World Games day 1 – Oh Susanna non piangere perché…

Alabama arriviamo!!!

di Mauro Romanenghi

Eh insomma quando ho sentito Birmingham non potevo non intitolare così questo articolo.
Ridente cittadina dell’Alabama, paese che più a sud degli USA non si può, (dopo c’è il mare o la Florida, con gli alligatori di Lochte). Non la conosceva nessuno e non la conosce nessuno neanche adesso. Infatti pensano tutti che sia la città inglese, ma non è così. Se vi interessa, è pure gemellata con Pomigliano d’Arco (probabilmente anzi di sicuro non frega a nessuno anche questo).
Perché ci facciano i World Games e soprattutto perché li abbia voluti fare lei resta un mistero.
Però sono qui, e qui si fanno le gare. 
Naturalmente io e il mio amico Andrea Longobardo, imperatore e re degli sport dalla causa persa (infatti ci interessiamo di salvamento) abbiamo cominciato a guardare tutti gli sport più incredibili. E subito abbiamo scoperto che il lacrosse, sport in cui praticamente i giocatori si lanciano con un retino da farfalle una pallina per fare goal, sfoggia la nazionale irochese. Che sarebbe una delle tribù dei nativi americani, quelli che per intenderci gli statunitensi hanno iniziato a sterminare per primi e poi ci hanno preso gusto e hanno continuato nel resto del mondo(c’è anche di molto peggio, non lo nego, ma di sicuro non sono gli irochesi).
Potrei tediarvi all’infinito con il numero di sport che ci sono, tra cui anche il pilotaggio droni (occhio perché già trema qualche sport olimpico, tipo tiro a segno), ma non lo farò.

No, perché dobbiamo parlare di salvamento. Anche perché mentre scrivo, e oramai è già passata qualche ora dalle gare, la federazione non sa manco da che parte girarsi. Insomma zero news.
Eh sì che di cose da dire ce ne sono.
Due primati assoluti, un oro e dieci podi conquistati in due ore. Dovremmo fare salti di gioia e invece? Invece no, o almeno non tantissimi.
Cara Susanna, anziché andare via dall’Alabama dovevamo restarci con i piedi ben saldi. Dopo le gare di ostacoli e staffetta, pinne e super io credevo – e ahimé dovevo aspettarmelo di sbagliarmi,  vista la mia totale incapacità di vincere nei pronostici – di vedere almeno quattro ori in saccoccia. 

Iniziamo dalle parti belle. Francesco Ippolito è ormai una certezza.  Se deve vincere, vince. Può vincere con il suo record o tre secondi in più, ma vince. Può vincere a misto, trasporto, super, ostacoli (a volte), torpedo (ma sì), tiro alla fune, freccette o rubamazzo. Imprescindibile in ogni staffetta. Ogni staffetta. O quasi.
E quindi nel superlife prende il manichino, va come una scheggia, si veste in tre secondi e poi tanti saluti a tutti, aggancio perfetto e via. Il commentatore, altra nota positiva di questi World Games, lo esalta a piè sospinto e tra un po’ salta giù dalla cabina e lo va ad abbracciare. Intanto il povero Gilardi combatte con gli acciacchi e i manichini e diventa bronzo. Il massimo, per lui, con tutti i problemi della stagione. E questa è una bella gara. L’ultima della serata.

Provato ma felice, comunque una certezza: tre gare, tre medaglie, un oro

Serata che inizia così: argento della Pirovano nei 200 ostacoli, che in sé non è male, anche se Annina non si migliora ma è lì con il personale. Una volta capito che la Holt è in serata, la lascia andare e fulmina l’avversaria polacca per il bronzo.

Poi si continua con argento e bronzo per Ippolito e Nardozza. Nardozza che iscritto a 1’55” fa 1’59”…e io dico che se devi venire per fare una sola gara, quella gara la devi fare benissimo. Però non so cosa ha avuto Nardozza, quindi non lo dico. Mettiamo in saccoccia tre medaglie.

Staffette ostacoli, e l’Italia femminile sfoggia una staffetta mai vista con record sotto 1’50” che rischia l’oro vicinissima alle superfavorite polacche, e lì mi dico che ci siamo. 
Invece…invece no. L’Ungheria maschile ha Szabo, 22”87 in prima frazione e se ne va. L’Italia fa il secondo record italiano assoluto di serata, ma non basta neanche così. Quindi sono cinque medaglie dopo le gare nelle reti e zero ori. Comincio a sudare freddo, che per uno positivo al COVID non è bello.

Inizia pinne…e Lucrezia perde il manichino ai 65 metri. La campionessa europea e primatista mondiale perde il manichino. Io ho rimandato il video indietro tre volte sperando di aver sbagliato. Zero medaglie a pinne, Germania prima e terza con la vittoria alla corsia otto. Non è un caso. La Holt vince ostacoli dalla sette e prende il bronzo a pinne dalla sette. Dopo cinque minuti la Germania fa pure il bis e si prende le pinne maschili, primo e terzo con Pezzotti che salva gli azzurri con l’argento, veramente insperato. Che dire quota sei e zero ori. 

Eccoci al superlife. Dove Magali Rousseau ci impartisce una bella lezione. E vince l’ennesimo oro (il sesto) ai World Games, a nove anni dal primo. E sul bordo vasca se la ride con la Meschiari, bronzo e una vestizione così così mentre quella di Magali sembra la vestizione della fidanzata in ritardo che si mette il primo straccio che trova ma tanto è fighissima lo stesso. Paola Lanzilotti invece è incredula. Ma purtroppo è così, seconda per pochi centesimi, troppo tardi è partita la rimonta. Il resto l’ho già detto, ma l’amaro resta. Diciamo che al posto del limone, resta il limoncello. 

Chissà cosa si sono dette…

A me invece resta che la piscina veramente non si può guardare, con queste voragini sulla testata che rischi la vita ogni volta che vai al tocco perché ti devi ricordare che c’è un buco. Se poi vogliamo parlare di come si fissano gli ostacoli, che cadevano col soffio del lupo cattivo…magari gli mando i nostri addetti. Di certo in una città dove le gare di pattinaggio su strada le fanno in un parcheggio che sembra il covo dei Guerrieri della notte, poco c’è da aspettarsi. Ma noi del salvamento non ci facciamo spaventare, Oggi è un altro giorno: tra l’altro, l’ultimo. 

CREDIT: thestreamable.com

Salvamento 2021: un Assoluto…in ripartenza

Posti assegnati a Riccione (foto Mauro Romanenghi)

