F/O141 – Sven Spannekrebs: allenare i rifugiati…ma non solo! – italian version

Svenn Spannekrebs – italian version

di redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.
Traduzione di Tommaso Marconi.

Ospite di oggi: Sven Spannekrebs, allenatore del team rifugiati e di Yusra Mardini fino al 2016 e oggi membro di Sportjugend Berlin, nonché allenatore di uno dei più famosi celub berlinesi, lo Spandau 04

Oggi puntata superspeciale: dopo un lungo inseguimento durato quattro anni, siamo riusciti a intercettare Sven Spannekrebs, inventore e creatore del team rifugiati per il nuoto. Insieme a lui ripercorriamo il suo cammino come creatore e coach del team, del suo incontro con Yusra Mardini, delle sue collaborazioni passate e soprattutto dei progetti futuri.
Un’intervista tutta da ascoltare: anche perché oggi sentirete una voce nuova, anche se il suo nome lo conoscete tutti!!!
Solo su Fuorionda, che dà rifugio al nuoto… ma non solo!

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 15 novembre 2021

credit foto: Sven Spannekrebs

F/0 141 – Sven Spannekrebs: coaching the first refugee’s team – original version

Svenn Spannekrebs

di redazione podcast

Original English version:
In this episode Laura Vergani hosts Sven Spannekrebs, swimming coach of Yusra Mardini and for the olympic refugee team until 2016. Sven is a member of Sportjugend Berlin and he is now coaching Spandau 04, the well known club from Berlin.

Episode description: after four years in the making we’re proud to have Sven in our program. Sven is the coach and inventor of the swimming olympic refugee team. In this episode we have a look with him at his professional development as a coach and he tells us about his friendship with Yusra Mardini and his plans for the future.

Original Italian version:
Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.
Traduzione di Tommaso Marconi.

Ospite di oggi: Sven Spannekrebs, allenatore del team rifugiati e di Yusra Mardini fino al 2016 e oggi membro di Sportjugend Berlin, nonché allenatore di uno dei più famosi club berlinesi, lo Spandau 04.

Oggi puntata superspeciale: dopo un lungo inseguimento durato quattro anni, siamo riusciti a intercettare Sven Spannekrebs, inventore e creatore del team rifugiati per il nuoto. Insieme a lui ripercorriamo il suo cammino come creatore e coach del team, del suo incontro con Yusra Mardini, delle sue collaborazioni passate e soprattutto dei progetti futuri.
Un’intervista tutta da ascoltare: anche perché oggi sentirete una voce nuova, anche se il suo nome lo conoscete tutti!!!
Solo su Fuorionda, che da rifugio al nuoto… ma non solo!

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 15 novembre 2021.

credit foto: Sven Spannekrebs.

YOG 2018 – Nove podi, serietà e sobrietà… e la rivincita del fattore Kappa

di Mauro Romanenghi

serietà-sobrietà in versione Burdisso

serietà-sobrietà in versione Burdisso

Oggi sono in forma perfetta, come Checcion nei 50 stile, come Minakov nei cento, come Bud Spencer davanti alla birra e salsicce. Per cui non ne passerà una.

Nei primi dieci minuti di telecronaca il cronista di Olympic Channel ci straccia i maroni con la storia di Kolesnikov che tenta di conquistare sei medaglie d’oro in sei gare. Lo fa così tanto che nei 100 stile vince Minakov: sei medaglie d’oro in sei gare. Fate i conti. Comunque niente paura, anche il collanato d’oro Kliment ce la fa grazie al successo nei 200 dorso..

Nella gara dei 200 farfalla succede di tutto.
Intanto il cronista italiano regala a Federico Burdisso la medaglia d’argento dei 100 farfalla, con buona pace di Minakov e Milak. Federico parte a cannone, Milak non si scompone e lo infila ai 150. Il cronista commenta così: “non ci posso credere Burdisso prova ad attaccare Milak.”
Ecco, continua a non crederci.

