Assoluti lifesaving 2019: una gara senza fine!

di Mauro Romanenghi

Italiani Salvamento Assoluti2019 - condizioni proibitive?

Italiani Salvamento Assoluti2019 – condizioni proibitive?

Quest’anno, dopo diversi anni, sono andato in automobile ad accompagnare i ragazzi a una gara importante. Non lo facevo da quando guidavo i furgoni in DDS, quasi quindici anni fa.
Devo dire che è sempre interessante viaggiare con loro, si scoprono sempre cose interessanti. Vi suggerisco di provare. E’ anche divertente.
Intanto si guadagna qualcosa: la madre di un ragazzo che accompagnavo, forse pensando che andassimo a fare un lungo viaggio ci ha fornito di ampia pasticceria. Insieme al mio cioccolato, è stato di aiuto in un tragitto che si sa al venerdì può essere gravoso.
Viaggiare in auto ha i suoi privilegi: terminate le gare in un attimo ero in albergo. Il mio record è stato di circa 5 minuti. Rispetto ai 15 impiegati con il pullman, tutta un’altra cosa.
Meno divertente il viaggio di ritorno. Non me lo ricordavo così faticoso: e lungo soprattutto sotto la pioggia e con la coda della domenica.

Lungo come questo campionato. Troppo. I primi cinque giorni secondo me sono sufficienti. Due assoluti e una gara a squadre sono abbastanza. I tre giorni dei categoria dove portarli? A settembre erano piaciuti ma pare non si possa. Ci sono gli Europei? I Mondiali? Non so, non mi sembra che ci siano stati così tanti atleti anche a maggio.

Devo dire che ho dato il via a una serie di successo: l’aperitivo serale. Il sabato siamo partiti con una magnum di prosecco in dieci, al bar della piscina, terminate le staffette del primo giorno. Il tutto è proseguito nei giorni successivi, alle gare al mare. Non senza qualche difficoltà: qualcuno infatti proponeva del vin brulé: vista la situazione, direi appropriato in alcuni giorni.

Parliamo anche di gare, che io però posso testimoniare in prima persona solo per la piscina.
Gare con diverse sorprese, devo dire, che mi hanno anche entusiasmato.

Primo giorno ci sono gli ostacoli. Ricordo quando ci approcciammo al salvamento, molti anni fa. “Ecco i nuotatori”, ci dicevano. Qualcuno mi ha anche chiesto cosa fossero venuti a fare, e comunque sono tornati i nuotatori. Un paio dei quali, dopo una mattina di assaggio, hanno dimostrato che gli ostacoli in apnea li sanno fare. Lombini, al mattino mi ha chiesto quale fosse il record italiano: gli ho risposto “questo qua”.”Ah” dice Lombini. Ho aggiunto: “per farlo ha fatto tipo 56”-57”. Al pomeriggio in 1’54” (56”-58”) stacca uno dei migliori tempi di sempre, iniezione di fiducia per lui anche per il nuoto puro. Un onesto 2’07” e delle ottime sub per Pirovano, che di certo non ha bisogno di lezioni in questo particolare, le danno il titolo.

Ecco cosa sono venuti a fare.

Lancio della corda. Sento lamentele sulle corde, sulla gente che si stacca prima (vero), su chi non sta fermo in corsia (vero). Io mi lamento dei 45 minuti di tempo per fare sei serie di lancio della corda e di dieci minuti persi a spiegare che hanno sbagliato le premiazioni degli Youth. Ma non facciamole più queste premiazioni, che tanto gli Youth hanno le loro gare di categoria. Meno premiazioni meno sbagli.

Il mio amico re degli ostacoli non mi delude, ma soprattutto vince con il suo ragazzo il titolo della corda maschile. Gliela dovevo, la citazione.

Livia Elisa Fiori la vedevamo fare avanti e indrè, come si dice a Milano, un paio di anni fa nel super. E io dissi: “questa ce la fa, te lo dico io” al re. T’é vist? Speriamo che sia solo l’inizio, va.

Molto allegro il controllo dell’addetto (o addetta) antidoping a Livia Elisa, secondo me. Naturalmente, personalissima opinione di addetto ai lavori che osserva.

E parliamo di record. Iniziamo da quelli mondiali, con Volpini nel primo giorno e Fabretti nel secondo giorno.
Il primo secondo me è più impressionante, perché si sapeva che lo valeva ma il tempo è di quelli che non ti aspetti. E neppure lei secondo me se lo aspettava, un tempo così. L’asticella è alzata, adesso, di parecchi centimetri.
Il secondo è una barriera che aspettavamo, quella dei 50” nel manichino pinne. I miei timpani stavolta li ho tenuti al sicuro, perché le urla del suo allenatore mettono a dura prova il mio apparato uditivo. Il trasporto è quello che più impressiona, credo sui 30” o meno da quando ha effettivamente in mano il manichino. Penso che molti uomini facciano fatica a farlo. A delfino, per giunta.

Continuiamo a parlare di record. Mauro Ferro da Noale aggiusta il suo primato del trasporto fino a 28”48. Il brindisi lo aspetto a Roma, al solito baretto in tribuna, bello caldo caldo. Magari non con il vin brulé.

Scenetta del sabato. Si discute al mattino sulle staffette alla riunione tecnica. Chiedo lumi sulla consegna e se si possono fare dei cambi al pomeriggio. Rassicurato, me ne vado. Ovviamente non ho capito nulla, perché i cambi si possono fare ma solo di formazione e non di tempo di iscrizione che io non ho presentato. Quindi tutte le staffette partiranno senza tempo, in ultima serie. Fantastico. Ovviamente vengo preso in giro da tutti gli allenatori, salvo da coloro (non pochi, scoprirò poi) che hanno capito male come me.

