Budapest 2022 day 8 – Un uomo solo al comando

di Mauro Romanenghi

Io proprio io Gregorio Paltrinieri

Ci sono giornate che si sente quando tutto va per il verso giusto- Ti svegli al mattino, e l’aria è fresca. Poi fai colazione, una bella brioche fresca. Fai la spesa, prepari da mangiare, ti riposi. Insomma, tutto fila liscio. Persino la moglie che ti manda a prendere il prosciutto per la suocera a cinque minuti dall’inizio delle finali dell’ultima giornata non ti disturba. Quindi tutto deve andare bene per forza.

Le gare dell’ultima giornata iniziano con il record di medaglie già in tasca, grazie ai successi del nuoto artistico. Sono già cinque gli ori degli azzurri, che devono ancora affrontare le discipline di fondo, tuffi e pallanuoto. Quindi parte Ceccon e arriva quarto. Tutto preventivato. Invece no, il campione del mondo è squalificato, ed ecco apparire un bronzo dal nulla. Ceccon sale sul podio insieme all’americano dalle orecchie importanti e dal nome che è tutto un programma: Hunter. Ma dico io, come fai a chiamare tuo figlio Hunter? Ti sta bene se poi cresce e da fuoco alla casa!

Naturalmente gli americani non ci stanno e guarda caso vincono l’unico caso di revoca di squalifica di tutto il mondiale. Così Hunter diventa cornuto e mazziato in casa propria: il primo atleta ad essere estromesso da un titolo mondiale dai propri allenatori. Veramente geniale.

In mattinata la frase ancora più geniale di tutte le interviste. La Di Pietro a un mondiale definisce l’appuntamento più importante gli Europei di Roma. Detto al Mondiale più vincente di sempre, stona proprio. Ora andremo a Roma: ma chi cerca rivincite, farebbe bene a preparare gli appuntamenti che contano. Perché una medaglia nella mista mista ci stava, e se invece di pensare a Roma si pensasse a Budapest, forse ora Panziera, Di Liddo  e Di Pietro avrebbero al collo quella medaglia mondiale che, forse, non vinceranno mai.

Quotato a 26 dai bookmaker un uomo solo al comando ci porta in cima al mondo con lui. Già ai 500 metri si capisce che Gregorio non scherza. Ai 1000 ovviamente si capisce che ha vinto, e io mi aspetto il record del mondo. Ricordo male l’ultimo 100 di Sun Yang, e Gregorio non ne ha proprio più. E’ di nuovo record europeo, l’americano sprinta per l’argento perché come ho sempre detto, puoi avere anche l’ultimo 50 da 25” ma se sei a mezza vasca, resti a mezza vasca. Gregorio lo scorso anno è stato sfortunato, perché senza la mononucleosi non ci sarebbe stata storia e Finkè avrà vita Bobby dovrà ringraziare il virus di Epstein Barr.

Cara Benny, il tuo sorriso ci piace un sacco: meglio della musona lituana, la cui felicità è pari a quella di una gallina che sta per essere lessata. Però diciamolo che questa doppietta un po’ sul gozzo (per restare in tema) ci sta.

Sul podio dei 50 dorso prima della pantomima abbiamo il sosia di Battiato,  le orecchie importanti di Armstrong e i baffetti di Ceccon. Una bella tripletta.

Nei 400 misti scoppola della canadese a tutti quanti. A quindici anni due ori e un argento mondiale. Non dite che non l’avevo detto. La ragazzina che mangia mele d’estate (questa battuta la capiamo solo io e mia moglie) detta legge dall’inizio. Forse un passaggio più accorto, la prossima volta, cara Summer.

Quarta la Hosszu! Finisce la carriera con un legno. Grazie mia Katinka, e tanti auguri! 

Allenatori USA non proprio felici dopo la 4×100 mista maschile

La faccia degli allenatori USA alla fine della mista maschile dice tutto. Nell’edizione dove hanno vinto più medaglie perdono la gara impossibile da perdere. Dentro però c’era Andrew, noto perdente cronico. L’avvisaglia c’era tutta. Poi i ragazzi azzurri ci hanno messo del loro, diamo a Cesare quel che è di Cesare.

Martinenghi esprime con parole forbite la sua soddisfazione per la vittoria. Un bel minchia, quando ci vuole, ci vuole.

E così, mentre anche sotto il mio balcone sfuma la Monza Resegone, nota gara podistica, finisce questo mondiale in vasca. Ma c’è Roma, ragazzi, non preoccupatevi.

Budapest 2022 day 7 – Orchestrine e filmatini

di Mauro Romanenghi

In questi ultimi anni è oramai in voga la presentazione uno per uno dei protagonisti delle semifinali e finali pomeridiane. Che non sarebbe neanche male, come idea. Poi però si esagera e si fa questo mini video abbastanza ridicolo. Anzi, per alcuni diventa proprio ridicolo, visto che si esibiscono in ameni balletti. Direi un’esperienza minivideo fallimentare, ma purtroppo conoscendo i personaggi, toccherà sorbircela per sempre. Come non bastasse, abbiamo pure la musica dal vivo. Probabilmente questo quartetto sarà famosissimo in tutta l’Ungheria, ma suona una patetica lagna per accompagnare gli atleti alla premiazione. Lo salva solo la bellezza della violinista, che ovviamente sta in primo piano. Insomma, dal mio personale cartellino, stroncatura su tutta la linea.

