Oltre il nuoto : “Aperture mentali nell’era COVID”

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L’essenza… di tabacco!

di Mauro Romanenghi

Sinceramente questo tira e molla su chi apre e chi chiude ci ha un po’ stufato, anche perché di sicuro gli esperti sanno perché una cosa è essenziale, altrimenti che ci stanno a fare?

Alcune cose mi lasciano un po’ perplesso, a dire il vero.

Intanto aprire una piscina abbiamo visto non sarà semplice. Ma io dico se apre una piscina dovrà aprire allo stesso modo per dei campioni o per dei corsi no? Forse i campioni sono immuni al virus? Che hanno fatto un corso accelerato di immunizzazione? Quindi perché aprire un impianto (tra l’altro i campioni per definizione essendo campioni sono pochi) quando non ci sono:
A) le condizioni
B) i numeri

Dopodiché certo non gestisco impianti, né federali né tantomeno privati, quindi non mi addentro in questioni burocratiche. 

Ma esulando per un attimo dal nuoto altri quesiti, in tempi come questi, mi vengono in mente. Chissà forse sono giustificati, forse no. Però senza troppo giudicare si possono esprimere.

Parto da una premessa: tra le attività essenziali sono state scelte edicole, tabaccai e rivendite di alcolici.
Se la lettura di un quotidiano credo porti un minimo di informazione (tralascio l’attendibilità di alcuni articoli che non sta a me verificare), fumare e bere a parte far passare il tempo non credo porti un gran vantaggio nei termini di salute pubblica. 

Ma per esempio, se avessimo voluto leggere, perché non potevamo andare in biblioteca? Perché devo comprare un libro su Amazon, quando abbiamo milioni di libri nelle nostre biblioteche pubbliche, tutti a disposizione, e senza neanche fatica e spese aggiuntive (cosa non da poco in questo periodo). Basta sceglierli e ritirarli a rischio zero su appuntamento, come abbiamo sempre fatto, tra l’altro: credo sia sufficiente un addetto dietro uno schermo.

Parliamo di abbigliamento. Perché non avrei potuto comprare un paio di scarpe se mi fosse servito? O della biancheria? Solo su Amazon? Ma i bambini? In due mesi non crescono? Non cambiano vestiti? O scarpe? Capisco che forse fare shopping non è essenziale. Ma andare in giro con delle mutande, forse, lo è.

Tra l’altro chi ci dice che Amazon (o tutto ciò connesso con l’acquisto virtuale) segua le regole? Chi lo controlla? Tralascio le questioni sulle tasse di Amazon eccetera. 

Sono andato, per necessità, un sabato prima di Pasqua in un supermercato vicino casa. Non amo i grandi supermercati. Non amo in generale i supermercati. Entrando vedo chiuso sbarrato il reparto vestiti. Nastrato come fosse infetto e mortale. E a coprire il tutto una parete di venti metri per due di altezza di uova di cioccolato. Le uova sono essenziali, il vestito per i bambini no. Essenziali a chi? 

Gli alunni vanno a scuola in modo virtuale, e potrebbe anche essere sufficiente. Ma i compiti vanno fatti sul quaderno. Alcuni hanno chiuso l’accesso alla cancelleria. Capisco che ci si può arrangiare con quello che hai in casa. Ma neanche una matita? Una gomma da cancellare? Ci vuole un decreto per capire queste cose o basta usare i neuroni? (Ad averceli, aggiunge mia moglie).

Ma perché i parrucchieri hanno dovuto chiudere? Cosa ci voleva ad avere un appuntamento col parrucchiere? Mica ci vai tutti i giorni dal parrucchiere. E bastava avere una mail di appuntamento per girare. Non prendiamoci in giro: se vado dal parrucchiere non infetto nessuno. Non di più che se vado a comprare le sigarette. 

