Glasgow2018 – Europei Day6: Spigolature varie e un mea culpa.

di Mauro Romanenghi

Stadio Celtic Football Club 1888 - Glasgow Laura Vergani

Stadio Celtic Football Club 1888 – Glasgow Laura Vergani

Oggi mi sento in forma come Sacchi e la Caporale. Quindi do il mio contributo alle critiche generali.

Dalle intervista di mia moglie (che potrete sentire nei Podcast dei prossimi giorni) scopro che agli scozzesi piace di più il vino, soprattutto il barolo. Scozzesi sempre più in alto nella classifica.

Non chiamateli inglesi ma londinesi. Come si chiameranno quelli di Manchester?

Vado sui siti di nuoto specializzati. Ed ecco la storia della Zoffa. Un po’ come la storia del film Pretty Princess. Solo che qua non diventa regina ma nuotatrice. E c’è da faticare un po’ di più, non basta salutare con la manina. Anche se sei contessa. Le spalle larghe le ha, la voglia di sicuro. A noi le lacrime non piacciono, preferiamo il duro lavoro, quello che predica il suo coach. E i risultati si vedono, anche se l’apnea continua a mancare. Ma se a Peaty manca la fase subacquea, perchè alla Zoffa no? Forse hanno pensato questo (con i dovuti distinguo). Ora manca solo la nonnina della Zoffa (che non penso sia Julie Andrews).

Non di solo nuoto vive l’uomo. E anche la donna. Così mia moglie ieri si avventurava al velodromo per vedere il keirin. E poi allo stadio per comprare i biglietti della Champions per il Celtic. Perchè non il Ranger, non so. (“Perché i premilimari di Champions prevedevano Celtic – AEK Athens“)

Dopo la vittoria di Peaty, si è scatenata una bagarre con dei conoscenti sulla sua gambata. Io non mi sono avventurato più di tanto, ho solo detto che secondo me va più di braccia. E che l’apnea è migliorata ma continua a non essere il suo punto di forza. Di sicuro una gara a gambe rana con Peaty non la farei (neanche a braccia).

Inizia il nuoto di fondo. Muta obbligatoria per i ragazzi. Non ci sono notizie di esseri preistorici nel lago quindi tutto dovrebbe filare liscio. Certo nuotare in queste acque da una certa inquietudine. Ma la Bruni non si fa spaventare e arriva al bronzo.


Mi domando perché dal pontone delle gare di fondo qualcuno si butta di testa e qualcuno di piedi. Rimarrò con questo dubbio.

Nei duelli fratricidi della mattina, un evento più unico che raro. Le due decime classificate dei 50 farfalla sono le svedesi Hansson e Junevik. Che spareggiano per essere la seconda svedese. A mia memoria, la prima volta che capita.

Questi campionati europei multisport sono veramente molto compressi. Un vero allenamento per un regista che deve passare da una parte all’altra con maestria. Vorrei però fare presente ai commentatori che quando vanno live sui canali internazionali, si sente tutto quello che dicono anche fuorionda. Così, giusto per avvisarli…

La Caporale insiste con i Bip sulle parolacce dei ragazzi. Ma è inutile, oramai cazzo è sdoganato…ops!

Mi avvertiva un ragazzo che la nuotata di Paltrinieri è molto cambiata rispetto allo scorso anno. Oggi ribadisce che si vedeva chiaramente fino a metà gara. Sentiamo cosa ne pensa Sacchi.

Dalla regia mi dicono che la Zofkova ha asfaltato la Hosszu. La quale si sa è un po’ a mezzo servizio, quindi incassa, prende e via pedalare. Ricordiamo invece quando qualcosa non va quello che dicono le nostre atlete, tipo:
Oggi è mattina
Oggi è sera
E’ il settimo giorno” (manco fossero il creatore).
Non mi sento come ieri
Non mi sento come oggi

Mattina che si conclude così…con un 30”30 della Castiglioni che non sembra neanche felice. Del record italiano.

Qualcuno può avvertire il regista di ogni gara internazionale di nuoto che la partenza la devi fare vedere tutta da fuori? Poi dopo fai tutti i replay che vuoi: da sopra, sotto, dietro. altrimenti non si capisce nulla di come uno entra in acqua e dove esce dall’apnea. Mandategli un commentatore tecnico.

Mecasacchi: si chiama Freya Anderson. Freya, non Frida. La nuova emergenza pronuncia della velocità europea.

La Sioestrom continua a mostrare la sua debolezza nelle finali dei 100 spalla a spalla. E la Blume secondo me oggi si mangia il rossetto.

Arrivo perfetto, calcolato a tre bracciate dalla fine. Trent’anni, e stavolta si sentono tutti: la voce dell’esperienza. Fabio Scozzoli.

