World Games day 2 – Manichini diversi

di Mauro Romanenghi

…un filo diversi ma più sorridenti!

Intanto, una precisazione: i World Games sono i Giochi per gli sport non olimpici, così mi hanno chiesto così vi dico.
Poi parto a bomba: ieri le gare non le ho viste, le ho viste oggi in replica.
Non perché non volessi, proprio non le facevano. C’era il canale, c’era la programmazione, ma hanno deciso di trasmettere su due canali il Lacrosse. Che sostanzialmente vedeva la semifinale degli USA. Quindi niente salvamento, che quindi risulta ufficialmente tra gli sport sfigati, come dice il mio amico, il più sfigato.
E noi combattiamo aspramente perché lo sia, e ora ve ne do la prova. Dopo la non proprio bella figura del mondiale australiano in cui il CIO penso si sia annoiato a morte a vedere l’Ocean ad eliminazione durato ore in cui già si sapeva chi vincesse, ne abbiamo vista un’altra.
Partiamo dall’assunto che avevo notato e mi hanno confermato, che i manichini sono diversi da quelli normalmente utilizzati. Ora io sono l’ultimo degli scrivani, neanche degno di fare da zerbino a Gianni Brera, però mi chiedo:
– se si sapeva che i manichini erano diversi, perché non fornirli a tutti per provare? Pare che solo la Germania abbia potuto procurarseli. 
– dato che non tutti hanno potuto provarli, perché non utilizzare quelli che usano tutti portandoli in aereo: otto atleti gara significa portare sedici-venti manichini, non credo che serva un cargo militare.

Concludo la mia disamina dicendo che non ho mai visto uno sport dove cambiano gli attrezzi che si usano. Il martello del lancio del martello è uguale nel mondo, il disco è lo stesso, se vuoi usare il giavellotto è lo stesso. Nel nuoto non puoi usare il costume che vuoi tu, deve essere uguale nel mondo. Dopodiché se sono omologati, tutti devono avere le stesse cose per provarle, e avere modo di procurarsele. Quindi delle due l’una: o non si è capaci di averle, e allora è colpa tua. O non si possono avere, e allora è colpa di chi organizza. E con questo chiudo, perché di più non so e quindi non posso commentare.
Secondo me, con un’organizzazione così, le Olimpiadi te le scordi per altri cento anni. Ma io sono un umile scriba.

Detto ciò, torniamo allo sport: nessuna scusa per una chiara evidenza. La Germania vince nove ori, l’Ungheria tre (su sei gare disputate, con un argento) e l’Italia due. Come definire la spedizione? Se vogliamo vedere le diciassette medaglie, e il primo posto a punti (non ufficiale), bene. Ma non benissimo, ecco tutto. 

Nelle mie dissertazioni mi hanno anche detto che sono tifoso della Germania (io, proprio io, che al secondo goal di Del Piero nel 2006 ho urlato i peggiori insulti possibili). Ma come non ricordare la Holt agli Europei  Juniores del 2019? Eccola oggi a vincere ostacoli e trasporto, e due staffette, una con un record del mondo di 1’35”82 che demolisce il precedente della 4×50 mista (anche perché fare 25”57 nei primi 50 aiuta).

L’Italia c’è, è ovvio.
C’è con Volpini che domina il torpedo, con la doppietta insieme alla Lanzilotti.
C’è Ippolito, che se non fosse per la Holt sarebbe il protagonista di questi campionati: sei gare, sei medaglie. Un oro e cinque argenti. Oggi secondo a manichino e secondo nelle due staffette. Una certezza che dobbiamo recuperare in altri ragazzi che lo seguano su questa strada.
C’è Helene Giovanelli, che fa il massimo possibile: argento nel trasporto, un trasporto che vedremo cambiare tantissimo nei prossimi anni.
E ci sono le staffette. Staffette che a parte la manichino femmine a cui non so cosa sia successo perché 1’26” non ci voglio credere che sia il suo valore, sono comunque andate sempre a lottare per la vittoria con quattro record italiani battuti su sei.

Quello che un po’ manca obiettivamente sono le pinne maschili, dove non abbiamo certo brillato tolto l’argento di Fabio: ma occorre una maggiore…densità al vertice, come direbbe il mio mentore Luca Sacchi. 

Tutto ciò nell’assordante silenzio della FIN, che non ha messo uno straccio di notizia, almeno ad ora che pubblico questo nostro post. Zero, nemmeno una. Quindi non ridiamo ma neanche piangiamo: perché come diceva Jannacci, “diventan tristi se noi piangiam”.

