a Rio.

Dressel indossa questo pessimo bandana come portafortuna. Io lo toglierei visto che ha preso prima la mazzata da Leclos a delfino e poi da Morozov, noto per sciogliersi come neve al sole nei grandi eventi, nei 50 stile. Poi se è una questione affettiva, allora…

Oggi lo sciamano in forma olimpica ne ha per tutti, stuzzicato dal compare in cabina. Prima stronca la FINA e la sua lega dicendone in pratica peste e corna e dandogli della copiona. Poi se la piglia con la Pellegrini e la polemica con Eurosport. Poi mazzuola i fiori cinesi sul bordo vasca (che fiori sono? cinesi). Infine bacchetta lo starter (a ragione) per la sua lentezza. Chiude suonandole anche a Rylov, povero russo campione dei 50 dorso definito con un fisico da impiegato e mazzuolando (però bonariamente) la Castiglioni e persino la Carraro, nonostante il suo primato italiano. Non si salva neanche Mecarozzi, definito l’uomo dalle profezie postume. Neanche il miglior Sgarbi avrebbe potuto competere.

Si salva per puro caso la Atkinson che entra nel tuffo a mani aperte! Malissimo!!!

Il bacio più finto del mondo trasmesso in slow motion e in mondovisione fra Carraro e Hansen dopo la semifinale nei 100 rana. Giuda, un dilettante.

E chiudiamo con la medaglia di Orsi. Di tutta la gara citiamo la virata dei 50 a rana. Senza fare niente, mezzo metro su tutti. E poi, la bracciata subacquea. Come dice lo sciamano, devastante (mia moglie, invece, è andata letteralmente in brodo di giuggiole).

WSC-25m – day 1/Per l’Italia un bel boschetto con l’effigie di bronzo

di Mauro Romanenghi

WSC-sc-1-Wang

Quale Wang? – RAI sport

L’Italia arriva in Cina a questi Mondiali e le notizie arrivano dal Morini social, che pubblica le foto del palazzetto, le foto della riunione atleti, le foto degli atleti che si scaldano. Insomma per essere un allenatore tipo generale Lee è molto moderno. Come dice Borghese, questo social, mi piace: Dieci!

Naturalmente la prima cosa per mia moglie è la forma degli atleti e la moda.

Sulla forma degli atleti non si pronuncia fino a VDB, al secolo Cameron van der Burgh, che lei trova un po’ ingrassato dopo il matrimonio… si sa, il benessere…
Poi andiamo sulla moda: abito delle hostess delle premiazioni, bocciato. Poi è viola…brrr.

E allora parliamo di queste premiazioni. Che vedono subito protagonista il gemello Gabriele. Ma l’importante è la megascritta che annuncia che stanno arrivando le premiazioni, in doppia fila: impossibile sbagliarsi.

Parliamo anche di prestazioni. Rapsys vince il 400 sparando questo 1’45” nel primo duecento. Non lo segue nessuno. E lui ringrazia.

La collezione del boschetto di oggi inizia con la Pellegrini, continua con la Cusinato e finisce con la 4×100 stile. Ma quando bisogna dirlo bisogna dirlo. Un boschetto di legno pregiato, con prestazioni maiuscole condite da un record personale (Cusi), un record italiano (staffa veloce) e dal personale stagionale (Pellegrini). Come diceva la pubblicità, che volete dal cavalier Condorelli, il sangue?

Staffa veloce italiana aperta da Santo eccetera Condorelli. Appunto. Un filo osato il passaggio, a un decimo da Dressel (mica l’ultimo dei pirla). Un po’ duretto il finale ma insomma un 46”7 non disprezzabile. E non buttiamo tutta la croce sempre addosso all’ultimo: Zazzeri è stato il miglior lanciato della compagnia e ha sparato un 46 netto. Solo che ha trovato un brasiliano da 45”6. Touchè. Mia moglie mi ricorda che oggi è il compleanno di Marco Orsi. Ecco, Marco: ci piace che tu lo abbia festeggiato dando del filo da torcere ai brasileros in acqua!!

Non male comunque una staffetta dove la prima fa il record del mondo (USA) e la seconda il record europeo (la Russia). Non abbiamo controllato se il Brasile ha fatto il suo primato nazionale, che poi sarebbe record del Sudamerica… per quello che vale. Non sappiamo se la stampa specializzata se ne sia accorta. In ogni caso, la quarta (cioè l’Italia) il record nazionale lo ha fatto abbondantemente. Immensi, ragazzi.