Con un nome così, una nuotata così, attenzione all’uragano ungherese domani nei 200 dorso. Katalin Burian. Un robot del dorso.

Ho letto sui siti specializzati tanti elogi a tante apnee. Ma quella di Rylov, signori, spazza ogni avversario.

Vediamo se i siti specializzati si accorgono che Proud ha fatto il WR in tessuto (“naturalmente, la notizia è stata fatta circolare!“. Mentre il velocista tascabile Vergani ci fa sognare (i Vergani non sono in generale molto alti, per mia esperienza. “Cosa vorresti dire?!?).

Restivo come Spitz: i baffetti sono utili per le apnee, lo sanno tutti. Quindi ecco il segreto. Spitz lo sapeva già nel 1972. Matteo: ebbene sì avevi ragione, si può fare. Noi lo sappiamo.

Ilaria Kusinato. Da adesso la chiameremo così. K come Katinka, K come Kusinato. E facciamole crescere ‘ste unghie gialle, perdiana.

Cinque volte campione. Lo voleva e lo ha fatto. Perdonami mia Iron Lady per avere dubitato di te. Non lo farò più, lo giuro. 

 

Glasgow2018 – Europei Day5: Surprise!

di Mauro Romanenghi

Iron Lady vs Cusinato - Glasgow2018 Laura Vergani

Iron Lady vs Cusinato – Glasgow2018 Laura Vergani

Prosegue la scoperta dei Millennials. Ieri Sacchi elogiava la Anderson (tra l’altro è alta come Peaty, e come Giorgina Davies… basta vedere la foto della premiazione della mista mista inglese: quattro pertiche.. ecco perché l’unità di misura della lunghezza si chiama così..). Campionessa europea Junior, stampa questa frazioncina da 52”68. Onestamente, direi non male.

Continua la querelle al mattino dei Mecasacchi sul record del mondo di Govorov nei 50 farfalla. Onestamente, più di 5 euro non ce li avrei messi pomeriggio. Ma si sa, non sono mai stato molto affidabile. Alla fine Govorov non lo fa il record, ma ammette candidamente che lui i record li fa solo a Roma.

Giornata di sorprese che inizia in una delle solite sfide fratricide. La collana di ghiaccio si frantuma al quinto giorno. Intendiamoci non è che faccia schifo, è il terzo tempo. Peccato che i primi due siano russi. Si ferma quindi 3-1 in attesa dei 100 farfalla e della mista il duello Millennials al momento.

La seconda sorpresa è il mancato schieramento della 4×200 stile donne italiana (ci chiedono i giornalisti di altre nazioni, come mai: ma tra l’altro e soprattutto, con chi?). Credo non accadesse dal 1930. Ma un segnale va dato, ogni tanto. Onore al coraggio.

Quadarella mette a segno come previsto la doppietta. Ora i 400 la vedo molto molto dura. Ma è anche vero che nessuna, ad oggi, può dirsi favorita. Non ci metterei cinquecento euro, ma cinque sì.

Continua l’ascesa della Kesely. Secondo podio per lei nei 1500 dopo gli 800. Il passaggio dagli Junior senza timori.

Grande sorpresa. Dorso. Il primo bronzo europeo senza apnea, definizione non mia ma che rilancio. E aggiungo, record italiano. Aggiungiamo il titolo di contessa, la storia difficile, il padre ritrovato, un allenatore che la rilancia a 25 anni. Insomma, Carlotta Zofkova.

La Caporale vince facile con la Zoffa nel suscitare la lacrima. Non serve neanche raccontare la storia, ci pensa Carlotta.

Pernille Blume, una delle favorite dei cento, ci sorprende tentando il record dei 50 nel passaggio. Tentativo non apprezzato da Sacchi, che la stronca nel suo solito stile british. Federica Pellegrini ringrazia e porta a casa la qualifica per la finale.

Cusinato si aggrappa alle caviglie della Hosszu e strappa il record italiano in semifinale, un po’ a sorpresa. Domani si va in caccia, fuori le unghie gialle!

Ultima sorpresa di giornata è doppia e britannica. Duncan Scott, gregario di lusso, esce dalla 8 e vince il titolo dei 200 stile.  E già che ci siamo, vinciamo anche la 4×200. Ci pensa di nuovo Freya Anderson che oramai ci ha preso gusto e schierata in ultima frazione saluta tutte e se ne va ai 750. Oramai diventerà l’idolo di Sacchi. Sacchi che non è felice dei tempi visti nella 4×200: ma dal podio si esce in 8’53” (Francia, quarta)! Per una nazione che non schiera la staffetta, per una volta meglio guardare in silenzio.

