Campionato italiano di categoria di salvamento – Promossi, bocciati e rimandati

Felicità è anche un piatto di pasta ben fatto…

di Mauro Romanenghi

E insomma anche quest’anno è finito…o no? Perché non si capisce mai se il Mondiale è l’inizio della nuova stagione o la fine di quella vecchia. Ma intanto parliamo un po’ di questo campionato: che devo dire io ho visto per metà; per motivi personali infatti ho assistito solo alla parte dei più giovani (se sono personali, non ve lo dico…se no che personali sono?).

Quando sono partito ero un po’ prevenuto. Il perché è presto detto: i miei colleghi mi hanno detto che l’alloggio e il vitto non erano propriamente di grande qualità. Ora io sono come S. Tommaso: devo sbatterci contro per capire se quello che sento sia vero. Lo so, manco di fiducia e in genere faccio benissimo, dato che la mia fiducia nell’umanità nell’ultimo periodo è alquanto mal riposta: nel mondo in genere, al lavoro, nella parentela e anche in quello che tenta di superarmi in autostrada. Anche la mia tolleranza, ne consegue, si è azzerata. Devo dire, per salvarvi un po’ la faccia, che non tollero neanche me stesso, quindi siamo pari.

Insomma tiriamo un po’ le somme.
La vasca di Gorizia non è certo il massimo, bordi bassi col rialzo, i tavolini per fare super (e non saliteci sopra, che si rompono!!!), l’acqua di quel colore un po’ così…però tutto sommato ho visto di peggio. E il contorno è piacevole: prato, ombrelloni, alberi per proteggersi, gazebo pronti e posto dove mettere i propri, una tribuna abbastanza spaziosa e coperta (poco, ma alla fine è estate). Insomma, tutto come lo ricordavo e direi che la location è promossa. E allora?

Faccio intanto una premessa: non critico qui gli addetti, di ogni ordine e grado, che si sono prodigati per i ragazzi e anzi li ringrazio. Hanno fatto il possibile: più che promossi.


Ma se accogliamo mille atleti, dobbiamo metterli in condizioni diciamo normali. E qui non ci siamo, e nessuno era contento. Perché un ostello della gioventù, sebbene dignitoso, non è fatto per le nostre esigenze. E’ vero, ci adattiamo a tutto, ma adattarsi non vuol dire che tutto vada bene: anche se siamo in Slovenia, mangiare come se fossimo al refettorio della mensa aziendale (con tutto il rispetto della mensa aziendale che ringrazio di esistere) non è il massimo, con i turni da mezz’ora manco in catena di montaggio e soprattutto la scelta del cibo, che è stata zero. Non vogliamo il grand hotel, ma nemmeno il carcere. Insomma, sistemazione rimandata e alimentazione, diciamolo, pure. Immagino chi fosse vegetariano, o celiaco, o qualsiasi altra cosa. 

Rimandiamo pure il pranzo in piscina: che va bene per il camp estivo, ma non certo per chi gareggia. E sorvolerei sul prezzo: bocciato.

Un ultimo appunto, il bar: fantastico, sembrava di essere al bar in spiaggia…però…se mi dicono che hai aumentato l’acqua del 50% dal giorno prima…chi mi dice che non hai aumentato anche il resto? Non si fa così, quando arrivano dei ragazzi e dei bambini. Bar promosso, concorrenza sleale bocciata.

Al bar sono pure riuscito ad avere una discussione con una gentile (epiteto ironico) signora che mi ha strappato la sedia da sotto il sedere. Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Sarà il caldo, ma continuo a ritenere che l’umanità avrà vita breve.

E adesso le competizioni. Io ne ho viste poche come detto. Però i fatti parlano da soli. Tre soli record italiani contro i tredici di Milano che vedevano ben due record assoluti e un record del mondo. Mettici che fa caldo, tanto caldo. Mettici le condizioni disagiate, in cui devi rimanere tutto il giorno in piscina. Mettici che la vasca probabilmente non è la più veloce del mondo. Mettici che oramai siamo alla fine della stagione. Ecco la somma è presto fatta. Eppure dai qualcosa di buono si è visto. Molte gare sono state combattute, e seppure in tutte le categorie abbiamo visto qualcuno imporsi più volte, la differenza tra andare sul podio e arrivare ottavi oramai può essere di pochi centesimi: e questo dimostra come il movimento si stia alzando di livello anche nelle categorie dei più giovani come gli Esordienti A.

