Mondiali lifesaving Interclub – 5/Scafati Day

di Mauro Romanenghi

mondiali salvamento Interclub 4

Oggi streaming con il contagocce ad Adelaide. Si vedono solo le batterie delle gare individuali: e poi tutto d’un fiato le gare sprint. Batterie, poi quarti, poi semifinali, poi finali. Senza pausa, femmine e maschi. Non è che quando salvi qualcuno si riposa. O corri, o corri.

Il tempo è mutevole. Le parole dei testimoni Crocodile presenti: “qui ti entra la sabbia in ogni orifizio”. Preferisco non avere l’ardire di commentare. Molti si lamentano delle condizioni, dodici ore in piedi. Servirebbe la mia seggiola da spiaggia, che tutti ben conoscono. Ma non c’è. E Ti voglio vedere portarla in Australia come bagaglio a mano in dodici ore di volo.

L’intervistatore si aggira per la spiaggia, durante la sosta delle gare. Intanto si sono svolte, a mia insaputa e senza filmati, le finali del frangente. E della staffetta Ocean. Naturalmente dominio assoluto degli australiani. Stranamente tra l’altro. Il personaggio, orfano al momento della sua accompagnatrice oramai da giorni, si avvicina a un tavolo di un bar dove una comitiva sta sorseggiando, all’alba delle 16, dei boccali di birra, e candidamente chiede cosa stiano bevendo. Ma per Diana e Toutatis, sei in Australia in spiaggia. Cosa vuoi che stiano bevendo, in boccali di birra, pieni di bevanda che sembra birra, in un pub sulla spiaggia di Glenelg?

Compaiono le gare sprint. Mi guardo la finale maschile. Il vincitore sfreccia come un missile e esce dalle cabine dopo lo stadio dello sprint: forse pensava che i signori al tavolo avessero già ordinato per lui per festeggiare. Nulla di fatto, rimandato nelle grinfie dell’intervistatore.

Torniamo in piscina: e qui contiamo del triplo titolo mondiale della Gym Sportmania Scafati. Doppietta di D’Angelo nel misto e trasporto, accompagnato da Cipriano al bronzo. E vittoria nella staffetta trasporto. Oggi è la giornata per lo Scafati, niente da dire.

Altre medaglie dalla piscina, Vivalda nel torpedo aspettando la gara a pinne, la staffetta della SAFA nella mista lifesaver. Insomma, molti podi. Senza dimenticare Giulia Calistri. Giulia, stranamente, non ha trovato pesci arcobaleno in spiaggia, non ha preso dentro picchetti, non ha inciampato nelle scale dell’impianto e porta a casa un bronzo nel misto e un argento e torpedo. Brava Giulia ma c’è ancora domani. Occhio mi raccomando.

Finiamo sulla spiaggia. Maranello si cimenta nella staffetta lungo percorso 2x1Km. Quarte le ragazze. E brave ragazze. Peccato che lo streaming, per queste gare, non sia previsto.

Il mio Crocodile Dundee è oramai sulla via del ritorno: ma mi spedisce un souvenir natalizio da Hong Kong: poi non dite che non siamo internazionali. La foto di copertina di oggi è tutta per lui.

Mondiali lifesaving Interclub – 4/World champions Youth dall’Emilia, rewards wonder!!!

di Mauro Romanenghi

mondiali salvamento Interclub 3b

Come gli opliti spartani, anche in Australia i giovani vengono svezzati con la prova della virilità. Una mattina molto ventosa tutti i ragazzi vengono portati con la guida di un anziano sulla spiaggia di Kauamata, che in lingua locale significa “Colei che sfida la grande onda con la tavola piatta” (senza nessuna allusione sessuale). Lì a ognuno viene fornita una tavola di vetroresina e dopo la benedizione della guida  tutti sono lanciati nelle onde del padre Oceano. Dopo innumerevoli sforzi, coloro che superano i marosi del frangente vengono a trovarsi a contatto con le boe colorate della board rescue, e toccandole sanno di aver superato la prova. Chi non supera il frangente, torna dalla guida che li sacrifica alla Dea del surf mantenendo così la tradizione.

