
di Mauro Romanenghi
Dopo le prime due giornate, in cui mia moglie si è sbizzarrita nelle sue emozioni paralimpiche, è giusto tornare con i piedi per terra. Quindi tocca a me che cercherò di non sminuire le mirabolanti prestazioni dei ragazzi ma insomma vorrei tornare al consueto stile.
Già me li vedo, tutti a discutere che non si può fare ironia sui disabili. Ma chi lo ha detto?
L’altro giorno insieme con mia moglie, il nostro amico Fogliani e la veggente di Baggiovara, che tanto bene ha fatto alla spedizione azzurra olimpica massacrando con le sue predizioni gli avversari della squadra italiana (la Ledecky sta ancora togliendosi le spine del pesce palla che si sono conficcate sotto il piede mentre camminava in piscina), eravamo in giro e siamo passati da Maranello. Ebbene sì, per la prima volta nella mia vita sono stato nella patria della Ferrari. Felice come un bambino, ho visto la pista delle prove di Fiorano e la fabbrica.
Purtroppo le macchine non giravano, c’era Spa, dove tra l’altro manco hanno corso.
Ma rispetto alla Ferrari non c’è paragone la velocità di parola che ha Carlotta Gilli. Dopo una gara allo spasimo, in cui tra l’altro realizza il record del mondo dei 200 misti, si presenta davanti alla zona mista e realizza il nuovo record mondiale di parole rilasciate in un’intervista post gara con 714 parole al minuto, battendo il suo precedente record che era di 612 parole al minuto stabilito due anni fa. Ottima la prestazione, realizzata grazie alle lezioni di apnea di Maria Felicia Carraturo.
Cinque le medaglie per Carlotta, nuova eroina italiana, che adesso vedremo sicuramente in mille spot, me la aspetto persino nella pubblicità della Fastweb: più veloce di me, solo la fibra. E comunque lei è certamente affidabile. La fibra, non garantisco.
Se Carlotta Gilli rappresenta l’energia, Stefano Raimondi ricorda la grande lentezza. Non certo in acqua, dove la sua forza si scatena in maniera impensabile, dopo che lo avete visto fuori. Infatti è stato richiesto per interpretare Lurch nel remake italiano della famiglia Addams: l’attore originale, al confronto, poteva avere la parlantina di Carlotta Gilli. Avete presente?
L’intervistatrice, Arianna Secondini, chiede: “Ma ti ha scritto anche Ceccon?”
Voce atona: “Sì, mi ha scritto”. Fine
D’altronde, vorreste voi discutere con i due metri di Raimondi? Io no. Quindi..
In generale, a parte Raimondi che è stato geneticamente creato per parlare poco, hanno tutti una gran voglia di dire la loro, sia sulla gara sia sulla attività che sull’importanza della loro presenza qui.
Francesco Bocciardo è poi lo spettacolo nello spettacolo. Te lo vedi in acqua grande e grosso, recuperare a bracciate possenti (e vorrei vedere, quelle ha) gli avversari. Poi esce e con quella vocina ti spiega tutto. Mitico!!!
L’Italia si specializza nei recuperi. Che a volte ti portano l’oro, a volte no. Ma va bene anche l’argento. Così Giulia Ghiretti con 15 metri finali ti passa dal quinto al secondo posto. Tenendo presente che ti devi trascinare due gambe ferme, accelerare al massimo, non respirare, e fare questo sprint finale nei 100 rana che già come stile è lento di suo, figuriamoci per le persone con disabilità e ancora per quelli che le gambe le muovono zero! Ma Giulia ignora la fisica della rana e recupera alla grande.
Già me la vedo a dire: “maledetta maledetta adesso ti prendo” avanzando a cinquanta centimetri al secondo negli ultimi dieci metri dei cento rana.
Parentesi straniera: a me quelli che fanno impazzire sono quelli che possono usare solo le gambe. La staffetta cinese 4×50 stile ne aveva tre così. Questi ragazzi si sparano tipo 30” o poco più solo a gambe. certo nei 100 cominciano ad avere qualche difficoltà, ma nei 50 sono fortissimi. Anzi più che fortissimi: alcuni dei ragazzi che alleno arriverebbero per lucidargli le scarpe, se facessero una gara con loro. E comunque: da vere in loop per imparare le subacquee, ragazzi e ragazze!
Dovrei stare qui a scrivere due ore, invece finisco questi spigoli paralimpici con Arjola Trimi.
Va bene, interiorizziamo queste vittorie come dici tu per viverle fino in fondo. Ma almeno un dito alzato, un segno di vita, diamolo. Ne abbiamo già uno di Milak, il vincitore triste. Ci basta e ci avanza. Si fa per scherzare, Arjola, direbbe il buon Massimo (Troisi, ndr)
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