Glagow2018 – Europei Day4: The (millennial) moment

di Redazione Podcast

#THEMOMENT Glasgow2018 - Laura Vergani

#THEMOMENT Glasgow2018 – Laura Vergani

The moment è lo slogan dei Campionati. Il momento del ricambio, il momento della nuova generazione, ma anche il momento da cogliere, l’occasione propizia che fa l’uomo ladro: per farlo, devi essere al momento giusto nel posto giusto. Carpe diem!

La giusta sintesi di tutto ciò ieri è stato Federico Burdisso. Anno 2001, ammesso alla finale che neanche doveva fare, spara un primo 100 dove tenta di seguire Milak (nel limite del possibile). E agguanta un podio insperabile e inspiegabile. Un podio millennial.

Milak non ci sta e replica a Kolesnikov nella sfida fra i 2000. Contando le staffette siamo 2 a 1 per il russo. Ma la collana dagli occhi di ghiacco ribadisce nei 100 dorso e passa 3 a 1. Cogli l’attimo.

Miressi: il momento giusto. Si vede dal mattino delle batterie, si vede dalle semifinali. Per la cronaca, ho azzeccato il tempo della finale. Ma la pizza è persa, il 48”21 della semi mi ha fregato!

Quando quattro persone, i cui personali non arrivano a 7’11”, si trovano affiancati ai campioni olimpici, allora può accadere di tutto. Anche che si faccia 7’07”. Perché nella staffetta non è la somma che fa il totale, ma bisogna farlo al momento giusto. E ieri è toccato a Proietti, Ciampi, Megli e Zuin.

Il triste Codia è un po’ come il tenero Giacomo della Settimana Enigmistica. Come volergli male. Animo (cit. Mecasacchi)!

Govorov intoccabile da tutti, anche dalla Caporale. Restando in tema di scommesse, Sacchi si gioca che non fa il record del mondo.

E’ ufficiale che la Efimova ha una scimmia invisibile sulla spalla destra che la inclina. E’ altresì ufficiale che se passa nei 100 sotto i 32” non riesce a tornare in 33”. Son problemi, eh.

Continua la forma stratosferica di Sacchi che massacra Shane Tosup e visto che si trova lì distrugge la mista mista, la staffetta ammessa nel programma olimpico. In finale di mattinata, stronca anche le velleità di medaglia della mista mista italiana (forse non pensa che quella sia la formazione migliore…)

Passiamo alle gare.

Polieri necessita di convergenza, oppure che qualcuno le tolga la scimmia della Efimova dalla spalla. Unica nota positiva, il rinvio del momento dell’esecuzione del ballo pem pem. Tutto lo stadio sta tremando.

Ceccon tenta di cogliere l’occasione pure lui da buon millennial. Gli riesce (solo) il record di categoria. Piutost che nient, mej piutost.

Lo specialista in resurrezioni, Matteo Giunta, ha riportato Sabbioni quasi al podio europeo, la Zofkova sotto il minuto a dorso e Pizzini al bronzo europeo. Chapeau a lui e ai ragazzi!

A proposito di Pizzini, bronzo in una gara spettacolare con record europeo. Virate perfette, tattica perfetta, arrivo perfetto: al momento giusto.

Si rivede con piacere la Potec, premiare col pancione prima della finale dei 200 stile donne.
Con la Bonnet che la fa da padrona. Ancora una volta la Heemskerk conferma la sua fama di essere al posto giusto nel momento sbagliato.

Boggie Kapas sempre splendente. Mi tolgono gli 800? E io mi prendo i 200 farfalla. E brava Boggie! Io me l’ero appuntata sul foglio, giusto per non sbagliare. L’’ungherese giusta al momento giusto.

Jeremy Desplanches, 10 anni dopo Rigamonti, conquista un titolo per la Svizzera in un 200 misti senza padroni. Insomma, ancora una volta, lo svizzero giusto al momento giusto.

La staffetta mista mista italiana ringrazia sentitamente Kamminga per il peggioramento di 1”8 dal mattino nella staffetta olandese. L’olandese giusto al momento giusto.

FuoriOnda 22 – EC2018 a Glasgow con Elena Di Liddo

di Redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani in trasferta nella terra dei kilt. La conduttrice è coadiuvata abilmente da Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse (così dice lui), Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro e in redazione come sempre Marco Agosti.

Ospite di oggi Elena Di Liddo, bronzo europeo e tante altre cose..

Prosegue la trasferta di Laura Vergani ai Campionati Europei.
La Stagione. Questo è il 2018 per Elena. Un anno in discesa, ma una carriera in salita. Un anno e una carriera che ci dipinge in questa intervista, dove ci racconta e si racconta: il nuoto, la scuola, il movimento natatorio pugliese.
Tutto questo solo nello speciale di Glasgow di Fuorionda, l’unico podcast con il gonnellino!