E così gli australiani selezionano i loro talenti. Oggi il sacrificio è solo rituale, ma la tradizione rimane ed ecco perché all’età di 10 anni tutti gli australiani sanno stare in piedi su una tavola. Ed ecco perché sono i campioni del mondo di salvamento.

Si aggira per il campo di gara il solito intervistatore, oramai temuto da tutti che cercano di evitarlo. Tra l’altro comincia a fare caldo e lui gira con questa camicia improponibile alla Bob l’aggiustatutto. A un certo punto becca una tipa sudafricana, che gareggia per una squadra francese: sa solo lui come ha fatto a trovarla.

Tutta la giornata alla ricerca infruttuosa della squadra polacca: la missione dell’intervistatore fallisce miseramente e quindi lui e la sua amante (oramai è così) giudice speaker o quello che è salutano la Polonia dall’Australia. Non tutte le ciambelle riescono col buco.

Al mare dominio assoluto degli aussies. Sono Currumbin e Northcliffe che ovviamente la fanno da padroni. Ogni tanto sprazzi di Italia, ma pochi. Li cerco sullo streaming disperatamente, come nella finale di torpedo femmine dove dopo i soliti Northcliffe, Currumbin eccetera la IN Sport Rane Rosse combatte per il podio. Ci speravo ma niente da fare.

Le pubblicità sullo streaming sono eccezionali. Forse la FIN dovrebbe imparare dalla Lifesaving Australia. Corsi per tutte le età, per disabili, per bambini, per diventare bagnini e salvare vite. E una campagna per nuotare fra la boa gialla e la boa rossa. Non giocare con la tua vita. Nuota fra la boa gialla e la boa rossa. Se lo dici in Italia, quaranta interventi al giorno per spiaggia: da noi dovresti dire nuota fra il bagnasciuga e la nonna Adele che si bagna le ginocchia.

Andiamo in piscina. E qui l’Italia torna protagonista dove meno te lo aspetti. Noi che ci crediamo lo sappiamo: se una cosa viene allenata, qualcosa si ottiene. E così le giovani opliti di Maranello vincono il titolo mondiale per club di lancio della corda, con il nuovo primato italiano assoluto in 14”14. Grandi feste e grandi bevute di lambrusco a Milano, al ritorno dei vincenti. Fantuzzi Sfondrini il binomio vincitore della storica medaglia, la cui effigie verrà scolpita a Maranello di fianco a quella di Tazio Nuvolari e Giuseppe Farina.

Altre due medaglie dalla piscina, negli ostacoli: da Maranello nelle femmine e da Scafati nei maschi. Ma vincere il titolo mondiale non sarà semplice quest’anno, ci sono tanti avversari. Fra due giorni vedremo. Nel frattempo che la Dea del frangente vi protegga tutti.

Mondiali lifesaving Interclub – 2/Il trionfo degli Dei

di Mauro Romanenghi

mondiali salvamento Interclub 2 - Piper on Ice

mondiali salvamento Interclub 2 – Piper on Ice

Incipit.

C’era un tempo in cui il Nulla regnava. Il tempo prima degli Dei, il tempo in cui non c’era la terra, né piatta come il cervello di alcuni uomini moderni né sferica come la scienza ci dice che sia.

