Tokyo2020 PARAswm – day2

Paralympic Games – Tokyo2020
screenshot Rai2HD

di Laura Vergani

Stamattina mi è toccato lavorare. Non voglio essere fraintesa, in questo periodo disagiato qualsiasi lavoro è ben accetto, ma potendo scegliere avrei preferito lavorare al pomeriggio e aver modo di vedere le gare. Ma così non è stato. Se ne è accorto anche il mio gestore telefonico, che ha registrato un traffico di messaggistica istantanea degno del Presidente degli USA. Tutti che chiedevano, offrivano, commentavano, ipotizzavano, gioivano, imprecavano..

Ho potuto così seguire praticamente live l’andamento emotivo della sessione di gare.

Detto questo, appena sono riuscita a sganciarmi in modo elegante dalla video chiamata, mi sono fiondata davanti allo schermo e ho visto due – dico DUE – gare. E qualche premiazione. Stiamo parlando di Tokyo2020, ovviamente.

Ma che gare!! E che premiazioni!

Parto dalle gare, perché per le premiazioni ho ancora il cuore in gola dall’emozione.

La nostra Carlotta “Stakanova” Gilli, che ha comunicato in zona mista che farà tutte – TUTTE – le gare a sua disposizione con una umiltà come se raccontasse la decisione più normale del mondo, oggi si è cimentata nei 100 dorso S13 e ha portato a casa la medaglia d’argento. La ragazza, nonostante la soddisfazione per la medaglia, ha comprensibilmente da ridire sul crono nuotato “Sono molto contenta di questa medaglia, forse non molto per il tempo, ma in un contesto così vale tanto”, ma ci rassicura che ne parlerà con il suo allenatore. Katinka scansati! Alla prossima, Carlotta.

La seconda gara che sono riuscita a vedere è stata, per mia fortuna, la staffetta! Ora, dovete sapere che io semplicemente ADORO le staffette. Quelle miste, snobbate dai puristi della disciplina, le adoro in modo particolare. Non vi tedierò con le motivazioni, sono roba per uno psicanalista bravo un bel po’ o da chiacchiere con gli amici davanti ad un bicchiere di vino, ma vado al sodo.

In zona mista Carlotta Gilli vaticinava di fare attenzione alla nostra squadra perché “è sempre l’Italia”. E infatti. Argento per loro, con una consapevolezza degna dei miglior veterani. Ah.. e record europeo, giusto per non farci mancare nulla. Chapeau!

E veniamo infine alle premiazioni. Una su tutte: quella di Stefano Raimondi. Ieri aveva portato a casa una medaglia di legno, che, come abbiamo potuto vedere, è stata usata come combustibile per la rivincita di oggi. E che rivincita! Gli avversari hanno nuotato sempre e solo nella sua schiuma. Un oro davvero pesante, quello conquistato da Stefano. E infatti, arrivato in zona mista il peso, il significato profondo di quella medaglia gli si è rivelato chiaramente.

Io ringrazierò a lungo Stefano Raimondi per aver mostrato che le emozioni fanno parte della nostra vita, che è possibile manifestare ciò che si prova in un dato momento, mostrare ciò che si sente. E questo essere così trasparente, lungi dall’indebolire, diventa punto di forza, rende campioni oltre la medaglia. Grazie dunque Stefano Raimondi per aver condiviso un pezzettino della tua splendida anima con noi. Te ne sono profondamente grata.

Adesso torniamo alle gare e soprattutto alle medaglie: siamo già a quota 11.. direi che la strada per battere il record di Rio è quella giusta. Avanti tutta, miei prodi!

Tokyo 2020 PARAswm – day1

Paralympic Games – Tokyo2020
screenshot Rai2HD

di Laura Vergani

Eccoci infine si gareggia!

Le abbiamo attese trepidanti, in un oceano di incertezze ma finalmente tutte le riserve sono state superate ed è cominciata la 15esima edizione dei Giochi Paralimpici estivi.

Edizione numero 15 come la percentuale di persone con disabilità nel mondo, ci ricorda il Comitato Internazionale Paralimpico durante la cerimonia di apertura.

E siamo di nuovo a Tokyo, dove nel 1964 ebbe inizio l’avventura ufficiale di questa manifestazione, dopo le prove generali di Roma 1960, che possiamo considerare l’anno zero dei Giochi Paralimpici come li conosciamo ora.

Ma siamo qui per gareggiare, e quindi vediamo cosa è successo in questa prima giornata di gare.

Al via alle batterie si presenta una nutrita compagine di ben 15 tra atlete (7) e atleti (8).