Il risultato è quattro ori su quattro. Applausi serali per la strategia che mi auguro caldamente di non ripetere mai più.

Infilata spettacolare degli allievi di Foggetti agli Assoluti. Lanzillotti, Cristetti, Petruzzi, senza considerare Gilardi in forza alle Fiamme. E una Cristetti convocata di diritto. Insomma show Rari Nantes che si assicura anche la classifica a squadre.
Parlando con Stefano, la sera della domenica prima di lasciare Riccione, gli dico: “avete già vinto lo scudetto”.

Risposta del lunedì sera di Stefano: “la tua tattica della domenica ha funzionato, Mauro”.
Una birra anche per Stefano, al baretto del Foro, non la leva nessuno.

Tra l’altro vale anche per me il detto “chi si loda si imbroda”. Nell’articolo per OAsport ho declamato come vincitore del torpedo Pezzotti. Con tutto il bene che voglio a Pezzotti, come mi sia venuto in mente il suo nome a torpedo resta tutt’ora un mistero anche per me. Ovviamente beccato subito in castagna.

Fantastica gara a squadre lunedì. Io la seguivo online, con le foto, i risultati, ma le 20 e poco più squadre hanno lottato fino all’ultimo. Lo testimonia il 2’17 pari del mattino fra le prime due. Ma la lotta più bella è stata quella della Nuotatori Canavesani il cui unico e solo obiettivo era battere la squadra del Re, al secolo la Nuotatori Milanesi di Fabio Tadini. Obiettivo centrato per la bellezza di 15 punti. Son soddisfazioni.

Sturla quarta zitta zitta. Secondo i miei conti, secondo miglior punteggio del campionato a squadre e rimonta dal tredicesimo posto del mattino a sfiorare il podio. Dai problemi alla piscina a un grande, grandissimo campionato. Chapeau.

Parliamo di mare, anche se non l’ho visto. Nel mio tragitto di ritorno da Riccione, parlando con un ospite viaggiante sulla mia supercar, costui mi diceva del viaggio di Borgnino in Nuova Zelanda per fare esperienza: “ma solo se le condizioni saranno critiche vedremo qualcosa”. Direi che le condizioni erano abbastanza critiche e che il lavoro in Nuova Zelanda si è visto. Borgnino ingaggia un gran duello con la Rigatti e ne esce vincente per due a uno, Ocean e canoa contro tavola.
Onore alle due, avrei visto volentieri il tutto.

Onore pure alla giuria per avere finito le gare del mercoledì, secondo giorno dei campionati, dopo aver disputato solo due finali il primo giorno. Mille finali a serie, gare a ripetizione, maratona fino alla sera. E tutte le gare completate. Quando bisogna dirlo bisogna dirlo. Lavoro eccezionale.

Stavamo dicendo che gli specialisti cominciano a farsi largo: canoisti, ma soprattutto sprinter, vengono a gareggiare. Alla fine il regolamento è il regolamento, se uno sa correre che faccia quello che sa fare meglio: ricordiamoci che il salvamento nei prossimi anni cambierà. Dovremo cambiare pure noi, alla faccia de “ecco i nuotatori” di venti anni fa.

Qualche nome sulla nazionale che verrà? Mi gioco la birretta al Foro Italico numero 25. Per gli uomini Piroddi, Ferro e una sorpresa per il mare me la aspetto. Quale sesto? Vedremo ai categoria: Sanna, Niciarelli, Petruzzi e Pezzotti sono i miei nomi della rosa.

Per le donne Volpini imprescindibile, Lanzillotti, Meschiari e Borgnino i nomi che mi aspetto.

Vediamo quante birre mi toccherà pagare.

E’ nata SIC!

di Redazione

SIC - Foro Italico/Mauro Romanenghi

SIC – Foro Italico/Mauro Romanenghi

acquastampata è lieta di presentarvi SIC – Salvamento In Cifre, la nuova pagina dove trovate i record e le graduatorie del nuoto per salvamento italiano, aggiornati gara per gara grazie al prezioso lavoro di Mauro Romanenghi e Marco Agosti.

Buona lettura a tutti!

La redazione di acquastampata

 

Mondiali lifesaving Interclub – 5/Scafati Day

di Mauro Romanenghi

mondiali salvamento Interclub 4

Oggi streaming con il contagocce ad Adelaide. Si vedono solo le batterie delle gare individuali: e poi tutto d’un fiato le gare sprint. Batterie, poi quarti, poi semifinali, poi finali. Senza pausa, femmine e maschi. Non è che quando salvi qualcuno si riposa. O corri, o corri.

Il tempo è mutevole. Le parole dei testimoni Crocodile presenti: “qui ti entra la sabbia in ogni orifizio”. Preferisco non avere l’ardire di commentare. Molti si lamentano delle condizioni, dodici ore in piedi. Servirebbe la mia seggiola da spiaggia, che tutti ben conoscono. Ma non c’è. E Ti voglio vedere portarla in Australia come bagaglio a mano in dodici ore di volo.

L’intervistatore si aggira per la spiaggia, durante la sosta delle gare. Intanto si sono svolte, a mia insaputa e senza filmati, le finali del frangente. E della staffetta Ocean. Naturalmente dominio assoluto degli australiani. Stranamente tra l’altro. Il personaggio, orfano al momento della sua accompagnatrice oramai da giorni, si avvicina a un tavolo di un bar dove una comitiva sta sorseggiando, all’alba delle 16, dei boccali di birra, e candidamente chiede cosa stiano bevendo. Ma per Diana e Toutatis, sei in Australia in spiaggia. Cosa vuoi che stiano bevendo, in boccali di birra, pieni di bevanda che sembra birra, in un pub sulla spiaggia di Glenelg?

