Mondiali lifesaving 2018 – 4/Scontro fra titani!!!

di Mauro Romanenghi

mondiali salvamento 4 - Corri, ragazzo laggiù

mondiali salvamento 4 – Corri, ragazzo laggiù

Prima di scrivere questo pezzo ci ho messo un po’. Ho dovuto cucinare il bollito, che da me si fa con carota, cipolla, sedano e patata. Poi controllare che la lucertola che ospito sul balcone sia a posto, che se no mia moglie si preoccupa (sta bene, è sotto il terriccio). Poi vedere le gare in streaming e qui c’è da dire, dopo. Poi rispondere ai 264 messaggi di Whattsapp di varie ed eventuali. Poi leggere i messaggi di critiche e ringraziamento dei precedenti post.

Inizio: modalità seria on.
Non sono un giornalista. Scrivo per piacere e perché mi piace. Scrivo di salvamento perché lo seguo, e forse ci capisco qualcosa: ma non lo so, dovrei chiederlo a voi. In questa sede e in questo sito scrivo quello che mi passa per la testa. Non farò mai un resoconto delle manifestazioni preciso, e non lo farò seriamente. Per quello scrivo da altre parti, forse anche più lette. Qui siamo tra amici, possiamo essere più tolleranti. Detto questo complimenti e critiche sono tutte ben accette. Perciò mi ricospargo il capo delle ossa della costata di ieri sera e vi informo che per quanto possa prendere in giro, criticare, riderci su, di nessuno penserò mai male né mi permetterò mai di dire che faccia schifo. Molti lo fanno. Io invece voglio bene a tutti, dal campione del mondo a chi fa 55” nel trasporto manichino maschile. Per questo vi prendo in giro, solo qui. Se non ci credete, fatti vostri.

Modalità seria terminata. Poiché siamo alla fine, ho promesso che parlerò di più gente perché me lo hanno chiesto. E lo faccio. Poi non lamentatevi eh!!!

Vado a ruota libera. Oggi inquadrano la tribuna della piscina: enorme, ed enormemente vuota. C’è più gente a vedere gli Esordienti B in una piscina a Milano, a comprare uno smartphone durante il Black Friday, a leggere un mio articolo,. E poi dicono che è lo sport nazionale in Australia. Boh..

In spiaggia vento e onda, mare formato, si dice per la vela. Forse meglio fare windsurf che canoa e tavola, ma per gli australiani e neozelandesi qua si va a nozze. Poco che ci manca che sulla tavola si mettano in piedi e ci ballino sopra.

La prima gara di giornata è la finale di beach flags. Beh intanto a me la finale a otto non piace. La finale si fa a 16. Voglio le mazzate io. Che comunque ci sono. A un certo punto gelo. Lo svizzero elimina l’australiano. Come quando Alinghi batte Australia nella Coppa America. Come se nel canottaggio a Lucerna l’otto australiano perdesse dal club nautico di Ginevra. Come se nel rugby… vabbé avete capito.

Gran casino oggi in spiaggia e in mare. Intanto interrotta la finale di bandierine per dieci minuti per non si sa quale fallo commesso non si sa da chi. Tutto a tarallucci e vino, si riprende. In mare invece finale Ocean femminile: a un certo punto, metà delle atlete si perdono, un gommone attraversa il campo gara con una delle boe gialle, e via così. Per fortuna che avevo detto organizzazione perfetta.

Siccome le gare di salvamento sono già brevi, da quest’anno la finale di Ocean si fa col sistema M shape a eliminazione. Finale a 18, con tre circuiti tavola, canoa e nuoto a doppia andata e ritorno a forma di M. Tutto chiaro? Prima in 18, poi in 12, poi in 6. Temevo anche ci fosse la finale a 3. Per fortuna no. Mi piacciono le gare in mare ma non le formule alla “Highlander: ne resterà solo uno”. Tranne le bandierine, ovvio. Lì mazzate sempre.

L’intervistatore si è innamorato di una giudice e l’ha eletta a speaker tecnico. Peccato che non ci veda tanto bene contro sole e non distingua sempre gli atleti. Soprattutto, non conosce i nomi: quindi sono tutti Australia, France, Belgium, Italy, Japan (che c’è sempre).

Il mare è veramente duro. Nella M shape grande difficoltà a girare la canoa soprattutto se lo devono fare in tre contemporaneamente. A me sembra un gran macello. Pensate che questa dovrebbe, a detta di un delegato che intervistano lì, essere la formula olimpica: M shape a eliminazione. Paura eh?

Allora diciamola tutta: gli australiani sono sessisti? Gare femminili zero! Maddai! Ai mondiali. Non ho visto una gara femminile tranne gli sprint che facevano tutti assieme. E l’Ocean, che era l’ultima. Male male.

Ma con il po po di sito che hanno messo su uno straccio di classifica a squadre la potevano postare ogni giorno? Sempre ‘ste cavolo di foto dei PDF su Facebook. Ma facciamo lavorare un po’ ‘sti webdesigner!

Piscina: ritorniamo fra gli Junior (o Youth, o come diavolo lo vogliamo chiamare). Parliamo di questa Lina Pallister. Quattro gare, quattro vittorie, due record del mondo strappati alle azzurre (purtroppo). Nel superlife dieci metri di vantaggio su tutti, e 2’24” e spiccioli. Nel misto, 1’11”24. Messaggio recepito.

Come ho detto, quel che la sorte toglie, la sorte da. Nakielsky, oro europeo Youth perso per squalifica a settembre, oro e record polacco qui. E con un inglese impeccabile. Si è capito che ci tengo alle lingue?

Ma era proprio il caso di fare la finale B staffetta trasporto Youth femmine con solo gli USA? Fare una finale A a nove era brutto? Ma cosa pensavano, che gli USA migliorassero venti secondi e andassero a prendere l’oro?

Lucrezia Fabretti: sul trasporto a pinne niente da dire. Sull’apnea, nemmeno. Sulla virata, forse qualcosina. Sull’intervista, bisogna lavorarci su.

