Campionato italiano di categoria di salvamento – Promossi, bocciati e rimandati

Felicità è anche un piatto di pasta ben fatto…

di Mauro Romanenghi

E insomma anche quest’anno è finito…o no? Perché non si capisce mai se il Mondiale è l’inizio della nuova stagione o la fine di quella vecchia. Ma intanto parliamo un po’ di questo campionato: che devo dire io ho visto per metà; per motivi personali infatti ho assistito solo alla parte dei più giovani (se sono personali, non ve lo dico…se no che personali sono?).

Quando sono partito ero un po’ prevenuto. Il perché è presto detto: i miei colleghi mi hanno detto che l’alloggio e il vitto non erano propriamente di grande qualità. Ora io sono come S. Tommaso: devo sbatterci contro per capire se quello che sento sia vero. Lo so, manco di fiducia e in genere faccio benissimo, dato che la mia fiducia nell’umanità nell’ultimo periodo è alquanto mal riposta: nel mondo in genere, al lavoro, nella parentela e anche in quello che tenta di superarmi in autostrada. Anche la mia tolleranza, ne consegue, si è azzerata. Devo dire, per salvarvi un po’ la faccia, che non tollero neanche me stesso, quindi siamo pari.

Insomma tiriamo un po’ le somme.
La vasca di Gorizia non è certo il massimo, bordi bassi col rialzo, i tavolini per fare super (e non saliteci sopra, che si rompono!!!), l’acqua di quel colore un po’ così…però tutto sommato ho visto di peggio. E il contorno è piacevole: prato, ombrelloni, alberi per proteggersi, gazebo pronti e posto dove mettere i propri, una tribuna abbastanza spaziosa e coperta (poco, ma alla fine è estate). Insomma, tutto come lo ricordavo e direi che la location è promossa. E allora?

Faccio intanto una premessa: non critico qui gli addetti, di ogni ordine e grado, che si sono prodigati per i ragazzi e anzi li ringrazio. Hanno fatto il possibile: più che promossi.


Ma se accogliamo mille atleti, dobbiamo metterli in condizioni diciamo normali. E qui non ci siamo, e nessuno era contento. Perché un ostello della gioventù, sebbene dignitoso, non è fatto per le nostre esigenze. E’ vero, ci adattiamo a tutto, ma adattarsi non vuol dire che tutto vada bene: anche se siamo in Slovenia, mangiare come se fossimo al refettorio della mensa aziendale (con tutto il rispetto della mensa aziendale che ringrazio di esistere) non è il massimo, con i turni da mezz’ora manco in catena di montaggio e soprattutto la scelta del cibo, che è stata zero. Non vogliamo il grand hotel, ma nemmeno il carcere. Insomma, sistemazione rimandata e alimentazione, diciamolo, pure. Immagino chi fosse vegetariano, o celiaco, o qualsiasi altra cosa. 

Rimandiamo pure il pranzo in piscina: che va bene per il camp estivo, ma non certo per chi gareggia. E sorvolerei sul prezzo: bocciato.

Un ultimo appunto, il bar: fantastico, sembrava di essere al bar in spiaggia…però…se mi dicono che hai aumentato l’acqua del 50% dal giorno prima…chi mi dice che non hai aumentato anche il resto? Non si fa così, quando arrivano dei ragazzi e dei bambini. Bar promosso, concorrenza sleale bocciata.

Al bar sono pure riuscito ad avere una discussione con una gentile (epiteto ironico) signora che mi ha strappato la sedia da sotto il sedere. Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Sarà il caldo, ma continuo a ritenere che l’umanità avrà vita breve.

E adesso le competizioni. Io ne ho viste poche come detto. Però i fatti parlano da soli. Tre soli record italiani contro i tredici di Milano che vedevano ben due record assoluti e un record del mondo. Mettici che fa caldo, tanto caldo. Mettici le condizioni disagiate, in cui devi rimanere tutto il giorno in piscina. Mettici che la vasca probabilmente non è la più veloce del mondo. Mettici che oramai siamo alla fine della stagione. Ecco la somma è presto fatta. Eppure dai qualcosa di buono si è visto. Molte gare sono state combattute, e seppure in tutte le categorie abbiamo visto qualcuno imporsi più volte, la differenza tra andare sul podio e arrivare ottavi oramai può essere di pochi centesimi: e questo dimostra come il movimento si stia alzando di livello anche nelle categorie dei più giovani come gli Esordienti A.

I Ragazzi, che avevano dato pochi segnali ad aprile, di certo hanno fatto molto molto meglio e di questo sono contento. I nomi li potete trovare sul sito, però devo dire una cosa: nella categoria Ragazzi e se devo andare dove non ho visto nulla soprattutto nelle Junior femmine spiccano i nomi degli atleti delle Rane Rosse di Emanuele Vagaggini, che hanno conquistato quasi tutti i titoli: e questo, diciamolo, un caso non può essere; diamo a Cesare quel che è di Cesare e agli atleti di Emanuele gli altri sesterzi.

Segniamoci il nome di Martina Laurenti: dal trasporto alle pinne, dalle Alpi alle Piramidi, da Gorizia a Milano, questa ce la fa sempre. Nonostante il metro e sessanta scarso, oserei dire.

Simone Locchi continua qui il suo giro del mondo in sessanta giorni. Da Bucarest a Birmingham, da Gorizia a Roma, manca solo Riccione fra un mesetto e poi gli ottantamila Km li abbiamo fatti tutti.

Masha Giordano sigla il record mondiale giovanile del torpedo e con quello delle pinne Esordienti A della Giuliani sono due primati per l’Athena Bracciano: gli unici due individuali della manifestazione. 

L’allenatore della SAFA ci fa sapere che le imprese della doppia coppia Vivalda-Mancardo finiscono con questo record italiano assoluto della 4×50 mista. Un 1’27”93 che merita di essere citato, perché unico nel suo genere. Noi ci auguriamo che si sbagli…ma se così non fosse, auguri a Davide per il suo futuro e complimenti, ragazzi!

Allora di sicuro sono regolari, però secondo me spendere 50 euro e più per delle pinne di gomma dura da salvamento (che tanto commerciali non sono, poi, anche se sicuramente più performanti) per gli Esordienti A mi sembra esagerato. Poi ognuno può scegliere quello che vuole: i soldi e le gambe dei bambini non sono miei.

Salute!

Arrivo in piscina e tutti mi rinfacciano che sono stanchi, che fa caldo, che io arrivo bello riposato e loro sono sconvolti da due giorni di caldo. Non lo metto in dubbio e allora passo all’azione al bar. Chi mi ha voluto bene mi ha seguito, e non se ne è pentito. Vista l’alimentazione carceraria, un piccolo diversivo ce lo si può permettere: alla salute!

Credit photo Mauro Romanenghi