E allora abbiamo trovato il nome di Condorelli: SYC, come dice mia moglie. Per chi collabora con NIC e SIC, direi che è la giusta chiosa. E Marco Agosti ringrazia. Noi come al solito ci prendiamo la paternità, poi ognuno farà quello che vuole.

Se non ho visto male Condorelli ha un po’ di ciuffi che sbordano dalla sua cuffia. E ora chi lo tiene più Ceccon? Già la vedo la staffetta di capelloni italiani schierata in finale olimpica. Altro che il Monza di Berlusconi senza tatuaggi e capelli corti.

I brasiliani si vede come sempre che la vasca corta la amano moltissimo. Io invece amo le inquadrature sulla squadra brasiliana soprattutto nel comparto femminile, che ha sempre il suo perché (no comment, dice mia moglie).

Sempre su Ceccon, al mattino c’è scritto sulla stampa specializzata che ha patito le fatiche del dorso e non si è qualificato. La Hosszù invece non patisce nessuna fatica e prima vince i 400 misti poi centellina le forze e entra in finale nei 100 dorso. Ultima apnea spaziale. Bentornata Ironlady (mi rifiuto di chiamarla Sid). Forse bisogna imparare da lei: speriamo.

Oh insomma la coppia della rana la dobbiamo citare. Scozzoli primo tempo nei 100 e Carraro che fa due record italiani: prima in batteria e poi in semi scende sotto i 30” e bene, in 29”79. Siccome non può abbracciare Scozzoli abbraccia la Casti… che invece è contentissima del suo tempo in semifinale visto che ha peggiorato. Buon viso a cattiva sorte.

Parlando nel podcast con gli amici di OAsport, ci chiedevamo quale cinese sarebbe spiccato. Enrico Spada ha scommesso su Wang. Ha vinto. Bravo Enrico come premio un salame felino che ovviamente essendo a dieta non potrai consumare. Ti aiuteremo noi.

La giapponese Akase se si arrampica ancora un po’ sul dispositivo del dorso esce dal blocco di partenza: guardava in faccia il giudice. Forse un filo altina, eh.

Le novità di questo mondiale: le fotine prima della gara. Carine. Il migliore il ranista SCHWINGENSCHLOGL: l’unico che per scriverlo qui devo fare copia e incolla dai risultati. La sua barba alla Over the Top come dice Mecasacchi è impagabile.

Luca Sacchi che la tira in tutti i modi agli USA: i quali infatti rischiano di perdere sia la staffetta veloce femminile sia la maschile. L’ultimo frazionista della 4×100 stile esulta come un bambino ma non tanto perché hanno vinto, quanto perché Dressel gli ha detto cosa gli sarebbe successo se si fosse fatto battere da Kolesnikov. Non posso scriverlo qui perché ci sono anche stomaci delicati.

Vabbè: la mascotte mi fa cagare anche qua. Non ci posso fare niente. Pure il nome fa cagare. Do ragione allo sciamano Sacchi stavolta.

La cosa più impressionante comunque sono i deltoidi di Wang, dopo i 200 misti. Over the top!

Campionato Italiano Open – 1/Felicità a momenti, futuro incerto

di Mauro Romanenghi

Italiani Invernali - Marco Orsi al RI con Roberto Odaldi coach

Italiani Invernali – Marco Orsi al RI con Roberto Odaldi coach

Prendi una ragazza il cui sorriso compare probabilmente solo quando vede una persona schiacciata da una pressa idraulica, che neanche quando ha ricevuto come regalo di Natale la Barbie Superpiù con i diamanti veri è riuscita a gioire. Ecco questa è la felicità che dimostra Silvia Scalia da Lecco. Ma oggi, al titolo italiano conquistato con il primato italiano dei 50 dorso, ecco Silvia è riuscita a infilare un filotto di 45 secondi di commento. Un’inversione di tendenza che ha fatto preoccupare Mecasacchi che hanno chiesto una perizia per verificare l’autenticità della Silvia. Di lei invece tecnicamente possiamo dire che ha la migliore apnea del lotto, e esteticamente degli ottimi riccioli.