E adesso una per tutti, e tutti per uno. I voti non li do, non siamo a scuola.

Gilardi. Freddo come il ghiaccio, o come il mare nella giornata di sabato. Che poi è la stessa cosa. Magari i tempi non sono bellissimi, ma la manina davanti è quella che conta.

Musso. Triplete. Mourinho lo vuole già al Manchester. Ma lui ha giurato fedeltà a Fiamme Oro e Rari Nantes Torino. Ultima vera bandiera del salvamento, come Totti e Maldini.

Piroddi. Fa niente se non la hai fatta tu la staffetta lifesaver. Fa niente se non hai vinto pinne. Il trasporto a delfino è spettacolare. Ma come dice il tuo allenatore, al manichino bisogna arrivarci un filo prima. Lavoriamoci su: io ti aspetto, vincente, la prossima volta!

Paragallo. Gare individuali ho visto di meglio da Marcello, ma la partenza della staffetta manichino vale da sola il prezzo del biglietto. Intanto la maglia la hai messa, adesso vediamo di portarla più in alto.

Sanna. Non un mondiale da mettere in cornice, però neanche da buttare. Certo la vestizione del super ha visto giorni migliori. Ma Daniele da sempre il cento per cento, quando serve. E la staffetta torpedo ne è una dimostrazione. Guerriero sardo.

Lentini. Si vede poco, entra in finale a Ocean e contribuisce nelle staffette. Difficile dire qualcosa e infatti non lo faccio.

Volpini. Inizio da lei. Record del mondo inseguito, voluto e preso. Forma spettacolare, forse quella messa meglio della pattuglia azzurra. Non sbaglia nulla. Chapeau.

Meschiari. La voce dell’esperienza. Sembra 37 anni che è in giro invece ne ha solo 26. Ma nel superlifesaver se vuoi batterla devi avere mille anni di esperienza perché se le lasci un metro non la prendi più.

Ferrari. Bob aggiustatutto. C’e da fare misto? Lo fa Samantha. Torpedo? Samantha. Ocean relay da sola? Samantha. Si è rotto l’asciugacapelli di Musso? Chiamate Samantha. Manco fosse la protagonista di Vita da Strega e avesse il tocco magico. Non gli sono riusciti solo gli ultimi 15 metri a torpedo. Ma io sono sempre qui e la aspetto al varco.  

Leanza. Trasporto super. Il tempo non rende giustizia ma il fondale alto neanche. Un bronzo che pesa. Ma la velocità di base, quella forse un filino ma migliorata. Idee personali, of course.

Nigris. Cosa ci fosse non so. Ma la presenza di Serena è stata impalpabile. Persino nello streaming non è mai apparsa in una inquadratura. A 19 anni, può accadere. Ma anche a 29. Vuol dire che c’è del tempo, in mezzo.

Cicali. Portata per il mare, ha fatto il suo lavoro. Che, purtroppo, non ho visto. Quando la presero dissi a un mio amico: vediamo dove arriva. Quello è il livello che deve raggiungere un lifesaver per esser convocato per il mare. Vediamo se è vero.

Le staffette. Prese tre medaglie, su nove gare in piscina. Una su nove in mare. Non conto la SERC. La staffetta trasporto è quella che mi è piaciuta di più, combattiva fino in fondo con un avversario che era nettamente superiore, con dei cambi più che degni di questo nome: da far vedere a scuola. Ma tanto da fare. Il salvamento internazionale è arrivato, non si fanno sconti.

L’inglese. Imprescindibile. Se ce l’ho fatta io a 32 anni, ci può riuscire chiunque. Da 16 a 40.

Un abbraccio (anche da mia moglie)

Mondiali lifesaving 2018 – 3/Tutti al freddo!!!

di Mauro Romanenghi

mondiali salvamento 3 - Scaldiamoci!

mondiali salvamento 3 – Scaldiamoci!

Maritaggio terminato. Il nostro Fogliani si da al turismo, ma i miei Crocodile Dundee australiani sono sulle sue tracce e mi dicono che da Sidney potrebbe comparire d’improvviso negli specchi d’acqua di Adelaide. Attenzione lifesaver, i Vaporidicloro sono pericolosi!

Ieri l’intervistatore si aggirava come un falco predatore per cogliere le impressioni dei protagonisti della gara di pinne.
Alla fine, dopo alcuni vani tentativi, comprende che forse dopo una gara di 50 secondi di cui circa 30 in apnea non è il caso di insistere.

Oggi invece iniziano le gare in mare. Fa freddo. Piove. L’acqua è gelata. Lui si avvicina a un atleta e chiede: “fa molto freddo oggi vero?”. Bella domanda da fare a uno che deve stare in costume a 15 gradi. E poi conclude: “Benvenuti in Australia”. Ma vai a quel paese va!

Detto questo oggi sarà il freddo, sarà che giocano fuori casa, i neozelandesi commettono un po’ troppi pasticci. Perdono la staffetta torpedo inciampando sull’ultimo metro, le due staffette sprint perdendo il testimone, e a mio modo di vedere anche il mondiale a squadre. Sento profumo di titolo per l’Australia, ma potrei sbagliarmi. Comunque dai calcoli di Longobardo, effettuati rigorosamente a mano con l’abaco del 1914, sono avanti.

L’Italia compie un’impresa storica, con la prima medaglia nella staffetta torpedo maschile (a memoria di Longobardo, quindi sguinzaglierò i miei C.D. InvestigAlligators per confermare).

La gara me la gusto tutta in diretta, e ci spero un po’ anche per l’oro. Ma anche un bronzo va benissimo: purtroppo non posso urlare troppo, mia moglie dorme ancora e potrebbe morire d’infarto e/o uccidermi.

Oggi è un giorno d’Egitto. Che poi con un freddo così, è un controsenso. Eppure vincono il frangente, grazie a un inciampo dell’irlandese Cahill ma anche al fatto che il lifesaver egiziano era lì in agguato: anche in Egitto, vi ricordo, ci sono i coccodrilli.

