Europei 2021 – Pioggia d’argento!

Me la rido sotto…,la maschera!

di Mauro Romanenghi

Mi scrive un collega di cui non dico il nome e mi snocciola la sua tripletta per le prime tre finali. Vi dico solo che non gli dico no, lui lancia il dado e vince la sua scommessa. Allora mi sfida anche un altro collega, ma io memore del mio insuccesso nell’ultimo Fantanuoto in cui arrivai sonoramente ultimo alle Olimpiadi di Pechino, ho declinato. 
Ma mai avrei scommesso che, dopo le battute d’arresto dei primi due giorni, oggi l’Italia avrebbe raccolto sette medaglie sette.

Non arriva l’oro ma obiettivamente oggi era difficile. Il Tupolev di Mosca però ha dovuto sudare tutta la vodka del corpo per avere ragione del piemontese Miressi, che realizza il suo terzo record italiano qui e la sesta prestazione da 47”. Il Tupolev si arresta poi sulla pista di decollo dei 100 dorso, ma forse i razzi bisogna ricaricarli ogni tanto.

Nella gara dei 100 stile vediamo un’altra stellina brillare, quella del rumeno Popovici: 48”0, mica pizza e fichi. Anno 2004. Segnate.

La scommessa il mio amico la vince sui 1500, dove Paltrinieri si vede che non ha molta benzina: ma quella che ha la mette tutta: non basta per battere Romanchuk. Insomma il fondo…ti sfonda! Dietro arriva Acerenza primo da Potenza. Primo podio per lui nella sua storia, in una gara condotta dalle retrovie. 

Perle di saggezza di Sabbioni in zona mista, ma soprattutto zona di conflitto con la sua mascherina che proprio non gli sta. Oggi ci prova con quella ufficiale, ma la contesa è persa. 

Burdisso all’argento in un arrivo al cardiopalma: poteva esser quarto ma si getta sulla piastra e conserva il secondo posto. Mia moglie esulta e se la fa addosso quando Sacchi descrive la fantasia di virate per cui Burdisso va preso ad esempio. Soprattutto quando i bambini fanno le virate per finta…ebbene sì, sono i nostri bambini: guardatele, le virate di Burdisso.

Ma guardate anche le virate di Milak, eccezionale interprete dei 200 farfalla. Inarrivabile, unico sotto i 30” nella vasca finale. 

A proposito di Ungheria e di misti. Appare tale Kos, anno 2003 e record mondiale Juniores. Insomma l’Ungheria a stare senza un mistista non ce la fa. Però uno straccio di ranista ce lo possono anche tirare fuori.
Nel frattempo, se qualcuno potesse avvertirli che le loro mascherine fanno sembrare gli atleti dei pagliacci, sarebbe gradito. 

L’orso russo zitto zitto intanto domina il medagliere. Oggi in prima di staffetta della 4×200 schiera il vincitore dei 400. Che gira in 1’45” basso. Domani Il buon Martin farà i 200. Lo aspettiamo con ansia.

Sempre sulla 4×200, purtroppo alla premiazione non vanno sul podio, ma ricordiamo che ci sono anche quelli del mattino. Frigo e Megli (che proprio scarso sui 200 non è) ringraziano.

Finalmente ho rivisto quel ritorno che aspettavo da Berlino 2014. Arianna Castiglioni è tornata e infila le avversarie negli ultimi 15 metri. Carraro non ha la faccia delle grandi occasioni, oggi, dietro la mascherina.

Enrico Cattaneo oggi si diverte come un matto, non gli par vero di commentare tutte queste medaglie. Occhio Mecarozzi, che qua ti fanno le scarpe.

Europei 2021 – Piccole Freya crescono!

Venite con zia Freya, ragazze!!!
Credit foto: screenshot Mauro Romanenghi

di Mauro Romanenghi

Iniziamo male! Malissimo! Parte la prima gara e già queste giovani impertinenti si permettono di far fuori dalla finale una campionessa mondiale del calibro di Boglarka Kapas, la mia Boggie. Non c’è più rispetto. Basta con questi Millennials avventurosi alla ricerca di facili successi. Ma cosa si mettono in testa, di fare il record del mondo?

Il record lo fanno sì, e con la sfrontatezza di indossare pure la bella collanina della prima Comunione, regalo della nonna Anja. Certo la collanina adesso va stretta, perché il collo si è fatto leggermente più taurino, ma il nostro Kliment Kolesnikov oggi ha fatto subito capire che bisogna mangiarne di caviale del Volga prima di batterlo. Al mattino una Russia zero sbatta inserisce le quattro riserve della 4×100 stile, come mandare la Juventus under23 a giocare con lo Spezia, e poi spara i pezzi da novanta al pomeriggio. La collana più veloce del mondo acquatico ci serve questo bel 47”10 lanciato, e tanti saluti. Qualche minuto prima, come antipasto scodellava il record del mondo dei 50 dorso (che tanto era già suo) primo uomo al mondo sotto i 24 secondi.

