Campionato italiano di categoria di salvamento – Promossi, bocciati e rimandati

Felicità è anche un piatto di pasta ben fatto…

di Mauro Romanenghi

E insomma anche quest’anno è finito…o no? Perché non si capisce mai se il Mondiale è l’inizio della nuova stagione o la fine di quella vecchia. Ma intanto parliamo un po’ di questo campionato: che devo dire io ho visto per metà; per motivi personali infatti ho assistito solo alla parte dei più giovani (se sono personali, non ve lo dico…se no che personali sono?).

Quando sono partito ero un po’ prevenuto. Il perché è presto detto: i miei colleghi mi hanno detto che l’alloggio e il vitto non erano propriamente di grande qualità. Ora io sono come S. Tommaso: devo sbatterci contro per capire se quello che sento sia vero. Lo so, manco di fiducia e in genere faccio benissimo, dato che la mia fiducia nell’umanità nell’ultimo periodo è alquanto mal riposta: nel mondo in genere, al lavoro, nella parentela e anche in quello che tenta di superarmi in autostrada. Anche la mia tolleranza, ne consegue, si è azzerata. Devo dire, per salvarvi un po’ la faccia, che non tollero neanche me stesso, quindi siamo pari.

Insomma tiriamo un po’ le somme.
La vasca di Gorizia non è certo il massimo, bordi bassi col rialzo, i tavolini per fare super (e non saliteci sopra, che si rompono!!!), l’acqua di quel colore un po’ così…però tutto sommato ho visto di peggio. E il contorno è piacevole: prato, ombrelloni, alberi per proteggersi, gazebo pronti e posto dove mettere i propri, una tribuna abbastanza spaziosa e coperta (poco, ma alla fine è estate). Insomma, tutto come lo ricordavo e direi che la location è promossa. E allora?

Faccio intanto una premessa: non critico qui gli addetti, di ogni ordine e grado, che si sono prodigati per i ragazzi e anzi li ringrazio. Hanno fatto il possibile: più che promossi.


Ma se accogliamo mille atleti, dobbiamo metterli in condizioni diciamo normali. E qui non ci siamo, e nessuno era contento. Perché un ostello della gioventù, sebbene dignitoso, non è fatto per le nostre esigenze. E’ vero, ci adattiamo a tutto, ma adattarsi non vuol dire che tutto vada bene: anche se siamo in Slovenia, mangiare come se fossimo al refettorio della mensa aziendale (con tutto il rispetto della mensa aziendale che ringrazio di esistere) non è il massimo, con i turni da mezz’ora manco in catena di montaggio e soprattutto la scelta del cibo, che è stata zero. Non vogliamo il grand hotel, ma nemmeno il carcere. Insomma, sistemazione rimandata e alimentazione, diciamolo, pure. Immagino chi fosse vegetariano, o celiaco, o qualsiasi altra cosa. 

Rimandiamo pure il pranzo in piscina: che va bene per il camp estivo, ma non certo per chi gareggia. E sorvolerei sul prezzo: bocciato.

Un ultimo appunto, il bar: fantastico, sembrava di essere al bar in spiaggia…però…se mi dicono che hai aumentato l’acqua del 50% dal giorno prima…chi mi dice che non hai aumentato anche il resto? Non si fa così, quando arrivano dei ragazzi e dei bambini. Bar promosso, concorrenza sleale bocciata.

Al bar sono pure riuscito ad avere una discussione con una gentile (epiteto ironico) signora che mi ha strappato la sedia da sotto il sedere. Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Sarà il caldo, ma continuo a ritenere che l’umanità avrà vita breve.

E adesso le competizioni. Io ne ho viste poche come detto. Però i fatti parlano da soli. Tre soli record italiani contro i tredici di Milano che vedevano ben due record assoluti e un record del mondo. Mettici che fa caldo, tanto caldo. Mettici le condizioni disagiate, in cui devi rimanere tutto il giorno in piscina. Mettici che la vasca probabilmente non è la più veloce del mondo. Mettici che oramai siamo alla fine della stagione. Ecco la somma è presto fatta. Eppure dai qualcosa di buono si è visto. Molte gare sono state combattute, e seppure in tutte le categorie abbiamo visto qualcuno imporsi più volte, la differenza tra andare sul podio e arrivare ottavi oramai può essere di pochi centesimi: e questo dimostra come il movimento si stia alzando di livello anche nelle categorie dei più giovani come gli Esordienti A.

I Ragazzi, che avevano dato pochi segnali ad aprile, di certo hanno fatto molto molto meglio e di questo sono contento. I nomi li potete trovare sul sito, però devo dire una cosa: nella categoria Ragazzi e se devo andare dove non ho visto nulla soprattutto nelle Junior femmine spiccano i nomi degli atleti delle Rane Rosse di Emanuele Vagaggini, che hanno conquistato quasi tutti i titoli: e questo, diciamolo, un caso non può essere; diamo a Cesare quel che è di Cesare e agli atleti di Emanuele gli altri sesterzi.

Segniamoci il nome di Martina Laurenti: dal trasporto alle pinne, dalle Alpi alle Piramidi, da Gorizia a Milano, questa ce la fa sempre. Nonostante il metro e sessanta scarso, oserei dire.

Simone Locchi continua qui il suo giro del mondo in sessanta giorni. Da Bucarest a Birmingham, da Gorizia a Roma, manca solo Riccione fra un mesetto e poi gli ottantamila Km li abbiamo fatti tutti.

Masha Giordano sigla il record mondiale giovanile del torpedo e con quello delle pinne Esordienti A della Giuliani sono due primati per l’Athena Bracciano: gli unici due individuali della manifestazione. 

L’allenatore della SAFA ci fa sapere che le imprese della doppia coppia Vivalda-Mancardo finiscono con questo record italiano assoluto della 4×50 mista. Un 1’27”93 che merita di essere citato, perché unico nel suo genere. Noi ci auguriamo che si sbagli…ma se così non fosse, auguri a Davide per il suo futuro e complimenti, ragazzi!

Allora di sicuro sono regolari, però secondo me spendere 50 euro e più per delle pinne di gomma dura da salvamento (che tanto commerciali non sono, poi, anche se sicuramente più performanti) per gli Esordienti A mi sembra esagerato. Poi ognuno può scegliere quello che vuole: i soldi e le gambe dei bambini non sono miei.

Salute!

Arrivo in piscina e tutti mi rinfacciano che sono stanchi, che fa caldo, che io arrivo bello riposato e loro sono sconvolti da due giorni di caldo. Non lo metto in dubbio e allora passo all’azione al bar. Chi mi ha voluto bene mi ha seguito, e non se ne è pentito. Vista l’alimentazione carceraria, un piccolo diversivo ce lo si può permettere: alla salute!

Credit photo Mauro Romanenghi

World Games day 2 – Manichini diversi

di Mauro Romanenghi

…un filo diversi ma più sorridenti!

Intanto, una precisazione: i World Games sono i Giochi per gli sport non olimpici, così mi hanno chiesto così vi dico.
Poi parto a bomba: ieri le gare non le ho viste, le ho viste oggi in replica.
Non perché non volessi, proprio non le facevano. C’era il canale, c’era la programmazione, ma hanno deciso di trasmettere su due canali il Lacrosse. Che sostanzialmente vedeva la semifinale degli USA. Quindi niente salvamento, che quindi risulta ufficialmente tra gli sport sfigati, come dice il mio amico, il più sfigato.
E noi combattiamo aspramente perché lo sia, e ora ve ne do la prova. Dopo la non proprio bella figura del mondiale australiano in cui il CIO penso si sia annoiato a morte a vedere l’Ocean ad eliminazione durato ore in cui già si sapeva chi vincesse, ne abbiamo vista un’altra.
Partiamo dall’assunto che avevo notato e mi hanno confermato, che i manichini sono diversi da quelli normalmente utilizzati. Ora io sono l’ultimo degli scrivani, neanche degno di fare da zerbino a Gianni Brera, però mi chiedo:
– se si sapeva che i manichini erano diversi, perché non fornirli a tutti per provare? Pare che solo la Germania abbia potuto procurarseli. 
– dato che non tutti hanno potuto provarli, perché non utilizzare quelli che usano tutti portandoli in aereo: otto atleti gara significa portare sedici-venti manichini, non credo che serva un cargo militare.

Concludo la mia disamina dicendo che non ho mai visto uno sport dove cambiano gli attrezzi che si usano. Il martello del lancio del martello è uguale nel mondo, il disco è lo stesso, se vuoi usare il giavellotto è lo stesso. Nel nuoto non puoi usare il costume che vuoi tu, deve essere uguale nel mondo. Dopodiché se sono omologati, tutti devono avere le stesse cose per provarle, e avere modo di procurarsele. Quindi delle due l’una: o non si è capaci di averle, e allora è colpa tua. O non si possono avere, e allora è colpa di chi organizza. E con questo chiudo, perché di più non so e quindi non posso commentare.
Secondo me, con un’organizzazione così, le Olimpiadi te le scordi per altri cento anni. Ma io sono un umile scriba.