di Mauro Romanenghi

Mi sono preso un po’ di giorni, per scrivere questi commenti. Perciò chiedo scusa per il mostruoso ritardo, perché per oltre quindici mesi, da febbraio 2020 a maggio 2021, il salvamento non ha gareggiato. O meglio, ha gareggiato ma non si è incontrato. Ci sono stati tre campionati che io chiamo in assenza. Nel frattempo, tutte le discipline hanno avuto modo di confrontarsi. E’ quindi con impazienza e con emozione che ci siamo ritrovati a fine maggio per questi assoluti, che non hanno tradito le attese. Una buona partecipazione, veloci e snelli nonostante il ritorno, causa divisione delle batterie, a orari antelucani che hanno penalizzato più le femmine dei maschi. Ci chiedevamo, infatti, se non si poteva alternare maschi e femmine al bellissimo orario delle 7,30 del mattino a cui le donne cominciavano le serie (comunque il nuoto questi orari non li ha mai fatti, diciamolo chiaramente).
Una ragazza che alleno ha chiaramente espresso il suo disappunto in termini sessisti. Purtroppo, non posso che darle ragione, ma a parte questa parentesi, tutto è filato liscio.
Liscio anche troppo: le finali svolte in mezz’ora forse, dico forse, sono un po’ esagerate. Teniamo conto che erano due specialità al giorno, quindi c’è chi è entrato in acqua tra due finali dopo meno di dieci minuti. Credo che una cosa del genere non sia il massimo in una disciplina che vede solo sei specialità, non una ventina come il nuoto. E per fortuna senza staffette, anzi per sfortuna, perché ancora queste non vengono contemplate: e sarebbe ora che i protocolli anti covid19 finché ci accompagneranno le comincino a prevedere e a normare.
E poi comunque, se uno non avesse voluto svegliarsi presto, c’è sempre lo streaming per rivedere tutto! Sì lo streaming!!! Non ci posso credere!!!
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un primato italiano assoluto che è anche primato europeo, realizzato in 2’04”32 da Giulia Vetrano del Nichelino, è la prestazione più eclatante. 
Ma dobbiamo citare anche due primati mondiali Youth nel misto maschile di Locchi e di Marchetti nel Superlifesaver maschile e un record europeo Youth della Mazzi nella finale giovani del superlife femminile (tempo che avrebbe garantito un quarto posto in finale A…avrebbe…discorso che farò dopo).
Questo anno e mezzo ha visto però anche un bel ricambio: anche se molti protagonisti sono rimasti nuove leve spingono e pretendono il loro posto sul palcoscenico non solo giovanile. La scelta di invitare, se non già qualificati, anche i Ragazzi ha mostrato delle belle individualità, alcune delle quali raggiungono le finali Youth. Tutto ciò ha riscritto le top ten assolute, che potete ritrovare nel nostro sito su SIC (Salvamento in cifre), grazie a Marco Agosti. Faccio spudorata ma meritata pubblicità, vedi sempre dopo.

Sono stato anche fin troppo serio, per cui partiamo con le curiosità. Arrivo in piscina dopo un bel viaggio in un pullman semivuoto: questo significa enormi costi, perché se dobbiamo viaggiare in venti su un pullman da 55, quando siamo in 55 quanti pullman servono? E quanto ci costa? Mi spiace, cari professori del CTS, occorre trovare una soluzione migliore. Diamoci da fare.
Tra l’altro entro in autogrill ah ah ah ah ah distanziamento? Secondo me il CTS vive su un altro pianeta, dove c’è tanto posto. Se ci dicono dove sta, ci andiamo anche noi se costa poco.

Passiamo alla piscina: era dal 1988 che non vedevo i cartelli per le squadre. Idea però tutt’altro che stupida. E sulle sedute c’era il cartello NON SEDERSI QUI, con la bella croce rossa. Mah, pensarlo anche in altre piscine dove ho visto sedersi a caso ovunque? Ma naturalmente ovunque ci sono i protocolli, non è vero?
Ovviamente speriamo tutti che le croci, che non sono per niente simpatiche, spariscano presto.

Non ho portato la mia fedele sedia, e ho sbagliato. C’è chi l’ha portata. Alla fine, che male fa? Volendo, posso farle fare il tampone. Comunque, la schiena ne ha risentito: ma tanto, per restare in salute, basta una passeggiatina, ce lo hanno detto quelli del CTS e anche il nostro bravo Ministro.

La finale degli ostacoli femminili la aspettavo con ansia, perché pronosticavo grandi prestazioni. Non sono certo stato smentito, sarà perché era la prima gara e tutte erano vogliose di mettersi in luce, ma avere tre dei primi dieci tempi di sempre in una finale non è da poco. Giulia Vetrano realizza tutta una serie di record che riempiono la pagina Microplus ma il più importante viene citato sbagliato appena realizzato. Infatti non è record mondiale (a cui neanche si avvicina) ma europeo. A parziale scusante dello speaker, la sua totale ignoranza degli atleti di questo mondo e quindi dei record, e la lista dei record sbagliata consegnata in partenza.

Naturalmente l’altra finale che volevo vedere era il superlife femminile, ultima giornata. Anche qui non sono rimasto deluso. Fra tutte, ben quattro nuove prestazioni alltime, tra cui la vincitrice Cristetti. Unico neo, l’assenza della Lanzilotti la neo primatista italiana e (solo teoricamente, visto che non ho visto la sua omologazione) europea. Squalificata in batteria, la sua maledizione continua. Dio non perdona, il Super neanche. Sarà per la prossima.

Parliamoci chiaro, ho detto che ci sono tanti giovani che sgomitano, ma tra tutte le finali maschili, solo una viene vinta da un nato negli anni 2000: le pinne maschili, in cui in un finale concitatissimo prevale Vestri, ottavo tempo di sempre ma che certo non è un tempo che ci aspettiamo per vincere in campo internazionale: 46”62. Onore a lui ma al mattino Pezzotti realizzava 45”8. Ma la finale è al pomeriggio, e questo vale per molti quest’anno, soprattutto (ma non solo giovani).

Lo sa bene Masha Giordano, Millennials (maiuscola, lo so che non è giusto ma io lo dico lo stesso). Anno 2004, argento a torpedo dalla corsia 2 e bronzo a pinne dalla corsia 6. Esordio sfolgorante!

Amici di…Zampo (foto Mauro Romanenghi)

La controparte è Eleonora Zampolini (detta Zampo). Secondo tempo in entrambe le gare al mattino, se ripetuto valeva il podio o quasi. Tutta esperienza, Zampo.

Due i record della categoria Ragazzi. Maschile nel super, femminile nel misto. Dallari e Chemello, giusto citarli.

Come giusto citare Simone Locchi: due record uno mondiale giovanile nel misto con annesso argento assoluto in 1’00”72 e un sotto 30” nel trasporto, record italiano Juniores.

Tanta roba. Ma tanta, eh.

Quindi se ho fatto tre, il quattro vien da sé: allora citiamo anche Marchetti, super da mondiale in 2’10”44. 

E quindi manca solo Gioia Mazzi, che stempera il record fatto qui qualche anno fa dalla Pasquino, di pochi centesimi. 

Scene da festeggiamento uno.
Siamo in un locale, all’aperto, corso Dante, un minuto dall’hotel, beviamo alla salute del titolo italiano del mio collega.
Primo passaggio, una coppia inciampa in un sostegno per bloccare il traffico. La donna va lunga distesa e viene trascinata via dal marito.
Secondo passaggio, dei miei atleti (maggiorenni) che mi avevano detto che sarebbero stati in hotel passano nel corso (ore 21,45): li guardo, mi guardano, basta un altro sguardo. L’albergo era a 3 minuti. Conto che ne abbiano impiegati 2, ad arrivare in camera.

Scene da festeggiamento due.
Una ragazza siede in tribuna in piscina con un cappello da compleanno sulla testa. 
“Non è il mio compleanno” precisa. “Cioè, fra poco lo è”. Non indago oltre.

Scene da festeggiamento tre.
Sempre nel locale, ci recapitano un conto da pagare di un altro tavolo. Il mio collega fa per pagare (sono amici, li abbiamo riconosciuti), e la cameriera dice che è uno scherzo. 
“Noi a Milano, se dobbiamo pagare paghiamo”, dice il mio collega. 
Soprassiedo su ogni eventuale commento.

Scene da festeggiamento quattro
Incontriamo il re degli ostacoli Fabio Tadini con le sue gentili allenatrici tuttofare, che ci invita a bere. Scopriamo poi che è il compleanno dell’allenatore Daniele Bearzotti. Il re quindi con tanto di scorta, nani ballerini e principesse, arriva al locale dove pagherà Daniele Bearzotti. Noblesse oblige.

Solita scenetta dei record, ultimo giorno e chiamata della FIN. Non funziona il sito dei record, mi chiedono se il nostri sito SIC funziona. Noi abbiamo Marco Agosti, funziona sempre tutto. Problema risolto.