Compaiono le gare sprint. Mi guardo la finale maschile. Il vincitore sfreccia come un missile e esce dalle cabine dopo lo stadio dello sprint: forse pensava che i signori al tavolo avessero già ordinato per lui per festeggiare. Nulla di fatto, rimandato nelle grinfie dell’intervistatore.

Torniamo in piscina: e qui contiamo del triplo titolo mondiale della Gym Sportmania Scafati. Doppietta di D’Angelo nel misto e trasporto, accompagnato da Cipriano al bronzo. E vittoria nella staffetta trasporto. Oggi è la giornata per lo Scafati, niente da dire.

Altre medaglie dalla piscina, Vivalda nel torpedo aspettando la gara a pinne, la staffetta della SAFA nella mista lifesaver. Insomma, molti podi. Senza dimenticare Giulia Calistri. Giulia, stranamente, non ha trovato pesci arcobaleno in spiaggia, non ha preso dentro picchetti, non ha inciampato nelle scale dell’impianto e porta a casa un bronzo nel misto e un argento e torpedo. Brava Giulia ma c’è ancora domani. Occhio mi raccomando.

Finiamo sulla spiaggia. Maranello si cimenta nella staffetta lungo percorso 2x1Km. Quarte le ragazze. E brave ragazze. Peccato che lo streaming, per queste gare, non sia previsto.

Il mio Crocodile Dundee è oramai sulla via del ritorno: ma mi spedisce un souvenir natalizio da Hong Kong: poi non dite che non siamo internazionali. La foto di copertina di oggi è tutta per lui.

Mondiali lifesaving Interclub – 4/World champions Youth dall’Emilia, rewards wonder!!!

di Mauro Romanenghi

mondiali salvamento Interclub 3b

Come gli opliti spartani, anche in Australia i giovani vengono svezzati con la prova della virilità. Una mattina molto ventosa tutti i ragazzi vengono portati con la guida di un anziano sulla spiaggia di Kauamata, che in lingua locale significa “Colei che sfida la grande onda con la tavola piatta” (senza nessuna allusione sessuale). Lì a ognuno viene fornita una tavola di vetroresina e dopo la benedizione della guida  tutti sono lanciati nelle onde del padre Oceano. Dopo innumerevoli sforzi, coloro che superano i marosi del frangente vengono a trovarsi a contatto con le boe colorate della board rescue, e toccandole sanno di aver superato la prova. Chi non supera il frangente, torna dalla guida che li sacrifica alla Dea del surf mantenendo così la tradizione.

E così gli australiani selezionano i loro talenti. Oggi il sacrificio è solo rituale, ma la tradizione rimane ed ecco perché all’età di 10 anni tutti gli australiani sanno stare in piedi su una tavola. Ed ecco perché sono i campioni del mondo di salvamento.

Si aggira per il campo di gara il solito intervistatore, oramai temuto da tutti che cercano di evitarlo. Tra l’altro comincia a fare caldo e lui gira con questa camicia improponibile alla Bob l’aggiustatutto. A un certo punto becca una tipa sudafricana, che gareggia per una squadra francese: sa solo lui come ha fatto a trovarla.

Tutta la giornata alla ricerca infruttuosa della squadra polacca: la missione dell’intervistatore fallisce miseramente e quindi lui e la sua amante (oramai è così) giudice speaker o quello che è salutano la Polonia dall’Australia. Non tutte le ciambelle riescono col buco.

Al mare dominio assoluto degli aussies. Sono Currumbin e Northcliffe che ovviamente la fanno da padroni. Ogni tanto sprazzi di Italia, ma pochi. Li cerco sullo streaming disperatamente, come nella finale di torpedo femmine dove dopo i soliti Northcliffe, Currumbin eccetera la IN Sport Rane Rosse combatte per il podio. Ci speravo ma niente da fare.

Le pubblicità sullo streaming sono eccezionali. Forse la FIN dovrebbe imparare dalla Lifesaving Australia. Corsi per tutte le età, per disabili, per bambini, per diventare bagnini e salvare vite. E una campagna per nuotare fra la boa gialla e la boa rossa. Non giocare con la tua vita. Nuota fra la boa gialla e la boa rossa. Se lo dici in Italia, quaranta interventi al giorno per spiaggia: da noi dovresti dire nuota fra il bagnasciuga e la nonna Adele che si bagna le ginocchia.

Andiamo in piscina. E qui l’Italia torna protagonista dove meno te lo aspetti. Noi che ci crediamo lo sappiamo: se una cosa viene allenata, qualcosa si ottiene. E così le giovani opliti di Maranello vincono il titolo mondiale per club di lancio della corda, con il nuovo primato italiano assoluto in 14”14. Grandi feste e grandi bevute di lambrusco a Milano, al ritorno dei vincenti. Fantuzzi Sfondrini il binomio vincitore della storica medaglia, la cui effigie verrà scolpita a Maranello di fianco a quella di Tazio Nuvolari e Giuseppe Farina.

Altre due medaglie dalla piscina, negli ostacoli: da Maranello nelle femmine e da Scafati nei maschi. Ma vincere il titolo mondiale non sarà semplice quest’anno, ci sono tanti avversari. Fra due giorni vedremo. Nel frattempo che la Dea del frangente vi protegga tutti.

