
di Mauro Romanenghi
Eh insomma quando ho sentito Birmingham non potevo non intitolare così questo articolo.
Ridente cittadina dell’Alabama, paese che più a sud degli USA non si può, (dopo c’è il mare o la Florida, con gli alligatori di Lochte). Non la conosceva nessuno e non la conosce nessuno neanche adesso. Infatti pensano tutti che sia la città inglese, ma non è così. Se vi interessa, è pure gemellata con Pomigliano d’Arco (probabilmente anzi di sicuro non frega a nessuno anche questo).
Perché ci facciano i World Games e soprattutto perché li abbia voluti fare lei resta un mistero.
Però sono qui, e qui si fanno le gare.
Naturalmente io e il mio amico Andrea Longobardo, imperatore e re degli sport dalla causa persa (infatti ci interessiamo di salvamento) abbiamo cominciato a guardare tutti gli sport più incredibili. E subito abbiamo scoperto che il lacrosse, sport in cui praticamente i giocatori si lanciano con un retino da farfalle una pallina per fare goal, sfoggia la nazionale irochese. Che sarebbe una delle tribù dei nativi americani, quelli che per intenderci gli statunitensi hanno iniziato a sterminare per primi e poi ci hanno preso gusto e hanno continuato nel resto del mondo(c’è anche di molto peggio, non lo nego, ma di sicuro non sono gli irochesi).
Potrei tediarvi all’infinito con il numero di sport che ci sono, tra cui anche il pilotaggio droni (occhio perché già trema qualche sport olimpico, tipo tiro a segno), ma non lo farò.
No, perché dobbiamo parlare di salvamento. Anche perché mentre scrivo, e oramai è già passata qualche ora dalle gare, la federazione non sa manco da che parte girarsi. Insomma zero news.
Eh sì che di cose da dire ce ne sono.
Due primati assoluti, un oro e dieci podi conquistati in due ore. Dovremmo fare salti di gioia e invece? Invece no, o almeno non tantissimi.
Cara Susanna, anziché andare via dall’Alabama dovevamo restarci con i piedi ben saldi. Dopo le gare di ostacoli e staffetta, pinne e super io credevo – e ahimé dovevo aspettarmelo di sbagliarmi, vista la mia totale incapacità di vincere nei pronostici – di vedere almeno quattro ori in saccoccia.
Iniziamo dalle parti belle. Francesco Ippolito è ormai una certezza. Se deve vincere, vince. Può vincere con il suo record o tre secondi in più, ma vince. Può vincere a misto, trasporto, super, ostacoli (a volte), torpedo (ma sì), tiro alla fune, freccette o rubamazzo. Imprescindibile in ogni staffetta. Ogni staffetta. O quasi.
E quindi nel superlife prende il manichino, va come una scheggia, si veste in tre secondi e poi tanti saluti a tutti, aggancio perfetto e via. Il commentatore, altra nota positiva di questi World Games, lo esalta a piè sospinto e tra un po’ salta giù dalla cabina e lo va ad abbracciare. Intanto il povero Gilardi combatte con gli acciacchi e i manichini e diventa bronzo. Il massimo, per lui, con tutti i problemi della stagione. E questa è una bella gara. L’ultima della serata.

Serata che inizia così: argento della Pirovano nei 200 ostacoli, che in sé non è male, anche se Annina non si migliora ma è lì con il personale. Una volta capito che la Holt è in serata, la lascia andare e fulmina l’avversaria polacca per il bronzo.
Poi si continua con argento e bronzo per Ippolito e Nardozza. Nardozza che iscritto a 1’55” fa 1’59”…e io dico che se devi venire per fare una sola gara, quella gara la devi fare benissimo. Però non so cosa ha avuto Nardozza, quindi non lo dico. Mettiamo in saccoccia tre medaglie.
Staffette ostacoli, e l’Italia femminile sfoggia una staffetta mai vista con record sotto 1’50” che rischia l’oro vicinissima alle superfavorite polacche, e lì mi dico che ci siamo.
Invece…invece no. L’Ungheria maschile ha Szabo, 22”87 in prima frazione e se ne va. L’Italia fa il secondo record italiano assoluto di serata, ma non basta neanche così. Quindi sono cinque medaglie dopo le gare nelle reti e zero ori. Comincio a sudare freddo, che per uno positivo al COVID non è bello.
Inizia pinne…e Lucrezia perde il manichino ai 65 metri. La campionessa europea e primatista mondiale perde il manichino. Io ho rimandato il video indietro tre volte sperando di aver sbagliato. Zero medaglie a pinne, Germania prima e terza con la vittoria alla corsia otto. Non è un caso. La Holt vince ostacoli dalla sette e prende il bronzo a pinne dalla sette. Dopo cinque minuti la Germania fa pure il bis e si prende le pinne maschili, primo e terzo con Pezzotti che salva gli azzurri con l’argento, veramente insperato. Che dire quota sei e zero ori.
Eccoci al superlife. Dove Magali Rousseau ci impartisce una bella lezione. E vince l’ennesimo oro (il sesto) ai World Games, a nove anni dal primo. E sul bordo vasca se la ride con la Meschiari, bronzo e una vestizione così così mentre quella di Magali sembra la vestizione della fidanzata in ritardo che si mette il primo straccio che trova ma tanto è fighissima lo stesso. Paola Lanzilotti invece è incredula. Ma purtroppo è così, seconda per pochi centesimi, troppo tardi è partita la rimonta. Il resto l’ho già detto, ma l’amaro resta. Diciamo che al posto del limone, resta il limoncello.

A me invece resta che la piscina veramente non si può guardare, con queste voragini sulla testata che rischi la vita ogni volta che vai al tocco perché ti devi ricordare che c’è un buco. Se poi vogliamo parlare di come si fissano gli ostacoli, che cadevano col soffio del lupo cattivo…magari gli mando i nostri addetti. Di certo in una città dove le gare di pattinaggio su strada le fanno in un parcheggio che sembra il covo dei Guerrieri della notte, poco c’è da aspettarsi. Ma noi del salvamento non ci facciamo spaventare, Oggi è un altro giorno: tra l’altro, l’ultimo.
CREDIT: thestreamable.com
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