Forse sarà vero. Forse siamo un popolo indisciplinato. Ma trattare come bambini le persone in genere le rende ancora più indisciplinate. Perché sentirsi dire dai nostri governanti che dobbiamo meritarci di andare al parco, o che stiamo andando troppo in giro quando milioni di italiani vanno in giro a lavorare (anche di vigili e polizia ce ne sono troppi in giro: dove erano tutti quando c’erano i furti o quando le auto entravano nella nostra pista ciclabile tutti i giorni?), o vedere che piazzano i convalescenti nelle case di riposo, mi sento di poter dire ai politici: anche voi il rispetto delle persone ve lo dovete meritare. 

Bisogna aprire anche la mente, non solo i locali, nell’epoca COVID.

 Credit FOTO: corriere.it

 

Il nuoto nell’era COVID – “Scusi, un’informazione?”

mascherina

Prego desidera?

di Mauro Romanenghi

Mi si dice che la piscina non è solo la vasca. Ed è proprio vero.

Quando entriamo in piscina siamo accolti dalla reception, che da piscina a piscina è sempre diversa. Ora che siamo in piena era COVID, la reception ci apparirà come un ufficio delle poste. Non so avete presente lo schermo di plexiglass che vi trovate agli sportelli postali e che ora avete imparato a vedere nei supermercati e vedrete, penso, nei bar, ristoranti e in molti altri posti. Forse  in piscina ci potremo pagare anche le bollette e gli F24, così intanto risparmiamo tempo visto che ne avremo veramente poco. 

Immagino la/il receptionist che tipo hostess/steward vi invita con gesti sicuri ma decisi a seguire il percorso obbligato delle freccine per terra, per non incrociare anche solo distrattamente le mamme in uscita (vietatissimo entrare nello spogliatoio, dove potreste spargere i vostri capsidi virali se per caso la mascherina, che deve essere ben fissata e guai a perderla visto il costo di zero punto cinquanta euro, vi scivolasse via). 

Le stesse freccine vi portano a un altro punto nevralgico: lo spogliatoio. Luogo come detto riservatissimo e pulitissimo, dove addetti della NASA gireranno pulendo ogni superficie in modo maniacale, che neanche vostra suocera può mettere in atto quando passa la cera o toglie la polvere dal mobile del 1870 eredità del nonno. Ogni angolo della piscina sarà disinfettato ogni 5 minuti, tipo i resort egiziani di Sharm el-Sheikh quando andate in bagno. I server in silicio della Microsoft potranno essere conservati negli spogliatoi delle piscine, e attenzione a non permanere troppo nei locali o verrete degermizzati anche voi e i vostri abiti.
Guanti e mascherine saranno la norma, e naturalmente non verrete assolutamente capiti quando chiederete informazioni per cui finirete vestiti nel bagno anziché nei camerini a rotazione, assolutamente necessari: spogliarsi all’esterno, col rischio di uno starnuto che sparga ulteriori capsidi virali mentre voi vi cambiate, potrebbe costarvi l’immediata espulsione e la segnalazione all’ISS, OMS, ONU, NATO e al consiglio di sicurezza della Federazione della Galassia Unita con conseguente inseguimento del capitano Picard.
Mi rimane il dubbio della doccia. Come separare i bravi nuotatori al termine della loro attività? Eliminare questo rito? Anche qui installare delle barriere plasticose a separare i secretori di particelle virali? Vedremo cosa i protocolli ci suggeriranno, la fantasia ai nostri esperti non mancherà.

Di bar neanche se ne parla. Sedersi a parlare con un altro corsista, con un genitore? Abominio! Un caffè veloce da asporto e veloce fuga all’esterno, evitando ogni contatto sociale potenzialmente mortale.

Purtroppo ci saranno dei problemi oggettivi. Niente tribuna (anche perché quante persone potranno stare in un posto dove bisogna collocarsi in 5-7 metri quadrati?
Dove stare ad attendere la prole che sfida la sorte nell’impianto? Si potrebbe attrezzare uno spiazzo antistante, dove i genitori tutti in coda rigorosamente a 2 metri uno dall’altro e in mascherina attendono sotto i rigori del tempo il termine della lezione. Alternativamente ci si colloca al sicuro dell’abitacolo della propria vettura, ove si farà indigestione di Internet o si potrà telefonare alla propria amica distante alcune vetture nel parcheggio vicino.
Diciamo che per alcuni ciò sarà un vantaggio: nessun genitore farà più il suo ingresso trionfale in vasca tutto vestito a chiedere notizie del proprio figlio al responsabile.
Di contro i bambini dovranno darsi da fare. A 3 anni dovranno essere in grado di vestirsi, lavarsi, asciugarsi, senza perdere nulla. Beh, forse qualcosa lo perderanno: ma chi non lo farà, nella nuova era COVID?