Oggi musica di lagnanza, nel parterre azzurro.
Iniziamo dalla Panziera che ci racconta con un mezzo giro di parole che sta preparando Roma. Ora, ci siamo capiti che questo mondiale l’hanno piazzato qui tra il lusco e il brusco. Però c’è e visto che c’è ed è un mondiale si deve onorare preparandolo al meglio. Perché un Mondiale è più importante di un Europeo, anche se lo fanno nel tuo condominio. Soprattutto se, svegliandoti prima senza lagne, vai prenderti un bronzo che ieri dicevi fuori portata: se non ci credi tu, chi altri? Male, molto molto male.  
E arriva anche la Pilato ci conferma che non è al top. Va beh, facciamocene una ragione. Basta che domani metta la mano davanti.
Quadarella…non è in forma pure lei. Però ci mette la grinta, e sfiora l’argento. Almeno una che ci crede, oggi, la troviamo.

Dopo tutti gli spareggi persi, oggi è il giorno delle squalifiche. Si vede che ai ragazzi piace fare gruppo.

Ceccon sei record italiani, più il mondiale dei 100, un oro e un bronzo, e domani la finale dei 50 dorso e una staffetta che ha il dovere di fare bene. Anche solo perché l’ha detto Burdisso.

Oggi guardiamo le gare io e mia moglie, e subito parte la stoccata in flèche. Premiazione dei 200 dorso: “ma queste si chiamano Bacon e White, ma dove le trovano con questi cognomi”?

Mamma Mc Keown e la guardia del corpo

Sempre alla premiazione, sempre mia moglie: “ma questa che ha vinto è la regine delle nerd, con questi occhiali. Tipo la secchiona che se li toglie e diventa figa.” Al che inquadrano una signora che imbraccia il canguro mascotte e lei fa “questa è sua madre, sono uguali”. Io rispondo: “ma no è la madre della McKeown”. Ovvio, infatti la vincitrice dei 200 dorso è la nerd Kaylee McKeown. Mai discutere con la moglie.

“E niente, comunque anche questa Bacon è una bella manzetta eh!”

Milak visibilmente infastidito dalla prestazione cronometrica dopo l’arrivo si volta verso il suo pubblico: e come mostrarsi infastidito se ti adorano in diecimila? E allora, cambia faccia, saluta e sorride come fosse il papa. E bravo il nostro cioccolato Milak.

Tutto chiaro no?

Gli USA cominciano a prendere il vizietto di perdere le staffette contro gli australiani. Male, anzi malissimo, finendo pure dietro i taglialegna canadesi. 

Due parole sulla Ledecky, le prendo pari pari da mia moglie: “questa si è rotta di sentir dire che è in crisi, e guarda che gara ti fa”. Esatto.

Lani Pallister finisce qua il suo mondiale in panchina per il COVID. Chissà se tornerà ai Mondiali di salvamento a Riccione. Probabilmente no, ma sarebbe stato bellissimo!

Budapest 2022 day 6 – Feste di fine estate

Alla fine un temporale ci sta…con qualche lampo azzurro!

di Mauro Romanenghi

Ieri sesto giorno di gare, Italia presente con la sola Chicca Fangio. Scrivo stamattina presto, ieri ero impegnato con la festa della squadra. Festa dove hanno portato ciascuno bibite e cibo per il numero di persone presenti: risultato il frigo della piscina ha dentro due tiramisu, due insalate di pasta per venti persone, bibite gassate che possono creare il buco nell’ozono, tartine, pasticcini, patatine eccetera eccetera eccetera.
Io alla festa ho portato un vino bianco che imbottiglio personalmente, e un rosso che qualcuno si è portato a casa (si vede che era piaciuto). Il cavatappi, che solitamente mi viene sottratto agilmente, stavolta l’ho riportato a casa.
Era un po’ che non facevamo questa festa, ovviamente. E ieri, puntuale come il Natale al 25 dicembre, arriva il temporale estivo. Non solo uno, ma ben due, dopo mesi di siccità.
Quindi festa sotto il tendone, con afa spaventosa, ma insomma bisogna saperla prendere con filosofia, alla fine il temporale estivo ci sta.

Con filosofia la prende Chicca Fangio, finalista (unica di giornata) per l’Italia nei 200 rana. Il tempo non è granché, la gara nemmeno lo è stata. Ha vinto la King che si rifà della mazzata sui 100, da cui non è uscita felicissima. Io sono del parere che le occasioni bisogna coglierle. Con il record italiano o vicino, si lottava per la medaglia. Poi con i se e con i ma la storia non si fa.