I Ragazzi, che avevano dato pochi segnali ad aprile, di certo hanno fatto molto molto meglio e di questo sono contento. I nomi li potete trovare sul sito, però devo dire una cosa: nella categoria Ragazzi e se devo andare dove non ho visto nulla soprattutto nelle Junior femmine spiccano i nomi degli atleti delle Rane Rosse di Emanuele Vagaggini, che hanno conquistato quasi tutti i titoli: e questo, diciamolo, un caso non può essere; diamo a Cesare quel che è di Cesare e agli atleti di Emanuele gli altri sesterzi.

Segniamoci il nome di Martina Laurenti: dal trasporto alle pinne, dalle Alpi alle Piramidi, da Gorizia a Milano, questa ce la fa sempre. Nonostante il metro e sessanta scarso, oserei dire.

Simone Locchi continua qui il suo giro del mondo in sessanta giorni. Da Bucarest a Birmingham, da Gorizia a Roma, manca solo Riccione fra un mesetto e poi gli ottantamila Km li abbiamo fatti tutti.

Masha Giordano sigla il record mondiale giovanile del torpedo e con quello delle pinne Esordienti A della Giuliani sono due primati per l’Athena Bracciano: gli unici due individuali della manifestazione. 

L’allenatore della SAFA ci fa sapere che le imprese della doppia coppia Vivalda-Mancardo finiscono con questo record italiano assoluto della 4×50 mista. Un 1’27”93 che merita di essere citato, perché unico nel suo genere. Noi ci auguriamo che si sbagli…ma se così non fosse, auguri a Davide per il suo futuro e complimenti, ragazzi!

Allora di sicuro sono regolari, però secondo me spendere 50 euro e più per delle pinne di gomma dura da salvamento (che tanto commerciali non sono, poi, anche se sicuramente più performanti) per gli Esordienti A mi sembra esagerato. Poi ognuno può scegliere quello che vuole: i soldi e le gambe dei bambini non sono miei.

Salute!

Arrivo in piscina e tutti mi rinfacciano che sono stanchi, che fa caldo, che io arrivo bello riposato e loro sono sconvolti da due giorni di caldo. Non lo metto in dubbio e allora passo all’azione al bar. Chi mi ha voluto bene mi ha seguito, e non se ne è pentito. Vista l’alimentazione carceraria, un piccolo diversivo ce lo si può permettere: alla salute!

Credit photo Mauro Romanenghi

F/O144 – FuoriOnda – Parigi 2024: Paralimpici work in progress!

work in progress to Paris2024

di redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi,
tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il
nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.

Ospiti di oggi Riccardo Vernole DT della nazionale di nuoto paralimpica; Matteo Poli in
qualità di videoanalista; Ilario Battaglia delegato FINP Emilia Romagna; e vari atleti coinvolti
in questo camp, tra questi: Margherita Sorini e Massimo Resta, che si raccontano ai nostri microfoni.

Tanta tanta carne al fuoco oggi! Siamo a Modena dove la nostra Laura Vergani si avventura
per intrufolarsi nel camp dei paralimpici dove si lavora con i giovani in vista di Parigi 2024,
come ci aveva già raccontato Federica Fornasiero. Oltre a salutare tanti amici (ma non li
sentiremo tutti, altrimenti la puntata durerebbe tre ore) parliamo con il DT della nazionale
italiana, con il videoanalista (ma che è un tecnico modenese ben conosciuto, Matteo Poli) e
con due ragazzi convocati nella piscina Dogali (che si pronuncia Dògali così fughiamo ogni
dubbio).
La FINP cerca nuovi talenti, ma anche nuovi tecnici, per continuare quel percorso che è
iniziato, non finito, ai Giochi di Tokyo. E il percorso passa anche da questi training camp:
sentiamo insieme ai protagonisti come fervono i lavori!

Tutto questo e altro solo su Fuorionda, il podcast sul nuoto…e non solo!

Montaggio a cura di Margherita Manni di Lifesavinginitaly.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 25 febbraio 2022

credit foto: ufficio stampa Comune di Modena.

F/O143 – FuoriOnda – Francesca Fangio: volere è potere!

Smile!

di redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.

Ospite di oggi Francesca Fangio, primatista e campionessa italiana assoluta dei 200 rana.