Detto ciò, torniamo allo sport: nessuna scusa per una chiara evidenza. La Germania vince nove ori, l’Ungheria tre (su sei gare disputate, con un argento) e l’Italia due. Come definire la spedizione? Se vogliamo vedere le diciassette medaglie, e il primo posto a punti (non ufficiale), bene. Ma non benissimo, ecco tutto. 

Nelle mie dissertazioni mi hanno anche detto che sono tifoso della Germania (io, proprio io, che al secondo goal di Del Piero nel 2006 ho urlato i peggiori insulti possibili). Ma come non ricordare la Holt agli Europei  Juniores del 2019? Eccola oggi a vincere ostacoli e trasporto, e due staffette, una con un record del mondo di 1’35”82 che demolisce il precedente della 4×50 mista (anche perché fare 25”57 nei primi 50 aiuta).

L’Italia c’è, è ovvio.
C’è con Volpini che domina il torpedo, con la doppietta insieme alla Lanzilotti.
C’è Ippolito, che se non fosse per la Holt sarebbe il protagonista di questi campionati: sei gare, sei medaglie. Un oro e cinque argenti. Oggi secondo a manichino e secondo nelle due staffette. Una certezza che dobbiamo recuperare in altri ragazzi che lo seguano su questa strada.
C’è Helene Giovanelli, che fa il massimo possibile: argento nel trasporto, un trasporto che vedremo cambiare tantissimo nei prossimi anni.
E ci sono le staffette. Staffette che a parte la manichino femmine a cui non so cosa sia successo perché 1’26” non ci voglio credere che sia il suo valore, sono comunque andate sempre a lottare per la vittoria con quattro record italiani battuti su sei.

Quello che un po’ manca obiettivamente sono le pinne maschili, dove non abbiamo certo brillato tolto l’argento di Fabio: ma occorre una maggiore…densità al vertice, come direbbe il mio mentore Luca Sacchi. 

Tutto ciò nell’assordante silenzio della FIN, che non ha messo uno straccio di notizia, almeno ad ora che pubblico questo nostro post. Zero, nemmeno una. Quindi non ridiamo ma neanche piangiamo: perché come diceva Jannacci, “diventan tristi se noi piangiam”.

World Games day 1 – Oh Susanna non piangere perché…

Alabama arriviamo!!!

di Mauro Romanenghi

Eh insomma quando ho sentito Birmingham non potevo non intitolare così questo articolo.
Ridente cittadina dell’Alabama, paese che più a sud degli USA non si può, (dopo c’è il mare o la Florida, con gli alligatori di Lochte). Non la conosceva nessuno e non la conosce nessuno neanche adesso. Infatti pensano tutti che sia la città inglese, ma non è così. Se vi interessa, è pure gemellata con Pomigliano d’Arco (probabilmente anzi di sicuro non frega a nessuno anche questo).
Perché ci facciano i World Games e soprattutto perché li abbia voluti fare lei resta un mistero.
Però sono qui, e qui si fanno le gare. 
Naturalmente io e il mio amico Andrea Longobardo, imperatore e re degli sport dalla causa persa (infatti ci interessiamo di salvamento) abbiamo cominciato a guardare tutti gli sport più incredibili. E subito abbiamo scoperto che il lacrosse, sport in cui praticamente i giocatori si lanciano con un retino da farfalle una pallina per fare goal, sfoggia la nazionale irochese. Che sarebbe una delle tribù dei nativi americani, quelli che per intenderci gli statunitensi hanno iniziato a sterminare per primi e poi ci hanno preso gusto e hanno continuato nel resto del mondo(c’è anche di molto peggio, non lo nego, ma di sicuro non sono gli irochesi).
Potrei tediarvi all’infinito con il numero di sport che ci sono, tra cui anche il pilotaggio droni (occhio perché già trema qualche sport olimpico, tipo tiro a segno), ma non lo farò.

No, perché dobbiamo parlare di salvamento. Anche perché mentre scrivo, e oramai è già passata qualche ora dalle gare, la federazione non sa manco da che parte girarsi. Insomma zero news.
Eh sì che di cose da dire ce ne sono.
Due primati assoluti, un oro e dieci podi conquistati in due ore. Dovremmo fare salti di gioia e invece? Invece no, o almeno non tantissimi.
Cara Susanna, anziché andare via dall’Alabama dovevamo restarci con i piedi ben saldi. Dopo le gare di ostacoli e staffetta, pinne e super io credevo – e ahimé dovevo aspettarmelo di sbagliarmi,  vista la mia totale incapacità di vincere nei pronostici – di vedere almeno quattro ori in saccoccia. 

Iniziamo dalle parti belle. Francesco Ippolito è ormai una certezza.  Se deve vincere, vince. Può vincere con il suo record o tre secondi in più, ma vince. Può vincere a misto, trasporto, super, ostacoli (a volte), torpedo (ma sì), tiro alla fune, freccette o rubamazzo. Imprescindibile in ogni staffetta. Ogni staffetta. O quasi.
E quindi nel superlife prende il manichino, va come una scheggia, si veste in tre secondi e poi tanti saluti a tutti, aggancio perfetto e via. Il commentatore, altra nota positiva di questi World Games, lo esalta a piè sospinto e tra un po’ salta giù dalla cabina e lo va ad abbracciare. Intanto il povero Gilardi combatte con gli acciacchi e i manichini e diventa bronzo. Il massimo, per lui, con tutti i problemi della stagione. E questa è una bella gara. L’ultima della serata.

Provato ma felice, comunque una certezza: tre gare, tre medaglie, un oro

Serata che inizia così: argento della Pirovano nei 200 ostacoli, che in sé non è male, anche se Annina non si migliora ma è lì con il personale. Una volta capito che la Holt è in serata, la lascia andare e fulmina l’avversaria polacca per il bronzo.

Poi si continua con argento e bronzo per Ippolito e Nardozza. Nardozza che iscritto a 1’55” fa 1’59”…e io dico che se devi venire per fare una sola gara, quella gara la devi fare benissimo. Però non so cosa ha avuto Nardozza, quindi non lo dico. Mettiamo in saccoccia tre medaglie.

Staffette ostacoli, e l’Italia femminile sfoggia una staffetta mai vista con record sotto 1’50” che rischia l’oro vicinissima alle superfavorite polacche, e lì mi dico che ci siamo. 
Invece…invece no. L’Ungheria maschile ha Szabo, 22”87 in prima frazione e se ne va. L’Italia fa il secondo record italiano assoluto di serata, ma non basta neanche così. Quindi sono cinque medaglie dopo le gare nelle reti e zero ori. Comincio a sudare freddo, che per uno positivo al COVID non è bello.

Inizia pinne…e Lucrezia perde il manichino ai 65 metri. La campionessa europea e primatista mondiale perde il manichino. Io ho rimandato il video indietro tre volte sperando di aver sbagliato. Zero medaglie a pinne, Germania prima e terza con la vittoria alla corsia otto. Non è un caso. La Holt vince ostacoli dalla sette e prende il bronzo a pinne dalla sette. Dopo cinque minuti la Germania fa pure il bis e si prende le pinne maschili, primo e terzo con Pezzotti che salva gli azzurri con l’argento, veramente insperato. Che dire quota sei e zero ori. 

Eccoci al superlife. Dove Magali Rousseau ci impartisce una bella lezione. E vince l’ennesimo oro (il sesto) ai World Games, a nove anni dal primo. E sul bordo vasca se la ride con la Meschiari, bronzo e una vestizione così così mentre quella di Magali sembra la vestizione della fidanzata in ritardo che si mette il primo straccio che trova ma tanto è fighissima lo stesso. Paola Lanzilotti invece è incredula. Ma purtroppo è così, seconda per pochi centesimi, troppo tardi è partita la rimonta. Il resto l’ho già detto, ma l’amaro resta. Diciamo che al posto del limone, resta il limoncello. 

Chissà cosa si sono dette…

A me invece resta che la piscina veramente non si può guardare, con queste voragini sulla testata che rischi la vita ogni volta che vai al tocco perché ti devi ricordare che c’è un buco. Se poi vogliamo parlare di come si fissano gli ostacoli, che cadevano col soffio del lupo cattivo…magari gli mando i nostri addetti. Di certo in una città dove le gare di pattinaggio su strada le fanno in un parcheggio che sembra il covo dei Guerrieri della notte, poco c’è da aspettarsi. Ma noi del salvamento non ci facciamo spaventare, Oggi è un altro giorno: tra l’altro, l’ultimo. 

CREDIT: thestreamable.com

Campionati assoluti di salvamento 2022: Assolutamente perfetti

SL15
Quanto hai ragione, Fabio!!!

di Mauro Romanenghi

Vi chiedo scusa per il ritardo con cui scrivo ma c’è tanto da fare e poco tempo per farlo. Come dice la frase di Fabio, che ha tanto ragione.