La Di Liddo ci ricorda che lei a giugno non gareggia al meglio. Ci tiene a ribadirlo, quindi arrivederci agli Europei. Ieri alla festa, ho tuonato che se agli Europei vedrò fuoco e fiamme, le farò pure io facendo scendere fiumi di lava su tutti.

Capitolo Panziera. Ora, capisco che se una fa 2’08” la sua condizione non è ottimale: ma augurarsi che qualcuno si faccia male per prendere la medaglia, non è bello dai!!! Piuttosto sbattiamoci un minimo, che non è detto che tutti migliorino in finale. Se poi partiamo con questi presupposti, siamo a cavallo. 

Non ho ancora sentito la scusa “siamo stanchi è il sesto giorno di gare”. Bene.

In compenso arriva Codia che ci racconta che l’età si fa sentire. Dopo aver gareggiato due dico due volte. Siamo a posto.

Ma poi ci pensa Burdisso, che comunque il suo 51”4 lo fa che non è malvagio, praticamente il suo record. E dice la sacrosanta verità: che senza Dressel, si può vincere. Se puoi pensarlo, puoi farlo. Non è che la King ha ringraziato la sua avversaria che mancava, dopo che ha vinto i 200.

Insomma oggi giornata Australia-USA. Molly O’Callaghan ci delizia con il suo ritorno nei 100 stile e fa fessa per la millesima volta la Sjoestroem che proprio, in questa gara, non ce la fa a vincere. Sjoestroem fulminata, insomma!

Il capitano Stubblety-Cook, che sembra il nome di un commodoro inglese invece è il ranista più forte del mondo nei 200, ci delizia con la sua solita tattica alla Chupkov (ma oramai possiamo chiamarla alla Cook), con un 200 rana in pratica in negative split (come la Molly nei 100 stile…certo che gli australiani li trovano con il lanternino i cognomi dei loro campioni). 

Delusione invece per McKee. Già pregustavo una bella medaglia per l’Islanda.

Il mio amico ha giocato la 4×200 USA vincente. Doveva recuperare i 15 centesimi della 4×200 femminile, è andato sul sicuro. Non male neanche Dean, che hanno dato fuori forma, 1’43” lanciato vorrei averne un paio per l’Italia fuori forma così. Invece ci accomodiamo, stavolta, fuori dalla finale. Sesto giorno di piccolo deserto, con il lampo azzurro (per rimanere in tema di feste estive) di Zazzeri nei 50 stile. Vedremo.

CREDIT photo: http://www.yumpu.com

Budapest 2022 day 5 – Canadesi alla riscossa!

Come Rufus: Canadesi spaccatutto!!!

di Mauro Romanenghi

Ogni giorno entro in vasca ad allenare e c’è il solito giro di scommesse sui vincitori, piazzati e medaglie. Io che nel 2008 ho perso il fantanuoto arrivando ultimo su cinquanta iscritti dietro anche a Sports Illustrated (notoriamente scarsissimo a livello di pronostici) vengo quindi interpellato per capire su chi puntare i 15 centesimi della giornata.  
Ieri ho dato vincenti sicuri McIntosh nei 200 farfalla e Marchand nei 200 misti e così sono stato ascoltato. Poi mi hanno chiesto lumi sulla 4×200. Ho detto Canada o Cina. Poi se le cinesi decidono di suicidarsi, non è colpa mia. In ogni caso niente di grave, quindici centesimi si possono spendere.

Le canadesi finalmente dai e dai ottengono le vittorie tanto agognate: addirittura due. E’ un po’ come Rufus Roughcut con la sua spaccatutto: triturare gli avversari finché si vince per demolizione. Per chi non conoscesse Rufus, tipico esponente dei taglialegna canadesi, può vedere qui.
Era comunque solo questione di giorni.
La notizia di giornata quindi è la vittoria del Macbookpro da parte di Summer, grazie al successo nei 200 farfalla. Summer vince grazie alla sua costanza, il futuro è suo e dei suoi Mac. Se poi facciamo meglio qualche apnea magari si va anche più sicure. 
ll secondo successo è della Masse. Beh un nome una garanzia. Intanto Summer inserisce nel suo Mac la seconda vittoria candese.

Deserto italiano il mercoledì e purtroppo, viste le premesse, deserto anche il giovedì. Miressi purtroppo non ci da soddisfazioni, la faccia triste c’è e si vede. Non tutte le ciambelle riescono col buco e vedremo quindi nella mista se il nostro gigante ci darà soddisfazione. Altrimenti, sarà per la prossima. 
Si salva, nel deserto del Sahara, Chicca Fangio che centra la prima finale mondiale. Siamo a posto: manca solo quella europea e poi il filotto è completo. Il resto va tutto benissimo.