Bellissima chiacchierata oggi con Francesca Fangio, la campionessa italiana dei 200 rana che nel 2021 ha coronato il suo sogno olimpico grazie al record italiano stabilito a Roma battendo un primato che resisteva da Roma 2009. Convocazione conquistata con “la caparbietà che la caratterizza”. D’altronde è di Livorno, e si sa che i livornesi sono molto cocciuti! Ma è anche lombarda d’adozione, e ci facciamo raccontare come è finita in quel di Treviglio. Tutto questo e altro nell’intervista con Francesca solo su Fuorionda, il podcast sul nuoto…e non solo!

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 14 febbraio 2022

credit foto: Francesca Fangio

F/O142 – FuoriOnda – Erika Ferraioli

Erika Ferraioli

di redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.

Ospite di oggi Erika Ferraioli, velocista della Canottieri Aniene, Esercito e della nazionale italiana.

Cosa farà adesso dopo venti anni di onorata carriera la velocista azzurra Erika Farraioli? La scrittrice? La promoter? L’addetta alle relazioni? Team manager? Di certo per ora niente più blocchetto e costume da gara, per lei. Sul divano di casa si mette comoda e ci racconta un po’ della sua carriera, di quello che è stato e che spera sarà. Pane, ansia e competizione: e tante staffette, questo quello che salta fuori. Oltre a un appello a seguire le orme della staffetta veloce che fu medaglia europea e mondiale.
Solo su Fuorionda, il podcast sul nuoto…e non solo!

Montaggio a cura di Edoardo Macrì di Lifesavinginitaly.

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 16 dicembre 2021

credit foto: Erika Ferraioli by Rafael Domeyko.

F/O141 – Sven Spannekrebs: allenare i rifugiati…ma non solo! – italian version

Svenn Spannekrebs – italian version

di redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con la collaborazione redazionale di Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro, Andrea Longobardo il nostro Astrolifesaver di fiducia e come sempre Marco Agosti in redazione.
Traduzione di Tommaso Marconi.

Ospite di oggi: Sven Spannekrebs, allenatore del team rifugiati e di Yusra Mardini fino al 2016 e oggi membro di Sportjugend Berlin, nonché allenatore di uno dei più famosi celub berlinesi, lo Spandau 04

Oggi puntata superspeciale: dopo un lungo inseguimento durato quattro anni, siamo riusciti a intercettare Sven Spannekrebs, inventore e creatore del team rifugiati per il nuoto. Insieme a lui ripercorriamo il suo cammino come creatore e coach del team, del suo incontro con Yusra Mardini, delle sue collaborazioni passate e soprattutto dei progetti futuri.
Un’intervista tutta da ascoltare: anche perché oggi sentirete una voce nuova, anche se il suo nome lo conoscete tutti!!!
Solo su Fuorionda, che dà rifugio al nuoto… ma non solo!

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 15 novembre 2021

credit foto: Sven Spannekrebs

World Games day 2 – Manichini diversi

di Mauro Romanenghi

…un filo diversi ma più sorridenti!

Intanto, una precisazione: i World Games sono i Giochi per gli sport non olimpici, così mi hanno chiesto così vi dico.
Poi parto a bomba: ieri le gare non le ho viste, le ho viste oggi in replica.
Non perché non volessi, proprio non le facevano. C’era il canale, c’era la programmazione, ma hanno deciso di trasmettere su due canali il Lacrosse. Che sostanzialmente vedeva la semifinale degli USA. Quindi niente salvamento, che quindi risulta ufficialmente tra gli sport sfigati, come dice il mio amico, il più sfigato.
E noi combattiamo aspramente perché lo sia, e ora ve ne do la prova. Dopo la non proprio bella figura del mondiale australiano in cui il CIO penso si sia annoiato a morte a vedere l’Ocean ad eliminazione durato ore in cui già si sapeva chi vincesse, ne abbiamo vista un’altra.
Partiamo dall’assunto che avevo notato e mi hanno confermato, che i manichini sono diversi da quelli normalmente utilizzati. Ora io sono l’ultimo degli scrivani, neanche degno di fare da zerbino a Gianni Brera, però mi chiedo:
– se si sapeva che i manichini erano diversi, perché non fornirli a tutti per provare? Pare che solo la Germania abbia potuto procurarseli. 
– dato che non tutti hanno potuto provarli, perché non utilizzare quelli che usano tutti portandoli in aereo: otto atleti gara significa portare sedici-venti manichini, non credo che serva un cargo militare.