In quel tempo, dalle nebbie della montagna sacra, nacque Caligine. Da Caligine nacque Caos, da Caligine e Caos, in un rapporto che non stiamo a descrivere, nacquero Fumo, Freddo e Fastidio. Tutti costoro, sono qui, presenti, in questo giorno, al Mondiale Aussie!!!
Insieme alle Dee del trasporto manichino, che sono scese in terra fra i comuni mortali a dimostrare come un attrezzo arancione di 40 chili possa volare portato dai fili invisibili della divinità. Come la Parche, tessono la trama di una combinazione di forza e velocità.
Da sole, contro il Destino, verso un’aura giallonera che interrompe il circuito del destino. O anche quello della corrente che ferma il tempo a 1’17”63, nuovo record del mondo della staffetta manichino femminile.

In un giorno in cui non ho visto che il filmato della staffetta per almeno tre volte, in cui mi chiedo come una donna possa portare il manichino da ferma in 18 secondi, il mio amico e mentore ilFogliani lascia la sede dei mondiali non prima di aver tentato di far assiderare la moglie, di passare per stalker fotografando anziane signore in carrozzella e forgiando commenti salaci su giudici dal fisico tutt’altro che marmoreo, più giunonico che venereo, intenti a sostenere i pali della gara di surfski.

Gare non ne ho viste, come detto, ma il clima sì. E se in mare non è certo una festa, lo è in piscina. E qui un po’ di cronaca va fatta. Intanto l’intervista per questo record del mondo. Peggio del peggio: nessuna delle quattro vuole parlare. Vabbè. E una è pure inglese… si sa le divinità non si abbassano a parlare con i semplici speakers.

Otto successi su nove gare, insomma non si può non parlare di dominio IN Sport Rane Rosse nel mondiale per club in piscina. Con Zara Williams e Justine Weyders che baciate dai Lari del misto e del torpedo sfiorano i record di specialità. Anvedi.

Ippolito. Francesco Ippolito. E ce lo aveva pure detto Antonello Cano. Qualcuno di forte che non abbiamo portato ma se lo sarebbe meritato. Qui vince il misto davanti a Davis e Wieck. Il secondo e il primo dei mondiali per nazioni. Se non è una Dea vittoria questa, non so cosa altro.

L’armata IN Sport è internazionale, si sa che i team sono eterogenei, ma che un team australiano ingaggiasse un europeo non si era mai visto. E’ toccato a Margot Fabre, straniera del Northcliffe.

Lani Pallister continua a stupire, e stabilisce il nuovo record del mondo di percorso misto Youth in 1’10”21. Mica pizza e fichi.

In cinque delle nove gare odierne si è realizzato un tempo inferiore di quello necessario per vincere i mondiali per nazioni, e in tre gare erano gli stessi vincitori. Sempre per dire che non è una manifestazione così tanto per fare.

Torno sulla spiaggia: intervistatore a una congelata atleta vincitrice di una batteria del frangente: ”Vorresti vincere i Mondiali?” Risposta congelatissima: “YES”.

Prima di abbandonare la triste città di Adelaide, che lui mi dice essere vuota che più vuota non si può, il mio Crocodile Dundee afferma che le gare non sono ad Adelaide. ma a Oakland. E che raggiungere la spiaggia di Glenelg che è il buco del culo della città non è proprio semplicissimo. I trasporti sembrano come in Italia. Tanti ma tanto inaffidabili.

La foto del giorno la vince però la ragazza, tale Piper, vestita da non ho capito bene cosa in spiaggia per stare al caldo. A piedi nudi. Bravissima. E quindi, anche loro hanno freddo. Ma vanno avanti imperterriti. Non si ferma nulla qui.

Mi sono messo a guardare la canoa Youth. Ha vinto il campione del mondo per nazionali Mitch Coombes. Beh direte voi che sforzo. Col cavolo, in venti secondi sono arrivati tutti e sedici. E i primi tre in un secondo.

Swimming in the pack è la definizione della speaker per il frangente. In mezzo al pack gli italiani, finalmente: Maddalena Daraio, della SAFA, Faccinti della SAFA e Lei del Maranello. E diciamolo allora.

Vi lascio con l’immagine finale. Vento freddo, mare gelato: e dentro, nel bagnasciuga, una bimba di tre anni che sguazza e gioca con la sabbia. Trova le differenze.