Iniziano così questi assoluti orfani della Bettona nazionale, impegnata a Tokyo per il CIO non si sa a fare bene cosa. Al suo posto un reggitore di microfono che svolge degnamente il suo compito, nel silenzio più totale e senza che la sua presenza venga pressoché notata. Gli atleti in versione Lascia o Raddoppia vengono cuffiati per rispondere alle domande, ma la risposta non frutterà loro alcun premio. Che comunque essendo intervistati hanno già vinto.

Oggi Sacchi un po’ raffreddato ha una visione distorta della realtà. La verità è che lo sciamano con la costipazione viene fortemente inibito e invece cresce parallelamente la visione negativista: cioè Luca Sacchi porta jella. E così la staffetta delle Fiamme Oro paga questo lato oscuro dello sciamano: data per vincente dal nostro commentatore tecnico, viene bellamente infilata nell’ultima frazione da Zazzeri che supera Orsi allo sprint finale, un po’ come Fauner contro Daehlie nel 1994.

Orsi che comunque appare in questi campionati in discreta condizione. Nella prima giornata sfiora il record italiano dei 50 farfalla e poi lo sigla nei 100 misti, sfruttando la sua potenza in virata. Mecasacchi ricorda come ora appaia molto asciugato, facendo capire a più riprese come una volta il bomber fosse un filo troppo bomber… insomma avesse un po’ di ciccia, ecco.

La Di Liddo si impone nei 100 farfalla e poi come al solito parte in una tirata senza peli sulla lingua. E ci fa sapere che marciare fa bene alla preparazione (forse). Scattare, appuntato Di Liddo.

Mora dichiara dopo la vittoria nei 100 dorso di voler smettere. Di vincere solo in vasca corta. Consiglio l’iscrizione al gruppo anonima velocisti di vasca corta, dove ci si può confessare e liberare dai sensi di colpa di essere persone e soprattutto nuotatori che passano troppo tempo sott’acqua, e per questo hanno sviluppato una dipendenza dall’apnea da cui non riescono più a staccarsi. Coraggio, si può guarire.

Mecasacchi (ma più la parte Meca) parte in una sviolinata sull’arte di Zazzeri e sulla sua produzione, tutta una tattica per farsi regalare un quadro. Sacchi ricorda che per avere un quadro bisogna mettere mano al borsello, ma Mecarozzi nicchia su questa parte della faccenda. In ogni caso, al limite, ci siamo prima io e mia moglie, gli scopritori di Zazzeri.

Cinque record italiani in questa giornata: come detto Scalia e Orsi, poi le due staffette e infine la Panziera nei 200 dorso. Certo un tempo notevole quello della dorsista, ma ancora più notevole che dietro di lei figurino due 2002 e una 2004. Sulla Panziera posso dire ben poco, perché è una delle gare di giornata che purtroppo mi sono perso.

Belfiore, allenatore che inseguiamo da parecchio, lancia un’altra freccia dalla sua faretra. E’ Tarocchi, vincitore a sorpresa dei 400 misti. Il tempo lo proietta al quinto posto alltime, davanti a un certo Luca Sacchi. Quando si dice il caso…

La notizia come sempre non è che abbia vinto la Pellegrini, ma che seconda sui 200 sia la Letrari. Insomma, nulla di nuovo sotto il fronte occidentale.

Mussi Lombardi Femiano 2018 – trofeo supersprint!

di Mauro Romanenghi

Scalia-Panziera/RAISport

Scalia-Panziera/RAISport

Un Mussi-Lombardi-Femiano sprint che più sprint non si può. Un’ora e mezza di gare una via l’altra, a Livorno. Per esigenze televisive si viaggia velocissimi senza premiazioni, senza fiato e senza pausa. Pure le interviste devono essere sprint: quindi assistiamo a botta e risposta fra ragazzi e ragazze ansimanti e una Caporale in splendida forma.

Prima di iniziare i commenti entro in modalità seria. Vari atleti ricordano Amelia Sorrentino, figlia di Corrado e Rossana. Lo facciamo anche noi di acquastampata. Va bene scherzare, ma su alcune cose purtroppo non si può. Ciao Amelia, e un abbraccio a Corrado e Rosanna.

Rientro in modalità commento.

Nobilita la gara il nostro amico Chad Leclos. Che dà lezioni a tutti sulle apnee. Soprattutto nell’ultima dei 200, dove saluta Ciampi con la manina e si invola. Io l’ho visto dal vivo. Quando uno è di un altro livello si vede sempre. Anche a novembre a Livorno. Un 100 farfalla spaziale, da 49”5. Ma le sue magagne se le porta sempre dietro. L’arrivo dei 50 farfalla è tutt’altro che perfetto, e i suoi schianti in virata sono proverbiali tanto quanto le sue sub. Ma noi Chad ti vogliamo bene lo stesso.