Poi non contenti vincono anche la staffetta sprint. Insomma, non ci sono solo Nuova Zelanda e Australia.

Altro sgarro alle due superpotenze arriva dalla canoa maschile è uno dei fratelli Notten a vincere, battendo in volata Bevilacqua. Chissà di che origini è questo australiano.

Modalità seria attivata. Arriva la Eaton alla fine dello sprint femminile, vinto anche qui al fotofinish. E scoppia in lacrime. La dedica va al papà scomparso a settembre. Ciao anche da parte nostra, un abbraccio!

Considerazioni ambientali. La spiaggia è piena di alghe, marroncina e il mare marroncino. Insomma, mi ero immaginato diversa la spiaggia dei Mondiali.

Due parole le meritano anche gli Junior. Primo giorno e quattro record del mondo. I due individuali tra l’altro strappati a Nigris (misto donne) e Ippolito (ostacoli uomini). Nella corda impressionanti i due sudafricani. Il ragazzo del lancio ha fatto credo 5 tirate e il compagno era già lì: in 9”17. Il compagno credo che abbia avuto paura di finire spiaccicato contro la parete. Tanto per dire, i vincitori della corda avrebbero vinto anche tra i senior e la Palister, vincitrice tra le ragazze, sarebbe stata argento dietro la Williams. Speriamo per loro in un futuro radioso

Esordiscono anche le nostre due portacolori. Lucrezia Fabretti è bronzo nel misto, a Francesca il torpedo si incastra in mezzo alle pinne. Il piatto forte arriva domani. Vedremo.

Mondiali lifesaving 2018 – 2/Cambi e ricambi, sudore e lacrime

di Mauro Romanenghi

Mondiali salvamento 2 - Vive la France

Mondiali salvamento 2 – Vive la France!

Ieri mi sono arrivate le foto del matriaggio. Il Fogliani sembrava una via di mezzo tra il nonno del telefilm de “I mostri” e un modello di Tom Ford. Elegantissimo. La figlia, ovviamente, il massimo dello splendore. Foto privatissime, già vendute alle migliori riviste del Sud Australia tra le quali Walkabout Creek Magazine.

Ieri ci sono cascato, lo ammetto. Ho scritto per la stampa specializzata che la staffetta lifesaver era Piroddi, Paragallo, Ferrari, Leanza. Ma intanto si vedeva benissimo che l’ultima era la Volpini (si vede entrare anche nel video). Poi sul podio c’è Musso. Ma nè la FIN nè la stampa specializzata nè nessun altro sito se ne è accorto. Non muore nessuno, comunque diamo a Cesare quello che è di Cesare.

Oggi in ben due persone mi hanno spiegato quello che un po’ immaginavo.
Il gesto del triplete è la vittoria europea, mondiale e dei World Games (che sono i Giochi non olimpici: oh, il salvamento ha questi).

Sempre i miei Crocodile Dundee sguinzagliati mi dicono che anche Gilardi ha sbagliato l’ultimo ostacolo dei 200, per quello era più lento. Non me ne sono accorto, cospargo il capo di costine avanzate dal barbecue di Fogliani.

E diciamolo: le gare individuali di Nigris e Paragallo non lasceranno il segno nella storia di questo mondiale. Mi spiace per i due bravi ragazzi: si rifaranno.

Non è purtroppo neanche il mondiale di Daniele Sanna. Ieri così così, oggi c’era il superlife. Che poi è anche il nuovo nome della nostra trasmissione. E la gara più bella. Ma non bisogna sbagliare niente. Soprattutto la vestizione, che questa volta non va. E da lì è tutta in salita. Quarto Daniele, ma noi ti vogliamo bene lo stesso.

Chi non sbaglia sono il Gilardi e Silvietta. Gila se la lega al dito da ieri. Silvia non può finire così. E ricamano due superlife da incorniciare, anche con dei tempi non proprio eccelsi. Ma in una rassegna iridata dove nulla è scontato, dove si vince per pochissimo, nulla si può regalare. E Silvia ci da la sua perla: apnea alla Barbati ai 100 metri dopo la vestizione, prende quei due metri sulla Rousseau e via. Come dice il telecronista, non la prendono più.

Silvia che spiccica almeno due parole in inglese. Ragazzi qua un bel corso di inglese per sportivi bisogna farlo. Ma proprio tutti: i giapponesi non riescono nemmeno a tradurre la parola  “arigatou” (grazie). Male male. Chi non ha bisogno di corsi sono i tedeschi, soprattutto le tedesche e soprattutto non hanno più bisogno di lezioni di cambi di staffetta. Il ricambio per Elena Prelle è arrivato, e anche il successo nella gara più ambita: la staffetta trasporto. Secondo me la più difficile e la più bella delle staffette del salvamento.

Nelle staffette trasporto femminili, festival degli e(o)rrori. Mai viste cose così. Manichini persi (anche il primo cambio italiano non esente da errori), sbagli al muro, lentezza esasperante. Persino la Francia che era in testa perde il manichino nell’ultimo passaggio. E la Germania ringrazia e va.

Quel che la sorte toglie, la sorte dà. Staffetta mista femminile. L’Australia è la squadra più forte. Ma la terza staffettista decide di perdere la bretella. A quel punto rientrano tutte e cambiano in cinque sulla stessa linea. Parte la Weyders come una furia. Si buttano Francia e Australia sulla piastra. Prima Australia, ma io ho visto la Weyders davanti. Il tempo della Francia non c’è. Poi compare: sono tre centesimi di vantaggio per le transalpine. Neanche Wes Craven poteva fare un thriller così. Lacrime finali per tutti.

Magali Rousseau: cinque finali in un pomeriggio. Non è come il magico 2014, ma la classe è quella. Seconda nelle pinne, quarta a super, finale a trasporto, seconda nella staffetta trasporto. Alla fine ce la fa. Oro. A tutti gli atleti che si lamentano che fanno troppe gare, andate a portare fuori il cane: quello è il vostro sport, come dice un mio amico. Lo sport fatelo fare a quelli come Magali.