Mondiali lifesaving Interclub – 3/World record, world ciampions!

di Mauro Romanenghi

mondiali salvamento Interclub 3 - We are the Champions

mondiali salvamento Interclub 3 – We are the Champions

Notizione da Adelaide.

Primo: arriva il sole. E dire che il mio Crocodile Dundee personale mi dava pioggia anche oggi. Invece no. E l’ultimo giorno, come al solito, la grande battaglia delle bandierine. Se io fossi stato un atleta di salvamento, avrei cercato le gare di bandierine in giro per il mondo, facendo vita da ramingo e portando il mio bastoncino e la mia calottina. Potevo fare il profeta delle bandierine, cercando la spiaggia del Dio del flag. Invece no. Scrivo per Acquastampata e Oasport. Bisogna anche sapersi accontentare, a volte.

Facciamo che tu sei la campionessa mondiale Youth di canoa. Qua non conta nulla. Ti arrivano da destra, sinistra, sopra e sotto. Nella ragazze nessuna campionessa mondiale per nazioni ha vinto il titolo di club. La mattatrice qui è stata Naomi Scott, vincitrice di canoa, frangente e Ocean. Mica male la ragazza. Nell’Ocean si pippa la campionessa mondiale in carica. Naturalmente un fisico esile da modella.

Insomma abbiamo inteso: per gli australiani meglio trasmettere il campionato giovanile australiano di Ocean (di fatto questo è) che le gare in piscina dove succede di tutto e di più.

E infatti continuiamo con il mare. Punti italiani nella staffetta Ocean lifesaver: un punto per la SAFA. E bravi ragazzi.
Nelle bandierine Cipriano vince la finale B. Insomma son soddisfazioni, dai!

E andiamoci, in piscina. Ieri due record, uno assoluto e uno Youth. E siccome ci hanno presto gusto, oggi tre!!! Cominciano nel super, dove la Davies riscatta la sconfitta del superlife per nazioni e lima il suo primato mondiale di 12 centesimi: 2’21”61.

Giorno di vendetta oggi: anche Sanna vince il super, Rousseau le pinne battendo la Fabretti e la Garcia, una primatista e l’altra campionessa del mondo in carica. Eh insomma, la vendetta è un piatto che si consuma a freddo. Anche se oggi fa caldo.

Lani Pallister è come la nostra Cusinato: se non le spari non la fermi. E oggi migliora ancora il suo primato mondiale Youth del super. Siamo a 2’23”87.

Le ragazze polacche del Wroclaw, paese che poi sarebbe Breslavia – non è che lo so, me lo ha detto la mia collega polacca, che ha anche tentato invano di insegnarmi la pronuncia polacca non di Breslavia ma di Wroclaw – ci hanno preso gusto e dopo aver sfiorato il mondiale nella staffetta ostacoli lo hanno fatto in quella mista. Naturalmente come un falco sono andato a controllare e sono le stesse quattro che hanno vinto il bronzo in nazionale. Non ci provo neanche a scriverle, già ho fatto fatica a scrivere Wroclaw.

Finisce il mondiale in piscina. Le Rane Rosse vincono il sesto titolo consecutivo. In piscina. Da domani si cambia musica. E naturalmente, senza vedere nulla, cercherò di darvi conto dei giovani Youth italiani impegnati: SAFA, Maranello, Scafati. Restate con noi. Stay tuned!

Mondiali lifesaving Interclub – 2/Il trionfo degli Dei

di Mauro Romanenghi

mondiali salvamento Interclub 2 - Piper on Ice

mondiali salvamento Interclub 2 – Piper on Ice

Incipit.

C’era un tempo in cui il Nulla regnava. Il tempo prima degli Dei, il tempo in cui non c’era la terra, né piatta come il cervello di alcuni uomini moderni né sferica come la scienza ci dice che sia.

In quel tempo, dalle nebbie della montagna sacra, nacque Caligine. Da Caligine nacque Caos, da Caligine e Caos, in un rapporto che non stiamo a descrivere, nacquero Fumo, Freddo e Fastidio. Tutti costoro, sono qui, presenti, in questo giorno, al Mondiale Aussie!!!
Insieme alle Dee del trasporto manichino, che sono scese in terra fra i comuni mortali a dimostrare come un attrezzo arancione di 40 chili possa volare portato dai fili invisibili della divinità. Come la Parche, tessono la trama di una combinazione di forza e velocità.
Da sole, contro il Destino, verso un’aura giallonera che interrompe il circuito del destino. O anche quello della corrente che ferma il tempo a 1’17”63, nuovo record del mondo della staffetta manichino femminile.

In un giorno in cui non ho visto che il filmato della staffetta per almeno tre volte, in cui mi chiedo come una donna possa portare il manichino da ferma in 18 secondi, il mio amico e mentore ilFogliani lascia la sede dei mondiali non prima di aver tentato di far assiderare la moglie, di passare per stalker fotografando anziane signore in carrozzella e forgiando commenti salaci su giudici dal fisico tutt’altro che marmoreo, più giunonico che venereo, intenti a sostenere i pali della gara di surfski.

Gare non ne ho viste, come detto, ma il clima sì. E se in mare non è certo una festa, lo è in piscina. E qui un po’ di cronaca va fatta. Intanto l’intervista per questo record del mondo. Peggio del peggio: nessuna delle quattro vuole parlare. Vabbè. E una è pure inglese… si sa le divinità non si abbassano a parlare con i semplici speakers.