Allons enfant de la patrie, le jour de gloire est arrivé. Non solo Marchand ma anche il velocista Grousset che ci prova fino all’ultimo a guastare la festa del conte Popovici (ho controllato: si pronuncia Popovic). Il francese rischia la giugulare (si sa, contrariare i conti transilvani non è un bel mestiere) ma alla fine non serve nessuna sortita notturna di vendetta. L’oro va a David e siamo tutti contenti così. Salva la faccia anche il Canada maschile con il bronzo, per tenere vivo almeno l’orgoglio.

Finale atipica nei 200 rana quella che si disputerà dato che, a parte il campione olimpico senza rivali (segnate) vede tutti molto vicini. Certo vedere che Islanda, Svezia e Finlandia hanno un finalista e l’Italia non ha neanche partecipato, fa specie. 

Budapest 2022 day 4 – Alla morra cinese!

Bim bum…

Una volta si giocava in cortile, la sera, dopo aver mangiato. Non tanto, magari finchè faceva un po’ buio. Fino alle nove e mezza, però, ci stava. Magari a nascondino (nel buio delle ombre, difficile essere scoperti). 
Per stare sotto, si faceva la conta. Bim Bum Bom, la morra cinese, le filastrocche, e via si partiva con lo sfigato che doveva farsi tutti gli androni delle scale. 

Oggi gli italiani ci hanno preso gusto e anche loro si fanno la morra cinese per decidere la finale. Una morra cinese che premia gli avversari di Zazzeri e Scalia. Si vede che i nostri, da piccoli, a nascondino non ci hanno mai giocato

Diciamocelo: c’eravamo fatti la bocca buona, e quindi pregustavamo il successo di Martinenghi nei 50. Niente da fare, stavolta Fink fa il colpo vincente. Oggi è il giorno di Fink.
Infatti un altro Fink, stavolta con una E in più, si fa riportare in carrozza fino ai 50 finali degli 800…Finké non li frega tutti. Questa me la ero segnata da Tokyo dello scorso anno. Scusatemi. Non lo farò più.

Mica male Milak. L’ungherese che mi fa venire in mente la marca delle tavolette di cioccolato dalla mucca viola, vola invece in vasca senza avversari. Manco la scia riescono a prendere. Record mondiale stracciato e la soglia del 1’50” che si avvicina pericolosamente. Tutti a incartare le tavolette di cioccolato, adesso!

Anche la soglia dei 47” si avvicina per il conte David (che la FIN ha già chiamato con tre nomi diversi: si chiama Popovici e credo, anche, con l’accento sulla I finale, ma non ci giurerei). Dressel intanto, per non saper leggere né scrivere, quatto quatto da forfait. Problemi per l’asso USA? Vedremo nei prossimi giorni.

Oggi fra i miei favoriti c’era Marchand, nei 200 farfalla. Domani sicuro oro nei 200 misti. Sicuro. 

I francesi continuano nel loro percorso di rinascita, con i 100 di Grousset on 47”54.

E qui mi butto e do per sicuro l’oro della McIntosh, che ha bisogno del Macbookpro. O qui, o con i 400 misti, lo zio glielo regala se vince. Ma secondo me, già qui.

Staffetta mista mista stregata per gli azzurri. Diciamo che il lancio poteva essere migliore, diciamo anche che Ceccon è alla sua nona uscita in quattro giorni. Va bene così, però brucia. 

Esistono anche le cinesi alte. Che vincono i 200 stile libero. Dove non c’è più la Pellegrini, così l’ho detto pure io e non ci penso più. 

Budapest 2022 day 3 – Cinquantamila motivi per vincere!

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50,000 ragioni per vincere

di Mauro Romanenghi

Oggi ho cambiato auto. Aveva nove anni e aveva fatto duecentomila chilometri (200,000).
Era il momento giusto, e poi mi aveva accompagnato in tanti posti. In uno in particolare però, e c’è un bell’adesivo dietro a dimostrarlo. È stata, è vero, per dieci giorni circa nel parcheggio della Duna Arena, però fino a Budapest c’è andata nel 2017. Lì dove ho fatto volare la sedia per le scale, dove ho urlato come un pazzo quando la Pellegrini vinse quel 200 dopo anni di buio, lei c’era. Oggi l’ho parcheggiata lì, nel piazzale del concessionario.
Anche la squadra azzurra si è rinnovata. La Pellegrini si è parcheggiata pure lei, i suoi chilometri li ha fatti. E quindi basta con sta storia della prima volta senza la Pellegrini. Anzi speriamo che ogni volta che sia la prima senza qualcuno, sia così. 

Ieri lo avevo detto, vediamo che succede, ma come dice qualcuno che ne sa, c’è chi le cose le pensa e chi le fa. Ceccon le fa: nel bene e nel male. Ma stavolta il record del mondo non lo tiene più e da il via  a tutta una serie di sproloqui che noi gli perdoniamo. Avrebbe potuto dire qualsiasi cosa, anche che si candidava a zar di tutte le Russie. Invece si limita a dire che non sa come si dice in italiano “achievement” (risultato, non è difficile dai), e che non è questo l’obiettivo. Bene, basta che lo sai tu, l’obiettivo, a noi va benissimo.