C’è comunque chi detta sempre la sua religione. La religione dei 400 misti è il Katinkesimo. La prima legge di Katinka dice che tu a rana devi sempre osservare la mia gambata da almeno quattro metri di distanza. In tempo di quaresima, anche cinque. In tempi di COVID c’è il distanziamento, quindi anche sei o sette.

Mi dicevano stamattina che si vede che in Ungheria si fa nuoto nelle scuole (quattro ungheresi nelle prime cinque dei 400 misti). Beh, leggevo che si dedica all’Educazione fisica qualcosa come il 15% dell’orario scolastico. Non so se il nuoto sia effettivamente compreso. Di sicuro, i misti sono una specialità che gli ungheresi amano molto, a scuola o no.

Una cosa che amano molto gli ungheresi di sicuro è la geografia. Non si spiega altrimenti il perché debbano mettere la cartina dell’Europa con l’indicazione della nazione del vincitore durante la premiazione.

La Di Liddo ha sempre la sventura dalla sua. Una volta le marce forzate, adesso la caviglia slogata. E si lamenta pure che non si può uscire dall’hotel. Per fortuna, altrimenti chissà cosa le capitava per strada. 

Sempre sul podio ritroviamo una giovane “vecchia” conoscenza del nuoto britannico, il playmaker Freya Anderson. La squadra britannica ha sicuramente un quartetto d’insieme notevole, ma la “zia” Freya (classe 2001) da un bel passo di carica alle compagne con il suo 52”79 lanciato. La scenetta sul podio è impagabile, neanche gli Hobbit con Gandalf sembravano così piccoli.

Non c’è niente da fare, se c’è un modo per perdere state sicuri che la Heemskerk lo troverà. E così, pur con un 100 stile lanciato da 51”99 (quattro punti esclamativi) Femke si arrende di nuovo e conquista nella staffa veloce il venticinquesimo argento della sua carriera, che comunque schifo non fa (la carriera e l’argento). E Freya ringrazia.

Quattrocento stile di sofferenza, in vasca e per i tifosi: non entrava niente oggi: stavolta si rimedia un bel legnetto, ma siamo sicuri che i ragazzi sapranno rifarsi. 

Quattrocento misti al femminile e legnetto pure lì. A volte andare a braccetto non serve!

Passa mia moglie e mi ricorda che la pubblicità della Uliveto forse è meglio farla fare anche a dei ragazzi che lo sport lo stanno ancora facendo, senza nulla togliere a Fiona May, Del Piero eccetera che hanno però fatto il loro tempo. 

Oggi Miressi almeno il fiato per rispondere alle domande ce lo aveva. Me lo hanno quasi stroncato agli Assoluti in zona mista. E comunque non malaccio neanche alla fine del 100. Ah, si è pure concesso di fare il record italiano, in staffetta. Direi ripreso alla grandissima.

Prima di concludere, due parole su Pinzuti, Anzi, più che su di lui su chi lo ha scoperto, allenato e gli ha insegnato a vincere. Da un piccolo paese della Toscana è difficile tirare fuori un campione, due poi quasi impossibile. Beh: Umberto Gazzini c’è riuscito ed è anche riuscito a dirgli di partire per migliorare. Grazie, Umberto. E ora via, verso nuove emozionanti avventure.

La greca Ntountounaki metterebbe alla prova chiunque sulla pronuncia del suo cognome. Che secondo me i commentatori RAI non hanno mai azzeccato, ma non posso metterci la mano sul fuoco neppure io.

Europei 2021 – i tuffi e il trionfo della normalità

Normali aiuti nel nuoto di fondo
credit: Andrea Staccioli Insidefoto/Deepbluemedia

di Mauro Romanenghi

Chi può definire chi è normale e chi non lo è?
Quando si dice a qualcuno che non è normale perché si butta in acqua e percorre almeno 25 Km in circa 5 ore, beh ci sono persone che passano 12 ore in laboratorio a cercare di scoprire qualcosa che magari non vedranno mai. Oppure c’è a chi piace camminare al Polo Sud. Oppure scalare montagne a mani nude senza assicurarsi alle corde.
Oppure stare ore e ore a meditare in silenzio. Oppure passare un pomeriggio all’IKEA.
Essere normali invece è portare i figli a scuola (o alla gara di nuoto) e lasciarli a un metro dalla porta di ingresso con il vostro simpatico SUV, strombazzando poi se non vi fanno andare via quattro secondi dopo che il figlio adorato ha fatto il suo ingresso? 