Eurojunior 2022 – Making history?

di Mauro Romanenghi

Impianto non male direi…SBQR (sono bravi questi rumeni)

Nella settimana mi sono beccato il COVID. Come? Ma chi lo sa, ce l’hanno tutti, il COVID. Io ho un po’ di tosse. Che poi a me la tosse viene per qualsiasi cosa. Prendo un po’ di freddo, ho la tosse. Alzo un po’ la voce, mi viene la tosse. Sento la vicinanza dei parenti, mi viene la tosse. 
Insomma sono stato costretto a casa, e quindi ho avuto tempo per seguire i Campionati Europei Juniores e le gesta dei piccoli azzurrini, ma anche quelle in generale dei talenti europei.
Intanto diciamo una cosa che la piscina degli Eurojunior non è niente male, anzi. E poi c’è del pubblico che fa il tifo. E di brutto. D’altra parte se c’è il conte Vlad, al secolo David Popovici, a gareggiare, perché non andare. 
Devo anche dire che lo speaker della manifestazione, e anche lo speaker dello streaming, erano veramente bravi. Ora ne abbiamo uno bravo anche noi in Lombardia, che fa sembrare l’arrivo dei 400 misti Esordienti quello della finale olimpica dei 100 metri. Ecco, siamo lì. 

Popovici è la star assoluta, tipo Freddie Mercury. Arriva, gli manca solo il mantello (tra l’altro servirebbe, darebbe un tocco al personaggio), vince e se ne va. Quattro ori per lui, dai 50 ai 200 con la 4×100, e un bel 47”6 nei 100 che nobilita la manifestazione.
Siamo un po’ agli Europei con la P. C’erano dei bei momenti in cui tra Pudar, Padar e Puggard diventavo pazzo. 

Se però devo trovare qualcosa che mi ha entusiasmato, beh quelle sono state le staffette. 
Un po’ perchè l’Italia ha provato a giocarsela in tutte, un po’ perché il cronista ci metteva del suo, un po’ perché diciamolo i ragazzi, nelle staffette, si divertono. E poi fanno meglio dell’individuale. Basta vedere la squadra azzurra femminile, che vince la 4×100 stile. Io non ricordo a mia memoria una staffetta femminile sui 100 che abbia mai vinto un Europeo. 
E quasi riusciva il colpaccio anche nella mista. 
Che dire dei ragazzi della 4×200? Anzi dei Ragazzi, visto che 3 su 4 erano del 2006. 

Anche perché le individualità da medaglia sono state poche fra gli azzurri. Pochissime. Escluso Galossi, due ori individuali, nessuno fra i maschi è salito sul gradino più alto. Una sola altra medaglia maschile con i 200 misti, nessuna vittoria femminile pur con la Vetrano a quota tre medaglie individuali più la staffetta. E poco altro.
Eppure, eppure, l’Italia ha vinto la classifica a punti, cosa mai successa. Eppure, nel medagliere, con un oro in più si arrivava secondi. E l’oro nella mista femminile non era così lontano. E non abbiamo portato nemmeno la Pilato, che sicuro qualcosina avrebbe fatto.
Allora per una volta senza tanti piccoli campioni, forse con uno solo, guardiamo fiduciosi al futuro della nostra piccola Italia. 

Faremo la storia? Per adesso, facciamo merenda. Ce la siamo meritata, ragazzi…anzi Ragazzi.

World Games day 1 – Oh Susanna non piangere perché…

Alabama arriviamo!!!

di Mauro Romanenghi

Eh insomma quando ho sentito Birmingham non potevo non intitolare così questo articolo.
Ridente cittadina dell’Alabama, paese che più a sud degli USA non si può, (dopo c’è il mare o la Florida, con gli alligatori di Lochte). Non la conosceva nessuno e non la conosce nessuno neanche adesso. Infatti pensano tutti che sia la città inglese, ma non è così. Se vi interessa, è pure gemellata con Pomigliano d’Arco (probabilmente anzi di sicuro non frega a nessuno anche questo).
Perché ci facciano i World Games e soprattutto perché li abbia voluti fare lei resta un mistero.
Però sono qui, e qui si fanno le gare. 
Naturalmente io e il mio amico Andrea Longobardo, imperatore e re degli sport dalla causa persa (infatti ci interessiamo di salvamento) abbiamo cominciato a guardare tutti gli sport più incredibili. E subito abbiamo scoperto che il lacrosse, sport in cui praticamente i giocatori si lanciano con un retino da farfalle una pallina per fare goal, sfoggia la nazionale irochese. Che sarebbe una delle tribù dei nativi americani, quelli che per intenderci gli statunitensi hanno iniziato a sterminare per primi e poi ci hanno preso gusto e hanno continuato nel resto del mondo(c’è anche di molto peggio, non lo nego, ma di sicuro non sono gli irochesi).
Potrei tediarvi all’infinito con il numero di sport che ci sono, tra cui anche il pilotaggio droni (occhio perché già trema qualche sport olimpico, tipo tiro a segno), ma non lo farò.