La faccia di Ceccon quando gli mettono in mano l’assegnone poi è impagabile. Ma mai quella di quando glielo tolgono. Tranquillo Thomas non è quello vero, i soldi sono già in banca.

Non passa un quarto d’ora e la mia voce si azzera definitivamente. Dopo un anno difficile, dopo un’Olimpiade che se fossi stato in lei avrei detto “da schifo”, Benedetta Pilato da Taranto si impone di forza nel 100 rana più scarso degli ultimi anni. Ma sinceramente, come diceva Martinenghi, a volte basta vincere. E quindi visto che il motto di oggi è “se puoi farlo, fallo”, Benedetta lo ha fatto. 

Le pagelle non mi piacciono. Ma voto zero alla RAI per aver tolto il collegamento un secondo dopo la vittoria della Pilato.

Entra con modo felpato il conte (e non il principe) rumeno. Lontano bisnipote di sessantesimo grado di Vlad l’impalatore, David Popovici saluta tutti ai 150 e se ne va. Ora devo dire che nuota veramente bene. E quindi A) Dressel è avvisato ma non penso abbia gran paura B) per i miei amici giocare Popovici vincente nei 100 potrebbe essere una buona carta C) attenzione anche a Hwang per il prossimo futuro 

Un piccolo incoraggiamento a Simoncina, son cose che capitano. Ricorda la cagarella di Ledecky nel 2019. Dai, ce la facciamo.

Anche oggi le canadesi a mettere paura nei 100 dorso con la Masse…dai e dai vedrai che a furia di legnate ce la fanno pure loro.

CREDIT photo Raisport

Budapest 2022 day 2 – Il gracidar m’è dolce!

Cra…ck!!! Che rana, ragazzi!

di Mauro Romanenghi

La domenica dovrebbe essere una fonte di tranquillità. Questa domenica no. Direte voi perché c’era Martinenghi favorito per i mondiali. Ebbene, no. C’era il settantesimo di mia suocera. Sono sopravvissuto all’evento grazie al fatto che ogni tanto potevo collegarmi con lo smartphone alle finali di nuoto. E subito ne ho approfittato, inchiodandomi davanti all’evento clou della serata, appunto la finale dei 100 rana. Premetto che la famiglia di mia moglie è l’antisport: sanno a malapena di calcio, e fortunatamente poco anche di quello così non mi devo sorbire gli inutili sproloqui italioti su allenatori, formazioni e giocatori. Figurarsi il nuoto (credo sappiano a malapena fare due vasche, salvo qualche eccezione che conferma la regola). Quindi vedersi le finali è un buon modo perché nessuno si avvicini. Se poi la scusa è un italiano che vince, meglio ancora. 

C’era anche una piscina per fare i tuffi. Mi aspettavo da un momento all’altro che una rana saltasse fuori e finisse nella vaschetta, mentre i bambini si tuffavano nell’acqua dal colorito bruno (insomma, se i bambini ci saltano dentro tutto il pomeriggio…)

E allora dalla rana di Nicolò alle 18.06 arriva il primo oro di questi Mondiali. La vasca della Duna Arena fortunatamente non è come quella della festa, anche il tuffo di Nicolò. La gara ricorda un po’ quella di Fioravanti nel 2000, americano davanti e poi distensione nella seconda vasca. Abbiamo quindi un degno erede di Domenico (anche se la rana di Domenico, diciamolo, era tutt’altra cosa). 

Dire che me lo aspettavo mentirei. Ma ci speravo fortemente. Ovviamente, in mezzo al prato della festa, sono stato preso per matto nella mia esultanza, perché intanto l’atmosfera si era fatta rilassata e c’era un po’ aria di sonnecchiamento post prandiale. 

Non c’è molto altro da dire. Tripletta americana di vittorie, manca la Russia e si vede, manca la canadese MacNeil protagonista dei 100 farfalla olimpici e manca la sfida dei misti dove la Walsh fa il bello e il cattivo tempo. C’è invece sempre Dressel che è sempre Dressel.

E poi c’è lui, il baffetto più veloce dell’Italia, che oramai ad ogni frase ci stupisce. Noi ce lo ricordiamo ragazzetto che non sapeva cosa dire. Si vede che sa cosa dire e anche cosa fare. Comunque, per lui, sette uscite nei primi due giorni e tempi di tutto rispetto con tre record italiani e la top ten dei 100 dorso. Beh visto che è scocciato di aver perso, vediamo di rifarci.