Nei 400 si ripropone il podio degli 800. Ovviamente lo stadio Natatorium crolla per il tifo alla Pignatiello. Se pensavate che con “Checcion” avessero raggiunto l’apice, provate a immaginare come pronunciano Pignatiello. Perdereste la scommessa.

Anja Kesely è con Minakov, Milak e Kolesnikov l’atleta che ha vinto tre ori individuali in questa edizione dei Giochi. Ecco così ho fatto anche la statistica. Notare che qua il fattore Kappa la fa da padrone.

Continuiamo e finiamo la statistica, così si vede che facciamo il sito serio. L’Italia, seppur priva praticamente del comparto femminile, con Pirovano non in formissima e Johannes (che si pronuncia Johannes e non Johan) anche lui non proprio in spolvero, conquista nove medaglie, otto individuali e una in staffetta. La fanno da padrone Russia e Ungheria, che hanno portato in pratica i pezzi da novanta (non solo giovanili). La Russia ci fa imparare a memoria il suo inno 13 volte, con 21 podi. l’Ungheria (inno un po’ più triste) ben 7. L’Italia è sesta come ori ma seconda come numero di medaglie. Fine della parte seria.

Alcuni parlano di dieci medaglie, ma non so dove le tirino fuori, forse vogliono fare un regalo come il cronista dello streaming:

https://swimswam.com/federico-burdisso-bronzo-nei-200-fa-porta-litalia-a-dieci-medaglie/

https://www.swimbiz.it/portal/la-notte-del-dieci-burdisso-bronzo-a-buenos-aires/

Il conto sta qui

https://www.olympicchannel.com/en/youth-olympic-games-2018/medals/

La notte sarà pure da Dieci ma il voto in matematica (per loro) è quattro.

Conta giusto la FIN, ma non capisco cosa voglia dire che Burdisso manda l’Italia in doppia cifra. Ai posteri l’ardua sentenza.

https://www.federnuoto.it/news-in-primo-piano/item/41000-youth-olympic.html

Serissimi gli atleti in queste Olimpiadi giovanili. Kolesnikov sul podio è concentratissimo sul suo inno. Ceccon fa scuola ad alti livelli.
Anche Milak sul podio impassibile. Così come nella sfilata dopo il podio.

Il podio dei 200 farfalla uomini entra accompagnato da Daniel Gyurta. Ragazzi non c’è paragone ne devono mangiare di pasta ancora…

La seconda argentina finalista dei 400 stile fa di nome Delfina, come la Pignatiello. Fantasia al potere.

Il sudafricano che prende a testate l’acqua riesce a riscattare la debacle dei 100 rana e conquista i 50 rana. E pure l’oro per il suo continente.

Oro che invece manca per l’America. Zero ori per gli USA, che in tutto prendono un bronzo. Questo dovrebbe dare un’idea di quanto gli Stati Uniti tengano in considerazione questa manifestazione.

Lo scherzetto finale te lo gioca la Cina. Così come nella mista donne a sorpresa hanno battuto la Russia, rifanno lo scherzetto nella mista mista. E così Kolesnikov e Minakov danno addio al settimo oro. Se ne faranno una ragione. E noi con loro.

YOG2018: Chieccion or Ceccon?

di Mauro Romanenghi

appunti YOG2018 - Mauro Romanenghi

appunti YOG2018 – Mauro Romanenghi

I Giochi Olimpici giovanili iniziano una nuova stagione o finiscono quella vecchia???

E’ un po’ un quesito tipo “è meglio essere ricchi e felici o poveri e malati?”.
Lasciamo ai posteri l’ardua sentenza, e facciamo alcune considerazioni.