No, perché dobbiamo parlare di salvamento. Anche perché mentre scrivo, e oramai è già passata qualche ora dalle gare, la federazione non sa manco da che parte girarsi. Insomma zero news.
Eh sì che di cose da dire ce ne sono.
Due primati assoluti, un oro e dieci podi conquistati in due ore. Dovremmo fare salti di gioia e invece? Invece no, o almeno non tantissimi.
Cara Susanna, anziché andare via dall’Alabama dovevamo restarci con i piedi ben saldi. Dopo le gare di ostacoli e staffetta, pinne e super io credevo – e ahimé dovevo aspettarmelo di sbagliarmi,  vista la mia totale incapacità di vincere nei pronostici – di vedere almeno quattro ori in saccoccia. 

Iniziamo dalle parti belle. Francesco Ippolito è ormai una certezza.  Se deve vincere, vince. Può vincere con il suo record o tre secondi in più, ma vince. Può vincere a misto, trasporto, super, ostacoli (a volte), torpedo (ma sì), tiro alla fune, freccette o rubamazzo. Imprescindibile in ogni staffetta. Ogni staffetta. O quasi.
E quindi nel superlife prende il manichino, va come una scheggia, si veste in tre secondi e poi tanti saluti a tutti, aggancio perfetto e via. Il commentatore, altra nota positiva di questi World Games, lo esalta a piè sospinto e tra un po’ salta giù dalla cabina e lo va ad abbracciare. Intanto il povero Gilardi combatte con gli acciacchi e i manichini e diventa bronzo. Il massimo, per lui, con tutti i problemi della stagione. E questa è una bella gara. L’ultima della serata.

Provato ma felice, comunque una certezza: tre gare, tre medaglie, un oro

Serata che inizia così: argento della Pirovano nei 200 ostacoli, che in sé non è male, anche se Annina non si migliora ma è lì con il personale. Una volta capito che la Holt è in serata, la lascia andare e fulmina l’avversaria polacca per il bronzo.

Poi si continua con argento e bronzo per Ippolito e Nardozza. Nardozza che iscritto a 1’55” fa 1’59”…e io dico che se devi venire per fare una sola gara, quella gara la devi fare benissimo. Però non so cosa ha avuto Nardozza, quindi non lo dico. Mettiamo in saccoccia tre medaglie.

Staffette ostacoli, e l’Italia femminile sfoggia una staffetta mai vista con record sotto 1’50” che rischia l’oro vicinissima alle superfavorite polacche, e lì mi dico che ci siamo. 
Invece…invece no. L’Ungheria maschile ha Szabo, 22”87 in prima frazione e se ne va. L’Italia fa il secondo record italiano assoluto di serata, ma non basta neanche così. Quindi sono cinque medaglie dopo le gare nelle reti e zero ori. Comincio a sudare freddo, che per uno positivo al COVID non è bello.

Inizia pinne…e Lucrezia perde il manichino ai 65 metri. La campionessa europea e primatista mondiale perde il manichino. Io ho rimandato il video indietro tre volte sperando di aver sbagliato. Zero medaglie a pinne, Germania prima e terza con la vittoria alla corsia otto. Non è un caso. La Holt vince ostacoli dalla sette e prende il bronzo a pinne dalla sette. Dopo cinque minuti la Germania fa pure il bis e si prende le pinne maschili, primo e terzo con Pezzotti che salva gli azzurri con l’argento, veramente insperato. Che dire quota sei e zero ori. 

Eccoci al superlife. Dove Magali Rousseau ci impartisce una bella lezione. E vince l’ennesimo oro (il sesto) ai World Games, a nove anni dal primo. E sul bordo vasca se la ride con la Meschiari, bronzo e una vestizione così così mentre quella di Magali sembra la vestizione della fidanzata in ritardo che si mette il primo straccio che trova ma tanto è fighissima lo stesso. Paola Lanzilotti invece è incredula. Ma purtroppo è così, seconda per pochi centesimi, troppo tardi è partita la rimonta. Il resto l’ho già detto, ma l’amaro resta. Diciamo che al posto del limone, resta il limoncello. 

Chissà cosa si sono dette…

A me invece resta che la piscina veramente non si può guardare, con queste voragini sulla testata che rischi la vita ogni volta che vai al tocco perché ti devi ricordare che c’è un buco. Se poi vogliamo parlare di come si fissano gli ostacoli, che cadevano col soffio del lupo cattivo…magari gli mando i nostri addetti. Di certo in una città dove le gare di pattinaggio su strada le fanno in un parcheggio che sembra il covo dei Guerrieri della notte, poco c’è da aspettarsi. Ma noi del salvamento non ci facciamo spaventare, Oggi è un altro giorno: tra l’altro, l’ultimo. 