Concludo la mia disamina dicendo che non ho mai visto uno sport dove cambiano gli attrezzi che si usano. Il martello del lancio del martello è uguale nel mondo, il disco è lo stesso, se vuoi usare il giavellotto è lo stesso. Nel nuoto non puoi usare il costume che vuoi tu, deve essere uguale nel mondo. Dopodiché se sono omologati, tutti devono avere le stesse cose per provarle, e avere modo di procurarsele. Quindi delle due l’una: o non si è capaci di averle, e allora è colpa tua. O non si possono avere, e allora è colpa di chi organizza. E con questo chiudo, perché di più non so e quindi non posso commentare.
Secondo me, con un’organizzazione così, le Olimpiadi te le scordi per altri cento anni. Ma io sono un umile scriba.

Detto ciò, torniamo allo sport: nessuna scusa per una chiara evidenza. La Germania vince nove ori, l’Ungheria tre (su sei gare disputate, con un argento) e l’Italia due. Come definire la spedizione? Se vogliamo vedere le diciassette medaglie, e il primo posto a punti (non ufficiale), bene. Ma non benissimo, ecco tutto. 

Nelle mie dissertazioni mi hanno anche detto che sono tifoso della Germania (io, proprio io, che al secondo goal di Del Piero nel 2006 ho urlato i peggiori insulti possibili). Ma come non ricordare la Holt agli Europei  Juniores del 2019? Eccola oggi a vincere ostacoli e trasporto, e due staffette, una con un record del mondo di 1’35”82 che demolisce il precedente della 4×50 mista (anche perché fare 25”57 nei primi 50 aiuta).

L’Italia c’è, è ovvio.
C’è con Volpini che domina il torpedo, con la doppietta insieme alla Lanzilotti.
C’è Ippolito, che se non fosse per la Holt sarebbe il protagonista di questi campionati: sei gare, sei medaglie. Un oro e cinque argenti. Oggi secondo a manichino e secondo nelle due staffette. Una certezza che dobbiamo recuperare in altri ragazzi che lo seguano su questa strada.
C’è Helene Giovanelli, che fa il massimo possibile: argento nel trasporto, un trasporto che vedremo cambiare tantissimo nei prossimi anni.
E ci sono le staffette. Staffette che a parte la manichino femmine a cui non so cosa sia successo perché 1’26” non ci voglio credere che sia il suo valore, sono comunque andate sempre a lottare per la vittoria con quattro record italiani battuti su sei.

Quello che un po’ manca obiettivamente sono le pinne maschili, dove non abbiamo certo brillato tolto l’argento di Fabio: ma occorre una maggiore…densità al vertice, come direbbe il mio mentore Luca Sacchi. 

Tutto ciò nell’assordante silenzio della FIN, che non ha messo uno straccio di notizia, almeno ad ora che pubblico questo nostro post. Zero, nemmeno una. Quindi non ridiamo ma neanche piangiamo: perché come diceva Jannacci, “diventan tristi se noi piangiam”.

Eurojunior 2022 – Making history?

di Mauro Romanenghi

Impianto non male direi…SBQR (sono bravi questi rumeni)

Nella settimana mi sono beccato il COVID. Come? Ma chi lo sa, ce l’hanno tutti, il COVID. Io ho un po’ di tosse. Che poi a me la tosse viene per qualsiasi cosa. Prendo un po’ di freddo, ho la tosse. Alzo un po’ la voce, mi viene la tosse. Sento la vicinanza dei parenti, mi viene la tosse. 
Insomma sono stato costretto a casa, e quindi ho avuto tempo per seguire i Campionati Europei Juniores e le gesta dei piccoli azzurrini, ma anche quelle in generale dei talenti europei.
Intanto diciamo una cosa che la piscina degli Eurojunior non è niente male, anzi. E poi c’è del pubblico che fa il tifo. E di brutto. D’altra parte se c’è il conte Vlad, al secolo David Popovici, a gareggiare, perché non andare. 
Devo anche dire che lo speaker della manifestazione, e anche lo speaker dello streaming, erano veramente bravi. Ora ne abbiamo uno bravo anche noi in Lombardia, che fa sembrare l’arrivo dei 400 misti Esordienti quello della finale olimpica dei 100 metri. Ecco, siamo lì. 