Da ultimo, menzione alle nostre brave Juniores che si cimentano un po’ in mare. Poco poco, nel frangente e sono nelle dieci, e nella staffetta tavola, e sono seste. Le nazioni presenti sono pochine, una dozzina. Triste, lo so. Ma mai quanto le tribune del centro natatorio di Adelaide, che sono a mio avviso desolatamente vuote.

Glenelg Beach, complice forse il mare mosso e il molto vento, mi sembra una spiaggia sporchina, piena di alghe e il mare è bello marroncino. In questo mare come potete vedere in questo video i francesi vincono in modo spettacolare l’unica gara che non è stata appannaggio di Australia e Nuova Zelanda. Dopo l’intervista i due ragazzi sono stati fatti sparire perché il governo australiano ha messo una taglia sulla loro testa, come nemici del popolo.

BBQ4all!

Mondiali Lifesaving 2018 – 1/Mr Crocodile Dundee in azione

di Mauro Romanenghi

Jacopo Musso - Mondiali salvamento, Adelaide 2018

Jacopo Musso – Mondiali salvamento, Adelaide 2018 (Mauro Romanenghi)

Insomma un po’ lo invidio ilFogliani, scritto tutto attaccato come ai bei tempi del forum.
Là al sole australiano, a farsi aperitivi in spiaggia mentre aspetta il solenne matriaggio della figlia e un bel barbecue finale! 

E io qui, a sorbirmi ‘sti mondiali… ma dai che sto scherzando!

Si comincia. E si comincia con luci e ombre al primo giorno. Ma che, dico dico, Silvia mi combini? Guardo lo streaming e sei in finale B degli ostacoli, tu la regina del sottopassaggio. E pure nel misto. Bah, indagherò ma la cosa mi puzza. Nel frattempo mi godo le apnee fantastiche della Zhang che fa la festa alla Gillett, una mia vecchia conoscenza. Che gli ostacoli non se li è scordati, e il suo 2’06” lo sa ancora fare. Brava la mia Chelsea, tengo ancora la sua cuffia.

Ostacoli che non sorridono a Federico. Maddai, non puoi farti fregare da Kent così all’ultima apnea, oramai era fatta. Urlo di disperazione ma va così. Resta il superlife, ma questa occasione andava sfruttata! Comunque sempre meglio del cinese Ling che mentre è al comando delle operazioni si schianta contro la sesta barriera ai 150 metri. Son ragazzi, si rifaranno!

Polonia stellare nella 4×50 ostacoli femminile. Dopo Scuola di polizia, Scuola di ladri e Monster University, il prossimo è il film polacco Lezioni di sottopasso. Secondo me il re degli ostacoli Fabio Tadini della Nuotatori Milanesi è stato in Polonia questa estate, non in Australia.

Lo streaming della manifestazione è bellissimo, e c’è pure l’intervista a bordo vasca. Mi dico che prima o poi arriverà il momento degli azzurri. Che infatti arriva con la Volpini. L’intervistatore già fa il primo errore: va a bordo vasca alla fine di una gara di pinne, dove gli atleti sono mezzi morti. E poi fa la fatidica domanda (in inglese) come è stata la gara. Risposta di Federica: carina (nice). Ma come carina!!!! Hai fatto il record del mondo e hai vinto un mondiale, dovresti esplodere. Vabbé ci toccherà invitare Federica a Superlife, ho capito.

Musso 1: già Musso lo intervistiamo dopo la gara, con calma. Un po’ meglio, ma c’è da lavorarci un po’ su sulle interviste. La prossima puntata di Superlife, domande in inglese di Andrea astrolifesaver Longobardo. Promessa e minaccia!

Musso 2: mostra il tre a fine gara, e ripetutamente. Adesso che va di moda il triplete, dobbiamo capire a cosa si riferisce. Manderò ad indagare sul posto il mio Mr Crocodile Dundee.

Vincitori dell’intervista di giornata la staffetta mista argentina, superbamente condotta dalla sua rappresentante femminile. Exciting (anche la rappresentante…).

Continuano le luci e le ombre. Le staffette ostacoli non brillano di certo, anche se non sono mai state supercompetitive in generale. Ma poi guardo le apnee maschili degli azzurri. Eh no, senza la delfinata, ragazzi, non ci siamo. Da rivedere.

Io dico che il line throw a me piace un sacco. E che con 14-15 secondi si fanno i punti. Noi siamo fuori dai punti maschili e con due punti femminili. Se ce la fa Hong Kong secondo me ce la possiamo fare pure noi.

Samantha Ferrari, prima della superba frazione a pinne, esplode negli ultimi quindici metri del torpedo femminile. Era in lotta per l’argento, e giunge settima. E’ ancora seduta a bordo vasca a capire cosa sia successo, in quegli ultimi maledetti sporchi quindici metri.

Se non è squalifica quella della Weyders nel torpedo, allora non so quando può esserci una squalifica. Secondo me il manichino era ben oltre i 5 metri. Il giudice forse guardava la staffettista argentina.

Alla fine della giornata mi chiama Andrea Longobardo e mi da la classifica parziale delle nazionali Senior e Youth. Che non c’è da nessuna parte. L’ha calcolata a mente. Mi fa un po’ paura questa cosa.

Compresa la SERC, abbiamo dieci nazioni vincitrici delle prime dodici gare. Con tre continenti rappresentati. Più competitivo di così il salvamento come lo volete? Alle Olimpiadi, dice mia moglie!!

 

SuperLife 4 – Eurojunior alla lente d’ingrandimento

di Redazione Podcast

Conduce l’astrolifesaver Andrea Longobardo, astronomo, ricercatore nonché responsabile del salvamento master in Italia. Commento tecnico di Mauro Romanenghi allenatore, almeno così dice lui, della IN Sport Rane Rosse; disturbo tecnologico del Fogliani, ammaestratore di Vaporidicloro. In redazione come sempre Marco Agosti con le sue classifiche.

