Criteria 2018 F2 – E’ ora di basta!

di Mauro Romanenghi

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Staffetta Ragazze – Criteria 2018 (credit: Alessandro Bacchi)

Criteria femminile all’archivio e allora eccoci qua, mentre mi sgranocchio un cioccolato ai cereali, a scrivere due righe sulle cose da aggiungere.
Premessa. Qui si parla di livello assoluto o di prospettive. Si parla seriamente ma con facezia. Se non avete senso dell’umorismo, leggete altre cose. C’è un interessante articolo su come sopravvivere al riscaldamento pregara, ad esempio. E per chi pensa che non rispetti gli atleti, io ne ho il massimo rispetto. Per questo li sprono tutti i giorni e li seguo (gratis) alle gare. E per questo, posso anche prenderli in giro, un pochino. Con rispetto, però.

Ieri scrivevo a un mio amico verso le 19: domani su tutti i siti troverò: “la figlia di Lamberti vince i 200 stile, la dinastia Lamberti continua”. Detto fatto. Dovevo fare il santone, se ce l’ha fatta Vanna Marchi potevo farlo anche io.

Naturalmente poiché è stato spoilerato da Renato Fusi che la Consiglio è figlia della Cavallino nessuno lo ha scritto (però Virginia le virate eh…).

Onore al merito a Casarano. Che NON sono le gemelle Cesarano! Da lì vengono gli olimpici salentini and Co. cioè i Nuotatori Pugliesi.

Giorgia Meloni che ha vinto i 100 e i 200 rana non è la Giorgia Meloni che va in parlamento… hanno fatto bene a ribadirlo i siti specializzati.

Oggi mi hanno fatto notare che è scattata l’ora legale. Infatti mi sono alzato convinto fossero le otto invece erano le nove e le gare erano già iniziate. A qualcuno è andata peggio. Due smartphone scordati e un mazzo di chiavi (tranquilli anche io le ho scordate in un bar di Riccione). Ma la migliore è l’atleta (si dice il peccato ma non il peccatore) che ha scordato il cartellino per due volte in una mattina. Solo la ragazza che alleno io ha fatto peggio e un giorno ve ne parlerò.

Luca Rasi ribadisce in maniera chiara il concetto. Bisogna rispettare i tempi: LASCIATE – LIBERA – LA – VASCA. E poi la frase simbolo: “un ultimo sforzo raggiungete la zona podio!” Ma che è adesso è uno sforzo andare sul podio? Magari ci fossi mai andato io, ma pure sulle nocche ci andavo.

Ricordatevi che la transenna è riservata ai tecnici. AI TECNICI!

Ma se abbiamo i Gun’s, la musica anno ‘80 con gli A-ha perché dobbiamo ascoltare per tre giorni: Rovazzi, L’esercito del selfie, Io non abito al mare, Sotto il sole di Riccione e Bambola? Tra l’altro scusate ma ho cercato su Internet Betta Lemme tutta la vita altro che Wanda Nara. E’ comunque ufficiale: per chiamare la prima serie, si usa Betta Lemme. Mettetevela via.

Bene basta amenità parliamo di cose serie. Francesca Fresia non andrà forte come D’Innocenzo, Cenci, Quaglieri ma sui 200 ci sa fare e ho capito perché. Bracciata ampia e sinuosa, bassa frequenza (forse troppo bassa… sveglia eh) e ottime apnee. Insomma siamo a 2’09”, tra l’altro ha già fatto di meglio lo scorso anno. Ma noi ti vogliamo bene lo stesso (volevo solo precisare che anche la D’Innocenzo nei 200 non ha fatto il suo migliore…no perché i siti specializzati non lo hanno detto).

Discutendo dello stile libero con un esperto di statistiche (non è Massimo Anelli, che è un GRANDE esperto di statistica) parlavamo dello stile libero femminile. Poco di nuovo all’orizzonte in ogni distanza esclusi i 50, solo numericamente rilevanti. Il deserto dei tartari nei 200. Tra il poco visto spicca l’unica 2003 che batte l’esercito 2002, Carola Valle, e si issa ai primi 20 posti alltime e scende sotto i 55” nei 100. L’unica.  Finché vanno a scuola, mi dice l’esperto, non puoi farci niente. Il problema, caro, è che spesso finita la scuola finiscono pure gli atleti. Vabbè.

Detto già della D’Innocenzo, parliamo della Cenci. Non ti girerebbero le palle se tu facessi tre record della manifestazione ma purtroppo arrivi dietro a chi lo ha già fatto? Sì? Bene, allora sei Martina Cenci. Dai Martina non sei ancora agli stracci (pessima battuta, lo so, ma concedimela). Tra l’altro, manco a farlo apposta, una Carabinieri, l’altra Fiamme Oro.