Popovici è la star assoluta, tipo Freddie Mercury. Arriva, gli manca solo il mantello (tra l’altro servirebbe, darebbe un tocco al personaggio), vince e se ne va. Quattro ori per lui, dai 50 ai 200 con la 4×100, e un bel 47”6 nei 100 che nobilita la manifestazione.
Siamo un po’ agli Europei con la P. C’erano dei bei momenti in cui tra Pudar, Padar e Puggard diventavo pazzo. 

Se però devo trovare qualcosa che mi ha entusiasmato, beh quelle sono state le staffette. 
Un po’ perchè l’Italia ha provato a giocarsela in tutte, un po’ perché il cronista ci metteva del suo, un po’ perché diciamolo i ragazzi, nelle staffette, si divertono. E poi fanno meglio dell’individuale. Basta vedere la squadra azzurra femminile, che vince la 4×100 stile. Io non ricordo a mia memoria una staffetta femminile sui 100 che abbia mai vinto un Europeo. 
E quasi riusciva il colpaccio anche nella mista. 
Che dire dei ragazzi della 4×200? Anzi dei Ragazzi, visto che 3 su 4 erano del 2006. 

Anche perché le individualità da medaglia sono state poche fra gli azzurri. Pochissime. Escluso Galossi, due ori individuali, nessuno fra i maschi è salito sul gradino più alto. Una sola altra medaglia maschile con i 200 misti, nessuna vittoria femminile pur con la Vetrano a quota tre medaglie individuali più la staffetta. E poco altro.
Eppure, eppure, l’Italia ha vinto la classifica a punti, cosa mai successa. Eppure, nel medagliere, con un oro in più si arrivava secondi. E l’oro nella mista femminile non era così lontano. E non abbiamo portato nemmeno la Pilato, che sicuro qualcosina avrebbe fatto.
Allora per una volta senza tanti piccoli campioni, forse con uno solo, guardiamo fiduciosi al futuro della nostra piccola Italia. 

Faremo la storia? Per adesso, facciamo merenda. Ce la siamo meritata, ragazzi…anzi Ragazzi.

World Games day 1 – Oh Susanna non piangere perché…

Alabama arriviamo!!!

di Mauro Romanenghi

Eh insomma quando ho sentito Birmingham non potevo non intitolare così questo articolo.
Ridente cittadina dell’Alabama, paese che più a sud degli USA non si può, (dopo c’è il mare o la Florida, con gli alligatori di Lochte). Non la conosceva nessuno e non la conosce nessuno neanche adesso. Infatti pensano tutti che sia la città inglese, ma non è così. Se vi interessa, è pure gemellata con Pomigliano d’Arco (probabilmente anzi di sicuro non frega a nessuno anche questo).
Perché ci facciano i World Games e soprattutto perché li abbia voluti fare lei resta un mistero.
Però sono qui, e qui si fanno le gare. 
Naturalmente io e il mio amico Andrea Longobardo, imperatore e re degli sport dalla causa persa (infatti ci interessiamo di salvamento) abbiamo cominciato a guardare tutti gli sport più incredibili. E subito abbiamo scoperto che il lacrosse, sport in cui praticamente i giocatori si lanciano con un retino da farfalle una pallina per fare goal, sfoggia la nazionale irochese. Che sarebbe una delle tribù dei nativi americani, quelli che per intenderci gli statunitensi hanno iniziato a sterminare per primi e poi ci hanno preso gusto e hanno continuato nel resto del mondo(c’è anche di molto peggio, non lo nego, ma di sicuro non sono gli irochesi).
Potrei tediarvi all’infinito con il numero di sport che ci sono, tra cui anche il pilotaggio droni (occhio perché già trema qualche sport olimpico, tipo tiro a segno), ma non lo farò.

No, perché dobbiamo parlare di salvamento. Anche perché mentre scrivo, e oramai è già passata qualche ora dalle gare, la federazione non sa manco da che parte girarsi. Insomma zero news.
Eh sì che di cose da dire ce ne sono.
Due primati assoluti, un oro e dieci podi conquistati in due ore. Dovremmo fare salti di gioia e invece? Invece no, o almeno non tantissimi.
Cara Susanna, anziché andare via dall’Alabama dovevamo restarci con i piedi ben saldi. Dopo le gare di ostacoli e staffetta, pinne e super io credevo – e ahimé dovevo aspettarmelo di sbagliarmi,  vista la mia totale incapacità di vincere nei pronostici – di vedere almeno quattro ori in saccoccia. 