Momento serio numero due.
Arriva Livia Elisa Fiori, protagonista di uno sfortunato episodio quest’inverno che ha posto fine alla sua attività agonistica. Io purtroppo non amo queste cose, per mie personali vicende, quindi neanche queste celebrazioni. Ma potrei dire che ci stanno. La ragazza, visibilmente emozionata, perora la causa della associazione per studiare le malattie cardiache.
Alla fine, lo speaker esclama “Complimenti”!
Ma complimenti di che???????…del discorso, dell’associazione, di esser viva. Non lo sapremo mai, e non voglio saperlo.

Ed infine, un problema di geometria euclidea. Se Vetrano fa 2’04” con gli ostacoli, quanto farà senza ostacoli? Io e un altro allenatore di lungo corso, che si professa millennials (minuscolo) abbiamo fatto una serie di calcoli trigonometrici per capire quanto si perda a ogni passaggio, quanto si allunghi la traiettoria, quanto si vada più veloci o lenti sott’acqua.
Risultato: non abbiamo cavato un ragno dal buco. Ma soprattutto: se la Vetrano anche facesse 1’58”, se di fianco avesse la Pellegrini, avrebbe il coraggio di sfidarla o se la farebbe addosso? Chiedete alla Ledecky.

A presto!

SuperLife 10 – presente e futuro del salvamento in Italia

..si riparte!

di redazione podcast

Siamo tornati! In veste un po’ atipica: conduce, infatti, Laura Vergani, ma solo per questa volta. Promesso.
Commento tecnico di Mauro Romanenghi allenatore, almeno così dice lui, della IN Sport Rane Rosse.

Hanno partecipato seppur in contumacia: Fabrizio Fogliani con Vaporidicloro, Edoardo Macrì con Lifesavinginitaly e Andrea Longobardo. Un grazie speciale a Marco Agosti, come sempre in redazione.

Ospite Giorgio Quintavalle, Presidente della sezione salvamento della FIN. (e non solo..)

Torniamo dopo una lunga assenza e partiamo con una lunga chiacchierata insieme a Giorgio Quintavalle che ci illustra la situazione del salvamento in Italia (e nel mondo) dopo un lungo stop alle competizioni nazionali di quasi un anno e mezzo. Il perché ciò è avvenuto così a lungo, perché si fatichi a riprendere, cosa ci aspetta nel prossimo futuro dalle gare nazionali ma soprattutto nelle gare internazionali, perché si fanno i collegiali sono i temi della nostra puntata: tutta da ascoltare. E aspettateci…perché non finirà certo qui!
Solo su SuperLife, che non vi abbandonerà più, siatene certi.

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT.

Sigla “Let me go” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 29/04/2021

credit foto: Mauro Romanenghi e Laura Vergani

Italiani salvamento invernali 2020…cose che capitano!

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Calabria Swim Race: Esordienti felici…e vincenti!!!

di Mauro Romanenghi

Rieccoci qua. Numeri sempre più alti, giornate sempre più lunghe, grande fatica ma anche grandi prestazioni. I numeri dicono più di 1400 (millequattrocento) atleti per 87 società: altissimi, da quando qualche anno fa abbiamo sfondato quota mille.

Che siamo in tanti lo sappiamo perché, un paio di anni fa, hanno deciso di montare la tribuna mobile e separarci dal pubblico: decisione oltremodo saggia che andrebbe presa anche a Roma (non certo per motivi di spazio) dico io.

Su quattro giorni di gare ben due volte si é concluso dopo le 20,30 (premiazioni comprese). Non abbiamo raggiunto i record delle 21 e passa di alcuni anni fa, ma il protrarsi degli orari é sotto gli occhi di tutti. Ovviamente ciò riguarda chi partecipa alle ultime specialità (le staffette ostacoli, ad esempio) per cui per molti la fine ritardata non é un grosso dramma. Per le squadre numerose, costrette a muoversi insieme, lo é certo di più. Dalle mie parti si dice “bagai gross, guai gross”.

Si parlava con un allenatore di sparizioni…improvvise. Mi ricordava che l’anno scorso a Roma erano sparite un paio di pinne. Facciamo quindi una foto, a fine giornata, con gli Esordienti. Una nostra allenatrice appoggia la felpa per fare la foto. Si gira, la felpa non c’è più. Cose che capitano.

Come ogni anno, anche se ho molto da fare, mi piace buttare un occhio sui vari protagonisti. Ho notato una grande varietà di nomi fra i vincitori….ma i soliti noti ci sono sempre e la loro messe di vittorie la mettono lì. Quello che ho notato é stato che i record stabiliti sono stati pochissimi anche se di valore enorme. Cose che capitano.

Tra i soliti noti il nome di Simone Locchi non può passare inosservato. Tre record individuali e uno sfiorato in staffetta, ma soprattutto di un livello assoluto: 48”00 a pinne, ma in special modo 1’02”70 a misto ha impressionato ed é a ridosso della topten assoluta alltime.

Spicca anche la totale assenza di record nelle categorie intermedie di Junior e Cadetti. Vero é che la stagione é talmente lunga, e gli obiettivi talmente lontani, che mi aspetto dei valori ben diversi a maggio e luglio. Vedremo. Intanto ho notato che una squadra come il Nichelino é arrivata in queste categorie a ranghi ridotti ma con le idee ben chiare. Soprattutto Elisa Dibellonia, tre titoli e tanti saluti.

Il bravo allenatore sa far fronte alla difficoltà. Quando la difficoltà é che siete in 100 persone (avete letto bene, #centopersone) muoversi, spostarsi, arrivare, sistemarsi non é facile. Non ho perso nessuno, é già una vittoria.

Naturalmente non si é esenti da errori. Così, ho scordato di cambiare un nome nella staffetta mista iscritta in precedenza. Dopo diverse convocazioni del giudice arbitro arriva anche quella in cui mi si intima di far partire il nome iscritto e non quello che si é presentato. Giusto, chi sbaglia paga. Cose che capitano.

Facciamo però ammenda su alcune questioni. Il gestionale é un mezzo utilissimo. Allora perché dobbiamo iscrivere le staffette dieci giorni prima, con tutti i nomi, senza tempo, e poi sprecare degli inutili fogliettini minuscoli che tra parentesi possono anche venire persi tra segreteria e giuria per rifare tutto da capo? A questo punto metteteci un bel PC dove possiamo fare tutti i cambi che vogliamo fino a mezz’ora prima. Gli alberi e i coach ringraziano.

L’apnea del super…utile o moda crescente?
Stiamo parlando di apnee del terzo cinquanta con torpedo. Utile secondo me. Ho visto da chi la sa fare dei bei recuperi. Certo consuma energie e va usata con intelligenza. Barbati la ha mostrata oramai tempo fa e ora io credo che non se ne farà a meno. Migliore interprete vista agli Italiani Lucrezia Fabretti, d’altronde se non ne sa qualcosa lei.

Torniamo a parlare di squadre. Poiché non posso citare tutti, dico le tre diciamo novità che poi tanto novità non sono ma i cui miglioramenti stanno balzando ai miei occhi.
Calabria Swim Race del notissimo Vanni Celano coadiuvato da Germana Critelli. Vincono gli Esordienti a mani basse, qualche buona individualità e un Caserta in discreta forma.
Padovanuoto, presente in ogni classifica con tante prestazioni fra i primi e anche qualche titolo italiano.
E la Virtus Buonconvento, che oramai assorbita l’Interamnia si affaccia nelle zone alte delle classifiche.

Mi chiedo perché…quando stai andando veloce esci dall’apnea del torpedo. Ma non riesco a darmi una risposta. Neanche la mia atleta riesce. Cose che capitano.