Otto successi su nove gare, insomma non si può non parlare di dominio IN Sport Rane Rosse nel mondiale per club in piscina. Con Zara Williams e Justine Weyders che baciate dai Lari del misto e del torpedo sfiorano i record di specialità. Anvedi.

Ippolito. Francesco Ippolito. E ce lo aveva pure detto Antonello Cano. Qualcuno di forte che non abbiamo portato ma se lo sarebbe meritato. Qui vince il misto davanti a Davis e Wieck. Il secondo e il primo dei mondiali per nazioni. Se non è una Dea vittoria questa, non so cosa altro.

L’armata IN Sport è internazionale, si sa che i team sono eterogenei, ma che un team australiano ingaggiasse un europeo non si era mai visto. E’ toccato a Margot Fabre, straniera del Northcliffe.

Lani Pallister continua a stupire, e stabilisce il nuovo record del mondo di percorso misto Youth in 1’10”21. Mica pizza e fichi.

In cinque delle nove gare odierne si è realizzato un tempo inferiore di quello necessario per vincere i mondiali per nazioni, e in tre gare erano gli stessi vincitori. Sempre per dire che non è una manifestazione così tanto per fare.

Torno sulla spiaggia: intervistatore a una congelata atleta vincitrice di una batteria del frangente: ”Vorresti vincere i Mondiali?” Risposta congelatissima: “YES”.

Prima di abbandonare la triste città di Adelaide, che lui mi dice essere vuota che più vuota non si può, il mio Crocodile Dundee afferma che le gare non sono ad Adelaide. ma a Oakland. E che raggiungere la spiaggia di Glenelg che è il buco del culo della città non è proprio semplicissimo. I trasporti sembrano come in Italia. Tanti ma tanto inaffidabili.

La foto del giorno la vince però la ragazza, tale Piper, vestita da non ho capito bene cosa in spiaggia per stare al caldo. A piedi nudi. Bravissima. E quindi, anche loro hanno freddo. Ma vanno avanti imperterriti. Non si ferma nulla qui.

Mi sono messo a guardare la canoa Youth. Ha vinto il campione del mondo per nazionali Mitch Coombes. Beh direte voi che sforzo. Col cavolo, in venti secondi sono arrivati tutti e sedici. E i primi tre in un secondo.

Swimming in the pack è la definizione della speaker per il frangente. In mezzo al pack gli italiani, finalmente: Maddalena Daraio, della SAFA, Faccinti della SAFA e Lei del Maranello. E diciamolo allora.

Vi lascio con l’immagine finale. Vento freddo, mare gelato: e dentro, nel bagnasciuga, una bimba di tre anni che sguazza e gioca con la sabbia. Trova le differenze.

Mondiali lifesaving 2018 – 4/Scontro fra titani!!!

di Mauro Romanenghi

mondiali salvamento 4 - Corri, ragazzo laggiù

mondiali salvamento 4 – Corri, ragazzo laggiù

Prima di scrivere questo pezzo ci ho messo un po’. Ho dovuto cucinare il bollito, che da me si fa con carota, cipolla, sedano e patata. Poi controllare che la lucertola che ospito sul balcone sia a posto, che se no mia moglie si preoccupa (sta bene, è sotto il terriccio). Poi vedere le gare in streaming e qui c’è da dire, dopo. Poi rispondere ai 264 messaggi di Whattsapp di varie ed eventuali. Poi leggere i messaggi di critiche e ringraziamento dei precedenti post.

Inizio: modalità seria on.
Non sono un giornalista. Scrivo per piacere e perché mi piace. Scrivo di salvamento perché lo seguo, e forse ci capisco qualcosa: ma non lo so, dovrei chiederlo a voi. In questa sede e in questo sito scrivo quello che mi passa per la testa. Non farò mai un resoconto delle manifestazioni preciso, e non lo farò seriamente. Per quello scrivo da altre parti, forse anche più lette. Qui siamo tra amici, possiamo essere più tolleranti. Detto questo complimenti e critiche sono tutte ben accette. Perciò mi ricospargo il capo delle ossa della costata di ieri sera e vi informo che per quanto possa prendere in giro, criticare, riderci su, di nessuno penserò mai male né mi permetterò mai di dire che faccia schifo. Molti lo fanno. Io invece voglio bene a tutti, dal campione del mondo a chi fa 55” nel trasporto manichino maschile. Per questo vi prendo in giro, solo qui. Se non ci credete, fatti vostri.

Modalità seria terminata. Poiché siamo alla fine, ho promesso che parlerò di più gente perché me lo hanno chiesto. E lo faccio. Poi non lamentatevi eh!!!

Vado a ruota libera. Oggi inquadrano la tribuna della piscina: enorme, ed enormemente vuota. C’è più gente a vedere gli Esordienti B in una piscina a Milano, a comprare uno smartphone durante il Black Friday, a leggere un mio articolo,. E poi dicono che è lo sport nazionale in Australia. Boh..

In spiaggia vento e onda, mare formato, si dice per la vela. Forse meglio fare windsurf che canoa e tavola, ma per gli australiani e neozelandesi qua si va a nozze. Poco che ci manca che sulla tavola si mettano in piedi e ci ballino sopra.

La prima gara di giornata è la finale di beach flags. Beh intanto a me la finale a otto non piace. La finale si fa a 16. Voglio le mazzate io. Che comunque ci sono. A un certo punto gelo. Lo svizzero elimina l’australiano. Come quando Alinghi batte Australia nella Coppa America. Come se nel canottaggio a Lucerna l’otto australiano perdesse dal club nautico di Ginevra. Come se nel rugby… vabbé avete capito.