Iniziamo dalle parti belle. Francesco Ippolito è ormai una certezza.  Se deve vincere, vince. Può vincere con il suo record o tre secondi in più, ma vince. Può vincere a misto, trasporto, super, ostacoli (a volte), torpedo (ma sì), tiro alla fune, freccette o rubamazzo. Imprescindibile in ogni staffetta. Ogni staffetta. O quasi.
E quindi nel superlife prende il manichino, va come una scheggia, si veste in tre secondi e poi tanti saluti a tutti, aggancio perfetto e via. Il commentatore, altra nota positiva di questi World Games, lo esalta a piè sospinto e tra un po’ salta giù dalla cabina e lo va ad abbracciare. Intanto il povero Gilardi combatte con gli acciacchi e i manichini e diventa bronzo. Il massimo, per lui, con tutti i problemi della stagione. E questa è una bella gara. L’ultima della serata.

Provato ma felice, comunque una certezza: tre gare, tre medaglie, un oro

Serata che inizia così: argento della Pirovano nei 200 ostacoli, che in sé non è male, anche se Annina non si migliora ma è lì con il personale. Una volta capito che la Holt è in serata, la lascia andare e fulmina l’avversaria polacca per il bronzo.

Poi si continua con argento e bronzo per Ippolito e Nardozza. Nardozza che iscritto a 1’55” fa 1’59”…e io dico che se devi venire per fare una sola gara, quella gara la devi fare benissimo. Però non so cosa ha avuto Nardozza, quindi non lo dico. Mettiamo in saccoccia tre medaglie.

Staffette ostacoli, e l’Italia femminile sfoggia una staffetta mai vista con record sotto 1’50” che rischia l’oro vicinissima alle superfavorite polacche, e lì mi dico che ci siamo. 
Invece…invece no. L’Ungheria maschile ha Szabo, 22”87 in prima frazione e se ne va. L’Italia fa il secondo record italiano assoluto di serata, ma non basta neanche così. Quindi sono cinque medaglie dopo le gare nelle reti e zero ori. Comincio a sudare freddo, che per uno positivo al COVID non è bello.

Inizia pinne…e Lucrezia perde il manichino ai 65 metri. La campionessa europea e primatista mondiale perde il manichino. Io ho rimandato il video indietro tre volte sperando di aver sbagliato. Zero medaglie a pinne, Germania prima e terza con la vittoria alla corsia otto. Non è un caso. La Holt vince ostacoli dalla sette e prende il bronzo a pinne dalla sette. Dopo cinque minuti la Germania fa pure il bis e si prende le pinne maschili, primo e terzo con Pezzotti che salva gli azzurri con l’argento, veramente insperato. Che dire quota sei e zero ori. 

Eccoci al superlife. Dove Magali Rousseau ci impartisce una bella lezione. E vince l’ennesimo oro (il sesto) ai World Games, a nove anni dal primo. E sul bordo vasca se la ride con la Meschiari, bronzo e una vestizione così così mentre quella di Magali sembra la vestizione della fidanzata in ritardo che si mette il primo straccio che trova ma tanto è fighissima lo stesso. Paola Lanzilotti invece è incredula. Ma purtroppo è così, seconda per pochi centesimi, troppo tardi è partita la rimonta. Il resto l’ho già detto, ma l’amaro resta. Diciamo che al posto del limone, resta il limoncello. 

Chissà cosa si sono dette…

A me invece resta che la piscina veramente non si può guardare, con queste voragini sulla testata che rischi la vita ogni volta che vai al tocco perché ti devi ricordare che c’è un buco. Se poi vogliamo parlare di come si fissano gli ostacoli, che cadevano col soffio del lupo cattivo…magari gli mando i nostri addetti. Di certo in una città dove le gare di pattinaggio su strada le fanno in un parcheggio che sembra il covo dei Guerrieri della notte, poco c’è da aspettarsi. Ma noi del salvamento non ci facciamo spaventare, Oggi è un altro giorno: tra l’altro, l’ultimo. 

