Europei 2021 – i tuffi e il trionfo della normalità

Normali aiuti nel nuoto di fondo
credit: Andrea Staccioli Insidefoto/Deepbluemedia

di Mauro Romanenghi

Chi può definire chi è normale e chi non lo è?
Quando si dice a qualcuno che non è normale perché si butta in acqua e percorre almeno 25 Km in circa 5 ore, beh ci sono persone che passano 12 ore in laboratorio a cercare di scoprire qualcosa che magari non vedranno mai. Oppure c’è a chi piace camminare al Polo Sud. Oppure scalare montagne a mani nude senza assicurarsi alle corde.
Oppure stare ore e ore a meditare in silenzio. Oppure passare un pomeriggio all’IKEA.
Essere normali invece è portare i figli a scuola (o alla gara di nuoto) e lasciarli a un metro dalla porta di ingresso con il vostro simpatico SUV, strombazzando poi se non vi fanno andare via quattro secondi dopo che il figlio adorato ha fatto il suo ingresso? 

Gli atleti (parlo dei nuotatori) in genere non vengono visti come persone normali. L’addominale scolpito, le spalle larghe e possenti, le gambe tornite, l’altezza spesso (non sempre) non indifferente non lascia indifferenti neanche gli spettatori “normali”. Soprattutto le spettatrici, dice mia moglie.
I pallanuotisti, queste montagne umane, svettano scendendo dal pullman come novelli Hulk della Marvel.
Le sincronette (o nuotatrici artistiche, se vogliamo) truccatissime, altissime e lunghissime.
Poi vai nella vasca posteriore della Duna Arena. Arrivano questi ragazzi e ragazze, altezze quasi normali, a volte un po’ morbidi, addominali diversamente scolpiti, fianchi torniti, insomma: una persona come me e mia moglie. 
Io non amo gli sport con i voti, si sa. Lasciano troppo spazio al nome, alla simpatia. Gli scandali non si contano fra gli sport con i voti, con giudici che vanno in vacanza grazie alle gare elargite con dovizia e agli scambi di favori.
Ma i tuffatori ci portano alla realtà. Li vedo e sono persone come noi: quelli che li incontri al lavoro, il tuo amico che sì bravo però la sua pancetta se la porta onorevolmente e gareggia con la tua, senza esagerare. Certo non sono tutti così, ma una bella percentuale sì. E con tutto questo fanno il tre e mezzo avanti raggruppato con due avvitamenti e un quarto partendo dalla verticale a 10 metri di altezza.
Quindi poi tanto normali non sono: ma chi può dire chi è normale e chi non lo è?

E quindi vediamoli questi tuffatori. Come Chiara Pellacani, di cui parlammo con il nostro CT Bertone qualche tempo fa. Che si porta a casa una bella collezione di medaglie, tra cui il titolo continentale del misto sincro dal trampolino con Matteo Santoro, quattordici anni di simpatia. Abbracci e saltelli di gioia, per due ragazzi venuti certo a competere e che non sono tanto male, se hanno vinto il loro primo titolo europeo. Per Chiara alla fine cinque gare con cinque podi: altri tre argenti e un bronzo per lei!

Dai tuffi sono arrivate quindi tante tante medaglie, più di quelle che ricordassi in ogni altra competizione precedente. Oro della Bertone dal metro, argento nel team event, bronzo per Tocci dal metro. Credo che il nostro CT sarà soddisfatto. Sentiremo presto che ne pensa.

Tocci potremmo definirlo il tuffatore triste. La sua espressione malinconica, mai felice anche quando sta per vincere il bronzo, nemmeno dopo averlo vinto. Un vero eroe solitario.

Ma io mi domando: ma se ci sono sette giudici, perché devono eliminare tutti ‘sti voti alla fine di ogni giudizio? Povero giudice, che si vede sempre scartare il proprio operato. Come se ogni esperimento lo facessimo in cinque in laboratorio, e ne scartassero tre. Insomma, se fossi un giudice sarei sconfortato. Chi glielo fa fare a questi giudici? Secondo me non sono normali, ma chi può dirlo? Non certo io.

Passiamo al fondo, direi che fare le gare nel laghetto divertimenti di Budapest non era male come idea. Peccato che non possa andarci nessuno, penso causa pandemia – o forse perché è ancora presto e la stagione non è ancora iniziata? 
Fantastico anche il galeone dei pirati, che compare spesso sullo sfondo. Peccato che nuotando per 3-4 ore nel freddo del bacino Lupa queste cose non si apprezzino di certo.

Freddo che aumenta la solidarietà. E così la Bruni aiuta la vincitrice Van Rouwendaal, mostro sacro del fondo, a rialzarsi dopo la 10 Km.

La 25 Km di 24 Km non è male. Ma d’altronde creare un circuito in un laghetto dei divertimenti non sarà stato facile.

La 25 Km che mia moglie, mentre indossa lo scialle per il freddo, definisce inutile. Una gara per criceti, dove girano girano in tondo per ore. Certo una gara così, dove non ci sono rotte da seguire, dove non ci sono imprevisti, correnti, squali, meduse, polpi giganti o Godzilla che esce dal mare si definisce l’ultima mezz’ora. Bisogna trovare una soluzione.

Naturalmente per l’Italia re assoluto Gregorio, con tre successi.
E naturalmente viene eletto ambasciatore delle piscine in difficoltà: i poveri bambini senza piscina ringraziano, ma ci vuole ben altro che dichiarazioni di solidarietà per aprire impianti che non vedono la luce con continuità dal febbraio del 2020. Febbraio 2020: significa quindici mesi. Altro che ristoranti, altro che parrucchieri, altro che centri benessere e le terme. In piscina ci vogliono anni per creare dei nuotatori, perché bisogna insegnare a nuotare. Da quindici mesi non si fa. Buoni Europei a tutti.