Budapest 2022 day 1 – Baffetti e pigiamini

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Baffetto alla Mark per il nostro Thomas

di Mauro Romanenghi

Come sempre quando iniziano i Mondiali mi scrivono: aspettano i miei commenti. 
Io oggi pensavo di andare allo Street festival del mio paese a vedere lo spettacolo di danza del ventre, con la ragazza un po’ incapace ma direi giustamente figa che si dimena, bevendo una birretta. Lo ho anche fatto, incontrando nel frattempo tre master, due agonisti, un genitore di un atleta che non ho ben identificato ma che ho salutato per educazione, e facendo cadere una birra a un signore per accarezzare il suo cane labrador (la birra l’ho ripagata). Con me avevo i nipotini (beh, adesso nipotoni, uno è bello grosso) che nel pomeriggio avevano visto con falso entusiasmo qualche gara di nuoto, commentando la vittoria degli americani nella staffetta (“gli americani devono stare sempre in cima al podio”). 
Insomma lungi da me dallo scrivere. Invece arrivo a casa ed eccomi sulla tastiera, come neanche Woodward e Bernstein nel caso Watergate (di cui ricorre il cinquantenario in questi giorni, così si fa cultura generale).

I Mondiali li fanno a Budapest, che si sa è il refugium peccatorum delle manifestazioni. Non sai dove andare per fare il campionato assiro? Ti è scaduta la rata dell’impianto e non sai dove fare il criterium del vicinato? Il Bahrein ha rinunciato ai Giochi mondiali del deserto? Vai a Budapest, che lì di sicuro te lo fanno fare e ci viene pure la gente, con le ragazze fighe molto meglio della danzatrice del ventre di stasera.

E dai, come primo giorno non c’è malaccio. Un bel 3’41”22 in apertura nei 400 stile, a un secondino dal mondiale di Biedermann, per l’australiano Winnington, che con un cognome così non può che essere un vincente (come Washington poteva essere un tipo molto pulito, insomma). Il giovane emergente tedesco Martens non emerge abbastanza e si ritrova secondo.

Comincia la solita sequela di scuse italiane, con De Tullio al quinto posto che ha dato il massimo, che si sente indurito eccetera. Come vedremo proseguiremo su questa linea. Io qui ve lo giuro se a Roma  questi ragazzi fanno due secondi meno io lancio la fatwa contro la excusatio non petita e manderò i kamikaze contro i nuotatori scusazionisti, che sono peggio dei novax e dei negazionisti del COVID.

Mentre Martinenghi e Ceccon raggiungono agevolmente la finale, non tanto agevolmente ma comunque vincente torna la Ledecky nei 400: anche se la principale avversaria non c’è. 
C’è invece la canadese McIntosh, che per la vittoria dell’argento avrà in dono un Minimac dallo zio d’America MacIntosh. Se avesse vinto, un Macbookpro  non glielo toglieva nessuno. Ma essendo del 2006 avrà altre occasioni, credo. 

Chiudo con gli italiani e l’homo scusozoides grazie alla Di Liddo, che fra le tante cose afferma che lei gareggia meglio nel mese di agosto. Chiedo alla FINA di tenerne conto per la prossima edizione. L’Olimpiade di Parigi, comunque, sarà verso fine luglio. Prepariamoci. 

Si rivede la Hosszu, che agguanta la finale. Chissà se un tollino per chiudere una dignitosa carriera, in casa, lo prenderà. Difficile ma possibile, per la lady di ferro (che non è la Tatcher, tornando a fare cultura generale).

Ceccon si presenta con questo baffetto un po’ da poliziotto anni 70. Anzi, diciamo che il baffetto è tipico di un certo americano di Monaco di Baviera 1972. Forse per darsi un tono più adulto, non so.
Ceccon si presenta alla premiazione della 4×100 stile (bronzo acquisito in stile italico con grande sofferenza) con le braghette corte. Insomma, decidiamoci.
Ceccon, ma questa volta non è colpa sua, sfoggia anche la felpa stile pigiamino della squadra azzurra. Deve essere uno stile di moda, perché anche gli statunitensi hanno optato per la tuta pigiamino. 

Il numero di giornata lo fa il francese Marchand, Dopo anni in cui i francesi stavano mangiando le suole degli italiani, ecco sbucare l’oro che non ti aspetti (troppo). Con questo tempo, il secondo di sempre e record europeo, Phelps trema: il suo ultimo record individuale forse ha i giorni contati. 

Il numero azzurro di giornata è Lorenzo Zazzeri, che da vero artista si inventa la rimonta della staffetta azzurra passando al secondo posto con un ottimo lanciato.

Dei 32 staffettisti ben tre stanno sotto i 47”, quindici sotto i 48”. Poche le note stonate tra cui Bouhs che affossa la staffetta ungherese con 49”0: bouhhh…sss!!!

Le australiane oramai hanno imposto la legge per cui la 4×100 stile femmine deve venire vinta dalle cangurine. Chiunque sia schierato, deve vincere. Diciamo anche che se schieri quattro che fanno 52”8 di media, difficile perdere. 

Finiamo con le braciole canadesi. A parte che solo in Canada puoi trovare una staffetta con due alte 160 e due 180 centimetri, la cura a base di nuotate in risalita nei torrenti e di lotte a mani nude con i grizzlies funziona. Ora attendiamo le foglie d’acero nelle gare individuali.

CREDIT photo screenshot RAISPORT

Qualificarsi, una vita difficile!