Ospiti Gianni Anselmetti responsabile tecnico della nazionali giovanili e coach dei Nuotatori Canavesani e Daniele Bearzotti, assistente tecnico e coach della Orizzonti Udine .

Vacanze finite, per qualcuno mai iniziate e per qualcuno passate a preparare gli Europei Juniores. Dove, al freddo e al gelo, i nostri ospiti hanno accompagnato la nazionale Juniores per il loro campionato europeo di categoria. Addentriamoci quindi nell’analisi delle prestazioni, nella disamina del campo gara, nella critica all’organizzazione… insomma scopriamo come è andata la campagna dell’Italia agli Eurojunior irlandesi insieme al responsabile tecnico Gianni Anselmetti e al suo assistente Daniele Bearzotti. Tra ori, record e squalifiche, ma senza streaming.
Solo su Superlife, l’unico podcast sul salvamento in Italia.

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT.

Sigla “Let me go” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 15/10/2018

credit foto Mauro Romanenghi (Gianni Anselmetti e Daniele Bearzotti via wa)

Euro Lifesaving Youth – facce di bronzo e una più di Bertoldo!

di Mauro Romanenghi

NazionaleJuniorNuotoSalvamento_DanieleBearzotti

Nazionale Junior Nuoto Salvamento – Daniele Bearzotti

E insomma anche questo giro lasciamo il titolo di Campioni d’Europa e dovremo andarcelo a prendere un altro anno. Alla fine infatti l’Italia junior è terza nella classifica overall per nazioni.

Intanto complimenti a tutti i ragazzi per il loro impegno, la dedizione, il fatto di essersi allenati tutta l’estate e soprattutto, per due di loro, per il fatto che non avranno neanche il tempo di riposarsi e partiranno per l’Australia. Unica consolazione, anziché brutto e freddo troveranno il sole e il caldo (speriamo).

Partiamo però con le note positive, e mi metto in modalità di serio commentatore.

Abbiamo dei grossi talenti, molto giovani e tutti ancora da scoprire. Ne citerò tre, senza nulla togliere agli altri che conosco e seguo da tempo e continuerò a seguire con piacere.

Credo che un record del mondo assoluto durante una manifestazione giovanile non si fosse mai visto. Lucrezia Fabretti, il cui talento è indiscusso, ha messo in campo al mattino una gara perfetta, anche se lo streaming e i video non rendono giustizia alla sua prestazione. Il trasporto delfinato ha pagato, alla fine, per lei che delfinista lo è. Quasi un secondo e mezzo di miglioramento per arrivare al 50”78, che demolisce il precedente primato. Non so se ci capiamo ma poco più di dieci anni fa si andava a podio nei maschi con questo tempo ai mondiali.

Francesca Pasquino, otto medaglie di cui cinque d’oro, schierata in quasi tutte le staffette, il futuro del superlife nostrano. Valida anche in mare come dimostra il bronzo dell’Ocean donne, prima medaglia in questa gara a mia memoria. Unico podio raggiunto con gli attrezzi nelle gare oceaniche.
Il tempo a super non rende giustizia, ma qui spesso la vittoria è quello che conta.

Andrea Vivalda, acerbo ragazzo del 2001 ma già in grado di fare 46” a pinne. Qui vince le gare del torpedo e di pinne, appunto, con grande superiorità. E conquista un bronzo a bandierine. Insomma, che altro dire???

Gare in piscina vinte per l’ennesima volta. Ma con distacco contenuto. Settanta punti su Spagna e Germania, direte voi, sono tanti. Vedremo che non è così.

Staffette di livello altissimo. Questi ragazzi potrebbero competere per una medaglia Senior senza sfigurare contro nessuna società italiana assoluta. Un tempo di 1’41” nella mista donne la dice tutta. Ma anche i tempi delle staffette trasporto sono assolutamente competitivi, difatti rappresentano il nuovo primato italiano di nazionale per la categoria.

Ho visto anche tante finali nelle gare oceaniche. Quattro medaglie conquistate, anche se due nelle gare nuotate. C’è quindi un grosso miglioramento. Significa che l’Europa è, a livello giovanile, più vicina. Ma ancora lontana.

E adesso, torno in modalità lifesaver (poco) misterioso e vi beccate i soliti giudizi tranchant. Chi vuole può leggere, chi non vuole può continuare a leggere i report federali, dove devo ancora capire chi sia il Mattia componente della staffetta trasporto maschile oro a questi campionati.

Come sia possibile non preparare una pagina di risultati su un sito di una manifestazione internazionale è veramente incomprensibile. Dopo due giorni, ancora nessuna notizia, bisognava cercare nelle foto della pagina Facebook (come se in Italia dessero i risultati delle gare su WhatsApp). Al termine della manifestazione, risultati ancora incompleti: non parliamo dei nomi degli staffettisti. E delle classifiche per nazioni, neanche l’ombra. Bocciati.

Programma delle gare sul sito FIN, alla voce partecipanti. Gare di staffetta, in generale suonava così.
Staffetta tavola f: Italia
Staffetta tavola m: Italia
Ma va?

Il fattore K colpisce anche in Irlanda. Giulia Calistri diventa Kallistri. E viene subito squalificata a torpedo, alla seconda gara in programma. Fantastico. Per fortuna questo giro Giulia è più forte delle sua proverbiale sfortuna e nessun macigno le cade sui piedi né trova manichini storti. Hanno anche chiamato un lepricano irlandese ma non se l’è sentita di infierire. Brava Giulia.

Proprio con i nomi degli allievi di Bachetti gli irlandesi non ci azzeccano: Mattei diventa Mattie. Mai come il nostro sito, però.

Le gare in streaming sono una diretta Facebook. Il primo giorno, da un angolo della piscina. Immaginatevi cosa si vede dal lato opposto. Poi si mettono dietro i blocchi. La situazione migliora fino a quando la telecamera non viene data in mano a qualcuno che probabilmente ha bevuto una Guinness di troppo. Potete immaginare il risultato.