Montaggio a cura di Edoardo Macrì di Lifesavinginitaly.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 5 agosto 2018 presso il Tollcross International Swimming Centre di Glasgow.
Credit foto: Laura Vergani

Glasgow2018 – Europei Day3: Scommettiamo che?

di Mauro Romanenghi

Scommesse in casa GBR - Glasgow 2018 Laura Vergani

Scommesse in casa GBR – Glasgow 2018 Laura Vergani

Scozia, patria del whisky, della birra, di Connor McLoud. Siamo nelle Highlands… e qui si fanno scommesse su qualsiasi cosa, come in tutta la Gran Bretagna.

Ieri quindi mi son fatto prendere dall’euforia e mi sono giocato la pizza sulla tripla di Miressi. La sfida era indovinare il tempo di batteria, semifinale e finale. Mi sono arenato in semifinale.

La cosa non si è risolta lì. Mi hanno chiesto pronostici su 800 stile donne e 50 stile uomini, sul tempo della Pellegrini in frazione, sulla vittoria dei 100 dorso uomini, dei 1500 uomini. Al momento sono fermo a 2 vittorie e 3 sconfitte. La pizza è andata, oramai. Ho dato anche Milak al record del mondo dei 200 farfalla. Quanto ho scommesso? Segreto, of course. Chiedetelo a Nessie, il mostro di Lochness.

Allora andiamo di scommesse. Grande risalto per la vittoria della Quadarella negli 800. E tutti i siti adesso si accorgono che è la favorita dei 1500. Già. Ci sono anche i 400. Scommettiamo una tripla?

Ieri sera mi sono dedicato alla cucina. Fiori di zucca in pastella fritti nello strutto, friggitelli scottati, insalata novella con cuori di bue. Sono curioso di sapere la dieta di mia moglie, Tennent’s a parte. (“E’ un segreto“).

A proposito di mia moglie, ieri in giro mi è capitato di parcheggiare dietro una Lamborghini, e ho subito spedito una foto. Naturalmente alla sera mi ha risposto, dicendo che lei usciva con la Lotus parcheggiata fuori dall’impianto. Scommettiamo che ci è riuscita? (“Of course“)

Quando si dice il caso. Mi arriva una foto da mia moglie, ed è un’atleta della mia squadra seduta in tribuna. Una foto così non la davo neanche uno a duecento. Subito l’ho spedita suscitando lo stupore dell’interessata. Noi possiamo fare tutto, siamo la Redazione Podcast.

Oggi Sacchi in forma olimpica sfida la Caporale dalle lacrime facili. Prima stronca Lochte, reo della infusione con vitamine (sic!), poi stronca la prestazione di Pirozzi nei 200 stile e di Turrini nei 200 misti (un po’ come sparare sulla Croce Rossa), poi cerca in tutti i modi di bloccare il ballo pem pem, infine dileggia la rasatura degli azzurri debuttanti. In effetti, la sua mise è ineguagliabile, stile tenente Kojak: scommetto che nessuna matricola può tenergli… testa!

Mi dicono che il battimani dell’inno italiano è insuperabile. Sfido chiunque a fare il battimani, sull’inno tedesco.

Difficoltà con i tempi: problemi di settaggio dello starter aumentano di dieci centesimi alcuni tempi della giornata di sabato. Tra cui il mondiale di Peaty e il record della Quadarella. Che restano record. Se mi rompono ancora per i problemi di piastre ai regionali, gli spezzo i bracci.

Passiamo alle gare.

Titolo del film di oggi: mattina fratricida due, il ritorno.
Nei 200 misti si scannano gli inglesi, ai primi tre posti. Nei 200 farfalla addirittura tre nazioni. Ungheria, Italia, Gran Bretagna. Alla fine praticamente bastava iscriversi per entrare in semifinale. Nei 100 dorso tocca ai russi e ai britannici, mentre i tre russi si scatenano nei 200 rana, dove Khomenko esce con 2’09”.

Ceccon al mattino: “punto tutto in questi 100 dorso, forse ho rallentato un po’ troppo”. Bravo.

Paltrinieri un signore anche con la gastroenterite. Di fronte al quarto e quinto tempo di sempre, chapeau e sotto a lavorare per rimettere a posto le cose. Intanto perdo la scommessa, ma non per colpa di Romanchuk.

Miressi. Dalla Caporale, non sembra vedere l’ora di andare via. Fatti, non pugnette, come direbbero a Zelig. Duecentodue centimetri di convinzione.

Non c’è due senza tre e il quattro vien da sè. Scommettiamo? Quindi con la medaglia della Castiglioni nei 100 rana, dovrebbe arrivare la quarta di giornata. E difatti. Burdisso. Da non crederci.

Scommettiamo che Milak fa il record del mondo? Per 150 metri ci ho creduto. Poi forse un passaggio a 52”7 si paga. In effetti. Però dai forse la prossima volta… alla fine è un millennials!