La famiglia Pasquino torna a casa da questi campionati con cinque ori quindi nelle statistiche familiari é la più vittoriosa. Il derby lo vince Francesca (categoria Cadette) con tre titoli contro Valentina (categoria Juniores) due titoli. Curiosamente, dei cinque titoli nessuno é stato conquistato nella stessa specialità. Cose che capitano.

Parlando di record, non possiamo che inchinarci al record di Francesca Cristetti, prima donna in Italia a sfondare il muro del 1’10” e detentrice del nuovo record europeo. Un trasporto fantastico.

Parliamo di superlifesaver. La mia atleta non aggancia. Sono quasi otto anni che facciamo super. Abbiamo sempre agganciato, bene o male. Dopo dieci tentativi, mi guarda, io la guardo, aggancia e torna. Cose che capitano.
Arriva da me arrabbiata come mai l’ho vista dicendo che il torpedo era al limite, che anche altre si sono lamentate con gli addetti e la risposta é stata : “se qualcosa fosse sbagliato, ce ne saremmo accorti”.
Visto che io ho sbagliato e non me ne sono accorto, visto che mi hanno perso un cartellino di una staffetta che poi ha vinto e non se ne sono accorti, forse non sempre ci si accorge delle cose e una controllata si può dare. E comunque rispondere più educatamente agli atleti.

Ora un’ultima domanda: ho parlato con varie squadre che vogliono fare i Mondiali: visto lo strepitoso successo della partecipazione di squadre italiane agli Europei, qualcosa cambierà? Io non credo, ma forse una riflessione poteva essere fatta, per le squadre italiane.
Per il resto, va tutto benissimo. Cose che capitano.

Credit Foto: Facebook Germana Critelli

Trofei internazionali: il salvamento inizia a spingere!

German Cup 2019

German Cup 2019 grandi primati!!!

di Mauro Romanenghi

 

Ebbene sì, la nuova stagione é ufficialmente iniziata.

La vecchia sembra appena finita, e in realtà é così: il campionato Europeo si é concluso un mese e mezzo fa, ma già si scalpita per gareggiare: prima però un paio di considerazioni vanno fatte.

Sembrava fosse in atto una mezza rivoluzione con la fine delle gare a squadre e l’avvento delle gare a medagliere, ma in realtà non sarà così. Ha vinto il vecchio, quindi il salvamento resterà uno sport di squadra come prima. Con tutte le storture che questo comporta, e qui esprimo la mia opinione: finché questo sarà lo status quo, difficilmente il salvamento in qualsiasi sua forma sarà sport olimpico. Badate bene che ai World Games il salvamento si fa con le gare in piscina, con il medagliere come classifica “ufficiale”.
Mi chiedo come possa venire ammesso alle Olimpiadi uno sport dove magari il vero campione mondiale neanche partecipa. Si parla di Ocean ai Giochi: come facciamo a dire che il vero campione mondiale di lifesaver é quello che fa Ocean? Ma soprattutto chi dice che il campione mondiale di Ocean sia il più forte al mondo, visto che potrebbe non essere convocato se qualcuno (difficile, ma possibile) a canoa e tavola va più forte di lui?

Bene, dopo avervi lasciato con questa mia opinabile ma non infondata problematica, passiamo a noi. Dopo aver ponderato a lungo (un po’ per la fine ritardata dell’anno sportivo, un po’ per i vari congressi internazionali in cui si doveva decidere il nostro futuro o non deciderlo, visto che tutto é rimasto uguale) é uscito il regolamento nazionale. Poche novità, se non per la qualificazione della nazionale. Lascio a voi scoprirlo, ma si invoglia a gareggiare in mare se non altro per il fatto che alcune accoppiate di titoli potrebbero consentire la chiamata in nazionale di diritto: per dirla una, sprint e bandierine.

Recepiamo anche alcune regole internazionali tra cui l’aggancio a torpedo entro i 10 metri e l’abolizione del trasporto face-up (la regola dei 90 gradi simile al dorso). Insomma, si tende a semplificare le norme per una maggiore fruibilità. Ecco propagandare prima queste novità sarebbe stata una buona cosa, ma tanto é queste regole verranno recepite ai prossimi Assoluti. Tra l’altro sarebbe gradito, quando questi cambiamenti avvengono, una piccola nota dove si invita a prendere visione delle nuove norme usando i molteplici mezzi di comunicazione che la modernità ci offre.

Passiamo alla competizioni. Otto nazioni, quindi un bel gruppetto internazionale, si sono date battaglia alla German Cup, che precede ora la Orange nel calendario.

L’Australia non scherza una cippa. Vero é che per loro siamo in un momento magico della stagione, cioé primavera inoltrata, ma il livello della nazionale schierata a Warendorf é di tutto rispetto. Lo provano i due record mondiali degli ostacoli di Woodward in 1’53″16 e della Davies nel superlife in 2’20″05.

Parlando del comparto femminile, non scopriamo qui il talento di Lani Pallister, anno 2002 e oro nel misto con il nuovo mondiale Youth di 1’10″15 e argento nel super anche qui con il nuovo limite Youth di 2’22″32. Considerando che é un’atleta che alla pari della Gillett viene dal nuoto (1’58″09 nei 200 e tre titoli mondiali Juniores dai 400 ai 1500) consideriamola già una probabile protagonista ai prossimi mondiali Assoluti di Riccione.
Qui il record del super e le due belle interviste alle atlete, nonché un consiglio su come si fanno gli streaming magari da archiviare per Riccione 2020.
Da notare come le parti tecniche di vestizione e aggancio siano, per così dire, perfettibili: chi ha voglia cronometro alla mano può vedere l’ultimo 50 di Lani percorso in circa 30″.
Le nostre ragazze non stanno a guardare: l’unico titolo sfuggito alle Aussies nelle prove a squadre é la corda femminile vinta da Lanzillotti e Meschiari. Certo un non entusiasmante 17″99, ma meglio di niente. Per il resto, nulla da segnalare ed é giusto così.

Pure nei maschi gran spolvero dei canguri. Detto del primato del mondo, parliamo anche della staffetta ostacoli maschile che realizza la seconda prestazione mondiale dopo quella dei cinesi ai Mondiali militari 2019 (qui la Cina ha stracciato il record del Giappone realizzando 1’34″80, per intenderci un passo da sotto 24″ per tutti). Woodward, Davis e Koch sono l’ossatura portante, e soprattutto sono del 1996-1998, quindi in grande crescita.

Solo tre vittorie individuali sono sfuggite alla squadra australe: il trasporto femminile e le gare a pinne. Qui continua a brillare la stellina tedesca Nina Holt, campionessa europea nelle pinne e nel trasporto e primatista del mondo in staffetta manichino. Il suo tempo é arrivato a 52″46. Insomma, aspettando la Orange Cup (che storicamente é di un livello minore pur nella sua importanza) il salvamento fa vedere alla nazionale italiana che il panorama si muove e che la piscina non garantirà più così facilmente quella fucina di successi. Forse, e dico forse, un’occhiata fuori dalle vasche bisogna darla. Siamo avvisati.

Nella foto Johanna Schreiber (Foto: Daniel-André Reinelt – DLRG)

 

 

 

 

Eurolifesaving 2019 – Campioni…o no?