Una più di Bertoldo: questa la descrizione delle disavventure delle staffette maschili.
Tre squalifiche su sei gare. Prima un frazionista (si dice il peccato non il peccatore) esce dalle piastre anziché lateralmente nella staffetta mista. Poi agganciano il torpedo dopo la boa nella staffetta torpedo in mare. Poi si sbaglia la boa nella staffetta tavola. Calcolando che il terzo posto è sfuggito di 38 punti e una è un primo posto…Sob!

 

Ma io dico se avete il drone perchè non fare la diretta streaming delle finali in mare?
O almeno mettere i video. Saranno cinque minuti. NCS: non ci siamo.

La Gran Bretagna è arrivata a 88 punti dall’Italia. In piscina era a 300 punti di distacco. Questa è la nostra differenza in mare dove loro fanno circa 500 punti. L’Irlanda, quinta assoluta, ne fa circa 430. Il problema non sono queste due nazioni, che come detto hanno un grosso distacco dopo la piscina. Sono Germania e Spagna: che hanno fatto 380 punti e 400 punti. L’Italia, 270, meno anche del Belgio. Vero che ci sono state squalifiche pesanti, che avrebbero portato gli azzurrini quasi al primo posto. Vero che le hanno avute pure gli altri.

Parliamoci chiaro: Italia del SERC penultima e nel lancio della corda non qualificata in nessuna finale. Queste tre gare valgono sessanta (60, sei-zero) punti. Se arrivi in finale A prendi almeno 10 punti. Non è così difficile. Calcoliamo che la gara maschile vedeva al via in finale A cinque squadre. A voi le considerazioni del caso.

Ogni tanto mi soffermavo a vedere i risultati delle gare in piscina oltre il podio. Di sicuro alcune squadre sono molto più preparate per il mare, per cui la piscina è per loro onor di firma. Ma alcuni tempi, diciamolo, sono a livello categoria Ragazzi…e neanche troppo forti.

Insomma, siamo a un Campionato Europeo, dopotutto. Alla prossima!

Campionati italiani estivi di categoria di salvamento 2018

di Mauro Romanenghi

spettatore misterioso - CampionatiCategoriaEstiviSalvamento 2018 - Mauro Romanenghi

spettatore misterioso – CampionatiCategoriaEstiviSalvamento 2018 – Mauro Romanenghi

Un lifesaver poco misterioso… racconta i campionati estivi 2018.

Purtroppo devo dare le dimissioni da Lifesaver Misterioso. Sarebbe come se Darkpool, l’antieroe del nuoto di Corsia4, rivelasse la sua identità. Come se Peter Parker spifferasse di essere l’Uomo Ragno. Come se Batman andasse dal commissario Gordon senza la maschera. Come se Ironman si rivelasse come Tony Stark (ah no quello è successo).
Vabbè mi tocca farlo, il quieto vivere è più importante del salvamento.

Il… Forno italico. Così possiamo chiamare lo Stadio del Nuoto nei giorni dei campionati italiani estivi di salvamento. La nuova denominazione ha nome e cognome ma qua siamo una setta quindi la spia non si fa. Un caldo pazzesco, tanto che i gazebo si sono lamentati per non riuscire a trovare refrigerio.

Ben 24 record italiani. Il primo a stabilirlo, subito alla prima gara, una Esordiente A. Che vorrebbe salire sulla corsia per festeggiare. Ma poi, fortunatamente, non lo fa. Meglio così, brava. Spero ci salirà un’altra volta, da più grande, senza correre via dalla corsia verso le tribune come Forrest Gump.

Questa cosa degli stranieri mi sfugge di mano. Adesso basta che ci sia uno straniero anche da Esordiente A e bisogna premiare quattro/sei atleti e/o sedici/venti staffettisti. Per fortuna che la squadra si premia lo stesso, se no sai quante coppe bisognerebbe prendere. Se la cosa prendesse piede nel calcio, la prima squadra la devono prendere in serie C1.

Prova Esordienti A a pinne: pronti via e la pinna rimane sul blocco. Una sola pinna. Ferma lì, a testimonianza che tutto può succedere. Io però mi ricordo di averne viste perdere, sempre sul blocco, tutte e due. Anche l’impossibile, per quanto improbabile, può accadere. Coraggio.

Se sei sfortunata la sfortuna ti perseguita. Stessa atleta della pinna smarrita, vince il trasporto manichino: con il nuovo record italiano. Peccato che non sia record, perchè è stato già battuto l’anno prima. Cose che succedono.

Non so come inseriscano i record nelle classifiche elettroniche, ma i primi due giorni hanno richiesto un po’ di rodaggio. Poi tutto è filato via (quasi) liscio.

Scena: due allenatori parlano dell’alimentazione corretta. Arriva l’atleta.
“Mi dai dei soldi per andare al bar?”
“Cosa devi comprare?”

“Il magnum”
Bene.
Dopo pochi minuti arrivano due gioiose ragazze col caffèzero.
Si dice il peccato, non il peccatore.

Scena: due allenatori guardano il manichino con pinne. Parte la gara e i due vogliono vedere cosa succederà all’atleta che troverà il suo manichino perfettamente orizzontale e parallelo alla testata dei 50 metri. Non si scompone, lo prende e va.

Domanda: “Ma perchè non ti fermi?”
Risposta: “E farmi un altro 50 sotto?”
Beata gioventù.

I manichini si spostano da soli al Foro, è ufficiale. Durante la gara di misto, alcune correnti marine portavano i manichini anche verso i 45° rispetto alla corretta direzione. Anche qui, nessuno si scompone. Oh se uno sta morendo mica lo si vuole salvare nella posizione corretta.

Da un’analisi biomeccanica eseguita in tempo reale è stato stabilito che la staffetta della Nuotatori Milanesi Junior femmine per stabilire il nuovo record italiano ha percorso in subacquea il 43,7% della competizione. Il coach conferma i dati in nostro possesso.