Quest’anno sono tornato agli Assoluti. 
Avevo deciso di non andarci, ma alla fine ci sono stato per vari motivi. 
E’ sempre bello vedere le gare dal vivo, poi avevo due bambini da accompagnare per il GP, alla fine mi sentivo un po’ lo zio. Avevo pure una atleta senior, che quindi ha fatto da zia pure lei (la zia giovane, quelle che ti comprano la borsetta di Hello Kitty).
Poi rivedi sempre con piacere gli amici, gli altri allenatori, i gelatai (ma quest’anno ho fatto il bravo, neanche un gelato e poi faceva freddo), il fritto misto e la piadina.
Insomma mille motivi per venire, pochi per restare. Allora sono partito e naturalmente mi sono fatto ore di coda per incidente, lavori, pioggia intensa. Neanche i follower del Giro sono così sfigati.
Devo dire ho visto anche gare molto belle, alcune di altissimo livello, a partire da…subito.

Giulia Vetrano ritocca il suo primato europeo, aprendo subito il gas delle competizioni. Dalle Olimpiadi agli Assoluti di salvamento, noi vogliamo che Giulia ci continui a stupire, facci un 200 stile in 1’55” Giulia!

Sono partito carichissimo di aspettative per i risultati che avrei visto. Mi sarei aspettato tanti record, ma mi sono dimenticato che si fanno diciotto gare in tre giorni. Batterie, finali staffette, lanci della corda, mista, mista mixed…di tutto di più. Difficile fare tanti record. Ma a Helene Giovanelli questo non interessa e ci delizia ogni volta con un primato. Dal posto assegnato oramai a vita alla sua squadra, la famiglia Rigatti esulta. Oramai quel terrazzino di Riccione è tutto a macchie bianche, verdi e blu, i colori di Amici Nuoto Riva.

La cosa incredibile di questi campionati è che fino a poche ore prima, nella prima pagina della FIN, non ve ne era traccia. E non ve n’è traccia se non in qualche nota a margine. C’è stato pure un record mondiale, realizzato da una staffetta che sembra composta dai fratelli Dalton (vanno da un altezza di 190 cm fino a 150…se non ci credete, ho la foto sotto). Ma la FIN ha continuato imperterrita a trascurare l’evento. Certo c’è il bel bannerino in prima pagina. Ma uno straccio di immagine? In Lombardia siamo riusciti a fare lo streaming del Campionato regionale Esordienti B. Direi voto zero all’iniziativa FIN, e un po’ braccino corto che neanche la profonda Brianza. Diventeremo i più ricchi del cimitero, come diceva Mondonico.

Se non sono i fratelli Dalton questi!

Pure alcune sorprese…come la vittoria di Pirola nel super. Il suo primo titolo Assoluto, con una gara coraggiosa, all’attacco nella parte iniziale e a resistere al ritorno di Ippolito: che si ricorda ancora come si fa super ma non basta per vincere, stavolta.

Contava tanto qua fare i tempi per essere convocati. Ci riescono Ippolito, Fabretti e Lanzilotti tra i Senior, ci riesce la Dibellonia nei giovani e ci riesce Locchi Simone da Roma (perché nonostante quello che dice la FIN non è lombardo, ma se vuole lo adottiamo). Tattica tutta personale la sua: a tuono il mattino, tempo conseguito e poi in finale vada come vada…anche perché farsi tre finali e tutte le staffette non è proprio di tutto riposo.

Il babbo di Simone, Mauro, è tutto felice. “Finalmente, ora, sono il padre di Simone Locchi e non c’è più Simone il figlio di Mauro Locchi”. E così, sempre, deve essere. Anche se non si è primatisti del mondo.

La SAFA batte uno dei record di staffetta più vecchi, nella mista uomini, in una gara tra le più combattute del campionato. E lo fa con due coppie di fratelli: una coppia per le pinne, una senza. Una congiunzione astrale difficilmente ripetibile dice il loro allenatore. Ed ha ragione.

E allora se parliamo della sorpresa Pirola dobbiamo parlare della sorpresa Saponaro nel torpedo. Aqua13 fa il suo debutto agli Assoluti ed è un debutto sfolgorante. 

Naturalmente il sabato lo dedico a un po’ di public relations. Ci ritroviamo al solito posto che non menzionerò per par condicio dei locali di Riccione, a spettegolare. Non c’è un ordine del giorno. Si parla di tutto, e si offre per la nascita di giovani eredi. Arriva anche il re, che ha vinto il suo titolo assoluto. Per l’ennesima volta, riesce a non pagare. Per chi non sapesse chi è il re e come fa a non offrire mai, dovrà rileggere tutti gli articoli e trovarli nel web. Impresa non facile, d’accordo, ma non è neanche giusto farvi troppi favoritismi. Impegnatevi.

Dovrei parlare anche di scudetto e di prove sulla spiaggia. Ma come faccio? Manco una ne ho vista di gara. Certo con un po’ di streaming…magari…ma non vi preoccupate: abbiamo i podcast, con ospiti illustri, che ci faranno sentire come se li avessimo vissuti veramente.

Italiani invernali di salvamento – Campionati imbruttiti

Medaglie dei categoria: bene ma non benissimo

di Mauro Romanenghi

Non vi inganni il titolo, i Campionati sono sempre belli. Ma quando mi hanno detto mesi fa che spostavano il campionato a Milano, non essendoci le condizioni per farlo a Riccione a febbraio, i miei bambini si sono disperati: “Ma non andiamo via, allora!!!” 
No, bambini, non siamo andati via…siamo rimasti nella fantastica sede di via Mecenate, a Milano, dove i semi dei tigli ti si attaccano sotto le scarpe, dove seicento persone le fanno entrare quindici minuti prima dell’inizio del riscaldamento, dove ci sono tre bagni in croce nelle tribune e due nello spogliatoio (che non si può usare se non per cambiarsi il costume). Nonostante tutto ce l’abbiamo fatta, e li abbiamo portati a casa. 
Però non dobbiamo sempre criticare tutto e tutti. La vasca di Milano ha il suo perché, e i tempi ottenuti lo dimostrano. E poi i campionati di categoria li avevamo già fatti qui, nel 2013, sono andato a controllare nei miei archivi perché si sa che invecchio e la memoria mi inganna.
Come mi hanno detto alcuni genitori, però,la piadina di Riccione è un’altra cosa. Non solo la piadina. Di certo l’impianto dell’Emilia Romagna (che poi è Romagna ma dico così per fare arrabbiare il mio amico di Parma) ricettivamente è un mondo a parte, per non paròare degli alberghi…e del cibo (non solo le piadine). Gareggiare a Milano sotto Pasqua non è il massimo, come prezzi, come logistica…e soprattutto a Pasqua. 
Ma soprattutto non capisco perché in tempi di COVID, bisogna fare entrare le persone (seicento, non venti), un quarto d’ora prima delle gare. Ma perché? Ho chiesto e mi hanno riferito che anche a Riccione è così. Al che ho chiesto di nuovo se sono mai stati a Riccione. Nessuna risposta. Meglio lasciar perdere.

Comunque le gare alla fine le hanno dignitosamente portate a termine, anche grazie ai baldi assistenti che lanciavano i manichini fuori dalla vasca con forza erculea. Certo c’era un po’ di gente, soprattutto il primo giorno con i più piccoli. Forse troppa gente. Ma ci siamo stati. 
Il primo giorno, in cui le gare sono finite alle ore 21,15. Potevamo iniziare un po’ prima? Sì, c’era la fila fuori, quindi tutti erano già presenti. E non mi dite che alla fine la cena l’abbiamo fatta tutti. Questi orari, nel 2022, vanno evitati. 
Le prestazioni? Ecco, devo dire che i più piccoli hanno mostrato tutte le lacune di due anni in cui la preparazione è stata così così. Infatti i record Esordienti e Ragazzi sono arrivati quasi tutti nelle nuove specialità degli ostacoli, con l’allungamento delle distanze. Devo dire che arrivare a 2’03” negli ostacoli per i maschi Ragazzi non è uno scherzo, così come il 2’18” per le Ragazze. Tempi che erano record Junior fino a non molto tempo fa. Quindi non mi strapperei i capelli per le gare non certo entusiasmanti dal punto di vista cronometrico viste ad esempio nelle gare a pinne o torpedo. Sono Ragazzi (e Ragazze)…si faranno.

Per quanto mi riguarda, ho approfittato di queste gare milanesi per ripristinare il momento aperitivo. Apprezzatissimo, come potete vedere. Certo niente a che vedere con passate edizioni, ma l’importante è riprendere le buone abitudini. 
Inoltre ho preso una stanza a Milano (beh, direte voi, molti lo hanno fatto). Sì, ma se abiti a venti minuti dalla piscina…magari no. Ma questo mi ha consentito di mantenere delle public relations e soprattutto scoprire un paio di locali milanesi non male. Io che non amo il sushi, devo dire che mi sono ricreduto. Per info, contattarmi in privato.