CREDIT: thestreamable.com

Budapest 2022 day 8 – Un uomo solo al comando

di Mauro Romanenghi

Io proprio io Gregorio Paltrinieri

Ci sono giornate che si sente quando tutto va per il verso giusto- Ti svegli al mattino, e l’aria è fresca. Poi fai colazione, una bella brioche fresca. Fai la spesa, prepari da mangiare, ti riposi. Insomma, tutto fila liscio. Persino la moglie che ti manda a prendere il prosciutto per la suocera a cinque minuti dall’inizio delle finali dell’ultima giornata non ti disturba. Quindi tutto deve andare bene per forza.

Le gare dell’ultima giornata iniziano con il record di medaglie già in tasca, grazie ai successi del nuoto artistico. Sono già cinque gli ori degli azzurri, che devono ancora affrontare le discipline di fondo, tuffi e pallanuoto. Quindi parte Ceccon e arriva quarto. Tutto preventivato. Invece no, il campione del mondo è squalificato, ed ecco apparire un bronzo dal nulla. Ceccon sale sul podio insieme all’americano dalle orecchie importanti e dal nome che è tutto un programma: Hunter. Ma dico io, come fai a chiamare tuo figlio Hunter? Ti sta bene se poi cresce e da fuoco alla casa!

Naturalmente gli americani non ci stanno e guarda caso vincono l’unico caso di revoca di squalifica di tutto il mondiale. Così Hunter diventa cornuto e mazziato in casa propria: il primo atleta ad essere estromesso da un titolo mondiale dai propri allenatori. Veramente geniale.

In mattinata la frase ancora più geniale di tutte le interviste. La Di Pietro a un mondiale definisce l’appuntamento più importante gli Europei di Roma. Detto al Mondiale più vincente di sempre, stona proprio. Ora andremo a Roma: ma chi cerca rivincite, farebbe bene a preparare gli appuntamenti che contano. Perché una medaglia nella mista mista ci stava, e se invece di pensare a Roma si pensasse a Budapest, forse ora Panziera, Di Liddo  e Di Pietro avrebbero al collo quella medaglia mondiale che, forse, non vinceranno mai.

Quotato a 26 dai bookmaker un uomo solo al comando ci porta in cima al mondo con lui. Già ai 500 metri si capisce che Gregorio non scherza. Ai 1000 ovviamente si capisce che ha vinto, e io mi aspetto il record del mondo. Ricordo male l’ultimo 100 di Sun Yang, e Gregorio non ne ha proprio più. E’ di nuovo record europeo, l’americano sprinta per l’argento perché come ho sempre detto, puoi avere anche l’ultimo 50 da 25” ma se sei a mezza vasca, resti a mezza vasca. Gregorio lo scorso anno è stato sfortunato, perché senza la mononucleosi non ci sarebbe stata storia e Finkè avrà vita Bobby dovrà ringraziare il virus di Epstein Barr.

Cara Benny, il tuo sorriso ci piace un sacco: meglio della musona lituana, la cui felicità è pari a quella di una gallina che sta per essere lessata. Però diciamolo che questa doppietta un po’ sul gozzo (per restare in tema) ci sta.

Sul podio dei 50 dorso prima della pantomima abbiamo il sosia di Battiato,  le orecchie importanti di Armstrong e i baffetti di Ceccon. Una bella tripletta.

Nei 400 misti scoppola della canadese a tutti quanti. A quindici anni due ori e un argento mondiale. Non dite che non l’avevo detto. La ragazzina che mangia mele d’estate (questa battuta la capiamo solo io e mia moglie) detta legge dall’inizio. Forse un passaggio più accorto, la prossima volta, cara Summer.

Quarta la Hosszu! Finisce la carriera con un legno. Grazie mia Katinka, e tanti auguri! 

Allenatori USA non proprio felici dopo la 4×100 mista maschile

La faccia degli allenatori USA alla fine della mista maschile dice tutto. Nell’edizione dove hanno vinto più medaglie perdono la gara impossibile da perdere. Dentro però c’era Andrew, noto perdente cronico. L’avvisaglia c’era tutta. Poi i ragazzi azzurri ci hanno messo del loro, diamo a Cesare quel che è di Cesare.

Martinenghi esprime con parole forbite la sua soddisfazione per la vittoria. Un bel minchia, quando ci vuole, ci vuole.

E così, mentre anche sotto il mio balcone sfuma la Monza Resegone, nota gara podistica, finisce questo mondiale in vasca. Ma c’è Roma, ragazzi, non preoccupatevi.

Budapest 2022 day 7 – Orchestrine e filmatini

di Mauro Romanenghi

In questi ultimi anni è oramai in voga la presentazione uno per uno dei protagonisti delle semifinali e finali pomeridiane. Che non sarebbe neanche male, come idea. Poi però si esagera e si fa questo mini video abbastanza ridicolo. Anzi, per alcuni diventa proprio ridicolo, visto che si esibiscono in ameni balletti. Direi un’esperienza minivideo fallimentare, ma purtroppo conoscendo i personaggi, toccherà sorbircela per sempre. Come non bastasse, abbiamo pure la musica dal vivo. Probabilmente questo quartetto sarà famosissimo in tutta l’Ungheria, ma suona una patetica lagna per accompagnare gli atleti alla premiazione. Lo salva solo la bellezza della violinista, che ovviamente sta in primo piano. Insomma, dal mio personale cartellino, stroncatura su tutta la linea.