Mi si dice che non ho parlato della Categoria Ragazze. Voglio solo dire questo. A meno che non sei la Ledecky, la Meylutite, la Penny Oleksiak, la Pellegrini, nella categoria Ragazze devi imparare a gareggiare, nuotare bene, virare, destreggiarti nella competizione. In un paio di anni si vedrà cosa si diventerà. Faccio un esempio pratico. Erika Gaetani unica a stabilire record della manifestazione nei 2004. Tempi ottimi con 1’00”73 e 2’11”22 meglio addirittura delle 2003. Ma come lo scorso anno le apnee sono lunghe 5 metri (cioè non ci sono), nei 100 come nei 200. Tra due anni le apnee dovranno essere di 8-10 metri. Il concetto è questo.

Degli undici record, sette sono delle 2002. Ribadiamo il concetto. 2002-2020. Senza pressione eh, sotto il sole di Riccione.

FuoriOnda 5 – Francesco Bettella

di Redazione Podcast

Conduce la blogger Laura Vergani con le possenti spalle di Mauro Romanenghi tecnico della IN Sport Rane Rosse, assente oggi rapito dagli alieni il Fogliani. In redazione come sempre Marco Agosti.

Ospite Francesco Bettella, campione paralimpico e mondiale nuoto.

Nuotatore, ingegnere meccanico, divulgatore della cultura della solidarietà, appassionato di auto e motori, ma soprattutto campione mondiale e argento olimpico…almeno per quello che ci riguarda. Quindi un multitasking, come dice la blogger preferita dai campioni del nuoto. Un campione del dorso che studia la meccanica per applicarla su sè stesso, e diventare più forte anche dei fratelli Abbagnale!!! Per fortuna che sul suo “scafo” non ci sale nessuno se non lui stesso. Immergiamoci quindi nella vita di Francesco Bettella, da Padova a Città del Messico fino ai progetti futuri.
Solo su Fuorionda, l’unico podcast sul nuoto italiano…e non solo!

Montaggio a cura di Tommaso Marconi di RCT

Sigla “I Like Peanuts” disponibile in Licenza Creative Commons su Audionautix.com

Credit foto: Francesco Bettella/FINP

Puntata registrata il 12/02/2018

Il peso dell’acqua

“L’acqua non è mia nemica, semplicemente non tifa per me.. Perché io sono orgoglioso e lei permalosa.. La verità è che in acqua ho bisogno di ambientarmi tutte le volte  che ci entro. E sono tante. Devo toccarla con le mani, percepirne lo spessore. Perché riesco ad apprezzarla solo in questo modo: misurandone il peso fra le braccia mentre inizio a muoverla intorno a me.”

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“..In poche ore il mondo è cambiato. Molti mondi sono cambiati. Adesso sono il campione olimpico dei 1500 stile, porto con me una medaglia d’oro nascosta nella sacca e, sulle spalle, invisibile a tutti, un peso che non ho mai voluto sollevare, ma che mi è finito addosso lo stesso.. La verità è che tante, troppe volte nella mia vita ho permesso che questo peso mi schiacciasse; ora però la misura è colma.”

di Laura Vergani

Ho cominciato a leggere questo libro senza nessuna aspettativa, mossa soltanto da curiosità. Ma una volta iniziato, non sono riuscita a smettere finché non l’ho terminato. Tutto d’un fiato, come mi succede con i grandi romanzi. Quelli che non riesco a chiudere prima di aver letto la parola “fine”. Dopodiché l’ho riaperto e riletto, questa volta con più calma, senza l’urgenza di divorarlo. A questa seconda lettura mi è parso un libro solo in apparenza facile. Ma che in realtà mi ha aperto molteplici spunti di riflessione.. Sulle aspettative. Sulle motivazioni. Sulla fatica. Sul rapporto genitori-figli. Sul crescere. Sulla paura. Sulla vittoria. Sul senso della vita. Sull’amicizia. Sull’amore. Sul rispetto.

Leggendolo sono rimasta prima spiazzata e poi via via sempre più affascinata dalla disarmante sincerità con la quale l’autore presenta la sua vita e racconta le sue imprese. Sincerità che mi ha permesso di apprezzare ancora di più  i risultati conseguiti, dato che mi ha offerto la preziosa possibilità di capire esattamente quanta fatica siano costati. Il fascino della lettura si è trasformato ben presto in ammirazione per l’abilità dimostrata nel gestire situazioni decisamente complesse, per la profonda consapevolezza manifestata nell’analisi dei propri comportamenti, per la ricerca di una soluzione chirurgicamente precisa, assumendosi pienamente la responsabilità delle proprie scelte senza trovare scuse per delegare. Il tutto senza sfociare mai nel melodrammatico o nel melenso. Anzi, con una buona dose di autoironia che mi ha reso la lettura piacevole e leggera!

Insomma, il libro di Gregorio Paltrinieri mi ha permesso di sbirciare dentro i pensieri di un campione olimpico.. ed è stata un’esperienza per me illuminante!

Se a questo punto siete curiosi.. buona lettura anche a voi!

scheda libro
Autore: Gregorio Paltrinieri
Titolo: il peso dell’acqua
Editore: Mondadori
ISBN: 978-88-04-66357-7