Ti abbiamo visto!!!

Passerei anche alle gare. In piscina, sabato, è volato un jet direttamente a pelo d’acqua. Se non ho sentito aerei nella mia stanza a Peschiera, che sta a due passi dalla pista di Linate, direi che in vasca si è vista una freccia Tricolore. Lucrezia Fabretti da Roma, superati i dolori e i problemi di una spalla che un anno fa era messa veramente malissimo, ha sparato il suo consueto ritorno. Come faccia a mantenere quella frequenza per me è un mistero, ma lo fa e quindi 49”30 è la diretta conseguenza. Ma vi dico, secondo me farà anche meno. Come farà meno anche nella gara di superlife, una specialità che stava coltivando come le rose sul balcone: con grande amore se le innaffi bene e non le lasci seccare, come purtroppo faccio io che odio curare i fiori (con disappunto di mia moglie, quando si assenta per qualche giorno). Di sicuro non la lascerà seccare Lucrezia: ma vedremo in futuro se la mia previsione si avvererà. 

Prosegue invece l’ascesa della trentina Giovanelli. Siamo scesi nel trasporto sotto i 34 secondi. E arriva il successo anche nel misto. Tra un mese, agli Assoluti, vedremo che succederà. Con una nazionale già fatta per i World Games, i giochi per i Mondiali sono tutti aperti e saranno scintille: qui Helene ha aperto il gas. Mi ricordano dalla regia che ha già fatto meglio, a Treviso, ma che il record non è stato omologato. Noi ci segniamo il tempo di Treviso lo stesso.

A parte il gas delle bollicine del mio aperitivo di domenica, lo hanno aperto tutte le altre Senior. Lanzilotti già sotto la barriera dei 2’20” nel superlife, e il solito torpedo della Volpini. Solo i maschietti hanno le cartucce a salve, ma manca ancora un mese. Un mese caldo, maggio.

Le scintille le hanno fatte pure Simone Locchi e Davide Cremonini, autori di grandi prestazioni e vincitori di tutte le gare Junior, con tre record mondiali giovanili in totale. Cremonini stupisce veramente nel torpedo, dove si issa al terzo posto di sempre in Italia battendo non soltanto il record italiano Junior ma anche quello Cadetti di più di un secondo. Dopo l’applauso a Lucrezia, il più lungo è stato quello per il suo torpedo. 

La IN Sport stabilisce anche il record mondiale della staffetta ostacoli Junior. Era già successo a Noale di stabilire il mondiale giovanile con la squadra di club. E questo la dice lunga sulla forza del movimento giovanile italiano. 

A proposito di manichini e forza erculea (vedi sopra), io li controllerei ogni tanto: nella gara di trasporto non c’era verso di farli stare dritti, sabato pomeriggio. 

Unico appunto tecnico, se posso permettermelo, sono le pinne maschili. Nessuno sotto i 46”, e qui cade però l’unico record Cadetti: lo fa Vivalda, in 46”06. Se non sono preoccupato dal fatto che nessuna categoria Ragazze si avvicini al minuto, lo sono di più dal non avere nessuno che faccia 45 secondi a pinne. Niente che un onesto aperitivo e un buon sushi milanese non possa lenire, ovviamente. Ma anche una pizzetta sarebbe bastata. 

Lisa Angiolini, argento agli Assoluti nei 200 rana, convocata agli Europei nel 2021 nei 100 rana, si presenta in tre gare: ostacoli, super e misto. E senza neanche sfigurare, anzi medaglia sfiorata nei 200 ostacoli per pochi centesimi. 

Piccola critica ai report FIN. E’ possibile che ogni giorno contengano almeno un errore? Ma c’è scritto nel contratto? La mia maestra, alle elementari, mi ha insegnato due cose. La prima, che si rilegge sempre prima di consegnare. La seconda, che la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi. Altrimenti scriviamo sempre che è morto Mino Raiola.

Avrà tanto da vedere, agli Assoluti, il buon Gianni Anselmetti. Se Locchi e Cremonini potrebbero essere in predicato per una Assoluta (ma forse anche no), nelle giovani atlete direi che il passo per la nazionale maggiore è prematuro. Ed è giusto così. Ma il livello generale è abbastanza alto, a dispetto dei pochi record stabiliti: anzi, più che pochi, nessuno. Ci sono però tanti nomi e io non mi sento di farne qualcuno in particolare. Di certo, anche qui, a Riccione sarà una bella battaglia. Sportiva, si intende…delle altre ne abbiamo già abbastanza.

Assoluti invernali di salvamento – World Games a inseguimento!

Mettiamoci anche le gare sprint!!!

di Mauro Romanenghi

Quando ero giovane, c’era una battuta che girava spesso. Si chiedeva a chi era solito complicarsi la vita se per caso lavorava per l’UCAS, che non significava lavorare per George Lucas nella saga di Guerre Stellari ma per l’Ufficio Complicazioni Affari Semplici. 
Gli italiani infatti sono in grado benissimo di rendere complesse alcune facili questioni grazie a tutta una serie di leggi, leggine, regoline, commi ter e quater che sono benissimo riassunti in un bel film, “Le dodici fatiche di Asterix”, che vi consiglio caldamente di vedere.
Probabilmente i dirigenti della ILS, la federazione internazionale del salvamento, devono essere i discendenti dei latini inventori di questa burocrazia e quindi dell’UCAS, perché hanno creato questa incredibile selezione per i World Games che si basa sui ranking delle staffette presenti alla manifestazione. 
E così è un anno che la nazionale sfrutta ogni manifestazione possibile per schierare due-tre staffette per fare i tempi. 
Perché attenzione, chi fa queste staffette e le fa qualificare con il miglior tempo (e quindi porta la nazione ai World Games) poi le staffette le deve fare anche ai World Games suddetti. 
Ma non è finita qui! Questi atleti qualificati poi devono farsi anche le cinque gare individuali che ci sono a questi Giochi (non tutte, ovviamente), misto escluso perché, non si sa come, questa gara non si fa.
Tutto qua? Ma va là, non penserete che all’UCAS lavorino gratis. Devono pur guadagnarsi la pagnotta, e allora l’hanno pensata bella. Con questo metodo di qualifica delle staffette potrebbe darsi che qualche atleta di qualche nazione che non ha delle staffette molto forti ma a livello individuale invece  primeggia, potrebbe rimanere escluso. E allora che si fa? Si invita a livello personale (tipo ospite speciale del ballo delle debuttanti) uno o più atleti che sono primi nel ranking di quella specialità. Ma attenzione, questo vale per tutti, sia che una nazione si sia qualificata con il sistema delle staffette oppure no. Tutto chiaro? Direi di no, che dite?


Dopo avervi fatto venire il mal di testa, potrei affermare con una certa sicumera che l’Italia, con le sue prestazioni in questa annata 2021 (questi Assoluti invernali svoltisi a Milano sono l’ultima chance di qualifica) ha conquistato l’accesso ai World Games. Con quali atleti? Bella domanda. Presto lo sapremo, ma le prestazioni ottenute in questa manifestazione mi fanno pensare che le chances migliori ce le hanno coloro che hanno disputato le staffette qui.
Quindi le neoprimatiste italiane della mista i 1’38”99 saranno qualificate? Beh ragazzi parliamo di Giovanelli (primatista italiana di trasporto), Fabretti (che non serve certo presentare o vi devo ricordare il suo 49”33 a pinne?), Meschiari di ritorno dalla sua maternità e vincente a superlife in questi campionati e Volpini primatista mondiale di torpedo. Insomma già solo queste, basterebbero. Pochi cambi nelle altre due staffette dove è stata schierata Francesca Pasquino con Cristina Leanza. Calcolando che la primatista mondiale del superlife Lanzilotti e quella del misto Cristetti non sono state schierate, che Giulia Vetrano ha fatto il record europeo degli ostacoli agli ultimi Assoluti, indovinate un po’ chi potrebbe essere invitato ai World Games al ballo di fine estate di Birmingham (che non sta in Inghilterra ma nei campi di cotone dell’Alabama, credo)?
Sui maschi, forse qui qualche dubbio si potrebbe avere al di fuori delle staffette. Intanto il primato italiano di Ferro, Locchi Ippolito e Marchese negli ostacoli in 1’37”42 pone le prime basi. Poi abbiamo una staffetta manichino da 1’05”73 co Pezzotti al posto di Marchese che proprio schifo non fa, e una mista che arriva a 3 decimi dal primato nazionale con Marchese, Pezzotti, Locchi e Ippolito. Eccoli lì i sei nomi. 

