Tokyo2020 – day3: Concerto russo e doppiette scoppiettanti!

Medaglie d’autore, oggi!!! (credit Wikipedia)

di Mauro Romanenghi

La doppietta è quel fucile così definito perché si affiancano due canne e si sparano solo due colpi. Con questi due colpi puoi centrare due bersagli, che sono in genere grossi animali. Potrebbero essere due piattelli, come quelli della Diana Bacosi, oppure due belle medagliette olimpiche, come quelle centrate dai russi e dai britannici oggi, terza giornata di finali.
L’Europa riaffaccia la testa, con le due nazioni che l’Europa proprio non è che la considerano granché: Gran Bretagna e Russia, anzi ROC. Russia che essendo squalificata usa come inno il concerto di Čajkovskij (credo si scriva così). E la musica del dorso funziona meglio sicuramente di quella della 4×100 stile, soprattutto funzionano bene gli organi di Rylov, che a sorpresa vince e mette dietro i favoriti Kolesnikov dal tuffo a piombo e Robocop Murphy, che oggi non centra il bersaglio. 
La prima doppietta è però quella britannica, anche qui grande sorpresa (beh media sorpresa) con Dean davanti a Scott. Se ci mettiamo Guy, il compatto quartetto britannico non dovrebbe avere grossi problemi nella 4×200. Le ultime parole famose…
La terza doppietta è quella americana. E anche qui è la meno accreditata a vincere, la giovane Jacoby. Ma si sa che per gli americani giovane o vecchio non conta nulla, conta vincere. E lei ha vinto, e non è la prima che lo fa così giovane. Terza la King, che felice non è perché si ritroverà la sudafricana segretaria di Lex Luthor anche nei 200 e soprattutto non farà la finale olimpica di staffetta. 
Niente doppiette nei 100 dorso femminili, ma in una delle gare più competitive, come i 100 farfalla. A soli due centesimi dal mondiale, al quinto record dei Giochi in questa gara, la McKeown vola al successo. E se tanto mi da tanto, nei 200 non ci sarà storia. L’ho tirata anche questa, e fanno due. 

Nella finale dei 200 i giovani alla ribalta. Ma se il coreano si suicida con 49”78 ai piedi – lo chiamano ora passaggio a fagiano, noi dicevamo se passi a razzo, finisci a c….rende meglio l’idea – Popovici direi che si mangia le manine. Con il suo bel 1’44”68 è a due centesimi dalla medaglia. Questi due centesimi ricorrono, oggi. Beh dai, ci sono ancora i 100. E comunque nuotata ripeto molto scolastica, braccio piegato e allungo da Esordienti A. Stranissimo, ma bravissimo, e credo WR Junior. Ma vado a memoria.

Tra tutte le australiane, la McKeown è sicuramente le più carina. Ma è anche la più cieca. Sbaglia strada sul podio, quasi inciampa nello scendere, se ne va mentre le altre fanno le foto, torna indietro di corsa, fa disperare l’assistente al podio. Insomma, peggio di un Esordiente!

Parlavamo con la Dalla Valle nei nostri podcast di avvicinamento Tokyoisontheway della nuova rana potente e alta che a lei piace tanto. Ecco che vince la ranista americana dalla nuotata anni ’80. Come essere smentiti.

Avevamo tre raniste al bar, una se ne va mestamente a casa. La piccola Pilato non farà le staffette, d’altronde la Castiglioni è qui apposta. Comunque dobbiamo imparare a valorizzare i nostri giovani più forti e smettere di pensare che sono giovani. Gli americani lo fanno e si trovano chi fa 1’04”95 vincendo. Conta vincere!

Faccio un excursus sull’età e passo allo skateboard. Qua si vince a 13 anni. Secondo me però stiamo un po’ esagerando a portare i bambini alle Olimpiadi a giocare allo skate. Ho visto così una gara: si cadeva ogni esecuzione di esercizio, almeno un atleta su due. Io non vedo che spettacolo possa dare una cosa del genere, ma forse sono io che non capisco. Vorrei però vedere questi tredicenni fare con un atleta esperto l’arrampicata libera. Poi scopro che ci sono anche i trentenni e che cadono pure loro. A maggior ragione, direi che lo spettacolo dello skateboard non vale il prezzo pagato. Opinione personale, ovviamente.

Non parliamo poi delle cinesi tuffatrici del sincro piattaforma, 32 anni in due. Le avranno portate per fare esperienza, hanno dato solo 53 punti alle seconde classificate.

Regan Smith cicca prima la qualifica nei 200, qui la gara nei 100. Restano i 200 farfalla, che ha la bellezza di 18 partecipanti se non ho contato male. Speriamo che non sia la nuova Missy Franklin. Si sa le americane sono tanto brave a comparire quanto a sparire, con poche eccezioni. 

Una di esse è Allison Schmidt: sfiora la finale dei 200 stile, la vecchia leonessa americana. Dai Ally, resta la 4×200. 

E allora ecco la nostra Fede. Non quella Jedi, non quella cattolica, quella natatoria. Che va in finale. Ci basta? Ma no, dai. Abbiamo fatto 30, facciamo 31. Anzi 32, Fede. Ma non sentirli, vola e basta.

Oggi sento: “il tocco alla piastra è il suo piatto forte” riferito a Murphy. Eh già. a Murphy piace il tocco, soprattutto alla piastra. Io preferisco la braciola, ma si sa i gusti son gusti.

La faccia di Ceccon all’uscita dice tutto, e dirgli bravo é come dare pacche sulle spalle a un leone a cui è sfuggita una gazzella dopo dieci giorni che non mangia.

E’ evidente come a Ceccon riesca meglio il recupero rispetto a Kolesnikiov (basta vedere anche gli Europei cosa successe). Ieri Ceccon tra i 100 dorso e la staffetta ha fatto due ottime prestazioni, non così Kolesnikov. Beh, diciamo che il fisico è ben diverso.

Le prestazioni sono notevolmente migliorate in questi giorni, i ragazzi si saranno abituati a questo ritmo. 
Leggevo ieri titoli come “c’era una volta il fioretto femminile”, “solo un oro dopo tre giorni lo spettro di Barcellona si avvicina”. Posto che secondo me ne vinceremo, di ori, la stampa sa sempre come farsi voler bene. E dopo si lamenta che non vogliono avere a che fare con lei. Basta vedere cosa scrivono del Coronavirus.