Al mattino ho scommesso Italia quarta, a meno di grandi miglioramenti dei frazionisti. La vendetta dei crapapelata, mi suggeriscono. Megli 1’45”44 miglior frazionista della finale. Bronzo. Non sono mai stato così felice di aver sbagliato. Scommettiamo?

FuoriOnda 21 – EC2018 con i genitori Castiglioni!

di Redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani in trasferta nella terra dei kilt. La conduttrice è coadiuvata abilmente da Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse (così dice lui), Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro e in redazione come sempre Marco Agosti.

Ospiti di oggi i genitori della ranista della nazionale Arianna Castiglioni, Silvia e Andrea!

Prosegue la trasferta di Laura Vergani ai Campionati Europei. Oggi in mezzo agli ovini e ai prati (siamo sempre in Scozia) parliamo con i genitori di Casti, al secolo Arianna Castiglioni. La madre ci spiega come si vive la gara in tribuna, come si vive la gara a casa, qual’è il ruolo dei genitori, come si concilia scuola e sport. Il padre è d’accordo con la madre e le pecore anche, come potrete sentire.
Tutto questo solo nello speciale di Glasgow di Fuorionda, l’unico podcast con il gonnellino!

Montaggio a cura di Edoardo Macrì di Lifesavinginitaly.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.com

Puntata registrata il 4 agosto 2018 presso il Tollcross international Swimming Centre di Glasgow
Credit foto: Laura Vergani

Glasgow2018 – Europei Day2: Siamo in Scozia

di Mauro Romanenghi

AdamPeaty e il WR! Glasgow2018 Laura Vergani

AdamPeaty e il WR! Glasgow2018 Laura Vergani

Siamo in Scozia. Si vede da molti particolari. La pioggia fine, la birra che scorre a fiumi ovunque. La presenza di negozi di kilt (dove altro potreste trovarli?), le ragazze con la treccia e i capelli rossi. Tutti stereotipi che trovate in Scozia insieme agli hotel vecchi e ai fantasmi.

Alle premiazioni, ragazze in perfetta tenuta scottish tipo studentesse di college. Tipico fisico scozzese, quindi scordiamoci ragazze esili e alte. In compenso uomini in kilt elegante anche di una certa età, appena giunti dal pub. Siamo in Scozia, dopotutto.

Assistevo alla premiazione del nuoto sincronizzato, e alla fine ho capito cosa mancava: il podio. Insomma, o nel nuoto o nel sincro. Siamo in Scozia, alla fine.

Ieri ho un po’ tralasciato di parlare di alcuni ragazzi. Tipo Ceccon, che centra una semifinale nei 50 dorso a 17 anni. O Pinzuti, zero timore reverenziale e al personale nella semifinale dei 100 rana. Portato quasi per caso, arriva al dodicesimo posto in Europa. Crescete bene e ripasseremo.

Oro perso o argento guadagnato? Atroce dilemma. La Cusinato ha perso l’oro nella frazione rana, dove non è stata così incisiva come a Roma, prendendo quasi un secondo. Ma per vincere occorreva il record italiano. Forse era solo il giorno della Lesaffre.
La staffetta paga un Dotto non entusiasmante negli ultimi 15 metri e la mancanza di frazionisti a 47”. Miressi a parte, of course (siamo in Scozia).

Dai 100 della mattina si evince che Vendrame non c’è. A parte l’incidente di Zazzeri, mai nella staffetta veloce riusciamo a beccare i quattro atleti in forma nella singola manifestazione.

Titolo del film: mattina fratricida. Nei 100 stile Morozov viene estirpato dalla semifinale come terzo russo, con 48”75. A questo punto penso che essere arrivati a solo 7 decimi da loro in staffetta sia stato un vero miracolo.

Nei 200 farfalla, quattro ungheresi al via. Vittima eccellente Cseh. Stavolta i siti specializzati non potranno esaltarne le qualità della testa rasata. Onore a Cseh ma Kenderesi e Milak un’altra pasta. Gli ungheresi al primi cinque posti dei 200 farfalla. Facciamoci delle domande.

Secondo titolo di oggi: la notte dei morti viventi. Protagonisti Dotto, Zazzeri e la Pirozzi che si aggiravano spettrali nei corridoi in preda a dolori intestinali sconosciuti e rimanendo l’ombra di se stessi al mattino.

Medaglia europea triangolare. Che come tutti voi sapete ha l’area più piccola del cerchio, essendo inscrivibile in esso (e qui mi beccherò del saccente da mia moglie .. “infatti” N.d.Moglie). Inutile che vi dica che si risparmia metallo. Dove, se non in Scozia?

Ma parliamo di nuoto!

Siamo in vena pronostici al mattino. Io dico Quadarella senza problemi. Non so che gara abbiano visto gli altri, ma non c’è stata storia dai 400 metri. Dietro, la Kesely, una nostra vecchia conoscenza.