Mondiali lifesaving interclub – 1/Torna la glaciazione

di Mauro Romanenghi

mondiali salvamento 6 - IlFogliani agli Interclub

mondiali salvamento 6 – IlFogliani agli Interclub

Lo so vi aspettate un report al giorno, ma non ce la posso fare. Tra l’altro la scelta, che mi aspettavo, per gli Interclub è di fare lo streaming delle gare in mare. Che per gli Youth è come fare lo streaming del campionato nazionale. Ci saranno forse una trentina di club, quando andai a Montpellier me ne ricordo molti, molti di più, forse una cinquantina, da tutto il mondo. Qui di sicuro c’è qualcosa dal Canada, qualche club anglosassone, tedesco e tre italiani: Scafati, Maranello e SAFA (con due team). Ma le finali sono un monologo australiano.

La prima giornata poi rivede il maltempo protagonista. Maranello mi dice che rinuncia alla staffetta torpedo non tanto per le condizioni del mare, dato che la batteria l’hanno fatta, ma perché fa veramente freddo: è una questione di sopravvivenza. E questi vanno agili in costume come se niente fosse. Intendiamoci, la vincitrice di canoa Youth degli Interclub sembra una di quelle che serve la birra all’Oktoberfest. Vedete voi se teme un po’ di acqua fredda.

Un mio amico invece mi manda la foto da Uluṟu (Ayers Rock, per noialtri), la montagna sacra. Lì c’è un sole spettacolare invece.

Sprazzi di Italia si vedono: SAFA Youth in finale B a torpedo maschi.

Ieri invece nella SERC (su cui non mi addentro in modo particolare) sesto posto negli Youth di Maranello. Insomma quando ci si applica…

Lo speaker nonché intervistatore (sempre il solito con la solita giudice) passa circa dieci minuti a spiegare come si fa il cambio della staffetta sprint. Lodevole intento spiegare agli australiani e agli appassionati di salvamento (gli unici secondo me che guardano questi streaming) le regole di questo sport. Un po’ come spiegare agli appassionati di poker come si fa un full.

Ho girellato un po’ per vedere le gare. Alla fine mi guardo le staffette sprint, semifinali e finali A e B. Io gli Open li ho visti per nazioni, e qui vedo gli Youth. L’impressione che mi sono fatto è che è una staffetta dove vince chi fa cadere meno il testimone: penso che almeno metà delle squadre lo abbia lasciato sulla sabbia almeno una volta.

Dalla piscina solo notizie, e ho visto un video che mi è arrivato. Intanto Lani Pallister furoreggia anche in vasca, sfiorando il limite mondiale youth della Gillet nei 200 ostacoli, E poi vince anche il lancio della corda: negli Open, beninteso!

Medaglie italiane (d’argento) dalla IN Sport Rane Rosse, che ovviamente seguo con passione. Due argenti nelle staffette ostacoli, con il solito team superfarcito. Ma nel salvamento è così: pure la Fabre si è australianizzata!!!

Devo dare i risultati? Manoooo! Ma sì ve li do. Kent vince ostacoli. Le polacche la staffetta (vabbè che sforzo sarà la nazionale polacca). Fine. Comunque c’è sempre il link ai risultati. Fighissimo. Manca solo la classifica: in questo caso, fondamentale. Vabbè.

Reduce dal matriaggio, con moglie al seguito raggiunge la location anche il nostro Fogliani, subito accreditato. Beh Vapori e Acquastampata sono gli unici della stampa italiana accreditati. Dite poco??? Mi dicono sua moglie sia felicissima di questa iniziativa.

Un po’ di più i team presenti agli Open: tre team italiani (oltre a IN Sport Maranello e Modena), anche qualche squadra francese, spagnola, una di Singapore e pure una giapponese. Interclub rules…forza ragazzi!