Gran casino oggi in spiaggia e in mare. Intanto interrotta la finale di bandierine per dieci minuti per non si sa quale fallo commesso non si sa da chi. Tutto a tarallucci e vino, si riprende. In mare invece finale Ocean femminile: a un certo punto, metà delle atlete si perdono, un gommone attraversa il campo gara con una delle boe gialle, e via così. Per fortuna che avevo detto organizzazione perfetta.

Siccome le gare di salvamento sono già brevi, da quest’anno la finale di Ocean si fa col sistema M shape a eliminazione. Finale a 18, con tre circuiti tavola, canoa e nuoto a doppia andata e ritorno a forma di M. Tutto chiaro? Prima in 18, poi in 12, poi in 6. Temevo anche ci fosse la finale a 3. Per fortuna no. Mi piacciono le gare in mare ma non le formule alla “Highlander: ne resterà solo uno”. Tranne le bandierine, ovvio. Lì mazzate sempre.

L’intervistatore si è innamorato di una giudice e l’ha eletta a speaker tecnico. Peccato che non ci veda tanto bene contro sole e non distingua sempre gli atleti. Soprattutto, non conosce i nomi: quindi sono tutti Australia, France, Belgium, Italy, Japan (che c’è sempre).

Il mare è veramente duro. Nella M shape grande difficoltà a girare la canoa soprattutto se lo devono fare in tre contemporaneamente. A me sembra un gran macello. Pensate che questa dovrebbe, a detta di un delegato che intervistano lì, essere la formula olimpica: M shape a eliminazione. Paura eh?

Allora diciamola tutta: gli australiani sono sessisti? Gare femminili zero! Maddai! Ai mondiali. Non ho visto una gara femminile tranne gli sprint che facevano tutti assieme. E l’Ocean, che era l’ultima. Male male.

Ma con il po po di sito che hanno messo su uno straccio di classifica a squadre la potevano postare ogni giorno? Sempre ‘ste cavolo di foto dei PDF su Facebook. Ma facciamo lavorare un po’ ‘sti webdesigner!

Piscina: ritorniamo fra gli Junior (o Youth, o come diavolo lo vogliamo chiamare). Parliamo di questa Lina Pallister. Quattro gare, quattro vittorie, due record del mondo strappati alle azzurre (purtroppo). Nel superlife dieci metri di vantaggio su tutti, e 2’24” e spiccioli. Nel misto, 1’11”24. Messaggio recepito.

Come ho detto, quel che la sorte toglie, la sorte da. Nakielsky, oro europeo Youth perso per squalifica a settembre, oro e record polacco qui. E con un inglese impeccabile. Si è capito che ci tengo alle lingue?

Ma era proprio il caso di fare la finale B staffetta trasporto Youth femmine con solo gli USA? Fare una finale A a nove era brutto? Ma cosa pensavano, che gli USA migliorassero venti secondi e andassero a prendere l’oro?

Lucrezia Fabretti: sul trasporto a pinne niente da dire. Sull’apnea, nemmeno. Sulla virata, forse qualcosina. Sull’intervista, bisogna lavorarci su.

E adesso una per tutti, e tutti per uno. I voti non li do, non siamo a scuola.

Gilardi. Freddo come il ghiaccio, o come il mare nella giornata di sabato. Che poi è la stessa cosa. Magari i tempi non sono bellissimi, ma la manina davanti è quella che conta.

Musso. Triplete. Mourinho lo vuole già al Manchester. Ma lui ha giurato fedeltà a Fiamme Oro e Rari Nantes Torino. Ultima vera bandiera del salvamento, come Totti e Maldini.

Piroddi. Fa niente se non la hai fatta tu la staffetta lifesaver. Fa niente se non hai vinto pinne. Il trasporto a delfino è spettacolare. Ma come dice il tuo allenatore, al manichino bisogna arrivarci un filo prima. Lavoriamoci su: io ti aspetto, vincente, la prossima volta!

Paragallo. Gare individuali ho visto di meglio da Marcello, ma la partenza della staffetta manichino vale da sola il prezzo del biglietto. Intanto la maglia la hai messa, adesso vediamo di portarla più in alto.

Sanna. Non un mondiale da mettere in cornice, però neanche da buttare. Certo la vestizione del super ha visto giorni migliori. Ma Daniele da sempre il cento per cento, quando serve. E la staffetta torpedo ne è una dimostrazione. Guerriero sardo.

Lentini. Si vede poco, entra in finale a Ocean e contribuisce nelle staffette. Difficile dire qualcosa e infatti non lo faccio.

Volpini. Inizio da lei. Record del mondo inseguito, voluto e preso. Forma spettacolare, forse quella messa meglio della pattuglia azzurra. Non sbaglia nulla. Chapeau.

Meschiari. La voce dell’esperienza. Sembra 37 anni che è in giro invece ne ha solo 26. Ma nel superlifesaver se vuoi batterla devi avere mille anni di esperienza perché se le lasci un metro non la prendi più.

Ferrari. Bob aggiustatutto. C’e da fare misto? Lo fa Samantha. Torpedo? Samantha. Ocean relay da sola? Samantha. Si è rotto l’asciugacapelli di Musso? Chiamate Samantha. Manco fosse la protagonista di Vita da Strega e avesse il tocco magico. Non gli sono riusciti solo gli ultimi 15 metri a torpedo. Ma io sono sempre qui e la aspetto al varco.  

Leanza. Trasporto super. Il tempo non rende giustizia ma il fondale alto neanche. Un bronzo che pesa. Ma la velocità di base, quella forse un filino ma migliorata. Idee personali, of course.