CREDIT: thestreamable.com

Budapest 2022 day 8 – Un uomo solo al comando

di Mauro Romanenghi

Io proprio io Gregorio Paltrinieri

Ci sono giornate che si sente quando tutto va per il verso giusto- Ti svegli al mattino, e l’aria è fresca. Poi fai colazione, una bella brioche fresca. Fai la spesa, prepari da mangiare, ti riposi. Insomma, tutto fila liscio. Persino la moglie che ti manda a prendere il prosciutto per la suocera a cinque minuti dall’inizio delle finali dell’ultima giornata non ti disturba. Quindi tutto deve andare bene per forza.

Le gare dell’ultima giornata iniziano con il record di medaglie già in tasca, grazie ai successi del nuoto artistico. Sono già cinque gli ori degli azzurri, che devono ancora affrontare le discipline di fondo, tuffi e pallanuoto. Quindi parte Ceccon e arriva quarto. Tutto preventivato. Invece no, il campione del mondo è squalificato, ed ecco apparire un bronzo dal nulla. Ceccon sale sul podio insieme all’americano dalle orecchie importanti e dal nome che è tutto un programma: Hunter. Ma dico io, come fai a chiamare tuo figlio Hunter? Ti sta bene se poi cresce e da fuoco alla casa!

Naturalmente gli americani non ci stanno e guarda caso vincono l’unico caso di revoca di squalifica di tutto il mondiale. Così Hunter diventa cornuto e mazziato in casa propria: il primo atleta ad essere estromesso da un titolo mondiale dai propri allenatori. Veramente geniale.

In mattinata la frase ancora più geniale di tutte le interviste. La Di Pietro a un mondiale definisce l’appuntamento più importante gli Europei di Roma. Detto al Mondiale più vincente di sempre, stona proprio. Ora andremo a Roma: ma chi cerca rivincite, farebbe bene a preparare gli appuntamenti che contano. Perché una medaglia nella mista mista ci stava, e se invece di pensare a Roma si pensasse a Budapest, forse ora Panziera, Di Liddo  e Di Pietro avrebbero al collo quella medaglia mondiale che, forse, non vinceranno mai.

Quotato a 26 dai bookmaker un uomo solo al comando ci porta in cima al mondo con lui. Già ai 500 metri si capisce che Gregorio non scherza. Ai 1000 ovviamente si capisce che ha vinto, e io mi aspetto il record del mondo. Ricordo male l’ultimo 100 di Sun Yang, e Gregorio non ne ha proprio più. E’ di nuovo record europeo, l’americano sprinta per l’argento perché come ho sempre detto, puoi avere anche l’ultimo 50 da 25” ma se sei a mezza vasca, resti a mezza vasca. Gregorio lo scorso anno è stato sfortunato, perché senza la mononucleosi non ci sarebbe stata storia e Finkè avrà vita Bobby dovrà ringraziare il virus di Epstein Barr.

Cara Benny, il tuo sorriso ci piace un sacco: meglio della musona lituana, la cui felicità è pari a quella di una gallina che sta per essere lessata. Però diciamolo che questa doppietta un po’ sul gozzo (per restare in tema) ci sta.

Sul podio dei 50 dorso prima della pantomima abbiamo il sosia di Battiato,  le orecchie importanti di Armstrong e i baffetti di Ceccon. Una bella tripletta.

Nei 400 misti scoppola della canadese a tutti quanti. A quindici anni due ori e un argento mondiale. Non dite che non l’avevo detto. La ragazzina che mangia mele d’estate (questa battuta la capiamo solo io e mia moglie) detta legge dall’inizio. Forse un passaggio più accorto, la prossima volta, cara Summer.

Quarta la Hosszu! Finisce la carriera con un legno. Grazie mia Katinka, e tanti auguri! 

Allenatori USA non proprio felici dopo la 4×100 mista maschile

La faccia degli allenatori USA alla fine della mista maschile dice tutto. Nell’edizione dove hanno vinto più medaglie perdono la gara impossibile da perdere. Dentro però c’era Andrew, noto perdente cronico. L’avvisaglia c’era tutta. Poi i ragazzi azzurri ci hanno messo del loro, diamo a Cesare quel che è di Cesare.

Martinenghi esprime con parole forbite la sua soddisfazione per la vittoria. Un bel minchia, quando ci vuole, ci vuole.

E così, mentre anche sotto il mio balcone sfuma la Monza Resegone, nota gara podistica, finisce questo mondiale in vasca. Ma c’è Roma, ragazzi, non preoccupatevi.