Le premiazioni delle gare hanno una durata infinita. Devono contemplare: ingresso dei tre o più atleti (sessantaquattro in caso di staffette con stranieri dentro), presentazione, salita con scritta sul tabellone e stretta di mano a tutti gli altri, foto sul podio, foto vicini sul primo gradino del podio. Infine, immancabile, selfie. Poi si esce. E solo dopo, entrano gli altri. Bello eh, ma un po’ lunghetto.

Scena finale. Il giudice arbitro (Ciao, Jerry!) raccomanda ben due giorni di fila di mantenere il manichino in posizione corretta di galleggiamento durante il superlife già dalla partenza.

Raccomandazione recepita e trasmessa agli atleti e agli aiutanti. Prima serie al via della giornata. L’aiutante tiene il manichino con la faccia rivolta verso gli atleti in partenza. Perfetto. Scripta manent, verba volant.

Alla prossima.

Nazionale 2018 – Tutto quello che non volevate sapere ma io ve lo dico lo stesso

di Lifesaver Misterioso

Orizzonte - by Lifesaving Italy

Orizzonte – Photo by Lifesavinginitaly

Confessioni di un Lifesaver Misterioso

Sento la seconda puntata di Superlife, il nuovo podcast sul salvamento (che poi è uguale a quello vecchio, ma non proprio tutto) dove vengono intervistati i CT delle Nazionali.

Se la volete riascoltare per vedere chi aveva ragione e chi no, ecco qui.

E leggo poi le convocazioni su Facebook (anche un Lifesaver Misterioso ha un account… misterioso): non è difficile, l’hanno postata sette secondi dopo averla ricevuta. Naturalmente il tutto prima che appaia sulla pagina FIN, che non brilla per velocità: se mandi le convocazioni alle società almeno pubblicale prima tu!

Insomma, la puntata ci ha azzeccato quasi in tutto. L’astrolifesaver Longobardo a questo punto potrebbe fare il CT, se non fosse impegnato in TV a mangiare uova di cioccolato prendendo come scusa di spiegare come precipitano i satelliti.

E così Paragallo ottiene la convocazione tanto sospirata: lo aveva detto Cano, che una buona dose di Nazionale sarebbe stata presente in Olanda. E che qualcuno di quelli apprezzati non ci sarebbe andato. Ha mantenuto la parola. Dentro Paragallo, fuori Ippolito. Più chiaro di così.

Volpini in Olanda, Volpini in nazionale. Ma chi altre se no? Altro colpo indovinato.

E chi se non la Nigris? Ma non ha vinto ostacoli direte voi… beh non si può avere sempre ragione.

Lo pseudocommentatore tecnico la butta lì durante la puntata: magari un canoista ci sta. Detto, fatto: due canoisti. Ma insomma se no che coraggio volevano avere? Portare Cerra per vederlo insabbiarsi contro i colossi australi? Di Tullio che ha vinto solo una gara agli Assoluti e l’anno scorso agli Europei ha faticato a stare nei dieci? Con tutto il bene che gli voglio, per fare Ocean e tavola, dove vanno più forte di noi persino gli Esordienti della Gran Bretagna (che tra l’altro la fanno tavola, mentre i nostri Esordienti prendono il gelato sulla battigia)? Insomma, vediamo se il coraggio pagherà o i canoisti si infrangeranno… sul frangente australiano. Qualcuno forse se lo augura.

Di questo passo vediamo se Tortu ha un po’ di tempo libero per sprintare sulla sabbia. Così poi con quattro atleti in piscina che coprono tutto, qualche punto al mare si farà anche nelle staffette Ocean.

La scelta può avere anche esiti positivi: far vedere che qualcuno per le gare oceaniche si porta. Magari qualcuno va ad allenarsi con Tortu e diventa bravo a correre. Così lui non ci serve.

Il primatista mondiale di pinne si porta a prescindere.

Nelle riserve compare il nome di Pezzotti. Mai visto, fa già 46” a pinne. Io me lo segnerei.

Due parole sugli Junior.

L’astrolifesaver li becca tutti ma proprio tutti. Olivieri starà facendo i salti di gioia a L’Aquila. Ma io lo avevo detto: se vinci ostacoli, vai. Spagnuolo ci va. Qualche volta ho pure ragione.

Tortello l’anno scorso era stata citata come una delle protagoniste sulla spiaggia mentre in piscina non lo era stata. Il mio amico nonchè pseudocommentatore tecnico della trasmissione aveva ricevuto lamentele sul suo giudizio. Che io però ribadisco: dubito che Tortello sia stata portata per le sue capacità in vasca, con tutto il rispetto. E per fortuna, aggiungo.

Ribadisco: il primatista mondiale di pinne si porta a prescindere. Anche se Junior.

Alla prossima.

SuperLife2 – E allora chiediamolo al CT!!!

di Redazione Podcast

Conduce l’astrolifesaver Andrea Longobardo, astronomo, ricercatore nonchè responsabile del salvamento master in Italia. Commento tecnico di Mauro Romanenghi allenatore, almeno così dice lui, della IN Sport Rane Rosse; disturbo tecnologico del Fogliani, ammaestratore di Vaporidicloro. In redazione come sempre Marco Agosti con le sue classifiche.

Ospiti eccezionali: Antonello Cano, CT della nazionale azzurra e Gianni Anselmetti responsabile tecnico della nazionale Junior.

Insomma se il leitmotiv della prima puntata era chiedetelo al CT, noi lo chiediamo al CT! Anzi visto che facciamo le cose in grande, lo chiediamo a tutti e due i selezionatori della nazionale, quello della Assoluta Antonello Cano e quello della Junior Gianni Anselmetti. Loro sono irremovibili! E quindi ci divertiamo a inventarci la nazionale che verrà. Chissà se abbiamo indovinato? Quando ascolterete, vedrete se ci abbiamo azzeccato. Intanto proponiamo i giudizi sulla nuova formula degli Assoluti, sui nuovi nomi che sono usciti, sulla riconferma dei campioni, su ragazzi in difficoltà che si sono ripresi.