Fantastica l’idea di fare nove canali dedicati. Ce n’è per tutti, potete vedere anche il futsala femminile, il pattinaggio velocità, e dei fantastici giovini sfidarsi sul campetto di basket 3X3 a breakdance (che in realtà viene chiamata dal CONI danza sportiva). Che non è una dimostrazione, è proprio una gara. Con tanto di medaglia olimpica giovanile. L’Italia ha pure i suoi rappresentanti, che sono Bad Mattia e Lexy (nomi di battaglia, a voi la scoperta dei loro nomi). Io sono vecchia scuola per cui la royal rumble della break non mi entusiasma. Ma sicuramente la breakdance, lo skateboard e il tappeto elastico sono il futuro. Tuttavia se le biglie da spiaggia arriveranno tornerò all’attività agonistica. (Mauro e Katinka, nota di mia moglie.. )

La delegazione italiana è di una ottantina di ragazzi. Ottantaquattro, per essere precisi.
Li potete trovare qui
https://www.coni.it/it/news/primo-piano/15355-davide-di-veroli-portabandiera,-84-azzurri-ai-giochi-olimpici-giovanili.html

Seppur la più numerosa di sempre, la squadra italiana di nuoto subisce il contingentamento deciso dal CIO. Che prevede, ad esempio, che per ogni sesso si possa iscrivere una sola squadra negli sport. L’Italia sceglie… la pallamano sulla spiaggia. Come darle torto, anche io sceglierei la spiaggia argentina a una sala chiusa! Ma allora, mi chiedo, il basket 3X3 maschile non è uno sport di squadra?

Sempre per il contingentamento (una parolona che significa riduzione del numero di atleti eleggibili per nazione e in generale) l’Italia ha dovuto rinunciare ad alcuni atleti nel nuoto, riducendo da otto a cinque il numero totale. Scelta non obbligata, visto che altre nazioni hanno portato gli otto atleti necessari per schierare le sei staffette, due per sesso più le due miste: vedi USA, Russia, Australia. Ma condivisa anche da altre vista la esigua partecipazione alle gare di squadra. Più spazio giustamente per tutti gli altri sport, ma un vero peccato per le staffette appunto. Amen, passiamo al nuoto nuotato.

Proprio non ce la fanno i cronisti dello streaming a pronunciare giusto Ceccon. Ci tenta un pomeriggio il rappresentante maschile, ma poiché la ragazza continua imperterrita a pronunciare Checcion lui si adegua. E quindi per noi sarà sempre Thomas Checcion, d’ora in poi. Almeno a Buenos Aires.

Dopo aver conquistato anche sul sito federale il proprio cognome corretto, De Tullio Marco dalla Puglia con furore conquista anche l’argento nei 400 stile libero, gara di apertura. Nel mio confronto con l’esimio Marco Agosti davanti al quale mi levo il cappello il mio dubbio era: la stagione è oramai iniziata, sarà record juniores o oramai è un Cadetto. Marco Agosti è tranchant: Cadetto. E tutti, anche i siti specializzati, si adeguano chinando il capo contriti. Attenzione al prof. Marco Agosti.

Ottima la gara di Marco: si deve inchinare solo allo sprint di Milak, che non sarà quattrocentista ma uno che è ungherese tu non lo devi mai sottovalutare. Difatti per buona creanza vince anche i 200.

Sarà la sbornia della medaglia, fatto sta che nei 200 stile nessuno dei due azzurri entra in finale. Un buon 1’51” per Marco, un terribile 1’55” per Burdisso. Forse la batteria dei 100 farfalla era troppo vicina?
Mah, a questi Giochi si va anche per imparare, dice mia moglie dall’altra stanza mentre riordina le magliette. E io annuisco.

Tempi di rilievo assoluto o record mondiali juniores ancora non si sono visti. Poi a ottobre è anche difficile, ci sono state mille manifestazioni. Ma stupisce che personaggi come Kolesnikov e Milak non abbiano voluto mancare. E mica per una passerella. Milak risulta iscritto a nove gare. D’altronde è ungherese, non ve lo avevo ancora detto?

Checcion entusiasma i commentatori, che si sorprendono prima del suo tempo dei 100 dorso (per nulla male, record italiano juniores questo sì e un ritorno da 27”0 che insomma non è mica pizza e fichi), poi lo danno sorprendentemente sul podio dei 200 misti. Visto che aveva un tempo di entrata di 2’00” e spicci, non è tanto sorprendente.