Oggi musica di lagnanza, nel parterre azzurro.
Iniziamo dalla Panziera che ci racconta con un mezzo giro di parole che sta preparando Roma. Ora, ci siamo capiti che questo mondiale l’hanno piazzato qui tra il lusco e il brusco. Però c’è e visto che c’è ed è un mondiale si deve onorare preparandolo al meglio. Perché un Mondiale è più importante di un Europeo, anche se lo fanno nel tuo condominio. Soprattutto se, svegliandoti prima senza lagne, vai prenderti un bronzo che ieri dicevi fuori portata: se non ci credi tu, chi altri? Male, molto molto male.  
E arriva anche la Pilato ci conferma che non è al top. Va beh, facciamocene una ragione. Basta che domani metta la mano davanti.
Quadarella…non è in forma pure lei. Però ci mette la grinta, e sfiora l’argento. Almeno una che ci crede, oggi, la troviamo.

Dopo tutti gli spareggi persi, oggi è il giorno delle squalifiche. Si vede che ai ragazzi piace fare gruppo.

Ceccon sei record italiani, più il mondiale dei 100, un oro e un bronzo, e domani la finale dei 50 dorso e una staffetta che ha il dovere di fare bene. Anche solo perché l’ha detto Burdisso.

Oggi guardiamo le gare io e mia moglie, e subito parte la stoccata in flèche. Premiazione dei 200 dorso: “ma queste si chiamano Bacon e White, ma dove le trovano con questi cognomi”?

Mamma Mc Keown e la guardia del corpo

Sempre alla premiazione, sempre mia moglie: “ma questa che ha vinto è la regine delle nerd, con questi occhiali. Tipo la secchiona che se li toglie e diventa figa.” Al che inquadrano una signora che imbraccia il canguro mascotte e lei fa “questa è sua madre, sono uguali”. Io rispondo: “ma no è la madre della McKeown”. Ovvio, infatti la vincitrice dei 200 dorso è la nerd Kaylee McKeown. Mai discutere con la moglie.

“E niente, comunque anche questa Bacon è una bella manzetta eh!”

Milak visibilmente infastidito dalla prestazione cronometrica dopo l’arrivo si volta verso il suo pubblico: e come mostrarsi infastidito se ti adorano in diecimila? E allora, cambia faccia, saluta e sorride come fosse il papa. E bravo il nostro cioccolato Milak.

Tutto chiaro no?

Gli USA cominciano a prendere il vizietto di perdere le staffette contro gli australiani. Male, anzi malissimo, finendo pure dietro i taglialegna canadesi. 

Due parole sulla Ledecky, le prendo pari pari da mia moglie: “questa si è rotta di sentir dire che è in crisi, e guarda che gara ti fa”. Esatto.

Lani Pallister finisce qua il suo mondiale in panchina per il COVID. Chissà se tornerà ai Mondiali di salvamento a Riccione. Probabilmente no, ma sarebbe stato bellissimo!

Budapest 2022 day 6 – Feste di fine estate

Alla fine un temporale ci sta…con qualche lampo azzurro!

di Mauro Romanenghi

Ieri sesto giorno di gare, Italia presente con la sola Chicca Fangio. Scrivo stamattina presto, ieri ero impegnato con la festa della squadra. Festa dove hanno portato ciascuno bibite e cibo per il numero di persone presenti: risultato il frigo della piscina ha dentro due tiramisu, due insalate di pasta per venti persone, bibite gassate che possono creare il buco nell’ozono, tartine, pasticcini, patatine eccetera eccetera eccetera.
Io alla festa ho portato un vino bianco che imbottiglio personalmente, e un rosso che qualcuno si è portato a casa (si vede che era piaciuto). Il cavatappi, che solitamente mi viene sottratto agilmente, stavolta l’ho riportato a casa.
Era un po’ che non facevamo questa festa, ovviamente. E ieri, puntuale come il Natale al 25 dicembre, arriva il temporale estivo. Non solo uno, ma ben due, dopo mesi di siccità.
Quindi festa sotto il tendone, con afa spaventosa, ma insomma bisogna saperla prendere con filosofia, alla fine il temporale estivo ci sta.

Con filosofia la prende Chicca Fangio, finalista (unica di giornata) per l’Italia nei 200 rana. Il tempo non è granché, la gara nemmeno lo è stata. Ha vinto la King che si rifà della mazzata sui 100, da cui non è uscita felicissima. Io sono del parere che le occasioni bisogna coglierle. Con il record italiano o vicino, si lottava per la medaglia. Poi con i se e con i ma la storia non si fa.