Allora.. la stampa specializzata non si avventura in grandi voli pindarici sui convocati… paura eh? Invece io mi butto. Intanto fanno il tempo qui Carraro, al personale, nei 50 rana. Orsi, nei 100 misti. Rivolta, nei 100 farfalla. Zazzeri nei 100 stile. Poi chi altri verrà portato?
Molti parlano di 4×200 femmine, altri di completare le 4×200 e 4×100 stile maschi. Altri della convocazioni del buon Martinenghi. Insomma, al mio calcolatore sicuri sono 28. Vediamo cosa succederà.

Nella 4×200 femminile sarei curioso di capire chi la stampa specializzata pensa di portare insieme alla Pellegrini. Considerato che qui ha vinto la Letrari, nota duecentista, aspetterei ancora un po’ per vedere i progressi delle specialiste. Poi se ne può anche parlare. Prima magari averne 4-5 da 1’55” in corta non sarebbe male.

Noto sulla stampa specializzata che l’uso del fattore X prende piede. Adesso siamo al fattore C dei misti. A voi scoprire chi sono. La fantasia al potere, sempre.

Vi aiuto. Parliamo del talentuoso Ceccon, che lui stesso nella sua intervista post gara si definisce un bel babbo. Infatti non solo rallenta ma come dice Sacchi con il suo arrivo panoramico si gioca un record italiano assoluto, il primo tra l’altro. Ma ammette candidamente che sarà per un’altra volta. Come a dire tanto miglioro di sicuro e quindi se miglioro, il record lo faccio. E devo dire che non posso che dargli ragione.

Guardavo ieri sempre Thomas Ceccon e non so… non sembra mostruosamente simile a Martinenghi? Così…per dire.

Cusinato: lavori duri per lei. Duecento stile, duecento misti, quattrocento stile. Più altre gare mattutine. Bell’allenamento. Per festeggiare il compleanno del Moro. Come dice Detti, se non le spari va avanti sempre. Beh, non spariamole.

Ottime cose anche dal dorso. Matteo Milli il mattatore qui, sfiora il tempo sui 50. Veramente bellissime le apnee del ragazzo di Roma. Ma le apnee ancora più efficaci sono quelle della Scalia, che stacca il primato italiano sui 50, che cercava da due settimane ed era maturo come i cachi sull’albero nel giardinetto sotto casa mia. Quasi ride la Silvia, che Luca Sacchi da in superpompa, qualsiasi cosa significhi. Il tempo limite non c’è, però insomma la via è tracciata. E mandiamolo sto bacio al fidanzato della Scalia, perbacco. Per una volta che si lascia andare.

Di fianco alla Scalia, la Panziera. Che si permette di paragonarsi alla Hosszù con tre gare in un pomeriggio. Margherita ti voglio bene ma non scherziamo col fuoco.

Rivolta, il Casper della farfalla, torna a sorridere dopo una buia estate. Lui ai Mondiali ci va sicuro, e il duello con Codia si perpetua.

Oggi parlo solo di ragazze, ma va così. La Carraro stacca anche lei il biglietto per la Cina. Ma non di un centesimo, cara Martina. Comunque la rana è cambiata, ha ragione. E hai ragione Martina, nuoti sempre benissimo. Ma nei 50 per ora meglio. Ma dai, un bel 1’06” non si butta via.

Si rivede la Pirozzi, che le sue peregrinazioni hanno portato a Trieste. La lince Pirozzi passa dalle Piramidi alle Alpi, dal Manzanarre al Reno. Alla ricerca di cosa non si sa. Speriamo che lei lo sappia, perchè oramai ha girato dappertutto. E intanto il tempo passa e le occasioni pure.

A volte in questi meeting troviamo atleti non di primissima fila ma che insomma si danno da fare e qualche soddisfazione se la tolgono, Qui Nicoletta Ruberti va al personale e al nono tempo alltime nei 50 stile. E diciamolo che noi guardiamo tutti!

Diamo conto degli ultimi due ragazzi che hanno fatto il tempo.