Invece rivedibile la sua rana, la peggiore del lotto, ma ancora peggio lo stile libero del vincitore norvegese. Si può solo migliorare.

Guardo la gara dei 100 dorso femminili e naturalmente tenendo fede al suo nome vince Daria Vaskina (anche se qui siamo in vasca lunga).

Molto interessante guardare le apnee. La migliore è quella della americana White. Come sempre, anche quando non vincono, gli statunitensi ci insegnano che per farlo bisogna avere qualcosa più degli altri.

Burdisso in finale con il secondo tempo, si favoleggia già di battere Milak. Che avrà passeggiato. Vedremo nei prossimi giorni chi avrà avuto ragione.

Incredibile la gara dei 100 rana. Il sudafricano favorito stampa un passaggio da 27”4, come ieri: e poi affoga in 34”.
Direte che ha esagerato, invece è passato esattamente come in semifinale dove ha fatto 1’00”2.

Io direi…”paura eh”? Mia moglie direbbe: “I Giochi servono anche a questo”. Coraggio Houlie, andrà meglio la prossima volta.

Mediterraneo mon amour!

di Mauro Romanenghi

Imagen aérea del Anillo Mediterráneo de Campclar, con el Palau d_Esports a la izquierda y la piscina, a la derecha. FOTO Tarragona 2018

Imagen aérea del Anillo Mediterráneo de Campclar, con el Palau d’Esports a la izquierda y la piscina, a la derecha. FOTO Tarragona 2018

Questi Giochi del Mediterraneo mi sanno un po’ di grande meeting internazionale, tipo quello  svolto nella piscina di Mecenate a Milano a marzo: solo che è d’estate.

Avete presente? Tribune un po’ in cemento un po’ in acciaio/alluminio, belle bollenti sotto il sole di Tarragona. Dietro, una vecchia palazzina con i mattoni rossi… e un bell’impianto all’aperto in barba a tutte le nuove regole internazionali che prevedono impianti chiusi.
Ma si sa c’è la spending review un po’ ovunque quindi bisogna accontentarsi. Alla fine si sono impegnati, un po’ come a Milano: mettiamo una bella vasca in mezzo alla campagna, sopra la ghiaia un bel tappetino azzurro cielo ed è fatta. Facciamo i Giochi del Mediterraneo.

Nel frattempo Milano deve aver visto che anche Tarragona si è data da fare di più e allora ecco che fa l’ennesima promessa. Vedremo cosa succederà: https://www.facebook.com/fincrl/posts/1273203516149079

Ma non divaghiamo. Atmosfera da grande meeting molto rilassata, dicevo.

In tribuna stiamo pure col bikini, che tanto fa bene un po’ di sole della Costa Daurada. La Galizi si fa pure il cappellino con la bandiera italiana, la Quaglieri si infila invece la bandierina a mo’ di matita fermacapelli.

Sul podio saliamo a piedi nudi, o con le ciabattine infradito (Panziera style!).

C’è uno speaker in catalano, d’altronde siamo in Catalunya, qua tira aria di secessione e lo fanno capire: la Spagna non ci piace e non si fa piacere…però se vincono gli spagnoli festeggiamo lo stesso, che diamine. D’altronde lo sponsor è la birra Estrella, oltre alla benzina Repsol (e la Toyota, che non c’entra niente ma i giapponesi sono dovunque e comunque sono sponsor dello IOC).

Birra Estrella che viene assunta a fiumi, secondo me.

Di sicuro non si tira indietro lo speaker di Olympic Channel. Onore al merito a Olympic Channel per le sue cronache, ma complice l’atmosfera da festa e un po’ di alcol tiriamo fuori alcune perle.