La Di Liddo ci ricorda che lei a giugno non gareggia al meglio. Ci tiene a ribadirlo, quindi arrivederci agli Europei. Ieri alla festa, ho tuonato che se agli Europei vedrò fuoco e fiamme, le farò pure io facendo scendere fiumi di lava su tutti.

Capitolo Panziera. Ora, capisco che se una fa 2’08” la sua condizione non è ottimale: ma augurarsi che qualcuno si faccia male per prendere la medaglia, non è bello dai!!! Piuttosto sbattiamoci un minimo, che non è detto che tutti migliorino in finale. Se poi partiamo con questi presupposti, siamo a cavallo. 

Non ho ancora sentito la scusa “siamo stanchi è il sesto giorno di gare”. Bene.

In compenso arriva Codia che ci racconta che l’età si fa sentire. Dopo aver gareggiato due dico due volte. Siamo a posto.

Ma poi ci pensa Burdisso, che comunque il suo 51”4 lo fa che non è malvagio, praticamente il suo record. E dice la sacrosanta verità: che senza Dressel, si può vincere. Se puoi pensarlo, puoi farlo. Non è che la King ha ringraziato la sua avversaria che mancava, dopo che ha vinto i 200.

Insomma oggi giornata Australia-USA. Molly O’Callaghan ci delizia con il suo ritorno nei 100 stile e fa fessa per la millesima volta la Sjoestroem che proprio, in questa gara, non ce la fa a vincere. Sjoestroem fulminata, insomma!

Il capitano Stubblety-Cook, che sembra il nome di un commodoro inglese invece è il ranista più forte del mondo nei 200, ci delizia con la sua solita tattica alla Chupkov (ma oramai possiamo chiamarla alla Cook), con un 200 rana in pratica in negative split (come la Molly nei 100 stile…certo che gli australiani li trovano con il lanternino i cognomi dei loro campioni). 

Delusione invece per McKee. Già pregustavo una bella medaglia per l’Islanda.

Il mio amico ha giocato la 4×200 USA vincente. Doveva recuperare i 15 centesimi della 4×200 femminile, è andato sul sicuro. Non male neanche Dean, che hanno dato fuori forma, 1’43” lanciato vorrei averne un paio per l’Italia fuori forma così. Invece ci accomodiamo, stavolta, fuori dalla finale. Sesto giorno di piccolo deserto, con il lampo azzurro (per rimanere in tema di feste estive) di Zazzeri nei 50 stile. Vedremo.

CREDIT photo: http://www.yumpu.com

Budapest 2022 day 5 – Canadesi alla riscossa!

Come Rufus: Canadesi spaccatutto!!!

di Mauro Romanenghi

Ogni giorno entro in vasca ad allenare e c’è il solito giro di scommesse sui vincitori, piazzati e medaglie. Io che nel 2008 ho perso il fantanuoto arrivando ultimo su cinquanta iscritti dietro anche a Sports Illustrated (notoriamente scarsissimo a livello di pronostici) vengo quindi interpellato per capire su chi puntare i 15 centesimi della giornata.  
Ieri ho dato vincenti sicuri McIntosh nei 200 farfalla e Marchand nei 200 misti e così sono stato ascoltato. Poi mi hanno chiesto lumi sulla 4×200. Ho detto Canada o Cina. Poi se le cinesi decidono di suicidarsi, non è colpa mia. In ogni caso niente di grave, quindici centesimi si possono spendere.

Le canadesi finalmente dai e dai ottengono le vittorie tanto agognate: addirittura due. E’ un po’ come Rufus Roughcut con la sua spaccatutto: triturare gli avversari finché si vince per demolizione. Per chi non conoscesse Rufus, tipico esponente dei taglialegna canadesi, può vedere qui.
Era comunque solo questione di giorni.
La notizia di giornata quindi è la vittoria del Macbookpro da parte di Summer, grazie al successo nei 200 farfalla. Summer vince grazie alla sua costanza, il futuro è suo e dei suoi Mac. Se poi facciamo meglio qualche apnea magari si va anche più sicure. 
ll secondo successo è della Masse. Beh un nome una garanzia. Intanto Summer inserisce nel suo Mac la seconda vittoria candese.

Deserto italiano il mercoledì e purtroppo, viste le premesse, deserto anche il giovedì. Miressi purtroppo non ci da soddisfazioni, la faccia triste c’è e si vede. Non tutte le ciambelle riescono col buco e vedremo quindi nella mista se il nostro gigante ci darà soddisfazione. Altrimenti, sarà per la prossima. 
Si salva, nel deserto del Sahara, Chicca Fangio che centra la prima finale mondiale. Siamo a posto: manca solo quella europea e poi il filotto è completo. Il resto va tutto benissimo.