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Campioni!

di Mauro Romanenghi

Molti anni fa a Lignano, quando i Campionati si disputavano ancora su tre giorni (tutte le categorie insieme, si iniziava venerdì mattina e si finiva domenica mattina con la gara superlifesaver) vidi gareggiare una giovane atleta laziale il cui campionato non era stato così entusiasmante nonostante fosse molto promettente. Tra l’altro era parte di una squadra nostra rivale con cui eravamo in grande competizione. Quel giorno, poi, era stato peggio del peggio. Alla vestizione del super la pinna si era rotta, finendo nella buca dei tuffi…ricordo che all’uscita dall’impianto camminava a testa bassa, penso seguita dalla mamma. Quel giorno le dissi che il suo momento sarebbe arrivato. Sono passati credo più di dieci anni.
Ieri é arrivato quel momento, il momento di partire con una tavola sotto braccio, non mollare un centimetro e dare il cambio alla sua compagna in canoa. Il cognome é tutto un programma, Ferrari. Il suo nome Samantha. E vincere con il suo vecchio compagno di club al Ronciglione, Niciarelli, dopo che lui e Piroddi avevano vinto da poco l’oro storico nella staffetta torpedo, non può che fare un immenso piacere.

Finito il momento amarcord, che dovevo fare ieri perché al momento della vittoria dell’Italia é uscito un urlo da stadio, passiamo alle cose meno felici. L’Italia ha perso il titolo europeo, in casa, contro la Francia, che prima della parte oceanica  aveva più di 140 punti di distacco e circa 90 prima dell’ultimo giorno. Un giorno di gloria per i francesi, al loro primo titolo europeo. Perdere così, di 18 punti, un secondo posto, é difficile. Però la Francia a mare ha realizzato più di 400 punti, é la nazione leader davanti anche a Gran Bretagna e Spagna, che ne hanno fatti circa 360 e 330. Tutte le prime nazioni hanno realizzato più di 300 punti. L’Italia realizza 251 punti, che la mettono davanti al solo Belgio fra le prime sette nazioni della classifica. La realtà é tutta qui, in queste cifre.

Passiamo alle cose positive, almeno in campo europeo, sul mare. Pur non essendo una specialista, Samantha Ferrari si é difesa in tavola, e così Gilardi. Nella canoa Vittoria ha dimostrato di poter primeggiare, anche se non ho visto come mai alla boa del rientro pur essendo fra le prime poi é rimasta dietro. Bene anche nell’Ocean Silvia Meschiari, fra le prime sei. Ho tralasciato ovviamente il frangente, del quale sappiamo tutti le sorti, e la spiaggia che non ci ha mai dato fra gli Open particolari soddisfazioni (e senza un vero corridore, mai ce ne darà).

Ho parlato un po’ in giro: se l’orientamento sarà il medagliere, che senso avrà portare qualcuno per fare sei finali e zero medaglie? Si punterà alle staffette oceaniche, a quel punto, portando invece più specialisti possibile in piscina per fare più medaglie perchè quelle conteranno, la classifica a punti varrà meno di zero.

Altra cosa positiva, il ritorno al titolo della nazionale Youth. Era una cosa che il nostro responsabile tecnico – non chiamatelo CT che sennò vi spenna – voleva assolutamente. E’ successo, e con due atlete allenate da lui. E ben tre atleti selezionati per il mare, più Francesca Pasquino che proprio scarsa scarsa in alcune prove non é. In questo caso, la sentenza é emessa.

Finita la disamina tecnica, eccoci qua ai soliti pensieri a ruota libera.

Non ce la possiamo fare a inquadrare il traguardo per più di due arrivi. Poi la telecamera stacca e inquadra in campo lungo, o la gente che nuota in mare, Ieri nell’Ocean si sono visti tre arrivi tre a far tanto: uno deve immaginare quanto sia arrivato l’atleta della sua nazionale, o possiamo farlo vedere questo arrivo intero?
Tre i punti chiave.
Una postazione sopraelevata vicino agli arrivi della spiaggia, non sulle tribune lontane (ottima posizione invece per le gare nell’arena). Da pensarci.
Un uso migliore della telecamera in mare, magari ai passaggi delle boe.
Un cronista che conosca gli atleti e faccia il cronista: i francesi insegnano. Lo speaker non può fare il cronista: e che gli atleti stanno finendo la frazione e iniziano la frazione dell’Ocean a tavola (e non a canoa, come lo speaker ripete più volte) lo vediamo già.
E infine delle sovrimpressioni che danno il risultato finale anche del mare, una volta saputa la classifica.
Sarebbe stato bellissimo avere la classifica gara per gara, e non credo fosse impossibile. E’ un conteggio su computer. Ma, forse, non servirà più.

La scelta delle gare in contemporanea ha velocizzato la manifestazione (e quando hai bandierine ciò é fondamentale, visto che sono durate due ore!!!) ma ha penalizzato la visione delle gare Youth. Pazienza, abbiamo utilizzato il nostro gruppo allenatori per un uso alternativo che non fosse invitarci per l’aperitivo (che tra l’altro qualcuno dovrà pagare salato, visti gli enormi successi).

Bandierine che hanno entusiasmato Giorgio Scala. E’ la gara migliore anche per fare le foto, sembra un’arena di gladiatori, Inutile dire che é la MIA gara. Alcuni episodi che la classificano.
Il volo di Belcastro che si ribalta per cercare di togliere la bandierina allo spagnolo.
La sfida spalla a spalla fra la Colmont, che non é solo veloce ma anche potente, e la spagnola Rodriguez che deve soccombere allo spalla a spalla.
La velocità di Chris Parry, contro la quale nulla può l’olandese.

Nelle bandierine non occorre solo essere veloci ma girarsi rapidissimi. Qualità che, devo dire, manca alla nostra campionessa Pasquino. Almeno in confronto alle altre.

La frazione finale della Borgnino nella mixed lifesaver a canoa, fatta dopo un giorno di gare, mi fa notare il mio amico Fogliani che é stata spettacolare. Nell’ultimo lato Josefa Idem ha mandato un wattsapp di complimenti e se ci fosse stato Giampiero Galeazzi forse lo dovevano rianimare, ma tanto nessun problema: siamo a una gara di salvamento.

Probabilmente la Fiori é stata scongelata perché ha contribuito alle due medaglie della Youth in staffetta. La Findus perde un ottimo prodotto ma la nazionale azzurra ringrazia.

Daniele Sanna sicuramente giocava nei cavalloni e sa saltare sulle onde. La sua frazione a frangente nella mixed é stata fondamentale.

Nina Holt, la ricordate? Prima a frangente, bronzo a superlife, sesta a tavola. Insomma…

Rosewell e Cahill si sono allegramente presi a sportellate per tutte le gare in mare. Il risultato é 2 a 1 per l’irlandese, ma poteva succedere di tutto.

In quanto a sportellate, non le manda a dire neanche Niciarelli. Nello sprint finale della mixed, c’è scritto chiaramente “qui non si passa”, sulla schiena del Nicio. Detto, fatto.

L’anno scorso chiesi come mai la Tortello non aveva fatto alcune prove in mare. I due tecnici all’unisono mi dissero che era per non farle fare troppo. Quest’anno ha saltato solo frangente fra le gare individuali, e ha partecipato a tutte le staffette tranne la torpedo che va all’oro. Poteva essere la beffa per lei, ma la medaglia arriva nella Ocean relay  in un trilling per squalifica della Gran Bretagna. E io non posso che essere contento, per Carlotta.

In serata, diatriba feroce sull’ultima vittoria all’Europeo della nazionale Youth. Abbiamo convenuto fosse Svezia 2012. Pronti a essere smentiti, naturalmente. Fatevi sotto, ma non vi lascerò passare tanto facilmente.

Eurolifesaving 2019 – Immidiatly!

Cattura di schermata (213)

Che coppia!

di Mauro Romanenghi

L’altro giorno sono andato come detto a vedere il campo gara delle competizioni in mare. Intanto ricordavo che era verso Misano, però oramai navighiamo nell’era tecnologica e imposto il navigatore dicendo “bagno 7, Riccione”. Mi porta al bagno 130, alle porte di Rimini. Molto seccante. Si sa, la tecnologia é fantastica, quando funziona. Spengo il navigatore, mi accingo a salire in macchina, e poi la mia formazione vintage mi fa avvicinare un signore a cui chiedo informazioni. Ebbene sì, il bagno 7 é dove lo ricordavo io. Bene, faccio tutto il lungomare, e arrivo esattamente dove pensavo che fosse. C’è tutto: cartellone, eccetera. Fuori, un’insegna nel baretto della spiaggia: bagno12. Ma poiché sicuramente mi sta sfuggendo  qualcosa, lascio perdere. 