Nigris. Cosa ci fosse non so. Ma la presenza di Serena è stata impalpabile. Persino nello streaming non è mai apparsa in una inquadratura. A 19 anni, può accadere. Ma anche a 29. Vuol dire che c’è del tempo, in mezzo.

Cicali. Portata per il mare, ha fatto il suo lavoro. Che, purtroppo, non ho visto. Quando la presero dissi a un mio amico: vediamo dove arriva. Quello è il livello che deve raggiungere un lifesaver per esser convocato per il mare. Vediamo se è vero.

Le staffette. Prese tre medaglie, su nove gare in piscina. Una su nove in mare. Non conto la SERC. La staffetta trasporto è quella che mi è piaciuta di più, combattiva fino in fondo con un avversario che era nettamente superiore, con dei cambi più che degni di questo nome: da far vedere a scuola. Ma tanto da fare. Il salvamento internazionale è arrivato, non si fanno sconti.

L’inglese. Imprescindibile. Se ce l’ho fatta io a 32 anni, ci può riuscire chiunque. Da 16 a 40.

Un abbraccio (anche da mia moglie)

Mondiali lifesaving 2018 – 2/Cambi e ricambi, sudore e lacrime

di Mauro Romanenghi

Mondiali salvamento 2 - Vive la France

Mondiali salvamento 2 – Vive la France!

Ieri mi sono arrivate le foto del matriaggio. Il Fogliani sembrava una via di mezzo tra il nonno del telefilm de “I mostri” e un modello di Tom Ford. Elegantissimo. La figlia, ovviamente, il massimo dello splendore. Foto privatissime, già vendute alle migliori riviste del Sud Australia tra le quali Walkabout Creek Magazine.

Ieri ci sono cascato, lo ammetto. Ho scritto per la stampa specializzata che la staffetta lifesaver era Piroddi, Paragallo, Ferrari, Leanza. Ma intanto si vedeva benissimo che l’ultima era la Volpini (si vede entrare anche nel video). Poi sul podio c’è Musso. Ma nè la FIN nè la stampa specializzata nè nessun altro sito se ne è accorto. Non muore nessuno, comunque diamo a Cesare quello che è di Cesare.

Oggi in ben due persone mi hanno spiegato quello che un po’ immaginavo.
Il gesto del triplete è la vittoria europea, mondiale e dei World Games (che sono i Giochi non olimpici: oh, il salvamento ha questi).

Sempre i miei Crocodile Dundee sguinzagliati mi dicono che anche Gilardi ha sbagliato l’ultimo ostacolo dei 200, per quello era più lento. Non me ne sono accorto, cospargo il capo di costine avanzate dal barbecue di Fogliani.

E diciamolo: le gare individuali di Nigris e Paragallo non lasceranno il segno nella storia di questo mondiale. Mi spiace per i due bravi ragazzi: si rifaranno.

Non è purtroppo neanche il mondiale di Daniele Sanna. Ieri così così, oggi c’era il superlife. Che poi è anche il nuovo nome della nostra trasmissione. E la gara più bella. Ma non bisogna sbagliare niente. Soprattutto la vestizione, che questa volta non va. E da lì è tutta in salita. Quarto Daniele, ma noi ti vogliamo bene lo stesso.

Chi non sbaglia sono il Gilardi e Silvietta. Gila se la lega al dito da ieri. Silvia non può finire così. E ricamano due superlife da incorniciare, anche con dei tempi non proprio eccelsi. Ma in una rassegna iridata dove nulla è scontato, dove si vince per pochissimo, nulla si può regalare. E Silvia ci da la sua perla: apnea alla Barbati ai 100 metri dopo la vestizione, prende quei due metri sulla Rousseau e via. Come dice il telecronista, non la prendono più.

Silvia che spiccica almeno due parole in inglese. Ragazzi qua un bel corso di inglese per sportivi bisogna farlo. Ma proprio tutti: i giapponesi non riescono nemmeno a tradurre la parola  “arigatou” (grazie). Male male. Chi non ha bisogno di corsi sono i tedeschi, soprattutto le tedesche e soprattutto non hanno più bisogno di lezioni di cambi di staffetta. Il ricambio per Elena Prelle è arrivato, e anche il successo nella gara più ambita: la staffetta trasporto. Secondo me la più difficile e la più bella delle staffette del salvamento.

Nelle staffette trasporto femminili, festival degli e(o)rrori. Mai viste cose così. Manichini persi (anche il primo cambio italiano non esente da errori), sbagli al muro, lentezza esasperante. Persino la Francia che era in testa perde il manichino nell’ultimo passaggio. E la Germania ringrazia e va.

Quel che la sorte toglie, la sorte dà. Staffetta mista femminile. L’Australia è la squadra più forte. Ma la terza staffettista decide di perdere la bretella. A quel punto rientrano tutte e cambiano in cinque sulla stessa linea. Parte la Weyders come una furia. Si buttano Francia e Australia sulla piastra. Prima Australia, ma io ho visto la Weyders davanti. Il tempo della Francia non c’è. Poi compare: sono tre centesimi di vantaggio per le transalpine. Neanche Wes Craven poteva fare un thriller così. Lacrime finali per tutti.

Magali Rousseau: cinque finali in un pomeriggio. Non è come il magico 2014, ma la classe è quella. Seconda nelle pinne, quarta a super, finale a trasporto, seconda nella staffetta trasporto. Alla fine ce la fa. Oro. A tutti gli atleti che si lamentano che fanno troppe gare, andate a portare fuori il cane: quello è il vostro sport, come dice un mio amico. Lo sport fatelo fare a quelli come Magali.