Peaty non sembra in grande forma a questi Campionati, dicono. Per fortuna. La sua allenatrice mi dicono che cerca ancora i Calippos ma qui in Scozia non ci sono.

Coraggioso Scozzoli, il miglior partente del mondo. Ma non basta. Trent’anni si sentono, ma noi ti vogliamo bene, Fabio.

La Caporale si impegna e trova nel duo Scalia-Zofkova la via del pianto che si era smarrita da tempo. La Scalia parla a bocca chiusa: non so come facciano a uscire le parole dalla sua bocca. Sembra un robot senza emozioni. Dovrebbe piangere lei e invece la precede la Zofkova. Come in gara. E al RI.

Parlando di tecnica, è ufficiale che la Zofkova, che sarà 1 metro e 85, paga un metro e mezzo da tutte in partenza. Non posso che censurare il commento.

Intervista con Di Liddo, che finalmente riesce quasi a sorridere per la prima volta in vita sua (e ti credo!). Dietro c’è la Bianchi, ignorata perché arriva Peaty. Ubi maior…

La Caporale in forma olimpica: anche la Di Liddo parte in un pianto dirotto dopo la premiazione. Sarà galvanizzata dal premio per le 10 edizioni degli Europei seguite come giornalista?

La collana dagli occhi di ghiaccio. Nuovo record mondiale dei 50 dorso. Il suo nome è Kolesnikov, Kliment Kolesnikov.

Intervista alla Caporale. Far piangere Kolesnikov è ovviamente impossibile, ma anche evitare di ridere. La sua voce è un misto fra Paperino e Qui Quo Qua. Forse sono i tre nipotini nascosti sotto la tuta del russo.

Sioestrom e l’importanza di essere più lunghe! E la Blume sorridente incassa. Aspettiamo i 100 metri.

Debutto 4×200 stile mista: mi chiedono l’ennesimo pronostico e dico Ungheria. Intanto diciamo che la gara è veramente un doppione inutile così come la 4×100 stile mista e solo un modo per far fare tanti più ori agli USA che non credo ne abbiano bisogno.

A domani. Un piccolo saluto. Siamo in Scozia.

FuoriOnda 20 – EC2018 il dietro le quinte con .. Giorgio Scala

di Redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani in trasferta nella terra dei kilt. La conduttrice è coadiuvata abilmente da Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse (così dice lui), Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro e in redazione come sempre Marco Agosti.

Ospite Giorgio Scala, fondatore e fotografo di DeepBlueMedia, fotografo e membro del comitato organizzatore della LEN .

Oggi la nostra conduttrice è in trasferta: per questa settimana seguirà i Campionati Europei e soprattutto i dietro le quinte della manifestazione. Iniziamo quindi con Giorgio Scala, fotografo di Deepblumedia e cane da pastore della LEN. Con lui sveliamo l’organizzazione della manifestazione, la programmazione, le questioni da risolvere e tutto quello che si nasconde dietro un grande evento. Insomma la polvere sotto il tappeto.
Tutto questo solo nello speciale di Glasgow di Fuorionda, l’unico podcast con il gonnellino!

Montaggio a cura di Edoardo Macrì di Lifesavinginitaly.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 3 agosto 2018 presso il Toolcross International Swimming Centre .

credit foto: Laura Vergani

Glasgow2018 – Europei Day1: Giochi senza frontiere?

di Mauro Romanenghi

Annaffiatura_Glasgow2018-day1_LauraVergani

Annaffiatura_Glasgow2018-day1_LauraVergani

Eh sì, si comincia! Dieci giorni di Campionati europei, che non sono i Giochi Europei (che gran confusione!).

Cinque discipline nobili, le più nobili delle Olimpiadi, si consorziano per offrirci un po’ di spettacolo. Io le ho sempre seguite un po’ tutte, fin da bambino. Tranne la ginnastica, che come sapete è uno sport coi voti e io gli sport coi voti, con tutto il rispetto che ho per gli atleti che le praticano, proprio non ce la faccio!

A questi Europei io non ci sono. Ma la mia famiglia, la famiglia di Acquastampata, sì.
Mia moglie è lì. Mi dice che sul suolo scozzese (per carità, non chiamateli britannici!!), si sente a casa.. la gentilezza la succhiano con il latte. Ammesso che gli scozzesi bevano mai latte, avendo a disposizione birre e whisky di qualità superiori a qualsiasi media!!
Mia moglie mi manda foto di negozi di kilt (che non metterò) e abiti da sposa (segnali che non capisco). Naturalmente il tutto avvolti nel clima da mostro di Lochness: non so se mi spiego.

In mancanza del nuoto, guardavo le qualifiche dell’inseguimento a squadre del ciclismo. Pancani e Martinello sono i MecaSacchi del pedale. Li seguo al Tour e al Giro, ma qui stanno dando il meglio di sé.