Marco Orsi vince i misti con un ottimo tempo, e stacca anche lui il tempo limite. Nei 50 vuole la vittoria su Bocchia e la ottiene. Pollice verso per Nerone-Orsi verso Spartaco-Bocchia. Ma nonostante le previsioni dello sciamano MecaSacchi, nessun segno di questa diatriba sulla stampa specializzata.
Anche Lorenzo Zazzeri fa un’ottima prestazione nei 100, rendendo la vita difficile al nostro amico Chad. Non è il personale, ma poco ci manca. Insomma, se uno così non è papabile, allora chi lo è? 

Nico Sapio 2018 – Trofei di novembre: chi ha detto che non si può andare forte?

di Mauro Romanenghi

Simona Quadarella ai microfoni RAISport

Nico Sapio 2018 – Simona Quadarella ai microfoni RAISport (RAISport)

Quest’anno la società in cui alleno ha preso alcuni nuotatori di livello abbastanza elevato. Mi sono detto sarà il caso di scrivere qualcosa sul nuoto che poi magari mi tocca pure di prenderli in giro?
Poi mi sono ricordato che con il salvamento lo faccio sempre e allora ogni remora è scomparsa. Se mai ce ne fosse stata una. Non mi sono mai piaciute le remore, sono pesci veramente brutti con quella ventosa sulla testa.

Di remore non ne ha avute al Nico Sapio Erika Musso. Una delle artefici della ascesa e della caduta della 4×200 stile donne. Come diceva il grande Maestro, solo chi cade può risorgere. La resurrezione di Erika Musso passa per il trofeo di casa… che poi non è di casa perché lei non è di Genova, ma fa niente. Sfiorando la barriera dei 4 minuti nei 400, batte la Quadarella e stacca il biglietto per la rassegna iridata in vasca corta.

Vasca corta che non è uno sport per tutti (che non è la federazione UISP, ma uno spot per indicare che se le virate non le sai fare, non le sai fare). Le virate non sono amiche di Simoncina Quadarella. Proprio no. Ogni ripartenza costa alla mezzofondista nostrana più fatica di un passo di Messner sull’Hannapurna.

Tuttavia Simoncina riesce ad obbedire negli 800 e nei 400 alla legge di Morini, per la quale la prestazione iniziale in corta sta alla prestazione finale in lunga come la forma finale sta alla forma iniziale. Che per i suoi, è sempre ottima.
Detti con un perfetto negative split si avvicina ai suoi personali nei 400, la spalla non fa male, lo spirito è alto, le parolacce escono a valanga e le battutacce pure. La Caporale non ha ancora capito che oramai cazzo lo dicono anche dalla scuola della prima infanzia fino a Radio24. Che poi non sta bene ma se vuoi intervistare i nuotatori te la metti via così.

Se Detti ride la Cusi non piange. Due gare sui misti di spessore. La rana continua a essere la frazione che fa la differenza. Il delfino la frazione da sistemare. Ma per una che sa il cinese, non credo siano problemi insormontabili. Ancora mi devo spiegare perché gareggia con la cuffia di Detti. Ma lei, una sua non ce l’ha?

Il trio RAI comincia subito alla grandissima. Prima la Caporale viene inquadrata mentre si sventaglia nel caldo della Sciorba (alla Sciorba, ve lo posso garantire, a volte fa molto caldo), poi la Musso viene definita papabile per i mondiali (papabile un fico, ha fatto il tempo di un secondo!), infine chiedono a Orsi come mai ha peggiorato il tempo del mattino. Candido e piacione, Marco spiega che la mattino non hanno gareggiato. C’era la finale diretta. A posto.

Carraro e la forza dell’umiltà:
“devo migliorare in alcune cose, nuotare vabbè nuoto bene”.

Se Simona Quadarella sopperisce con grinta alla sua carenza viratoria, la Zofkova non sopperisce alla sua carenza di voglia o forma o qualsiasi cosa l’abbia colta nella finale dei 200 dorso. Per fortuna che il suo allenatore è il re della calma olimpica, altrimenti per lei tempi durissimi!

La notizia del Sapio doveva essere il ritorno della Pellegrini nei 200 stile. Che poi che li avesse abbandonati non ci credeva nessuno, neanche lei.

Ma le migliori al Sapio come sempre le americane. Sempre in giro in costume e accappatoio, disputano una gara via l’altra a ritmi spaziali. E così senza colpo ferire Kelsi Worrell stampa la seconda prestazione mondiale di sempre nei 100 farfalla (o almeno lo sarebbe stata se non la avesse già fatta ad ottobre in World Cup, come mi ricorda Marco Agosti).