Mi direte che ci sono state anche le gare. Vi dirò che le ho viste ben poco. 
Intanto comincio a dichiarare la mia crescente avversione per le prove speciali, che mi hanno spiegato a cosa servono ma che sinceramente non trovo molto attraenti – parere ovviamente personale e non cedibile – poi vi dico che sono andato al primo segmento mattutino e ho fatto in tempo a vedere l’infortunio dell’atleta che alleno con il torpedo (si sa, il torpedo è foriero di qualche problema). Quindi so degli ostacoli che ha vinto la Vetrano (ma guarda un po’), e dei successi di Volpini a torpedo e pinne. Purtroppo mi sono perso il duello Meschiari-Lanzilotti nel superlife, dove Silvia ha staccato il suo personale in 2’21”14! A lei ho giusto fatto ciao ciao con la manina, e così a tanti altri a cui mi dispiace non aver potuto dare la giusta considerazione, e farmi una birra assieme: ringrazio perciò il noto re degli ostacoli Fabio Tadini per l’invito giuntomi alle 21,45 del sabato ma proprio non ce l’ho fatta. E mi sono perso Nina Holt, che pronosticavamo diventare grande due anni fa e che sta mantenendo le promesse: 33”44 nel trasporto. Lo so, è tedesca e non ha vinto il titolo, ma che ci posso fare se mi piace vedere andare forte?
Nei maschi Ippolito vince torpedo, trasporto e misto, Pezzotti le pinne e udite udite si rivede il buon Gilardi nel superlife: un onesto 2’06” per lui. Nelle staffette non c’è. Basterà? Ci saranno altre occasioni o la casta dell’UCAS dichiarerà chiusa la tenzone per la qualificazione?

Europei di salvamento 2021 – Le ragazze Oceaniche!!!

Cornelia Rigatti, prestazione Oceanica!!! (credit photo: Rachel Guerard)

Alla fine chi la dura la vince, e il Campionato Europeo è stato portato a compimento!
Gli spagnoli hanno dovuto fare certo i conti con diverse rinunce, prime fra tutti quelle degli inglesi e irlandesi, che hanno certamente abbassato la qualità di questo campionato soprattutto nelle Oceaniche. Nonostante tutto le nazioni sono state quattordici, anche se molte non schieravano atleti in tutte le gare. Infatti è capitato che tutti gli atleti iscritti prendevano punti. Rispetto a Riccione entra solo la Grecia, ma comunque da venti squadre si scende di un bel numero: quindi niente crescita, ma ce lo si poteva aspettare. 
Tuttavia quello che non capisco è perché non venire a gareggiare: ad esempio visto che in Gran Bretagna si giocano partite con migliaia di persone nello stadio, e si ha paura di venire in spiaggia a Castellon de Plana praticamente senza pubblico. Sono scelte, naturalmente: non so se sanitarie o economiche, ma scelte. Tante sono le decisioni strane in questo periodo, devo dire la verità, ma qua si parla di salvamento e allora…vamos!

La vittoria arride alla Francia in campo assoluto, e alla Spagna, bravissima, in campo Youth. 
Il podio assoluto di Riccione si ripete con Francia, Italia e Germania, ma l’Italia vede più azzurro di quello che dice la classifica, grazie a due ragazze…Oceaniche e a qualche altra sorpresa sabbiosa.
Zero primati in campo Assoluto, cosa molto strana ma devo dire che ce lo si poteva aspettare in una gara dove le pause sono molto limitate, le gare concentrate e soprattutto oramai i livelli raggiunti sono elevatissimi. Non è facile inoltre riadattarsi a questi ritmi gara con così tante specialità, tante giornate e pochi atleti, quindi pause ridottissime: vorrei vedere voi fare un record del mondo se devi fare otto gare in tre giorni con staffette, gare individuali, batterie e finali. Questo è purtroppo l’annoso  e irrisolvibile dilemma del salvamento, per cui la gara a squadre va a inficiare sulle prestazioni individuali. Dilemma di facile soluzione in realtà, se si potessero iscrivere i migliori due atleti per ogni gara come si fa nel nuoto: ma la sordità della Federazione internazionale su questo argomento continua, e ciò è causa di problemi come sappiamo per la crescita a livello olimpico.

Altra questione è vedere o meglio seguire le gare e ottenere i risultati. Mettiamola così: pulire la stalle di Augia per Ercole non era uno scherzo, ma se ci fosse stata mia suocera  lo avrebbe pure sgridato per la sua lentezza. Vorrei che mia suocera fosse stata presente nel comitato organizzatore per redarguire la bassa efficienza delle prestazioni su due versanti.
Primo: lo streaming c’è stato, dobbiamo dirlo, ma le gare vanno anche seguite con una certa professionalità. Due commentatori la cui massima capacità di descrivere la gara è: primo l’italiano, secondo il francese e terzo il tedesco va bene per raccontare le  barzellette di quando ero piccolo ma non per un campionato Europeo. L’assenza di un cronometro sullo schermo, le inquadrature che non fanno vedere tutte le corsie, le persone che passano davanti alla telecamera (mancava solo il saluto alla mamma come si faceva a Novantesimo minuto negli anni 90) sono indice di bassa considerazione, secondo me. Ma soprattutto se vedi il tabellone dei tempi, almeno dare le prestazioni e i nomi dei vincitori non sarebbe male. Invece abbiamo conosciuto benissimo tutti gli elementi della squadra spagnola, descritti perfettamente dai due speakers che seguivano ogni passo dei loro beniamini.
Speravo inoltre di vedere qualche gara registrata, ma sono state messe col contagocce, sempre in ritardo e non tutte le giornate. Insomma, nel 2021 ancora trattiamo questo sport con poco rispetto.
Lo sforzo poteva essere buono per le gare oceaniche, ma anche qua non ci siamo. Spesso al traguardo neanche i due commentatori capivano chi arrivasse (chissà dove erano, forse al bar dello stabilimento balneare?) e il traguardo era inquadrato come se il regista stesse vagando per la spiaggia in cerca di ragazze in bikini.
Secondo: i risultati? Il tempo reale, una mera utopia illusione d’amor.
Se va bene, al massimo a sessione finita in piscina. Per la parte marina invece tranquilli, alla sera ci stava tutto. Classifiche per nazioni? Non scherziamo, non vorrete sapere tutto. Insomma per gli amici della playa di Gurugù sembra proprio un nome da barzelletta come l’informativa di questo campionato. E per fortuna che avevo chiesto un accredito per seguire le gare.

Prima di parlare dei big, due parole sui giovani. Abbiamo imparato a conoscere la nobile spagnola che ha vinto quattro gare in piscina realizzando due record Youth: il mondiale del torpedo in 58”99 e l’europeo del superlife in 2’23”28, demolendo il recente record di Gioia Mazzi. Un nome che neanche la corte spagnola di Madrid si può permettere, neanche Zorro poteva fare meglio: Maria Rodriguez Rodriguez de la Sierra. Olé!
La promettente spagnola ha tutte le carte in regola per competere già ora con le Senior, e ancora un anno di categoria davanti. Più di cento punti, contando anche le sue gare oceaniche, la Spagna li deve a lei sui 999 della vittoria.

Riguardo ai nostri azzurrini, i sette ori di Simone Locchi non erano dico certi ma preventivati. Il ragazzo ha il fisico e le capacità, nuota bene e quindi ha tutto per diventare un ottimo salvamentista nelle gare senza pinne, seppur non sfigurando anche nella gare di specialità dove però lo sappiamo occorre un lavoro specifico a una certa età. 
Negli Youth altri due ori arrivano dal duo del Nichelino Vetrano e Dibellonia, vincitrici di ostacoli e misto. La squadra piemontese, di cui costituisco un personale fan club (nel senso che sono socio fondatore, membro unico e sostenitore non economicamente partecipante viste le mie sacrse se non nulle disponibilità economiche), non finisce mai di stupire e sono veramente contento per loro e soprattutto per Giulia, la cui stagione è una specie di sogno ma neanche poi tanto, visti risultati. Di sicuro sembrerà strano passare dai Giochi Olimpici al Campionato Europeo giovanile di nuoto e di salvamento Youth. Ma d’altra parte, chi se ne frega: prendiamoci quello che viene, cara Giulia.
Non possiamo non citare gli ultimi due record mondiali Youth: la 4×50 ostacoli maschile e la 4×50 lifesaver mixed sono saldamente nelle mani della nazionale italiana giovanile guidata dal buon Gianni Anselmetti.

Passiamo al discorso sugli Assoluti. Dicevo che il livello raggiunto è veramente elevato, anche se lo vediamo per ora solo per quanto riguarda i podi: c’è purtroppo un enorme divario tra gli atleti di vertice e gli altri, e questo secondo me continua a essere un altro indice del basso potenziale di questo sport per potersi promuovere al di fuori della stretta cerchia di conoscitori. Solo per fare due esempi un podio femminile in 34 secondi nei 50 trasporto non è cosa comune, né avere due atlete sotto 1’10” nel misto. Sempre ricordando che nonostante l’aumento di un giorno della durata delle gare in piscina, i ritmi sono veramente serrati e i partecipanti devono praticamente fare molte discipline. 