Credit foto: Incronaca.unibo.it

FuoriOnda 84 – Franco Del Campo e la “nuova” comunicazione

di Redazione Podcast

Franco Del Campo

Franco Del Campo

Puntata 84 – Franco Del Campo e la “nuova” comunicazione

Conduce la blogger Laura Vergani insieme a Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse e a Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro. In redazione come sempre Marco Agosti.

Ospite Franco Del Campo, filosofo e direttore tecnico del centro federale di Trieste.

Con piacere ritroviamo Franco Del Campo, che ci parla in questa puntata
del “comunicare”. Comunicare è importante a livello pedagogico, sociale, culturale, politico… e sportivo!
E allora ne parliamo con il professor Del Campo, che ci da’ più di qualche spunto di riflessione su questo argomento in ogni ambito trattato, soprattutto in questo periodo un po’ particolare: gli errori, le nuove abitudini, l’affollamento mediatico. Con un occhio sempre allo sport. Una puntata da ascoltare per riflettere, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione e gli anziani!
Sempre su FuoriOnda, l’unico podcast italiano sul mondo del nuoto… e non solo.

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport.
Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 24 aprile 2020.
Credit foto: internet

 

FuoriOnda 79 – Fabio Conti e la pallanuoto rosa

di Redazione Podcast

Fabio Conti Coordinatore squadre nazionali pallanuoto femminile

Fabio Conti Coordinatore squadre nazionali pallanuoto femminile

Puntata 79 – Fabio Conti e la pallanuoto rosa

Conduce la blogger Laura Vergani insieme a Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro. In redazione come sempre Marco Agosti.

Ospite Fabio Conti, direttore tecnico delle nazionali femminili di pallanuoto.

Oggi torna con noi un graditissimo ospite e amico di OAsport e Acquastampata, con il quale continuiamo questa carrellata di interviste ai direttori tecnici delle varie discipline. Come sempre uno sguardo agli atleti (in questo caso alle atlete!) e a come affrontano questo periodo di disagio, poi uno sguardo sul futuro e infine un accorato appello affinché si capisca il valore dello sport e di tutto quello che si muove intorno a questo mondo.
Fuorionda lontano da tutti (come sempre) ma vicino al mondo dello sport… per noi non cambia nulla!

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCTSport.
Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 8 aprile 2020
Credit foto: Fabio Conti

FuoriOnda 78 – Oscar Bertone e i tuffi in quarantena

di Redazione Podcast

Oscar Bertone DT Italtuffi

Oscar Bertone DT Italtuffi

Puntata 78 – Oscar Bertone e i tuffi in quarantena

Conduce la blogger Laura Vergani insieme a Mauro Romanenghi, tecnico della IN Sport Rane Rosse, Fabrizio Fogliani di Vaporidicloro. In redazione come sempre Marco Agosti.

Ospite Oscar Bertone, direttore tecnico dell’Italtuffi.

Oggi abbiamo con noi nel primo di una serie di incontri con i direttori tecnici delle varie nazionali Oscar Bertone, DT della nazionale italiana tuffi. Con lui iniziamo a capire le conseguenze di questo stop prolungato, dell’incertezza e della inattività. Ma anche studiare una possibile road map di uscita, per quello che è dato pianificare. E anche come si configura il futuro prossimo dell’Italia dei tuffi.
Come sempre con la squadra di Fuorionda, che si … tuffa nella ripresa: o almeno speriamo!

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT Sport.
Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.

Puntata registrata il 4 aprile 2020.
Credit foto: Oscar Bertone