Europei WPS – 74 medaglie

di Laura Vergani

nazionale_finale

Nazionale FINP medagliata – Augusto Bizzi

74 medaglie sono ben più di un “sintomo” di buona salute del movimento..
Sono la dimostrazione inconfutabile che il lavoro di reclutamento serio di tutta la FINP, la preparazione continua dei tecnici, la tenacia degli atleti, la disponibilità delle famiglie, gli investimenti mediatici di RaiSport insomma che il lavoro di squadra permette di raggiungere risultati molto più alti di quelli raggiungibili dalle singole persone.

Grazie di !

 

Europei WPS – Che spettacolo!!

di Mauro Romanenghi

LA NAZIONALE FINP/ Augusto Bizzi-CIP

Dublino, 13/19 agosto 2018 Campionati Europei WPS Dublino2018 DELEGAZIONE Foto Augusto Bizzi

Parafrasando Lorenzo Roata, speaker del basket in carrozzina: amici del nuoto paralimpico!!! Non c’è codice, non c’è categoria, c’è solo competizione!!!

Insomma mia moglie mi fa: “guarda che ci sono gli Europei dei ragazzi!!!”
“Ho capito!”
“Le finali sono alle 19”
“Ho capito”
Alle 19 sono davanti allo streaming. Youtube o Raisport?
Ci sono Mecarozzi e Fornasiero, scelgo Raisport: diamogli fiducia, ci ha messo il cuore.

Il duo Mecasacchi si scinde e avviene l’agganciamento con Federica Fornasiero. Un po’ come Miva e il suo Big shooter per Jeeg, Venus per Mazinga, o se preferite il Geiking e la sua girandola magnetica, Federica accompagna Tommaso nei suoi voli pindarici. La mancanza dello sciamano un po’ si nota, ma qui bisogna stare terra terra perchè le gare si susseguono una via l’altra. Il risultato se ci fosse l’Impero delle Tenebre sarebbe disastroso, per fortuna sono solo gare di nuoto e se la cavano alla grande!!!

Ogni tanto a Tommaso sfugge la nazionalità dei nuotatori. C’è sempre Federica a correggere il tiro. Devo dire che essendo il 70% dei favoriti ucraini l’errore non è molto frequente.

Pensavo che la mascotte Bonnie di Glasgow, che fa mostra di sé col suo sorriso meccanico davanti al mio letto, avesse raggiunto il culmine della bruttezza. Invece no, arriva il pupazzetto asessuato e innominato a forma di quadrifoglio (?) irlandese. Poi si è scoperto che si chiama Patrizia. Per fortuna non c’è a grandezza naturale…ce lo vedete un megaquadrifoglio in tribuna?

Federica sempre sull’orlo dell’emozione. Tranne una giornata dove la voce scompare. Mecarozzi la recupera subito: “E’ colpa di mio padre”, dice lei.
Mecarozzi: “Tu devi ascoltare me”!
Neanche Sandra e Raimondo andavano così d’accordo.

Fornasiero: “L’Ucraina ha dichiarato di volere almeno 106 medaglie”
Mecarozzi: “Un po’ pretenziosi eh”
Ucraina 33-44-29: 106 medaglie precise (con squalifica dell’oro nella staffetta finale, sennò sarebbero state 107.. ahi ahi).
“Mai parlare troppo presto, se non si è ucraini” dice un vecchio detto locale.

La coppia d’oro della New Team era Holly Hutton e Tom Baker. Fantin e Bocciardo sono quasi uguali. Quasi. Gli manca solo la catapulta infernale, anche se quella la facevano i gemelli Derrick.

I tifosi sugli spalti sono tanti e impazziscono. I migliori, come sempre, sono i tifosi (e le tifose) olandesi. Mi sono molto mancate agli Europei di Glasgow le loro sfilate sulle tribune.

Certo anche le atlete italiane non sfigurano al cospetto delle tifose olandesi. Ma siccome bisogna parlare di sport e mia moglie poi mi controlla per par condicio non dico altro. Altro che Sandra e Raimondo.

Tifo irlandese alle stelle e viene giù lo stadio per la medaglia della Keane nei 200 misti. Che poi ci prende gusto e vince i 100 rana. Cappelli da leprecauno che volano, non come la mia sedia a Budapest ma quasi.