 

Ieri ero stanco e non vedevo l’ora di tornare a casa. Quindi ho pubblicato l’articolo e mi sono detto: manca qualcosa.
Oggi lo leggo e mi accorgo che non ho detto neanche mezza parola sul record del mondo di Lucrezia Fabretti. Ottimo, rimedio oggi.
Come se non bastasse scendere sotto i 50”, la ragazza si prende il lusso di battere il record e non di poco, arrivando a 49”33. Il trasporto a delfino sembra fatto come se non avesse un manichino al fianco. Qualcuno mi ha anche detto che negli ultimi metri ha ceduto, se no poteva fare 48”. Vorrei vedere voi, fare 50 metri in 30” con un manichino al fianco. 

Quando ci sono le premiazioni, bisogna essere in orario. Non puoi passare il tuo tempo chiacchierando con la bionda che hai visto in tribuna o la svedesina nella vasca di scioglimento. Né bullarti coi tuoi compagni del tuo nuovo personal best. Né tantomeno andare con mamma a comprare la maglietta dei campionati. No. Devi andare alla premiazione con cortese sollecitudine. In inglese questa cosa si dice immediately, o come pronunciato ieri, immidiatly. Questa parola deve essere piaciuta un casino agli speakers, che hanno deciso di farne un mantra che perdurerà nei secoli. 

Tempo da lupi oggi a Riccione. Però le gare sono state tutte disputate. Che non fosse proprio il massimo la temperatura lo si vedeva dalle facce delle giovani atlete. Arriva la vincitrice dello sprint femminile, e ha un’espressione come se la avessero appena sbattuta in mezzo alla strada. Inconsolabile. Ma le migliori sono state quelle uscite dal frangente femminile. Come avessero attraversato il Mar glaciale Artico. A un certo punto é uscita la Fiori. Pensavo la surgelassero così e la portassero allo stabilimento della Findus.

Gran cosa lo streaming, anche se qualche appunto c’è da fare. Prendiamo il traguardo. IN genere, all’arrivo delle gare, la telecamera si fissa all’arrivo e fa vedere…l’arrivo. Qui, no.
Preso da un’improvvisa euforia, il cameraman decideva di inquadrare qualsiasi cosa: il vincitore che si accasciava, il mare, un gabbiano che pescava le ultime vongole di stagione, poi di nuovo il traguardo quando anche il sedicesimo era già al bar. E soprattutto, la linea di arrivo si inquadra tutta. 

Medaglie trovate, medaglie sfiorate. L’altro giorno Vittoria Borgnino e Carlotta Tortello provavano le partenze in tavola (dopo aver giustamente preso un po’ di sole). Oggi Vittoria e Carlotta si sono cimentate (d’altronde le hanno portate per quello) in un tot di gare. Canoa, sprint, staffetta sprint, staffetta tavola per la giovane ligure, poco meno per Vittoria. Carlotta gliela fa e rischiando di abbattere le transenne si lancia terza sul traguardo del salvataggio tavola con Francesca Pasquino che guadagna l’ennesima medaglia di questi campionati. Per Vittoria, il quarto posto con una grande frazione a tavola. Manca ancora qualcosa però nel motore azzurro, lo si vede bene nel ritorno in coppia. Ma insomma, qualcosa si muove. 

Un suggerimento. Io, dei video di tutte le gare degli azzurri, gliele farei. L’altro giorno vedevo che gli svedesi usavano un I-Pad montato su un supporto tipo telecamera. Le inventano tutte.

A proposito di svedesi, le migliori di questo campionato. Magari non come prestazioni, però il loro perché ce l’hanno. 

Torniamo alle gare. Quando ero bambino io, si giocava a fare i tuffi nei cavalloni, oppure a saltare le onde. Passavamo il pomeriggio al mare a fare i tuffi nei cavalloni. Oggi quando spiego “devi fare così, come quando fai i tuffi nei cavalloni”, mi guardano come gli avessi detto di gettarsi contro un equino. Forse le madri di oggi non fanno fare i tuffi nei cavalloni ai loro figli. Così purtroppo inciampiamo sulla spiaggia. Giovanni Caserta e Francesca Pasquino forse non hanno fatto i tuffi nei cavalloni. O forse sì. Però entrambi inciampano all’arrivo, e in volata passa l’avversario. Che ci sta. Però facciamoli fare, i tuffi nei cavalloni, ai nostri figli (non da soli, stiamo lì anche noi: sono divertenti e poi li controlliamo).

Meschiari e Sanna, quando il frangente é una sicurezza. Silvia poi si incolla alle caviglie della Fabre, che sfugge solo su un’onda. Eterna. 

Cattivissimo oggi lo speaker,che voleva il campo di gara liberissimo per la staffetta sprint. E lo voleva, pensate un po’, immidiatly!

SuperLife 8 – Le gare dell’estate!

di redazione podcast

Conduce l’astrolifesaver Andrea Longobardo, astronomo, ricercatore nonchè responsabile del salvamento master in Italia. Commento tecnico di Mauro Romanenghi allenatore, almeno così dice lui, della IN Sport Rane Rosse; disturbo tecnologico del Fogliani, ammaestratore di Vaporidicloro. In redazione come sempre Marco Agosti con le sue classifiche.

Torna la banda del salvamento, con Fogliani in disturbo nel senso che ci manca! Ma ce né per discutere: Fabio Tadini, per tutti semplicemente il “Re”, Stefano Foggetti, tecnico della Rari Nantes Torino, e naturalmente le scomode previsioni e domande di Mauro Romanenghi. Tante gare di cui parlare, le convocazioni della nazionale, i nuovi protagonisti e i record dei categoria. Tutto in soli tre quarti d’ora di salvamento, più i saluti alla nuova arrivata in casa Longobardo. E coma da tradizione, due parole sui Master. Ovviamente solo su SuperLife, che porta benissimo ma solo se non fa previsioni Mauro Romanenghi.

Montaggio a cura di Edoardo Macrì di Lifesavinginitaly.
Sigla “Let me go” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 03/08/2019
Credit foto Mauro Romanenghi

Assoluti lifesaving 2019: una gara senza fine!

di Mauro Romanenghi

Italiani Salvamento Assoluti2019 - condizioni proibitive?

Italiani Salvamento Assoluti2019 – condizioni proibitive?

Quest’anno, dopo diversi anni, sono andato in automobile ad accompagnare i ragazzi a una gara importante. Non lo facevo da quando guidavo i furgoni in DDS, quasi quindici anni fa.
Devo dire che è sempre interessante viaggiare con loro, si scoprono sempre cose interessanti. Vi suggerisco di provare. E’ anche divertente.
Intanto si guadagna qualcosa: la madre di un ragazzo che accompagnavo, forse pensando che andassimo a fare un lungo viaggio ci ha fornito di ampia pasticceria. Insieme al mio cioccolato, è stato di aiuto in un tragitto che si sa al venerdì può essere gravoso.
Viaggiare in auto ha i suoi privilegi: terminate le gare in un attimo ero in albergo. Il mio record è stato di circa 5 minuti. Rispetto ai 15 impiegati con il pullman, tutta un’altra cosa.
Meno divertente il viaggio di ritorno. Non me lo ricordavo così faticoso: e lungo soprattutto sotto la pioggia e con la coda della domenica.