Calendario infinito: già stilarlo è complesso!

di Mauro Romanenghi

Parlavo qui dei parametri di qualificazione dei World Games nel salvamento, in realtà più complessi di come li avevo fatti. Sono appena uscite le nominations, perché alla fine quelle sono! Anzi più che nominations, sono le carte nominali dei Giochi Mondiali – non ho capito perché le Olimpiadi le chiamiamo in italiano e i World Games no. Che poi World Games mi ricorda tanto quel titolo del film anni 80 con Matthew Broderick, War Games: se potete, rivedetelo.

Insomma i nomi italiani sono quelli che avevamo fatto nell’articolo, con qualche aggiunta perché mi hanno giustamente informato che gli inviti potevano essere fatti a chi era nella graduatoria al di fuori delle staffette sì, ma che i componenti delle squadre qualificate che potete vedere qui e sono in numero di cinque per nazione non possono gareggiare tutti nelle gare individuali. Per poterlo fare, devono essere nelle migliori otto prestazioni mondiali (e ci sta) ma soprattutto nelle migliori due nazionali. Insomma l’UCAS (vedi articolo citato) ci ha messo proprio del suo. 
Devo dire che ci avevo azzeccato: tra chi ho dimenticato, Andrea Vivalda nelle pinne, Nardozzi negli ostacoli e Anna Pirovano, che è la più forte ostacolista dopo Giulia Vetrano (che immagino abbia rinunciato, viste le manifestazioni di nuoto presenti in quel periodo).

E per fortuna che il salvamento ha poche manifestazioni. Vi risparmio i criteri di qualificazioni nazionali per fare i Mondiali di salvamento, che quest’anno sono a Riccione (dovevano essere nel 2020, se ricordate). Vi dico solo che qui si è deciso di non fare il Mondiale per Club, ma si è inventata questa partecipazione a titolo personale per varie categorie, dagli  Under qualcosa ai Master. Personalmente non mi piace questa cosa, ma capisco il momento non semplice. Allora perché far spostare le persone, tra l’altro in un paese in cui cambiamo le regole ogni due mesi, per venire a titolo personale quando già venire con la squadra era un costo non indifferente? Osserveremo gli sviluppi.

Invece con mia moglie, che ha sempre uno sguardo critico da profana, guardavo un po’ sul serio un po’ sul faceto i criteri di qualificazione per le manifestazioni estive di nuoto. Manifestazioni, che come ricordavo sopra, sono numerose, e da sole potrebbero fare il libretto FIN dei regolamenti, quest’anno.
Fino ai Mondiali, ce la giochiamo facile, bisogna fare agli Assoluti di aprile il tempo. Bisogna farlo in finale? Non lo dice. Se qualcuno lo fa in batteria prima e poi tre lo fanno in finale, chi va? Chi lo sa. Per la staffetta bisogna fare la finale A. Poi il tempo è poco, quindi tutto a posto, ragazzi. Per i Mediterranei, agile anche lì: arrivi primo ad aprile ci vai. E via con la seconda manifestazione…ma comunque i Mondiali sono andati.
Però poi ci sono gli Europei, che sono a Roma, quindi bisogna ben figurare, si gioca in casa e devono andare forti tutti!!!
Tutti chi?

Coloro che hanno partecipato ai Mondiali (il neretto è d’obbligo).
Coloro che hanno vinto il Sette Colli che quest’anno vale Italiano Assoluto estivo (ne sentivamo giusto la mancanza…non bastava dire chi vince il Settecolli?).

Chi fa il tempo limite: dove? Non si sa.
In staffetta, coloro che hanno ottenuto il tempo limite individuale o di staffetta per i Mondiali (bella forza, se hai fatto il tempo di sicuro hai fatto anche la staffetta).
In staffetta coloro che hanno fatto un bel tempo ai Mondiali (idem come sopra, se ho Dressel ai Mondiali non è che ai Panamericani lo lascio a casa, a meno che non me ne freghi zero).
Quindi se uno ad aprile vince gli Assoluti, ma non fa il tempo dei Mondiali anche di poco e non va in staffetta, allora deve rivincere in estate? 

Se uno fa il tempo dei Mondiali individuali ma è il terzo e non ci va cioè non partecipa, deve rivincere o fare il tempo in estate o vale quello che ha fatto ad aprile? 

Chi lo sa. Ma siamo convinti – e la nostra redazione ci supporrta –  che potendo schierare quattro atleti e non dovendo neanche far fare un gran viaggio (un biglietto del treno te lo puoi anche pagare, alla fine) diciamo che anche se un po’ arzigogolato il criterio di selezione permetterà di schierare un po’ tutti. Fatta la legge trovato l’inganno, direbbe l’UCAS.