Allons enfant de la patrie, le jour de gloire est arrivé. Non solo Marchand ma anche il velocista Grousset che ci prova fino all’ultimo a guastare la festa del conte Popovici (ho controllato: si pronuncia Popovic). Il francese rischia la giugulare (si sa, contrariare i conti transilvani non è un bel mestiere) ma alla fine non serve nessuna sortita notturna di vendetta. L’oro va a David e siamo tutti contenti così. Salva la faccia anche il Canada maschile con il bronzo, per tenere vivo almeno l’orgoglio.

Finale atipica nei 200 rana quella che si disputerà dato che, a parte il campione olimpico senza rivali (segnate) vede tutti molto vicini. Certo vedere che Islanda, Svezia e Finlandia hanno un finalista e l’Italia non ha neanche partecipato, fa specie. 

Budapest 2022 day 4 – Alla morra cinese!

Bim bum…

Una volta si giocava in cortile, la sera, dopo aver mangiato. Non tanto, magari finchè faceva un po’ buio. Fino alle nove e mezza, però, ci stava. Magari a nascondino (nel buio delle ombre, difficile essere scoperti). 
Per stare sotto, si faceva la conta. Bim Bum Bom, la morra cinese, le filastrocche, e via si partiva con lo sfigato che doveva farsi tutti gli androni delle scale. 

Oggi gli italiani ci hanno preso gusto e anche loro si fanno la morra cinese per decidere la finale. Una morra cinese che premia gli avversari di Zazzeri e Scalia. Si vede che i nostri, da piccoli, a nascondino non ci hanno mai giocato

Diciamocelo: c’eravamo fatti la bocca buona, e quindi pregustavamo il successo di Martinenghi nei 50. Niente da fare, stavolta Fink fa il colpo vincente. Oggi è il giorno di Fink.
Infatti un altro Fink, stavolta con una E in più, si fa riportare in carrozza fino ai 50 finali degli 800…Finké non li frega tutti. Questa me la ero segnata da Tokyo dello scorso anno. Scusatemi. Non lo farò più.

Mica male Milak. L’ungherese che mi fa venire in mente la marca delle tavolette di cioccolato dalla mucca viola, vola invece in vasca senza avversari. Manco la scia riescono a prendere. Record mondiale stracciato e la soglia del 1’50” che si avvicina pericolosamente. Tutti a incartare le tavolette di cioccolato, adesso!

Anche la soglia dei 47” si avvicina per il conte David (che la FIN ha già chiamato con tre nomi diversi: si chiama Popovici e credo, anche, con l’accento sulla I finale, ma non ci giurerei). Dressel intanto, per non saper leggere né scrivere, quatto quatto da forfait. Problemi per l’asso USA? Vedremo nei prossimi giorni.

Oggi fra i miei favoriti c’era Marchand, nei 200 farfalla. Domani sicuro oro nei 200 misti. Sicuro. 

I francesi continuano nel loro percorso di rinascita, con i 100 di Grousset on 47”54.

E qui mi butto e do per sicuro l’oro della McIntosh, che ha bisogno del Macbookpro. O qui, o con i 400 misti, lo zio glielo regala se vince. Ma secondo me, già qui.

Staffetta mista mista stregata per gli azzurri. Diciamo che il lancio poteva essere migliore, diciamo anche che Ceccon è alla sua nona uscita in quattro giorni. Va bene così, però brucia. 

Esistono anche le cinesi alte. Che vincono i 200 stile libero. Dove non c’è più la Pellegrini, così l’ho detto pure io e non ci penso più. 

Budapest 2022 day 3 – Cinquantamila motivi per vincere!

Screenshot (332)
50,000 ragioni per vincere

di Mauro Romanenghi

Oggi ho cambiato auto. Aveva nove anni e aveva fatto duecentomila chilometri (200,000).
Era il momento giusto, e poi mi aveva accompagnato in tanti posti. In uno in particolare però, e c’è un bell’adesivo dietro a dimostrarlo. È stata, è vero, per dieci giorni circa nel parcheggio della Duna Arena, però fino a Budapest c’è andata nel 2017. Lì dove ho fatto volare la sedia per le scale, dove ho urlato come un pazzo quando la Pellegrini vinse quel 200 dopo anni di buio, lei c’era. Oggi l’ho parcheggiata lì, nel piazzale del concessionario.
Anche la squadra azzurra si è rinnovata. La Pellegrini si è parcheggiata pure lei, i suoi chilometri li ha fatti. E quindi basta con sta storia della prima volta senza la Pellegrini. Anzi speriamo che ogni volta che sia la prima senza qualcuno, sia così. 