Lungo come questo campionato. Troppo. I primi cinque giorni secondo me sono sufficienti. Due assoluti e una gara a squadre sono abbastanza. I tre giorni dei categoria dove portarli? A settembre erano piaciuti ma pare non si possa. Ci sono gli Europei? I Mondiali? Non so, non mi sembra che ci siano stati così tanti atleti anche a maggio.

Devo dire che ho dato il via a una serie di successo: l’aperitivo serale. Il sabato siamo partiti con una magnum di prosecco in dieci, al bar della piscina, terminate le staffette del primo giorno. Il tutto è proseguito nei giorni successivi, alle gare al mare. Non senza qualche difficoltà: qualcuno infatti proponeva del vin brulé: vista la situazione, direi appropriato in alcuni giorni.

Parliamo anche di gare, che io però posso testimoniare in prima persona solo per la piscina.
Gare con diverse sorprese, devo dire, che mi hanno anche entusiasmato.

Primo giorno ci sono gli ostacoli. Ricordo quando ci approcciammo al salvamento, molti anni fa. “Ecco i nuotatori”, ci dicevano. Qualcuno mi ha anche chiesto cosa fossero venuti a fare, e comunque sono tornati i nuotatori. Un paio dei quali, dopo una mattina di assaggio, hanno dimostrato che gli ostacoli in apnea li sanno fare. Lombini, al mattino mi ha chiesto quale fosse il record italiano: gli ho risposto “questo qua”.”Ah” dice Lombini. Ho aggiunto: “per farlo ha fatto tipo 56”-57”. Al pomeriggio in 1’54” (56”-58”) stacca uno dei migliori tempi di sempre, iniezione di fiducia per lui anche per il nuoto puro. Un onesto 2’07” e delle ottime sub per Pirovano, che di certo non ha bisogno di lezioni in questo particolare, le danno il titolo.

Ecco cosa sono venuti a fare.

Lancio della corda. Sento lamentele sulle corde, sulla gente che si stacca prima (vero), su chi non sta fermo in corsia (vero). Io mi lamento dei 45 minuti di tempo per fare sei serie di lancio della corda e di dieci minuti persi a spiegare che hanno sbagliato le premiazioni degli Youth. Ma non facciamole più queste premiazioni, che tanto gli Youth hanno le loro gare di categoria. Meno premiazioni meno sbagli.

Il mio amico re degli ostacoli non mi delude, ma soprattutto vince con il suo ragazzo il titolo della corda maschile. Gliela dovevo, la citazione.

Livia Elisa Fiori la vedevamo fare avanti e indrè, come si dice a Milano, un paio di anni fa nel super. E io dissi: “questa ce la fa, te lo dico io” al re. T’é vist? Speriamo che sia solo l’inizio, va.

Molto allegro il controllo dell’addetto (o addetta) antidoping a Livia Elisa, secondo me. Naturalmente, personalissima opinione di addetto ai lavori che osserva.

E parliamo di record. Iniziamo da quelli mondiali, con Volpini nel primo giorno e Fabretti nel secondo giorno.
Il primo secondo me è più impressionante, perché si sapeva che lo valeva ma il tempo è di quelli che non ti aspetti. E neppure lei secondo me se lo aspettava, un tempo così. L’asticella è alzata, adesso, di parecchi centimetri.
Il secondo è una barriera che aspettavamo, quella dei 50” nel manichino pinne. I miei timpani stavolta li ho tenuti al sicuro, perché le urla del suo allenatore mettono a dura prova il mio apparato uditivo. Il trasporto è quello che più impressiona, credo sui 30” o meno da quando ha effettivamente in mano il manichino. Penso che molti uomini facciano fatica a farlo. A delfino, per giunta.

Continuiamo a parlare di record. Mauro Ferro da Noale aggiusta il suo primato del trasporto fino a 28”48. Il brindisi lo aspetto a Roma, al solito baretto in tribuna, bello caldo caldo. Magari non con il vin brulé.

Scenetta del sabato. Si discute al mattino sulle staffette alla riunione tecnica. Chiedo lumi sulla consegna e se si possono fare dei cambi al pomeriggio. Rassicurato, me ne vado. Ovviamente non ho capito nulla, perché i cambi si possono fare ma solo di formazione e non di tempo di iscrizione che io non ho presentato. Quindi tutte le staffette partiranno senza tempo, in ultima serie. Fantastico. Ovviamente vengo preso in giro da tutti gli allenatori, salvo da coloro (non pochi, scoprirò poi) che hanno capito male come me.

Il risultato è quattro ori su quattro. Applausi serali per la strategia che mi auguro caldamente di non ripetere mai più.

Infilata spettacolare degli allievi di Foggetti agli Assoluti. Lanzillotti, Cristetti, Petruzzi, senza considerare Gilardi in forza alle Fiamme. E una Cristetti convocata di diritto. Insomma show Rari Nantes che si assicura anche la classifica a squadre.
Parlando con Stefano, la sera della domenica prima di lasciare Riccione, gli dico: “avete già vinto lo scudetto”.

Risposta del lunedì sera di Stefano: “la tua tattica della domenica ha funzionato, Mauro”.
Una birra anche per Stefano, al baretto del Foro, non la leva nessuno.

Tra l’altro vale anche per me il detto “chi si loda si imbroda”. Nell’articolo per OAsport ho declamato come vincitore del torpedo Pezzotti. Con tutto il bene che voglio a Pezzotti, come mi sia venuto in mente il suo nome a torpedo resta tutt’ora un mistero anche per me. Ovviamente beccato subito in castagna.

Fantastica gara a squadre lunedì. Io la seguivo online, con le foto, i risultati, ma le 20 e poco più squadre hanno lottato fino all’ultimo. Lo testimonia il 2’17 pari del mattino fra le prime due. Ma la lotta più bella è stata quella della Nuotatori Canavesani il cui unico e solo obiettivo era battere la squadra del Re, al secolo la Nuotatori Milanesi di Fabio Tadini. Obiettivo centrato per la bellezza di 15 punti. Son soddisfazioni.

Sturla quarta zitta zitta. Secondo i miei conti, secondo miglior punteggio del campionato a squadre e rimonta dal tredicesimo posto del mattino a sfiorare il podio. Dai problemi alla piscina a un grande, grandissimo campionato. Chapeau.

Parliamo di mare, anche se non l’ho visto. Nel mio tragitto di ritorno da Riccione, parlando con un ospite viaggiante sulla mia supercar, costui mi diceva del viaggio di Borgnino in Nuova Zelanda per fare esperienza: “ma solo se le condizioni saranno critiche vedremo qualcosa”. Direi che le condizioni erano abbastanza critiche e che il lavoro in Nuova Zelanda si è visto. Borgnino ingaggia un gran duello con la Rigatti e ne esce vincente per due a uno, Ocean e canoa contro tavola.
Onore alle due, avrei visto volentieri il tutto.

Onore pure alla giuria per avere finito le gare del mercoledì, secondo giorno dei campionati, dopo aver disputato solo due finali il primo giorno. Mille finali a serie, gare a ripetizione, maratona fino alla sera. E tutte le gare completate. Quando bisogna dirlo bisogna dirlo. Lavoro eccezionale.

Stavamo dicendo che gli specialisti cominciano a farsi largo: canoisti, ma soprattutto sprinter, vengono a gareggiare. Alla fine il regolamento è il regolamento, se uno sa correre che faccia quello che sa fare meglio: ricordiamoci che il salvamento nei prossimi anni cambierà. Dovremo cambiare pure noi, alla faccia de “ecco i nuotatori” di venti anni fa.

Qualche nome sulla nazionale che verrà? Mi gioco la birretta al Foro Italico numero 25. Per gli uomini Piroddi, Ferro e una sorpresa per il mare me la aspetto. Quale sesto? Vedremo ai categoria: Sanna, Niciarelli, Petruzzi e Pezzotti sono i miei nomi della rosa.