C’è da dire che nelle gare di ciclismo bisogna passare ore e ore dove non succede mai nulla. Poi ore di trasferimenti… insomma, c’è grande affiatamento fra i due. Martinello ogni tanto si dà all’amarcord ricordando la sua vittoria del 1985 in questa gara ma anche varie sconfitte… insomma ogni tanto si perdono. Parte il quartetto lituano, e Pancaldi lo da con grosso distacco dalle compagini precedenti. Arrivo del quartetto: primi di quattro secondi.

Martinello esalta il grande tempo dei britannici a Rio 2016 come record mondiale sui 4 Km. Salvo, dopo mezz’ora di elogi, affermare che il tempo dei britannici è stato battuto a marzo di quest’anno dall’Australia ai Giochi del Commonwealth. Non tutti hanno il nostro Marco Agosti: ci vorrebbe CIC (Ciclismoincifre!)

Abbandoniamo il ciclismo, e torniamo al nuoto. Come sempre la RAI tempista. La Di Liddo va in gara in batteria nei 100 farfalla. Cosa di meglio se non ritrasmettere le fondamentali dichiarazioni della Raco registrate poco prima?

Piscina che mi descrivono così dalla regia muliebre (tralascio il capitolo WiFi):

“Avete presenti gli stadi inglesi, dove sembra di stare in campo con l’allenatore? Ecco, lo stile è lo stesso. Piscina piccola e raccolta, si vedono benissimo anche tutte le subacquee, è la felicità di ogni allenatore di nuoto, gli amanti dei particolari…Mio marito potrebbe finalmente valutare le subacquee di Adam Peaty in tutto il loro splendore .. per venire incontro alle esigenze di tutti, è stato messo perfino un volontario (molto giovane…) che con l’annaffiatoio riempie le vaschette che gli atleti usano per bagnarsi prima della gara.. vuoi mai che si inginocchino sul bordo vasca!?! Chiaramente nella pausa pranzo la piscina viene ripulita di tutto punto.. li assumerei a casa, i ragazzi che si occupano del ripristino (ci sono già io, N.d.R.!!) Insomma, eccellenza scozzese” (vedi al capitolo birra&whisky).

Ho già capito che qua c’è un flirt con i bevitori scozzesi. Comunque, tutto minimal: siamo in Scozia, dopotutto.

Sono contento di essere qui in tutte le sue varianti è la frase preferita dei debuttanti e di chi in genere non entra in finale. Ma ci sono  eccezioni.

Pellegrini: “Non è che non volevo parlare, è che non avevo niente di nuovo da dire, e poi tutti fanno sempre le solite domande mi sono stufata di rispondere”
Caporale: “Non ce l’avrai mica con me!”
Pellegrini: “Noooo”
Caporale: “Beh parliamo dei tuoi trent’anni”
Touchée.

Parentesi uno dal nuoto sincronizzato. Continuo a chiedermi a cosa serva tutta quella serie di gesti che fanno le atlete prima di entrare in acqua. Fin dalla camminata di arrivo. Mi rifiuto di pensare che ti diano dei punti in meno se non lo fai.

Parentesi due dal sincro: il podio più triste. Gli italiani perché si sentono defraudati dalla medaglia. I russi perché sanno di aver sbagliato e non capiscono perché sono primi.
Poi non dite che non capisco gli sport coi voti. L’unica che ride, la spagnola Ferreras. Ah, quattro squadre iscritte. Tristezza.

Fiamme di presentazione: va bene che il clima è rigidino, però attenzione a non infiammare le tute in triacetato. Legge sulla sicurezza al limite.

Ballo pem pem…secondo me c’è altro in ballo: ho paura di scoprirlo. Cusinato con le sue unghie gialle da arpione arraffa l’argento: temo un suo abbraccio. La francese…Saffre ma vince (questa me l’ero preparata dal mattino).

Kolesnikov 24”25…sfida all’ok Corrall per il Glinta nei 50 dorso.

Al mattino mentre la maestà Peaty troneggia, gli altri nerds inglesi si sfidano per il secondo posto. La spunta Wilby in 59”12: per Murdoch, come abdicare dall’argento europeo in 59”14.

Capitolo Kolesnikov. Se l’Italia deve santificare Miressi che in 46”99 porta l’Italia all’argento, la Russia non può prescindere dal ragazzo con la collanina: il suo 47”23 non fa proprio schifo.

Comincia il gioco aperitivo e Luca Sacchi subito pescato a barare. Dopo un inizio veramente grigio cominciano le battutacce. Quindi adesso nel proseguio dei campionati cerchiamo il Clyde per la mascotte Bonnie la foca.