Da ultimo, menzione alle nostre brave Juniores che si cimentano un po’ in mare. Poco poco, nel frangente e sono nelle dieci, e nella staffetta tavola, e sono seste. Le nazioni presenti sono pochine, una dozzina. Triste, lo so. Ma mai quanto le tribune del centro natatorio di Adelaide, che sono a mio avviso desolatamente vuote.

Glenelg Beach, complice forse il mare mosso e il molto vento, mi sembra una spiaggia sporchina, piena di alghe e il mare è bello marroncino. In questo mare come potete vedere in questo video i francesi vincono in modo spettacolare l’unica gara che non è stata appannaggio di Australia e Nuova Zelanda. Dopo l’intervista i due ragazzi sono stati fatti sparire perché il governo australiano ha messo una taglia sulla loro testa, come nemici del popolo.

BBQ4all!

Mondiali Lifesaving 2018 – 1/Mr Crocodile Dundee in azione

di Mauro Romanenghi

Jacopo Musso - Mondiali salvamento, Adelaide 2018

Jacopo Musso – Mondiali salvamento, Adelaide 2018 (Mauro Romanenghi)

Insomma un po’ lo invidio ilFogliani, scritto tutto attaccato come ai bei tempi del forum.
Là al sole australiano, a farsi aperitivi in spiaggia mentre aspetta il solenne matriaggio della figlia e un bel barbecue finale! 

E io qui, a sorbirmi ‘sti mondiali… ma dai che sto scherzando!

Si comincia. E si comincia con luci e ombre al primo giorno. Ma che, dico dico, Silvia mi combini? Guardo lo streaming e sei in finale B degli ostacoli, tu la regina del sottopassaggio. E pure nel misto. Bah, indagherò ma la cosa mi puzza. Nel frattempo mi godo le apnee fantastiche della Zhang che fa la festa alla Gillett, una mia vecchia conoscenza. Che gli ostacoli non se li è scordati, e il suo 2’06” lo sa ancora fare. Brava la mia Chelsea, tengo ancora la sua cuffia.

Ostacoli che non sorridono a Federico. Maddai, non puoi farti fregare da Kent così all’ultima apnea, oramai era fatta. Urlo di disperazione ma va così. Resta il superlife, ma questa occasione andava sfruttata! Comunque sempre meglio del cinese Ling che mentre è al comando delle operazioni si schianta contro la sesta barriera ai 150 metri. Son ragazzi, si rifaranno!

Polonia stellare nella 4×50 ostacoli femminile. Dopo Scuola di polizia, Scuola di ladri e Monster University, il prossimo è il film polacco Lezioni di sottopasso. Secondo me il re degli ostacoli Fabio Tadini della Nuotatori Milanesi è stato in Polonia questa estate, non in Australia.

Lo streaming della manifestazione è bellissimo, e c’è pure l’intervista a bordo vasca. Mi dico che prima o poi arriverà il momento degli azzurri. Che infatti arriva con la Volpini. L’intervistatore già fa il primo errore: va a bordo vasca alla fine di una gara di pinne, dove gli atleti sono mezzi morti. E poi fa la fatidica domanda (in inglese) come è stata la gara. Risposta di Federica: carina (nice). Ma come carina!!!! Hai fatto il record del mondo e hai vinto un mondiale, dovresti esplodere. Vabbé ci toccherà invitare Federica a Superlife, ho capito.

Musso 1: già Musso lo intervistiamo dopo la gara, con calma. Un po’ meglio, ma c’è da lavorarci un po’ su sulle interviste. La prossima puntata di Superlife, domande in inglese di Andrea astrolifesaver Longobardo. Promessa e minaccia!

Musso 2: mostra il tre a fine gara, e ripetutamente. Adesso che va di moda il triplete, dobbiamo capire a cosa si riferisce. Manderò ad indagare sul posto il mio Mr Crocodile Dundee.

Vincitori dell’intervista di giornata la staffetta mista argentina, superbamente condotta dalla sua rappresentante femminile. Exciting (anche la rappresentante…).

Continuano le luci e le ombre. Le staffette ostacoli non brillano di certo, anche se non sono mai state supercompetitive in generale. Ma poi guardo le apnee maschili degli azzurri. Eh no, senza la delfinata, ragazzi, non ci siamo. Da rivedere.

Io dico che il line throw a me piace un sacco. E che con 14-15 secondi si fanno i punti. Noi siamo fuori dai punti maschili e con due punti femminili. Se ce la fa Hong Kong secondo me ce la possiamo fare pure noi.

Samantha Ferrari, prima della superba frazione a pinne, esplode negli ultimi quindici metri del torpedo femminile. Era in lotta per l’argento, e giunge settima. E’ ancora seduta a bordo vasca a capire cosa sia successo, in quegli ultimi maledetti sporchi quindici metri.

Se non è squalifica quella della Weyders nel torpedo, allora non so quando può esserci una squalifica. Secondo me il manichino era ben oltre i 5 metri. Il giudice forse guardava la staffettista argentina.

Alla fine della giornata mi chiama Andrea Longobardo e mi da la classifica parziale delle nazionali Senior e Youth. Che non c’è da nessuna parte. L’ha calcolata a mente. Mi fa un po’ paura questa cosa.

Compresa la SERC, abbiamo dieci nazioni vincitrici delle prime dodici gare. Con tre continenti rappresentati. Più competitivo di così il salvamento come lo volete? Alle Olimpiadi, dice mia moglie!!