Qui lo dico e qui lo nego ma i classificatori come possono pareggiare persone che hanno solo due gambe con persone che hanno solo due braccia? Ma hanno mai provato a fare 200 metri di gambe e 200 di braccia??? Mah…

Vedere i 50 metri delfino a sole gambe in 35”00: fatto. Con arrivo di testa. Chapeau.

Notizia da Bibbione. Il parroco di Fantin, tale don Andrea, suona le campane a ogni vittoria di Antonio. Un po’ come per la Ferrari. Per fortuna che quest’anno siamo a Dublino, altrimenti ce li vedi i parrocchiani a svegliarsi alle 4 di notte per le campane di don Andrea alle possibili vittorie di Tokyo?

La migliore delle azzurre Alessia Scortechini. La romana (impossibile sbagliarsi) inquadrata sullo sfondo in lacrime dopo la finale dei 100 farfalla, dopo due minuti netti si presenta con sorriso smagliante. Immagino i nostri atleti normodotati dopo aver perso la finale da favoriti numeri uno e primatisti europei. Dramma superato brillantemente. “Eh io so’ così”. Impossibile sbagliarsi.

Carlotta Gilli. Il suo record più importante, certificato dal Guinness Book of Record, non sono i 100 farfalla, dorso o stile né i 200 misti, o tantomeno i 5 ori mondiali.
Il Guinness infatti ha decretato che è l’unica capace di fare un discorso sensato in tre minuti con 1433 parole senza sbagliare i congiuntivi e i condizionali e impedendo a chiunque di interromperla.

Alessia Scortechini è anche l’unica in grado di far ridere Stefano Raimondi, che mi sembra il clone di Gustav Thoeni. Stessa pronuncia, stessa espressione (nessuna), stesso tono di voce. Probabilmente il suo piatto preferito sono i rigathoeni.

Il Principe (che non è Totti ma al secolo Federico Morlacchi) ammette candidamente di trovare il nemico in casa. Barlaam, compagno di allenamenti, non è proprio uguale a lui eh… il confronto non so se avete presente è come Miressi con la Polieri. Auguri.

Cecilia Camellini è molto amata dalle altre atlete. Nel suo ultimo podio le ragazze al suo fianco la hanno abbracciata per salutarla…un’avversaria in meno???

Sempre Alessia Scortechini protagonista. Si lamenta che lei fa il tifo in zona mista e gli altri vincono. E per lei non c’è nessuno e non vince. Giusta osservazione. Ci provano coi 100 stile ma è tardi. E Alè la prossima volta famme venì che ce vengo io in zona mista!

In tema di scaramanzia, il “cavaliere” Boni afferma con certezza che la tuta della Fornasiero porta bene. Su EBay vale già 1500 euro.

E facce un 25”00 Simone. Detto, fatto. Simone Barlaam.

Parliamo un po’ della giuria.
Punto primo. Io non so nulla di classificazioni. Posso capire che si abbiano tutti gli atleti alla manifestazione, ma dirlo o farlo prima delle gare una classificazione generale non guasterebbe, di certo meglio che a gare in corso.
Punto secondo: il cronometraggio. Il riepilogo delle batterie, i qualificati, mettere la nazionalità di chi parte, non sarebbe male. Ci viene in soccorso in parte il sito www.paralympic.org. Grazie.
Tralascio il siparietto sulla staffetta italiana che vince e fa il record europeo con un tempo messo a caso.
Ribadisco, guai a chi si lamenta ancora dei problemi tecnici alle gare regionali.

Enormi i ringraziamenti per i cuochi portati dall’Italia. Ma si mangia veramente così male a Dublino?

Dai cibi alle bevande. La bevanda energetica dei campionati la assaggia solo Mecarozzi. La Fornasiero che è una donna ed è più furba non ci prova neanche. Ci informeremo sulla composizione. Si sa siamo in Irlanda, terra di folletti e streghe.

Bandiere virtuali sugli schermi durante l’inno nazionale. Certo che quattro soldi per l’alzabandiera potevano anche metterli eh!

Classifica degli inni più tristi.
Primo senza rivali l’inno ucraino. L’inno svizzero è secondo. Terzo, ma staccatissimo, l’inno bielorusso. Mia moglie non è d’accordo, sono opinioni. Lei al secondo posto mette il greco..

Il nuoto è la mia vita, l’acqua è la vita di tutti.
Grazie, Salvatore Urso.