Passano il turno in finale ben 11 di quest* atlet*!! Già questo dato  indica un solidità di base della squadra, come sosteniamo da sempre. Non sono solo le medaglie a dare il valore di una squadra, bensì gli accessi alle finali!!

Ma proseguiamo.. rompono il ghiaccio delle finali il nostro portabandiera preferitissimo, Federico Morlacchi e Simone Barlaaam, una delle promesse di questa nuova generazione di nuotatori e nuotatrici. Entrambi in una gara lontana dalle loro corde (Federico è più un mistista mentre Simone è più orientato alla velocità) ma l’importante è entrare in acqua ed esserci al meglio. Cosa che loro fanno divinamente.

Il primo nuotatore che da l’avvio al conteggio medaglie è neanche a dirlo Francesco Bettella, mi perdonino tutti gli altri ma uno dei miei nuotatori preferiti di sempre (non nascondo di aver provato ad iscrivermi al suo nutrito fanclub..). Lo fa con la determinazione che lo contraddistingue: bronzo paralimpico per lui e un ahimè per noi addio alle gare. Infatti all’edizione di Parigi la sua gara sarà assente e poi lui dice di aver raggiunto un’età per la quale.. Suvvia Francè, ma che età!

Qualche medaglia di legno, quella del capitano Efrem Morelli, dispiaciutissimo per la sua gara, ma onestamente non si può rimproverargli nulla, è che alle Paralimpiadi la concorrenza è agguerrita, quella di Stefano Raimondi anche lui rammaricato..  capiamo molto bene questa emozione: il 4° posto alle Paralimpiadi è davvero indigesto, più che in altre gare! Anche se ricordiamo che significa che hai il QUARTO TEMPO AL MONDO!! L’ultima medaglia di legno per noi è quella di Alessia Scortechini, che arriva quarta con il record italiano, quindi un ottimo risultato per lei, a nostro parere.

Ed è a questo punto che tra i non addetti ai lavori ha cominciato a serpeggiare un po’ di ansia da prestazione.. “dobbiamo preoccuparci?” chiedevano a più riprese..

E cosa c’è di meglio per scongiurare l’ansia di una bella infornata di medaglie di tutti i metalli disponibili?

Eccole allora in sequenza, le medaglie!!

Partiamo da Carlotta Gilli e dalla sua medaglia d’oro paralimpica: una medaglia che come dice Carlotta “oggi sono venuta a ritirare, perché l’abbiamo costruita da tanto tempo, con fatica e determinazione”. Le fa da mentore Alessia Berra, che stando ai racconti delle due protagoniste prima l’ha sostenuta in camera di chiamata e poi le ha guardato le spalle in gara mettendo a sua volta la mano a siglare una prestazione indimenticabile che la premia con un argento paralimpico. Le due ragazze insieme felici in zona mista, insieme sul podio, insieme in camera di chiamata.. un abbraccio che scalda il cuore. E se è vero che “da soli andiamo più veloci ma insieme andiamo più lontano” loro ci hanno dimostrato invece che insieme andiamo più veloci E più lontano!

Come nelle migliori tradizioni olimpiche e paralimpiche di questa edizione, non ci siamo ancora ripresi dalla sbronza di questo duetto che subito Francesco bocciardo piazza la seconda medaglia d’oro! Una cavalcata in solitaria, e in zona mista ha pure detto che “le braccia non giravano bene come volevo”. Per fortuna degli altri nuotatori, dato che Francesco è arrivato e poi si è preso un caffè mentre aspettava i suoi rivali!

Sospiri di sollievo dalle persone di cui sopra, i non addetti ai lavori..

Ma la mattinata italiana riserva ancora una splendida sorpresa. Il bronzo di Monica Boggioni, che scende in acqua per la prima delle sue cinque (avete letto bene, 5) gare in programma e per testare lo stato di forma porta a casa un meritatissimo bronzo. E l’abbraccio di Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico di passaggio in zona mista in quel momento.

Abbraccio che rispecchia quello che tutti noi avremmo voluto dare a tutti queste meravigliose persone e atlet* !

Come hanno più volte detto anche loro in zona mista, questi risultati sono il frutto di una collaborazione, di un lavoro di squadra che viene da lontano da mesi, anni di allenamenti, di sacrifici, di incastri con la vita quotidiana.. sono la punta dell’iceberg di un lavoro di cooperazione che vede coinvolti i genitori, i tecnici, le società, la Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, le scuole, i luoghi di lavoro, gli amici.. come hanno detto praticamente tutti loro “è stata dura ma ne è valsa la pena”.

Lo sappiamo. E sappiamo anche che i vostri risultati saranno di sprone perché sempre più bambine e bambini possano avvicinarsi al mondo dello sport. Almeno ce lo auguriamo. Pandemia permettendo.