Secondo giorno. Lo speaker, sempre ingarellatissimo (ogni gara sembra sempre tirata allo spasimo anche quando il primo oramai si avvia a vincere con 3 metri di vantaggio) continua a enumerare i successi azzurri in perfetto inglese (tra l’altro comprensibilissimo per me notoriamente una capra nella lingua di Albione). Peccato che non azzecchi una cifra manco a pagarla.

Poi non so dove fosse a guardare le gare: vero è che non c’era uno straccio di grafica ad aiutarlo ma perdiana se uno esulta avrà pure visto sul tabellone che ha vinto! Usa ‘sto sito dei Giochi e guarda la classifica!!!

 

Probabilmente la Estrella Damm ha fatto il suo effetto anche sull’organizzazione verso il terzo giorno. Premiazione dei 400 stile libero. Manca il cerimoniere, mancano i pupazzini, manca tutto!
Ma le ragazze non si perdono d’animo. Dopo 5 minuti, si premiano da sé. E allora arriva una persona a caso, finisce la  premiazione e butta lì i pupazzini. Bene, tutti a casa? No, perchè bisogne decidere sulla squalifica di una staffetta maschile. Quella italiana. Tre quarti d’ora con tutti i giudici e i tecnici a conciliabolo per la nuotata irregolare di Sabbioni. Cosa avrà mai fatto Simoncino? Forse qualche peccato in virata. Forse una birra di troppo in tribuna… per lui o per i giudici? Non si sa.

E ora le considerazioni sparse.

I tappetini blu vanno per la maggiore. Coprono tutte le magagne. In alternativa, verdi.

Bau. Ottava corsia dei 400 stile libero. Speriamo non nuoti da cani.

Commentatore allegrone come detto. Gli strafalcioni in inglese sui nomi italiani ci stanno. Polleri, Scozzòli, Berlinchioni…ma perdiana se lo speaker spagnolo dice Scortechini e ripete Scortechini si dirà Scortechini: no, niente da fare.. Scortecini era e Scortecini è rimasta.

Scambio di battute fra due esperti via wattsap. Commento davanti allo streaming. “La Quadarella in ogni virata prende un metro. Si spinge zero” dice l‘esperto A.
Innominabile la definizione della virata data dall’esperto B.

Alcune prestazioni che non capisco. Miressi in ultima frazione di staffetta stile fa 47”1. In finale 48”5. La Castiglioni fa 1’07”9. In staffetta 1’06”1. O si lanciano benissimo o partono malissimo. Comunque li aspettiamo in Scozia, dove tra l’altro la birra non è malvagia.

Mai denigrare i nomi altrui. Vedi Khalafalla nei 50 stile. Ma che nome è? Bronzo nei 50 stile impallinando Dotto e Vergani. Mica devi chiamarti con un bel nome per vincere.

La Belmonte fa buon viso a cattivo gioco. Bastonata da Simona Quadarella nei 400 e negli 800 sorride e fa la piaciona. A Glasgow.

Cose serie. Si è vista la resurrezione di una 4×200 a 7’11”86 con nomi nuovi. Mancano 4-5 secondi per essere competitivi veramente. Birra ragazzi!


Cose serie 2: primato italiano della 4×100 mista femminile. Senza Bianchi e Pellegrini. Onore a chi c’è ma per me l’Italia vale 3’56”. Se si trova la ranista da 1’05” lanciato, con 59” a dorso e 56” a farfalla si può fare. Birra anche per le ragazze.

Cose serie 3: alcuni primati personali, che spero sia un preludio a un buon Europeo (soprattutto per chi ci va). Vedi Acerenza in ascesa nei 1500, un 400 discreto per Paltrinieri in 3’46” (nettamente primato, di due secondi), la Di Liddo che ci abitua a queste cose poi va alle manifestazioni e si sgonfia, Quadarella nei 400 (con virate da Esordiente B, dove inizia a nuotare ai 4 metri), una Pirovano a medaglia nei 200 misti.

Io faccio sempre il tifo per gli azzurri, ma ragazzi il 2020 è vicino e i tempi vanno fatti quando contano! Birra Tennent’s per tutti!