Ieri lo avevo detto, vediamo che succede, ma come dice qualcuno che ne sa, c’è chi le cose le pensa e chi le fa. Ceccon le fa: nel bene e nel male. Ma stavolta il record del mondo non lo tiene più e da il via  a tutta una serie di sproloqui che noi gli perdoniamo. Avrebbe potuto dire qualsiasi cosa, anche che si candidava a zar di tutte le Russie. Invece si limita a dire che non sa come si dice in italiano “achievement” (risultato, non è difficile dai), e che non è questo l’obiettivo. Bene, basta che lo sai tu, l’obiettivo, a noi va benissimo.

La faccia di Ceccon quando gli mettono in mano l’assegnone poi è impagabile. Ma mai quella di quando glielo tolgono. Tranquillo Thomas non è quello vero, i soldi sono già in banca.

Non passa un quarto d’ora e la mia voce si azzera definitivamente. Dopo un anno difficile, dopo un’Olimpiade che se fossi stato in lei avrei detto “da schifo”, Benedetta Pilato da Taranto si impone di forza nel 100 rana più scarso degli ultimi anni. Ma sinceramente, come diceva Martinenghi, a volte basta vincere. E quindi visto che il motto di oggi è “se puoi farlo, fallo”, Benedetta lo ha fatto. 

Le pagelle non mi piacciono. Ma voto zero alla RAI per aver tolto il collegamento un secondo dopo la vittoria della Pilato.

Entra con modo felpato il conte (e non il principe) rumeno. Lontano bisnipote di sessantesimo grado di Vlad l’impalatore, David Popovici saluta tutti ai 150 e se ne va. Ora devo dire che nuota veramente bene. E quindi A) Dressel è avvisato ma non penso abbia gran paura B) per i miei amici giocare Popovici vincente nei 100 potrebbe essere una buona carta C) attenzione anche a Hwang per il prossimo futuro 

Un piccolo incoraggiamento a Simoncina, son cose che capitano. Ricorda la cagarella di Ledecky nel 2019. Dai, ce la facciamo.

Anche oggi le canadesi a mettere paura nei 100 dorso con la Masse…dai e dai vedrai che a furia di legnate ce la fanno pure loro.

CREDIT photo Raisport

Budapest 2022 day 2 – Il gracidar m’è dolce!

Cra…ck!!! Che rana, ragazzi!

di Mauro Romanenghi

La domenica dovrebbe essere una fonte di tranquillità. Questa domenica no. Direte voi perché c’era Martinenghi favorito per i mondiali. Ebbene, no. C’era il settantesimo di mia suocera. Sono sopravvissuto all’evento grazie al fatto che ogni tanto potevo collegarmi con lo smartphone alle finali di nuoto. E subito ne ho approfittato, inchiodandomi davanti all’evento clou della serata, appunto la finale dei 100 rana. Premetto che la famiglia di mia moglie è l’antisport: sanno a malapena di calcio, e fortunatamente poco anche di quello così non mi devo sorbire gli inutili sproloqui italioti su allenatori, formazioni e giocatori. Figurarsi il nuoto (credo sappiano a malapena fare due vasche, salvo qualche eccezione che conferma la regola). Quindi vedersi le finali è un buon modo perché nessuno si avvicini. Se poi la scusa è un italiano che vince, meglio ancora. 

C’era anche una piscina per fare i tuffi. Mi aspettavo da un momento all’altro che una rana saltasse fuori e finisse nella vaschetta, mentre i bambini si tuffavano nell’acqua dal colorito bruno (insomma, se i bambini ci saltano dentro tutto il pomeriggio…)

E allora dalla rana di Nicolò alle 18.06 arriva il primo oro di questi Mondiali. La vasca della Duna Arena fortunatamente non è come quella della festa, anche il tuffo di Nicolò. La gara ricorda un po’ quella di Fioravanti nel 2000, americano davanti e poi distensione nella seconda vasca. Abbiamo quindi un degno erede di Domenico (anche se la rana di Domenico, diciamolo, era tutt’altra cosa). 

Dire che me lo aspettavo mentirei. Ma ci speravo fortemente. Ovviamente, in mezzo al prato della festa, sono stato preso per matto nella mia esultanza, perché intanto l’atmosfera si era fatta rilassata e c’era un po’ aria di sonnecchiamento post prandiale. 

Non c’è molto altro da dire. Tripletta americana di vittorie, manca la Russia e si vede, manca la canadese MacNeil protagonista dei 100 farfalla olimpici e manca la sfida dei misti dove la Walsh fa il bello e il cattivo tempo. C’è invece sempre Dressel che è sempre Dressel.

E poi c’è lui, il baffetto più veloce dell’Italia, che oramai ad ogni frase ci stupisce. Noi ce lo ricordiamo ragazzetto che non sapeva cosa dire. Si vede che sa cosa dire e anche cosa fare. Comunque, per lui, sette uscite nei primi due giorni e tempi di tutto rispetto con tre record italiani e la top ten dei 100 dorso. Beh visto che è scocciato di aver perso, vediamo di rifarci.