Mondiali 2021 v25 day 6 – Antipasti misti a Natale

Abbuffata per l’Italia!!! – Credit Giallozafferano

Se fossimo Oronzo Canà lo chiameremmo schema 5-5-6, oppure visto il congruo numero di medaglie che arriva dalle staffette miste e dai misti (ben cinque) un bell’antipasto misto di Natale. Sedici medaglie ben distribuite, undici primati italiani di cui quattro nelle staffette olimpiche, terzo posto nel medagliere. Soprattutto un cambio di pensiero fra i ragazzi: speriamo sia finita l’epoca del “ho dato tutto ma più di così era impossibile”, “avevo preparato il meeting della Montagna Russa e quindi qui non ero in forma”, “il mio obiettivo erano gli Europei e i Mondiali erano un premio aggiuntivo”. Certo, qui c’erano ragazzi che rispetto a Kazan non erano la brutta copia ma neanche sprizzavano fuochi d’artificio come a Capodanno. Faccio solo un esempio, con il Lamberti di Kazan a qualche tolla in più preziosa si poteva ambire. Ma non bisogna recriminare, altrimenti torniamo allo schema “non capisco cosa sia successo”: semplicemente ci sono tante gare e non sempre si può essere splendidi. Questo vale tanto di più per il prossimo anno con quaranta fantastiche manifestazioni tutte belle e smaglianti ma che bisogna scegliere: non si possono fare Mondiali, Europei, Universiadi, Mediterranei, Mondiali militari, World Games, Giochi della Fratellanza e tutte le altre gare italiane. Mia moglie continua a ripetere che fare la ISL, dove bisogna gareggiare, gareggiare e poi dopo gareggiare (modello americano) ha aiutato. ha sicuramente ragione, come tutte le mogli. 

Ieri si aggiungono al club del doppio oro anche la MacNeil (avevo dimenticato Seto!!!) e Nic Fink vincitore ahinoi dei 50 rana su Martinenghi. Il ragazzo varesino sembra farcela, ma poi si vede come Fink si avventi meglio sulla piastra. Avventarsi sulla piastra ieri era lo sport nazionale, che in genere riesce bene agli americani: infatti è la Escobedo a lanciarsi meglio al tocco dei 200 rana e regalare così l’oro numero nove agli USA.  Se guardate l’arrivo, la russa era nettamente avanti ma se arrivi sbagliato, in un arrivo con tre in un decimo, cara grazia che sei a medaglia. Un plauso a Francesca Fangio in questa finale: se raccogliamo i centesimi che la separano in ogni gara che fa sui 200 dal record italiano forse per fare un secondo bisogna sommare venti gare.

Se abbiamo imparato qualcosa forse è gettarsi sugli arrivi. Lo fa benissimo Miressi, che così ha raccattato due ori. Quello di ieri vale tantissimo, perché dopo 50 metri nessuno avrebbe scommesso un nichelino (gli americani sì, tanto vale poco) sulla sua vittoria. Il piemontese si emoziona il giusto davanti alle telecamere, diciamo che nella classifica dell’assenza di emozioni dopo Terminator e Robocop sul podio c’è Miressi. Anzi forse Terminator negli ultimi film mostrava qualche empatia.

Arriva il record mondiale anche nell’ultimo giorno sui 1500 stile. Lo aveva detto Paltrinieri, forse sperava di farlo lui: lo fa Wellbrock, ed è giusto così. Ma non è finita qui. E occhio ad Hafnaoui: qui mi fermo. 

La mista maschile invece è la compattezza. La compattezza e la resistenza: torniamo al motto “siamo stanchi all’ultimo giorno” come se fosse l’ultimo solo per noi. Certo non si chiede di fare una prestazione monstre all’ultimo giorno, ma mantenendo un onesto standard prestativo (leggi rifare più o meno i propri tempi) qualcosa di buono si ottiene. E difatti continua il trend di Tokyo e stavolta arriva l’oro perché gli USA non sono proprio gli USA di Tokyo. Ma a noi ce ne frega il giusto e quindi i ragazzi vanno a raccattare il giusto. Il record mondiale è a poco, quasi tutto il distacco preso nel dorso. Ma vuoi rimproverare Mora, tre finali individuali e un argento? Ma dai!!! Comunque abbiamo scoperto che è basso al microfono della Caporale. Scenetta epica.

La scenetta epica si ripete con la staffetta mista femminile che scopre di avere fatto il record italiano, e sciorina l’unica serie di lamentele sentite fin qui. Mitica la Di Liddo: “per me è difficile stare tanto fuori di casa”. Mitica! 

Kawecky e la sindrome del redivivo: al mattino rischia di brutto dopo una gara da narcolessia. Al pomeriggio sembra continuare la crisi narcolettica ma è tutta una tattica e grazie alle sue sub da 15 metri e alla corsia otto dove nessuno lo caga vince. Mora studia da Kawecky ma non è ancora Kawecky: quarto e record italiano.

Non ho parlato mai dei Mecasacchi, ma non posso non farlo dopo il voto della tartaruga mascotte. Alla richiesta di Mecarozzi, Luca risponde sicuro: “Dieci!”. Neanche Borghese può fare meglio. Grazie Sacchi e grazie Dana la tartaruga.