Gli atleti (parlo dei nuotatori) in genere non vengono visti come persone normali. L’addominale scolpito, le spalle larghe e possenti, le gambe tornite, l’altezza spesso (non sempre) non indifferente non lascia indifferenti neanche gli spettatori “normali”. Soprattutto le spettatrici, dice mia moglie.
I pallanuotisti, queste montagne umane, svettano scendendo dal pullman come novelli Hulk della Marvel.
Le sincronette (o nuotatrici artistiche, se vogliamo) truccatissime, altissime e lunghissime.
Poi vai nella vasca posteriore della Duna Arena. Arrivano questi ragazzi e ragazze, altezze quasi normali, a volte un po’ morbidi, addominali diversamente scolpiti, fianchi torniti, insomma: una persona come me e mia moglie. 
Io non amo gli sport con i voti, si sa. Lasciano troppo spazio al nome, alla simpatia. Gli scandali non si contano fra gli sport con i voti, con giudici che vanno in vacanza grazie alle gare elargite con dovizia e agli scambi di favori.
Ma i tuffatori ci portano alla realtà. Li vedo e sono persone come noi: quelli che li incontri al lavoro, il tuo amico che sì bravo però la sua pancetta se la porta onorevolmente e gareggia con la tua, senza esagerare. Certo non sono tutti così, ma una bella percentuale sì. E con tutto questo fanno il tre e mezzo avanti raggruppato con due avvitamenti e un quarto partendo dalla verticale a 10 metri di altezza.
Quindi poi tanto normali non sono: ma chi può dire chi è normale e chi non lo è?

E quindi vediamoli questi tuffatori. Come Chiara Pellacani, di cui parlammo con il nostro CT Bertone qualche tempo fa. Che si porta a casa una bella collezione di medaglie, tra cui il titolo continentale del misto sincro dal trampolino con Matteo Santoro, quattordici anni di simpatia. Abbracci e saltelli di gioia, per due ragazzi venuti certo a competere e che non sono tanto male, se hanno vinto il loro primo titolo europeo. Per Chiara alla fine cinque gare con cinque podi: altri tre argenti e un bronzo per lei!

Dai tuffi sono arrivate quindi tante tante medaglie, più di quelle che ricordassi in ogni altra competizione precedente. Oro della Bertone dal metro, argento nel team event, bronzo per Tocci dal metro. Credo che il nostro CT sarà soddisfatto. Sentiremo presto che ne pensa.

Tocci potremmo definirlo il tuffatore triste. La sua espressione malinconica, mai felice anche quando sta per vincere il bronzo, nemmeno dopo averlo vinto. Un vero eroe solitario.

Ma io mi domando: ma se ci sono sette giudici, perché devono eliminare tutti ‘sti voti alla fine di ogni giudizio? Povero giudice, che si vede sempre scartare il proprio operato. Come se ogni esperimento lo facessimo in cinque in laboratorio, e ne scartassero tre. Insomma, se fossi un giudice sarei sconfortato. Chi glielo fa fare a questi giudici? Secondo me non sono normali, ma chi può dirlo? Non certo io.

Passiamo al fondo, direi che fare le gare nel laghetto divertimenti di Budapest non era male come idea. Peccato che non possa andarci nessuno, penso causa pandemia – o forse perché è ancora presto e la stagione non è ancora iniziata? 
Fantastico anche il galeone dei pirati, che compare spesso sullo sfondo. Peccato che nuotando per 3-4 ore nel freddo del bacino Lupa queste cose non si apprezzino di certo.

Freddo che aumenta la solidarietà. E così la Bruni aiuta la vincitrice Van Rouwendaal, mostro sacro del fondo, a rialzarsi dopo la 10 Km.

La 25 Km di 24 Km non è male. Ma d’altronde creare un circuito in un laghetto dei divertimenti non sarà stato facile.

La 25 Km che mia moglie, mentre indossa lo scialle per il freddo, definisce inutile. Una gara per criceti, dove girano girano in tondo per ore. Certo una gara così, dove non ci sono rotte da seguire, dove non ci sono imprevisti, correnti, squali, meduse, polpi giganti o Godzilla che esce dal mare si definisce l’ultima mezz’ora. Bisogna trovare una soluzione.

Naturalmente per l’Italia re assoluto Gregorio, con tre successi.
E naturalmente viene eletto ambasciatore delle piscine in difficoltà: i poveri bambini senza piscina ringraziano, ma ci vuole ben altro che dichiarazioni di solidarietà per aprire impianti che non vedono la luce con continuità dal febbraio del 2020. Febbraio 2020: significa quindici mesi. Altro che ristoranti, altro che parrucchieri, altro che centri benessere e le terme. In piscina ci vogliono anni per creare dei nuotatori, perché bisogna insegnare a nuotare. Da quindici mesi non si fa. Buoni Europei a tutti. 