Per le donne Volpini imprescindibile, Lanzillotti, Meschiari e Borgnino i nomi che mi aspetto.

Vediamo quante birre mi toccherà pagare.

Categoria invernali di salvamento: ho visto un re…anzi tre!

di Mauro Romanenghi

tifo made in Millenials/Riccione2019-Mauro Romanenghi

tifo made in Millenials/Riccione2019-Mauro Romanenghi

Si ricomincia.

Solite cose: tanti atleti, tanti amici, comunicati FIN sbagliati, aperitivi, fritti misti, cose così insomma. Vi dirò tutto, ma andiamo con ordine.

Nota iniziale uno: l’articolo serio sui risultati dei campionati non è qui, ma su OAsport. Cercatelo.
Nota iniziale due: il podcast parlerà di tutti i protagonisti, anche in ambito giovanile. Lo troverete nei prossimi giorni.

La novità vera è che quest’anno c’è il Gestionale.
Non è una nuova figura lavorativa, che gestisce tutto e tutti. Non è neanche un team. Non è l’ufficio che organizza l’evento.
No, è il fantomatico programma che tutti odiano ma a cui finalmente si può dare la colpa senza che nessuno rischi brutte figure, impicci, il posto di lavoro.
Manca un atleta nella starting list? E’ il Gestionale. Le iscrizioni sono chiuse? Chiedi al Gestionale. Ho pagato troppo? Ha incamerato la tassa il Gestionale. Le uova sono troppo fritte? Sarà stato il Gestionale.
Il problema è che il Gestionale non parla, qualcuno le deve dire queste cose. E allora i vaffa se li prende l’ambasciatore del Gestionale in campo gara.

Quest’anno il Gestionale gestisce anche le multe per le assenze non date. La svolta è epocale. Ti dimentichi? Settantacinque euro così, sfilate che neanche il miglior borseggiatore sulla linea rossa della metro di Milano, a ogni gara!
Banco di prova, il Salvamento. Teste fumantissime in segreteria, e non solo lì. Immagino ai Criteria. Provate ora a dire “mah stamattina i 1500 stile libero magari non li faccio”.

Ci sono state anche delle gare. Orari umani, stavolta. Sono stato molto felice di non aver dovuto ingoiare la colazione ogni giorno.
Il merito va anche all’anticipo di mezza giornata, che ha scisso completamente la prima parte dalla seconda. La mancanza della tonnara del torpedo non si è fatta sentire, e nessun Esordiente A è stato maltrattato in questi campionati durante il riscaldamento.

Al bar con i miei amici siamo ormai un’istituzione. Contano i minuti per quando verrà aperta la bottiglia successiva, e con cosa sarà accompagnato. E’ un vero flashmob, tempo dieci minuti: c’è chi ha mancato l’appuntamento per tre volte consecutive. Aspetto ancora la genzianella. Per Roma ci conto.

FIN sugli scudi, come sempre. Lo so stavolta non dovrei parlare perché ho sbagliato pure io, ma lo faccio lo stesso. Nota dopo la prima parte, tre titoli italiani assegnati a Vivalda. Compreso il superlife Ragazzi. Che ha vinto Marchetti: ma il peggio è che Vivalda manco lo ha fatto. Meglio la seconda parte, dove si è ignorato solo il record italiano della staffetta Cadetti maschi. Vita dura per i comunicati federali.

SIC (salvamento in cifre) batte ILS due a zero. Guardo la gara del torpedo Cadette, record mondiale giovanile della Cappai. Controllo sui miei dati: c’è. Passa un minuto e mi chiedono è record? Sì, è record. Sfiducia nella ILS? Beh visto che mette ancora il record del mondo della Fabretti a 50”78, sì, c’è sfiducia. Stessa scena per il trasporto Cadette. Fa piacere quando si fa qualcosa di utile.

Arrivo in piscina credo mercoledì o giovedì. Stanno lavorando alacremente in vasca esterna da 50 con trapani ecc. Penso “va che stanno facendo manutenzione”.
Torno nel pomeriggio e ci sono tanti piccoli gommoncini bianchi.
Il giorno dopo c’è una tensostruttura montata e la piscina coperta. Vedete che in Italia se si vuole fare una cosa in tre giorni si fa. Chapeau.

Tensostruttura / Riccione 2019 Giorgiana Emili

Tensostruttura / Riccione 2019 Giorgiana Emili

Il Gestionale esige di iscrivere le staffette con i nomi già inseriti. Peccato che non ti faccia mettere il tempo, quindi devi presentarti in campo gara per darlo. Poiché credo di non avere mantenuto una formazione di quelle che avevo iscritto, ho passato molto tempo in giuria. La giudice sta avendo gli incubi ancora adesso.

Allora nel mio gruppo di amici abbiamo vari re, a seconda del titolo che ogni tanto per avventura qualche atleta riesce a vincere. L’unico che mantiene il titolo di re degli ostacoli è Fabio Tadini, la cui staffetta ostacoli femminile vince un titolo ininterrottamente dal 1917.
Ha anche provato a vincere il titolo di trasporto con un atleta: subito altri due allenatori del nostro gruppo hanno vinto un titolo. Per ribadire che di re ne basta uno, ma io ne ho visti tre in un giorno.

C’è da dire che manca la regina al nostro gruppo. Io un’idea ce l’avrei, però devo sottoporla al Senato del gruppo. Essendo io senza titolo nobiliare, non ho diritto di voto.

Scena. Sono sulle tribune a guardare trasporto. Sapete che io mi muovo agilmente nel mucchio delle tribune per seguire tutti gli atleti più interessanti. Allora mi guardo i 50 manichino Cadette. Vince la Fiori. Dopo circa venti minuti, durante i Cadetti maschi, la vedo passare per le scale in costume e piedi nudi. Quattro volte. L’ultima volta le spiego che la stanno aspettando nel sottopassaggio per l’antidoping: che sta a metà piscina, a circa venti metri da noi. Credo ci sia arrivata.

Gare Esordienti. Staffetta trasporto. La prima frazionista di una squadra della prima serie (si dice il peccato ma non il peccatore) segue la compagna per dieci metri! Quando si dice l’aiuto psicologico!!!

Mi si chiede in tribuna se quest’ultima azione è consentita dal regolamento. Non lo so. Esso dice che l’atleta deve tornare nella zona di cambio. Non dice quando. La bimba lo ha fatto.

Seguo la gara del superlifesaver Ragazze. Mi aspetto un dominio. Invece è la gara di superlifesaver più bella dei campionati. E due tempi di tutto rispetto, da podio fino alla categoria Cadette. Ovviamente, entrambe sotto il vecchio record italiano. Dibellonia e Di Fazio, se interessano i nomi.

A proposito di superlifesaver, secondo me tre ore di superlifesaver sono troppe. Lo dico contro i miei interessi e con tutto il rispetto per chi lo fa, ma forse è ora di ridurre un po’ i partecipanti. O iniziare un po’ prima quando c’è.

Prima della staffetta Ragazzi maschi trasporto, ultima gara dei campionati, tifo abnorme sugli spalti. Ho seriamente temuto per l’incolumità delle tribune e anche di chi ci stava sopra. Esame superato, le tribune torneranno anche per i Criteria. Anche i bambini, tutti salvi a casa.

Ultima gara dei campionati, invece, il percorso misto. Se ti chiami Ippolito e fai 25”8 al passaggio e un’apnea di 9”, potresti fare un bel tempo, e anche il record italiano assoluto. E far piangere la tua allenatrice. O tutte e tre le cose. Fatte.

Alla prossima, e tutti allegri bisogna stare che se no i re diventan tristi se noi piangiam.