Anche per questo, i tempi di Francesco Ippolito, il nostro superman con 11 medaglie conquistate 8 delle quali in vasca (uno per ogni gara disputata) non sono diprezzabili.
Al goriziano dominatore di misto con 58″51 e trasporto con 28″67 sfuggono a livello individuale gli ostacoli e il super, conquistato a sorpresa da un Niciarelli che oramai da diverso tempo inserisce questa specialità fra le sue favorite. D’altronde bere sempre lo stesso cocktail alla lunga può stufare, perché non assaggiare qualche altro alcolico (con moderazione, naturalmente!!!).
Degli altri ori azzurri, uno per uno per Lanzilotti, Cristetti e Volpini nelle loro specialità del super, misto e torpedo in cui sono primatiste mondiali. Federica Volpini ha avuto vita più o meno agiata, non certo come la nobile Rodriguez eccetera eccetera che nella reggia di Spagna avrà ancelle una per ogni cognome. Paola e Francesca che non sono le coriste degli 883 ma Lanzilotti e Cristetti hanno dovuto sudare le loro sette camicie e forse anche qualche altra.

Però adesso devo fare i complimenti alle nostre ragazze oceaniche, nelle gare e nelle prestazioni. Mancava qualche nazione, ma le nostre due mermeidi, le canottiere del salvamento, hanno pagaiato e remato con forza e determinazione, portando quattro ori nel carniere azzurro se contiamo anche la staffetta Ocean, altro successo storico. La federazione ha dato fiducia a Cornelia Rigatti e Vittoria Borgnino, che hanno girato l’Europa e il Mondo per gareggiare. D’altronde le sirene girano per il mare senza casa per trovare il loro bersaglio, e per fortuna che sono solo medaglie e non i poveri marinai. Il canto quindi che intonano è quello degli Italiani, il nostro inno, sul podio.

E che dire della fiducia concessa al corridore Davide Facchielli storico argento nello sprint e della staffetta sprint maschile, sempre argento? 

Ecco quindi la domanda? Ma perché con tutti questi successi non è tornato in patria il titolo europeo? Ce lo siamo chiesti qui in redazione. La risposta è semplice. Non bastano due-tre atleti per fare la differenza, se c’è dietro poco. Senza vedere il carniere mezzo vuoto, perché non lo è, per vincere in mare bisogna fare la differenza. La Francia, per esempio, nel sesto giorno ha vinto 5 gare su 8 piazzando quasi tutti i suoi atleti sul podio. Non è mai uscita dal podio delle staffette in mare, vincendone 5 su 9. L’Italia, che si vanta di dominare le prove in piscina, non ha vinto neanche una prova di staffetta in vasca dove sono emerse nazioni come la Polonia che non avendo velleità di classifica si concentra su singole competizioni: importante ad esempio il successo nella staffetta manichino maschile con un considerevole 1’05”25!.

E allora godiamoci questo record di 67 medaglie complessive tra Assoluti e Youth, un terzo delle quali ottenute sulla spiaggia di Gurugù: che alla fine, non è tanto una barzelletta.

Categoria salvamento 2021 – COVID FREE

di Mauro Romanenghi

Luglio, mese di vacanze, mare, sole e categoria di salvamento. Quest’anno i categoria vengono disputati con selezioni strettissime, manco la discoteca più “in” di Milano ha questa scelta elitaria. Il tutto non per avere gli atleti più belli d’Italia ma per le norme antiCOVID, che non consentono di avere troppa gente durante il riscaldamento. 
E allora mi chiedo, se c’è troppa gente nel riscaldamento, perché la vasca da 33, con 13 dico 13 corsie da 25 metri la possono usare soli quello che fanno le gare quel giorno? E gli altri, che ci fanno al Foro? Non sarebbe stato utile organizzare un periodo di allenamento per coloro che non avevano gare? Con una bella lista, ad esempio, in modo da farli nuotare durante il riscaldamento di chi invece le aveva le gare.
Ma altre domande sorgono spontanee a me che, tapino, sono ignaro delle norme.
Ad esempio, perché non premiare sul podio che è 74 metri quadrati, più del mio appartamento, quando poi tutti andavano lì a farsi la foto?
Perché usiamo ancora i guanti quando non li usa praticamente più nessuno e i manichini stanno nell’acqua clorata e i guanti inquinano perché sono di plastica e li lasciamo in giro?
Perché fare il giro del mondo per salire e scendere dalle tribune per due vie diverse quando nessuno, dico nessuno in nessun posto oramai lo fa più? Hanno fatto gli Europei con migliaia di persone che stavano senza mascherina e noi eravamo in 300 in uno stadio che ne tiene 3000.
Domande senza risposta.

Dopo questo discorso che deve richiamare al buon senso chi ci governa senza dimenticare il pericolo, andiamo avanti e parliamo di salvamento.
Non avendo ancora ben capito perché facevamo due ore di riscaldamento e poi le gare, quando oramai tutti fanno due turni di gara, procediamo. In ogni caso, anche se l’organizzazione non ci soddisfa, in genere noi ci organizziamo meglio. Quindi le gare hanno visto un livello altissimo. Perché? Non lo so, non sono un indovino. 
Però forse i ragazzi avevano tanta voglia di gareggiare, e hanno sperimentato molto in questo anno e mezzo dall’ultimo campionato, ricordo febbraio 2020.
Il tempo per alcuni podi Esordienti ha raggiunto livelli per cui non basta il tempo che pochi anni fa serviva a vincere. E soprattutto molto spesso sono ravvicinatissimi. Vedere il torpedo, gli ostacoli e le pinne femminili Esordienti A, tutti racchiusi in pochi centesimi.
Se per vincere il trasporto Esordienti A maschi ci vuole il 36”65 di Petracca, per andare sul podio 38”30. E così è 27”67 il tempo necessario per vincere gli ostacoli maschili.

I record italiani Ragazzi sono ben quattro, veramente di pregevole fattura. Dallari, già detentore del record di superlife, si impadronisce del torpedo con 55”92! 
Ma il record forse più impressionante è il 36”80 di Gloria Moruzzi nel trasporto fermminile, molto più del 1’17”10 del misto che pure è un’ottima prestazione. Il tutto considerato che la ragazza è del 2008.
Martina Laurenti realizza il record eguagliandolo al centesimo negli ostacoli, 1’02”10.
A parte l’acqua, bene di prima necessità che bisognava procurarsi cacciando nella jungla, quello che più mi è mancato è il frigo dove riporre i generi di conforto per me e i miei amici. Sarà per la prossima ragazzi.

Scena da film della cortina di ferro. Mi chiamano le due ragazze che devono fare torpedo al cancello della discesa in vasca (eh già, per accedere in vasca c’è un controllo con tre dico tre persone, neanche in URSS negli anni della guerra fredda). Perché? Perché i guanti non vengono distribuiti. Dato che li hanno dati fino al giorno prima, chiedo spiegazioni, mi viene detto che se li devono portare, c’è scritto sulla circolare. Comincio a innervosirmi. Scendo, i guanti sono in prechiamata. Faccio per salire, ma no! Devi fare tutto il giro del Foro. Dopo 400 metri che neanche Bolt, arrivo al cancellino e non c’è più la ragazza che fa da assistente. Credo di non essermi mai arrabbiato così tanto, e credo che sia meglio non riferire ciò che ho detto. E credo che prima di dare notizie non vere e fare certe affermazioni, bisognerebbe informarsi: quantomeno, per non far correre una persona di 50 anni per mezzo Foro Italico. 

Non si fanno solo record giovanili. Il venerdì pomeriggio Francesca Cristetti spara con una trasporto da meno di 30” il record mondiale del percorso misto. Tanta roba, ragazzi.

Si diceva tanto tuonò che piovve. Dopo innumerevoli tentativi di imitazione come per la Settimana Enigmistica, finalmente la Lanzilotti realizza il primato del mondo di superlife. E siccome la mette giù dura, non scende sotto i 2’20” ma sotto i 2’19”. Tanta roba, ragazzi.

In serata di venerdì parliamo con un nostro ragazzo, Mattia, che ci dice: “se domani aggancio, potete smettere di prendere il tempo”. Aggancia, il tempo lo prendiamo lo stesso. E’ secondo. Abbastanza contento, si presenta al via del trasporto e gli prendo il tempo anche lì: 29”57, record mondiale Juniores. Tanta roba, ragazzi.

Insomma, niente bar al Foro, niente brindisi con gli amici, niente salame. La sera allora bisogna trovare un posto. Appena fuori dall’hotel, c’è un posticino con degli ottimi amari. Io ho provato il luppolo, ma ce ne sono molti altri. Tanta roba, ragazzi.