E intanto ci sentiamo la prossima volta. Oramai lo sapete: su SuperLife, il podcast sul salvamento, l’unico che rinasce dalle sue ceneri.

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT

Sigla “Let me go” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 11/06/2018

credit foto Lifesavinginitaly

Cronache dai Campionati italiani assoluti estivi di salvamento 2018

di LifeSaverMisterioso

staffettaF_criteria2018 - LifeSaverMisterioso

staffettaF_criteria2018 – LifeSaverMisterioso

Ma tanto ho vinto ostacoli!”

Ma sì sono finiti gli Assoluti in piscina. Io ero lì, nascosto tra la folla. Qualcuno asserisce anche di conoscermi, ma è molto difficile. Primo perché se sono misterioso, difficile che mi conosciate. Poi tutto può essere.

Un mio caro amico che era lì a lavorare, mi ha detto che è uno dei campionati di più alto livello degli ultimi anni. I record fatti lo testimoniano, in effetti. Parlerò anche di quelli, ma prima vorrei esprimere un pensiero che mi tornerà utile.

Ho notato che negli ultimi quattro anni chi vince ostacoli nella categoria Junior in genere viene portato alla manifestazione internazionale. Ecco che allora è aumentata la percentuale di ostacolisti che si lanciano in questa gara, e di conseguenza i tempi si sono abbassati in generale. Alla fine quindi chi se ne frega se non so fare nient’altro, tanto ho vinto a ostacoli. Potrebbe diventare un mantra, anzi il mantra del nuotatore per salvamento… imparo gli ostacoli, li vinco e poi vedo che succede.

Parlando di record, su tutti spicca il mondiale del manichino con pinne. Piroddi lo conquista dopo un lungo inseguimento. Il mio amico ha preso tutti i parziali della gara, anche quello della salita sul blocchetto e del fischio finale dopo la gara: e dice che il tempo migliore è quello dell’abbraccio fra lui e la sua misteriosa fidanzata, apparsa in una foto FIN che si dà quindi al gossip (pare sia misteriosa solo per me, ma io non so niente di gossip). Dicono però che sappia fare ostacoli, quindi ci sono speranze.

Parlando di record, ci son stati quelli europei stabiliti dalla britannica Zara Williams. Sempre sorridente, mi è stato riferito dal mio amico il quale lo ha saputo da un suo conoscente che lo fa per attirare le sue vittime di cui poi si nutre per mantenere il suo metabolismo. Saranno di sicuro delle dicerie ma fateci caso che intorno a lei c’è sempre il vuoto. Ma forse è solo perchè non sa fare ostacoli tanto bene?

Parlando di record, dice il mio amico Luca Sacchi – e qui vi rimando ai podcast mondiali che ho ascoltato l’anno scorso sui noti siti specializzati, come dice il mio amico – che sono una cagata pazzesca. Magari è vero, però sono il segno di un miglioramento del giovane e magari un ottimo tempo assoluto. Alla meno peggio, basta vincere ostacoli e tutto va a posto.

Parlando di record, vi risparmio gli strafalcioni ortografici (e non solo!!!) apparsi nei siti specializzati. Magari rileggiamo prima di pubblicare.

Cambiando discorso, mi piacerebbe sapere perchè l’impianto di Riccione è rimasto al buio. Va bene risparmiare la luce e la crisi energetica, ma almeno permettere a chi è in tribuna di vedere…

Ho assistito al lancio della corda. Abbiamo un nuovo record: circa 50 minuti per fare otto serie. Diciamo che c’è una compartecipazione fra atleti e giuria in questa lunga durata. Forse solo il lancio del salvagente, defunta specialità degli anni 70-90, durava così tanto.

Subito tutti a lanciarsi nella abolizione della specialità. Visti i tempi richiesti per formare il governo, dovremmo forse abolirlo. Oppure imparare gli ostacoli e fare quelli…anzichè lancio della corda.

La moda dell’anno è l’esultanza sopra la corsia. Esultano tutti, dagli Assoluti fino agli Esordienti A (i quali ricordo non hanno vinto nessun titolo, nonostante quello che leggo in giro). probabilmente non riuscendo a fare ostacoli passano sopra la corsia anzichè sotto la barriera. E’ un mio pensiero.

Nomi nuovi che avanzano. Il mio amico parlava con un allenatore che diceva di avere pochi atleti. Arriva la Lanzilotti, che penso avrà fatto superlife dieci volte nella sua vita. Titolo italiano. Anche il mio amico vorrebbe avere pochi atleti così.

Ultimi aneddoti dal mio amico.

Aneddoto 1: riunione di giuria, primo giorno. Fine delle informazioni, domanda dell’allenatore del Noale (peraltro legittima):

“Quando facciamo il sorteggio della staffetta lifesaver?”

Giuria: “Cos’è?”

(….)

Aneddoto 2: in giuria, il mio amico è chiamato per caso.

Giuria: “dicono che c’è stato un record di categoria non chiamato”

Amico: “quale?”

Giuria: “Superlifesaver, tempo XXX ragazzo YYY”

Amico: “controllo sui miei files…confermo, per noi è record Ragazzi”

Giuria: “come si fa ad avere questi files?”

Amico, ridendo: “basta pagare”

Sguardi un po’ perplessi.

Giuria: “ma quindi come si fa ad averli?”

Speaker della manifestazione, DJ Max, ridendo : “lo ha detto no? Basta pagare”

Da noi si dice: “Pagà e murì a sem semper a temp

Esultanza composta in tribuna. Francesca Pasquino vince il superlife dopo una cavalcata solitaria nella finale giovani. Record mondiale giovanile e record italiano Junior sbriciolato. Battuto anche il record Cadetti storico della Pranzo (ma tanto non se lo fila nessuno). Allenatore in tripudio esulta a 140 decibel. Ci sta. Tra l’altro, ha pure vinto ostacoli. Meglio di così!