EJ Helsinki 2018 – EuroGiunior: e chiamatele Anastasia!

di Mauro Romanenghi

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Roberta Circi a podio – credit: Mauro Romanenghi/LEN

Lo avevo detto che da quello visto sabato pomeriggio mi aspettavo delle belle cose l’ultimo giorno. E insomma non sono stato smentito.

Se volete avere una campionessa di nuoto, deve nascere Anastasia. Oggi il bottino è di due ori e due argenti (più uno perso per squalifica). In totale sette finaliste, ben tre nei 50 farfalla. Chiamatela coincidenza… o Anastasia.

Trombe del giudizio e luci psichedeliche. Le prime quelle dei tifosi, forse non tanti come dicevo ma rumorosissimi. Le seconde quelle sotto i blocchi di partenza, rosso acceso. Per i non udenti (ce la avevano tutti, a prescindere). Giusto così, clima da disco, musica e luci per tutti.

Anche oggi magiari e russi sugli scudi. D’altronde hanno dominato il medagliere (30 ori sui 44 disponibili).

Derby russo nei 100 dorso femminili fra Vaskina (ok) e Avdeeva (nome: Anastasia). Vince la prima. Vaskina che è del 2002, e fa 59”90. Non sfigura la D’Innocenzo che stabilisce con 1’01”08 il nuovo primato italiano Junior e va sul podio. Avesse fatto qualcosa di simile ieri in staffa mista forse un argento in più ci stava. Ma del senno di poi son piene le fosse.

Fusco e il riscatto della convinzione. Che era solo una giornata storta. Forse l’oro più certo della trasferta. Ma va bene così.

Nei 400 misti gli ultimi 10 metri del russo Stupin un calvario, ma ce la fa lo stesso.
Nella finale c’era Sarpe. Che fa 4’28”, sei secondi più del personale. Ma soprattutto 1’20” a rana. Non sarà contento, Pietro Paolo. Neanche noi, ma meno.

Nei 100 rana segnaliamo che vince una lituana, come Ruta, e che la seconda si chiama… indovinate? Bravi.

Duecento metri stile speravo nei fuochi d’artificio, purtroppo siamo all’ultimo giorno e forse le energie si stanno spegnendo. Vince quindi chi si spegne meno: Milak, chiusura in 26”29 e oro in 1’47”19. Argento a Loktev, già autore di un 1’47” nella 4×200. Poi si gioca a chi non muore e nella lotta la spunta uno svedese… e qua ci prendono gusto e vanno a vincere i 50 stile con Seeliger. Bella Svezia all’ultimo giorno. Ricorda qualcosa?

Thomas Dean, 1’47”6 in semifinale, 1’49”9 in finale: quando la faccia dice tutto.

Seconda gara a chi peggiora meno. Stesso ragionamento dei maschi. Duecento misti donne. Prima Anastasia, seconda Anastasia, terza una certa Circi Roberta dalla otto. Che fa la sua gara, e pur non migliorandosi arriva sul podio seconda per squalifica di Anastasia. Podio su cui sale tutta arruffata come se passasse per caso di lì e l’avessero chiamata. Anche la virata dorso-rana è un po’ a caso: entro terza esco sesta. Rivedibile, ma un punto di più al suo voto per avere battuto la Kesely all’arrivo: mica pizza e fichi.

La prima dei 200 misti, tal Anastasiia Sorokina, è del 2004 e ha fatto 2’14”. Niente di eccezionale, vediamo tra qualche annetto.

Non per essere pedante, ma la vincitrice bielorussa dei 50 farfalla si chiama Anastasiya Shkurdai. Giuro che ho finito. Ah no, c’erano due bielorusse in finale con lo stesso nome.

Per chi avesse dei dubbi che siamo in Finlandia le vallette sono tutte bionde tranne una, la più lontana dal podio. Un segnale?

Non ho capito gli accoppiamenti delle premiazioni. Una signora bassa e piccolina con uno stangone. Ho le foto, per chi non ci crede.

Mi chiedevo se Burdisso, come Ceccon, non fosse tanto in forma. Poi se uno fa 52”88 alla fine qualcosina ne ha. Sballottato qui e là…

Le gare degli 800 sempre più emozionanti: anche quando sono le 4×200. Oggi 4 staffette protagoniste fino alla fine. Stavolta la legge Kesely è rispettata, e arriva il quinto oro dopo la sconfitta dei 200 stile. V for Vendetta.

Un bilancino finale semiserio ci sta. Italia è decima nel medagliere. Risultato un po’ bugiardo. Come numero sono quarti, anche più dei britannici terzi nel medagliere. A punti terzi, di pochissimo ma dietro alla Gran Bretagna. E’ vero, molti giovani. Ma anche la Russia. Poche scuse. L’inno ci è mancato. Ma vi voglio bene lo stesso, anche se Jason vi mozzerà le mani.

Alla prossima.