Salvamento 2021: un Assoluto…in ripartenza

Posti assegnati a Riccione (foto Mauro Romanenghi)

di Mauro Romanenghi

Mi sono preso un po’ di giorni, per scrivere questi commenti. Perciò chiedo scusa per il mostruoso ritardo, perché per oltre quindici mesi, da febbraio 2020 a maggio 2021, il salvamento non ha gareggiato. O meglio, ha gareggiato ma non si è incontrato. Ci sono stati tre campionati che io chiamo in assenza. Nel frattempo, tutte le discipline hanno avuto modo di confrontarsi. E’ quindi con impazienza e con emozione che ci siamo ritrovati a fine maggio per questi assoluti, che non hanno tradito le attese. Una buona partecipazione, veloci e snelli nonostante il ritorno, causa divisione delle batterie, a orari antelucani che hanno penalizzato più le femmine dei maschi. Ci chiedevamo, infatti, se non si poteva alternare maschi e femmine al bellissimo orario delle 7,30 del mattino a cui le donne cominciavano le serie (comunque il nuoto questi orari non li ha mai fatti, diciamolo chiaramente).
Una ragazza che alleno ha chiaramente espresso il suo disappunto in termini sessisti. Purtroppo, non posso che darle ragione, ma a parte questa parentesi, tutto è filato liscio.
Liscio anche troppo: le finali svolte in mezz’ora forse, dico forse, sono un po’ esagerate. Teniamo conto che erano due specialità al giorno, quindi c’è chi è entrato in acqua tra due finali dopo meno di dieci minuti. Credo che una cosa del genere non sia il massimo in una disciplina che vede solo sei specialità, non una ventina come il nuoto. E per fortuna senza staffette, anzi per sfortuna, perché ancora queste non vengono contemplate: e sarebbe ora che i protocolli anti covid19 finché ci accompagneranno le comincino a prevedere e a normare.
E poi comunque, se uno non avesse voluto svegliarsi presto, c’è sempre lo streaming per rivedere tutto! Sì lo streaming!!! Non ci posso credere!!!
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un primato italiano assoluto che è anche primato europeo, realizzato in 2’04”32 da Giulia Vetrano del Nichelino, è la prestazione più eclatante. 
Ma dobbiamo citare anche due primati mondiali Youth nel misto maschile di Locchi e di Marchetti nel Superlifesaver maschile e un record europeo Youth della Mazzi nella finale giovani del superlife femminile (tempo che avrebbe garantito un quarto posto in finale A…avrebbe…discorso che farò dopo).
Questo anno e mezzo ha visto però anche un bel ricambio: anche se molti protagonisti sono rimasti nuove leve spingono e pretendono il loro posto sul palcoscenico non solo giovanile. La scelta di invitare, se non già qualificati, anche i Ragazzi ha mostrato delle belle individualità, alcune delle quali raggiungono le finali Youth. Tutto ciò ha riscritto le top ten assolute, che potete ritrovare nel nostro sito su SIC (Salvamento in cifre), grazie a Marco Agosti. Faccio spudorata ma meritata pubblicità, vedi sempre dopo.

Sono stato anche fin troppo serio, per cui partiamo con le curiosità. Arrivo in piscina dopo un bel viaggio in un pullman semivuoto: questo significa enormi costi, perché se dobbiamo viaggiare in venti su un pullman da 55, quando siamo in 55 quanti pullman servono? E quanto ci costa? Mi spiace, cari professori del CTS, occorre trovare una soluzione migliore. Diamoci da fare.
Tra l’altro entro in autogrill ah ah ah ah ah distanziamento? Secondo me il CTS vive su un altro pianeta, dove c’è tanto posto. Se ci dicono dove sta, ci andiamo anche noi se costa poco.

Passiamo alla piscina: era dal 1988 che non vedevo i cartelli per le squadre. Idea però tutt’altro che stupida. E sulle sedute c’era il cartello NON SEDERSI QUI, con la bella croce rossa. Mah, pensarlo anche in altre piscine dove ho visto sedersi a caso ovunque? Ma naturalmente ovunque ci sono i protocolli, non è vero?
Ovviamente speriamo tutti che le croci, che non sono per niente simpatiche, spariscano presto.

Non ho portato la mia fedele sedia, e ho sbagliato. C’è chi l’ha portata. Alla fine, che male fa? Volendo, posso farle fare il tampone. Comunque, la schiena ne ha risentito: ma tanto, per restare in salute, basta una passeggiatina, ce lo hanno detto quelli del CTS e anche il nostro bravo Ministro.

La finale degli ostacoli femminili la aspettavo con ansia, perché pronosticavo grandi prestazioni. Non sono certo stato smentito, sarà perché era la prima gara e tutte erano vogliose di mettersi in luce, ma avere tre dei primi dieci tempi di sempre in una finale non è da poco. Giulia Vetrano realizza tutta una serie di record che riempiono la pagina Microplus ma il più importante viene citato sbagliato appena realizzato. Infatti non è record mondiale (a cui neanche si avvicina) ma europeo. A parziale scusante dello speaker, la sua totale ignoranza degli atleti di questo mondo e quindi dei record, e la lista dei record sbagliata consegnata in partenza.

Naturalmente l’altra finale che volevo vedere era il superlife femminile, ultima giornata. Anche qui non sono rimasto deluso. Fra tutte, ben quattro nuove prestazioni alltime, tra cui la vincitrice Cristetti. Unico neo, l’assenza della Lanzilotti la neo primatista italiana e (solo teoricamente, visto che non ho visto la sua omologazione) europea. Squalificata in batteria, la sua maledizione continua. Dio non perdona, il Super neanche. Sarà per la prossima.

Parliamoci chiaro, ho detto che ci sono tanti giovani che sgomitano, ma tra tutte le finali maschili, solo una viene vinta da un nato negli anni 2000: le pinne maschili, in cui in un finale concitatissimo prevale Vestri, ottavo tempo di sempre ma che certo non è un tempo che ci aspettiamo per vincere in campo internazionale: 46”62. Onore a lui ma al mattino Pezzotti realizzava 45”8. Ma la finale è al pomeriggio, e questo vale per molti quest’anno, soprattutto (ma non solo giovani).

Lo sa bene Masha Giordano, Millennials (maiuscola, lo so che non è giusto ma io lo dico lo stesso). Anno 2004, argento a torpedo dalla corsia 2 e bronzo a pinne dalla corsia 6. Esordio sfolgorante!

Amici di…Zampo (foto Mauro Romanenghi)

La controparte è Eleonora Zampolini (detta Zampo). Secondo tempo in entrambe le gare al mattino, se ripetuto valeva il podio o quasi. Tutta esperienza, Zampo.

Due i record della categoria Ragazzi. Maschile nel super, femminile nel misto. Dallari e Chemello, giusto citarli.

Come giusto citare Simone Locchi: due record uno mondiale giovanile nel misto con annesso argento assoluto in 1’00”72 e un sotto 30” nel trasporto, record italiano Juniores.

Tanta roba. Ma tanta, eh.

Quindi se ho fatto tre, il quattro vien da sé: allora citiamo anche Marchetti, super da mondiale in 2’10”44. 

E quindi manca solo Gioia Mazzi, che stempera il record fatto qui qualche anno fa dalla Pasquino, di pochi centesimi. 

Scene da festeggiamento uno.
Siamo in un locale, all’aperto, corso Dante, un minuto dall’hotel, beviamo alla salute del titolo italiano del mio collega.
Primo passaggio, una coppia inciampa in un sostegno per bloccare il traffico. La donna va lunga distesa e viene trascinata via dal marito.
Secondo passaggio, dei miei atleti (maggiorenni) che mi avevano detto che sarebbero stati in hotel passano nel corso (ore 21,45): li guardo, mi guardano, basta un altro sguardo. L’albergo era a 3 minuti. Conto che ne abbiano impiegati 2, ad arrivare in camera.

Scene da festeggiamento due.
Una ragazza siede in tribuna in piscina con un cappello da compleanno sulla testa. 
“Non è il mio compleanno” precisa. “Cioè, fra poco lo è”. Non indago oltre.

Scene da festeggiamento tre.
Sempre nel locale, ci recapitano un conto da pagare di un altro tavolo. Il mio collega fa per pagare (sono amici, li abbiamo riconosciuti), e la cameriera dice che è uno scherzo. 
“Noi a Milano, se dobbiamo pagare paghiamo”, dice il mio collega. 
Soprassiedo su ogni eventuale commento.

Scene da festeggiamento quattro
Incontriamo il re degli ostacoli Fabio Tadini con le sue gentili allenatrici tuttofare, che ci invita a bere. Scopriamo poi che è il compleanno dell’allenatore Daniele Bearzotti. Il re quindi con tanto di scorta, nani ballerini e principesse, arriva al locale dove pagherà Daniele Bearzotti. Noblesse oblige.

Solita scenetta dei record, ultimo giorno e chiamata della FIN. Non funziona il sito dei record, mi chiedono se il nostri sito SIC funziona. Noi abbiamo Marco Agosti, funziona sempre tutto. Problema risolto.