Che 48!!!

Antico Forte del 48…antichi ricordi

di Mauro Romanenghi

E ci siamo: dopo quasi un anno e mezzo senza competizioni internazionali, si ricomincia con il campionato Europeo.

Un nuovo inizio che ricorda il mio, tanti anni fa. Era il 2000, esattamente. Feci il mio primo collegiale (giovanile, lo ricordo) in vista dei Campionati di categoria estivi che si svolsero, causa Giubileo…a Genova. Ometto le varie vicissitudini del collegiale, che meriterebbero un articolo (ma forse un libro) a parte. Dico solo che alloggiavamo in un hotel che ricordo benissimo, “Forte del 48” a San Donà di Piave (e dove altro potevamo essere, con un nome così). Non so perché fossimo a San Donà, ma so che quella stagione fu lo spartiacque del nuoto azzurro. Andammo a vedere i nostri compagni di squadra gareggiare agli assoluti di Monfalcone in Friuli…a detta dei nostri capi, vicinissimo a noi: 100km, possono essere poco o tanto, dipende quando li fai e in che condizioni. 
Ricordo i 100 farfalla, vinti da Gardonio ma con tutta la finale racchiusa in pochi decimi.
Ma soprattutto ricordo il caldo bestiale, il sole che picchiava in una piscina all’aperto senza nessuna protezione  in mezzo al nulla (assoluto) e che ci squagliò, noi senza acqua né cibo in mezzo al deserto friulano. E ricordo benissimo il viaggio di ritorno, guidando un pulmino senza aria condizionata (cosa che farò molte, molte altre volte).

Eravamo giovani allora, e si fece la rivoluzione del nuoto italiano. Medaglie come non se ne erano mai viste, e mai più se ne videro, alle Olimpiadi di settembre. E personaggi che ci consegnarono a una nuova dimensione: Rosolino, Brembilla, Fioravanti, Rummolo, Boggiatto…e altri arrivarono in poco tempo. In mezzo ci fu il primo Europeo preolimpico, che si disputò a Helsinki a fine giugno.
Certo non ho partecipato alla rivoluzione del 48, ma la trasferta del “Forte del 48” ce la ricordiamo ancora tutti. E ci ricordiamo tutti noi, schierati sulle tribune di Monfalcone, pronti a tifare. 

Anche oggi noi siamo già schierati, pronti a tifare per i nostri azzurri, che arrivano agli Europei di Budapest con una delle squadre più belle mai viste da allora e come allora con una vista verso il Sol Levante (vabbè allora era Australia…ma sempre a est!!!)
Guarda un po’: quarantotto azzurri quarantotto, frutto della selezione di fine marzo, di qualche aggiunta del nostro lungimirante direttore tecnico e dei giovani di belle speranze, nonché del fatto di poter schierare quattro atleti gara.
Come nei 100 rana femminili, con quattro atlete non dico tutte da medaglia ma da finale sì.
Tanti giovani sono alla prima gara internazionale assoluta in lunga: come la Cocconcelli, anno 2003 e campionessa dei 50 stile.
Ma anche la Crispino, stessa età e un buon 200 farfalla, anche lei nuova entrata insieme a Sara Gailli e Chiara Tarantino, chiamate per le staffette.
Ma anche meno giovani…come Razzetti, Mora, Poggio, Castello, Deplano (non che girino col bastone, ma di certo non sono atleti di primo pelo), che però arrivano con tanta voglia di emergere dopo una…”gavetta agonistica”.
Alcuni li abbiamo sentiti o abbiamo sentito i loro allenatori. Potete ascoltare i podcast di Fuorionda, ce ne sono quanti ne volete.

E poi ci saranno di nuovo le staffette, mille milioni di staffette da provare e i posti olimpici da conquistare. Brividi anche per il nostro CTS, quando decine e decine di atleti si assieperanno a bordo vasca e si abbracceranno alla fine della gara, come i tifosi dell’Inter in piazza del Duomo, contribuendo così a diffondere miliardi di particelle virali a bordo vasca e ritardando di altri sei mesi l’apertura degli impianti. 

Insomma mi aspetto un po’ di rivoluzione, soprattutto dalle giovani perché come disse una ragazza qualche anno fa (Erika, che salutiamo): “noi aspettiamo nuove velociste che abbiano voglia di andare sempre più forte”. 
Più Forte del 48, aggiungiamo noi!