Momento serio numero due.
Arriva Livia Elisa Fiori, protagonista di uno sfortunato episodio quest’inverno che ha posto fine alla sua attività agonistica. Io purtroppo non amo queste cose, per mie personali vicende, quindi neanche queste celebrazioni. Ma potrei dire che ci stanno. La ragazza, visibilmente emozionata, perora la causa della associazione per studiare le malattie cardiache.
Alla fine, lo speaker esclama “Complimenti”!
Ma complimenti di che???????…del discorso, dell’associazione, di esser viva. Non lo sapremo mai, e non voglio saperlo.

Ed infine, un problema di geometria euclidea. Se Vetrano fa 2’04” con gli ostacoli, quanto farà senza ostacoli? Io e un altro allenatore di lungo corso, che si professa millennials (minuscolo) abbiamo fatto una serie di calcoli trigonometrici per capire quanto si perda a ogni passaggio, quanto si allunghi la traiettoria, quanto si vada più veloci o lenti sott’acqua.
Risultato: non abbiamo cavato un ragno dal buco. Ma soprattutto: se la Vetrano anche facesse 1’58”, se di fianco avesse la Pellegrini, avrebbe il coraggio di sfidarla o se la farebbe addosso? Chiedete alla Ledecky.

A presto!

Eurolifesaving 2019 – Campioni…o no?

Cattura di schermata (231)

Campioni!

di Mauro Romanenghi

Molti anni fa a Lignano, quando i Campionati si disputavano ancora su tre giorni (tutte le categorie insieme, si iniziava venerdì mattina e si finiva domenica mattina con la gara superlifesaver) vidi gareggiare una giovane atleta laziale il cui campionato non era stato così entusiasmante nonostante fosse molto promettente. Tra l’altro era parte di una squadra nostra rivale con cui eravamo in grande competizione. Quel giorno, poi, era stato peggio del peggio. Alla vestizione del super la pinna si era rotta, finendo nella buca dei tuffi…ricordo che all’uscita dall’impianto camminava a testa bassa, penso seguita dalla mamma. Quel giorno le dissi che il suo momento sarebbe arrivato. Sono passati credo più di dieci anni.
Ieri é arrivato quel momento, il momento di partire con una tavola sotto braccio, non mollare un centimetro e dare il cambio alla sua compagna in canoa. Il cognome é tutto un programma, Ferrari. Il suo nome Samantha. E vincere con il suo vecchio compagno di club al Ronciglione, Niciarelli, dopo che lui e Piroddi avevano vinto da poco l’oro storico nella staffetta torpedo, non può che fare un immenso piacere.

Finito il momento amarcord, che dovevo fare ieri perché al momento della vittoria dell’Italia é uscito un urlo da stadio, passiamo alle cose meno felici. L’Italia ha perso il titolo europeo, in casa, contro la Francia, che prima della parte oceanica  aveva più di 140 punti di distacco e circa 90 prima dell’ultimo giorno. Un giorno di gloria per i francesi, al loro primo titolo europeo. Perdere così, di 18 punti, un secondo posto, é difficile. Però la Francia a mare ha realizzato più di 400 punti, é la nazione leader davanti anche a Gran Bretagna e Spagna, che ne hanno fatti circa 360 e 330. Tutte le prime nazioni hanno realizzato più di 300 punti. L’Italia realizza 251 punti, che la mettono davanti al solo Belgio fra le prime sette nazioni della classifica. La realtà é tutta qui, in queste cifre.

Passiamo alle cose positive, almeno in campo europeo, sul mare. Pur non essendo una specialista, Samantha Ferrari si é difesa in tavola, e così Gilardi. Nella canoa Vittoria ha dimostrato di poter primeggiare, anche se non ho visto come mai alla boa del rientro pur essendo fra le prime poi é rimasta dietro. Bene anche nell’Ocean Silvia Meschiari, fra le prime sei. Ho tralasciato ovviamente il frangente, del quale sappiamo tutti le sorti, e la spiaggia che non ci ha mai dato fra gli Open particolari soddisfazioni (e senza un vero corridore, mai ce ne darà).

Ho parlato un po’ in giro: se l’orientamento sarà il medagliere, che senso avrà portare qualcuno per fare sei finali e zero medaglie? Si punterà alle staffette oceaniche, a quel punto, portando invece più specialisti possibile in piscina per fare più medaglie perchè quelle conteranno, la classifica a punti varrà meno di zero.

Altra cosa positiva, il ritorno al titolo della nazionale Youth. Era una cosa che il nostro responsabile tecnico – non chiamatelo CT che sennò vi spenna – voleva assolutamente. E’ successo, e con due atlete allenate da lui. E ben tre atleti selezionati per il mare, più Francesca Pasquino che proprio scarsa scarsa in alcune prove non é. In questo caso, la sentenza é emessa.

Finita la disamina tecnica, eccoci qua ai soliti pensieri a ruota libera.

Non ce la possiamo fare a inquadrare il traguardo per più di due arrivi. Poi la telecamera stacca e inquadra in campo lungo, o la gente che nuota in mare, Ieri nell’Ocean si sono visti tre arrivi tre a far tanto: uno deve immaginare quanto sia arrivato l’atleta della sua nazionale, o possiamo farlo vedere questo arrivo intero?
Tre i punti chiave.
Una postazione sopraelevata vicino agli arrivi della spiaggia, non sulle tribune lontane (ottima posizione invece per le gare nell’arena). Da pensarci.
Un uso migliore della telecamera in mare, magari ai passaggi delle boe.
Un cronista che conosca gli atleti e faccia il cronista: i francesi insegnano. Lo speaker non può fare il cronista: e che gli atleti stanno finendo la frazione e iniziano la frazione dell’Ocean a tavola (e non a canoa, come lo speaker ripete più volte) lo vediamo già.
E infine delle sovrimpressioni che danno il risultato finale anche del mare, una volta saputa la classifica.
Sarebbe stato bellissimo avere la classifica gara per gara, e non credo fosse impossibile. E’ un conteggio su computer. Ma, forse, non servirà più.

La scelta delle gare in contemporanea ha velocizzato la manifestazione (e quando hai bandierine ciò é fondamentale, visto che sono durate due ore!!!) ma ha penalizzato la visione delle gare Youth. Pazienza, abbiamo utilizzato il nostro gruppo allenatori per un uso alternativo che non fosse invitarci per l’aperitivo (che tra l’altro qualcuno dovrà pagare salato, visti gli enormi successi).

Bandierine che hanno entusiasmato Giorgio Scala. E’ la gara migliore anche per fare le foto, sembra un’arena di gladiatori, Inutile dire che é la MIA gara. Alcuni episodi che la classificano.
Il volo di Belcastro che si ribalta per cercare di togliere la bandierina allo spagnolo.
La sfida spalla a spalla fra la Colmont, che non é solo veloce ma anche potente, e la spagnola Rodriguez che deve soccombere allo spalla a spalla.
La velocità di Chris Parry, contro la quale nulla può l’olandese.

Nelle bandierine non occorre solo essere veloci ma girarsi rapidissimi. Qualità che, devo dire, manca alla nostra campionessa Pasquino. Almeno in confronto alle altre.

La frazione finale della Borgnino nella mixed lifesaver a canoa, fatta dopo un giorno di gare, mi fa notare il mio amico Fogliani che é stata spettacolare. Nell’ultimo lato Josefa Idem ha mandato un wattsapp di complimenti e se ci fosse stato Giampiero Galeazzi forse lo dovevano rianimare, ma tanto nessun problema: siamo a una gara di salvamento.

Probabilmente la Fiori é stata scongelata perché ha contribuito alle due medaglie della Youth in staffetta. La Findus perde un ottimo prodotto ma la nazionale azzurra ringrazia.

Daniele Sanna sicuramente giocava nei cavalloni e sa saltare sulle onde. La sua frazione a frangente nella mixed é stata fondamentale.

Nina Holt, la ricordate? Prima a frangente, bronzo a superlife, sesta a tavola. Insomma…

Rosewell e Cahill si sono allegramente presi a sportellate per tutte le gare in mare. Il risultato é 2 a 1 per l’irlandese, ma poteva succedere di tutto.

In quanto a sportellate, non le manda a dire neanche Niciarelli. Nello sprint finale della mixed, c’è scritto chiaramente “qui non si passa”, sulla schiena del Nicio. Detto, fatto.

L’anno scorso chiesi come mai la Tortello non aveva fatto alcune prove in mare. I due tecnici all’unisono mi dissero che era per non farle fare troppo. Quest’anno ha saltato solo frangente fra le gare individuali, e ha partecipato a tutte le staffette tranne la torpedo che va all’oro. Poteva essere la beffa per lei, ma la medaglia arriva nella Ocean relay  in un trilling per squalifica della Gran Bretagna. E io non posso che essere contento, per Carlotta.

In serata, diatriba feroce sull’ultima vittoria all’Europeo della nazionale Youth. Abbiamo convenuto fosse Svezia 2012. Pronti a essere smentiti, naturalmente. Fatevi sotto, ma non vi lascerò passare tanto facilmente.