Mondiali 2021 v25 day 6 – Antipasti misti a Natale

Abbuffata per l’Italia!!! – Credit Giallozafferano

Se fossimo Oronzo Canà lo chiameremmo schema 5-5-6, oppure visto il congruo numero di medaglie che arriva dalle staffette miste e dai misti (ben cinque) un bell’antipasto misto di Natale. Sedici medaglie ben distribuite, undici primati italiani di cui quattro nelle staffette olimpiche, terzo posto nel medagliere. Soprattutto un cambio di pensiero fra i ragazzi: speriamo sia finita l’epoca del “ho dato tutto ma più di così era impossibile”, “avevo preparato il meeting della Montagna Russa e quindi qui non ero in forma”, “il mio obiettivo erano gli Europei e i Mondiali erano un premio aggiuntivo”. Certo, qui c’erano ragazzi che rispetto a Kazan non erano la brutta copia ma neanche sprizzavano fuochi d’artificio come a Capodanno. Faccio solo un esempio, con il Lamberti di Kazan a qualche tolla in più preziosa si poteva ambire. Ma non bisogna recriminare, altrimenti torniamo allo schema “non capisco cosa sia successo”: semplicemente ci sono tante gare e non sempre si può essere splendidi. Questo vale tanto di più per il prossimo anno con quaranta fantastiche manifestazioni tutte belle e smaglianti ma che bisogna scegliere: non si possono fare Mondiali, Europei, Universiadi, Mediterranei, Mondiali militari, World Games, Giochi della Fratellanza e tutte le altre gare italiane. Mia moglie continua a ripetere che fare la ISL, dove bisogna gareggiare, gareggiare e poi dopo gareggiare (modello americano) ha aiutato. ha sicuramente ragione, come tutte le mogli. 

Ieri si aggiungono al club del doppio oro anche la MacNeil (avevo dimenticato Seto!!!) e Nic Fink vincitore ahinoi dei 50 rana su Martinenghi. Il ragazzo varesino sembra farcela, ma poi si vede come Fink si avventi meglio sulla piastra. Avventarsi sulla piastra ieri era lo sport nazionale, che in genere riesce bene agli americani: infatti è la Escobedo a lanciarsi meglio al tocco dei 200 rana e regalare così l’oro numero nove agli USA.  Se guardate l’arrivo, la russa era nettamente avanti ma se arrivi sbagliato, in un arrivo con tre in un decimo, cara grazia che sei a medaglia. Un plauso a Francesca Fangio in questa finale: se raccogliamo i centesimi che la separano in ogni gara che fa sui 200 dal record italiano forse per fare un secondo bisogna sommare venti gare.

Se abbiamo imparato qualcosa forse è gettarsi sugli arrivi. Lo fa benissimo Miressi, che così ha raccattato due ori. Quello di ieri vale tantissimo, perché dopo 50 metri nessuno avrebbe scommesso un nichelino (gli americani sì, tanto vale poco) sulla sua vittoria. Il piemontese si emoziona il giusto davanti alle telecamere, diciamo che nella classifica dell’assenza di emozioni dopo Terminator e Robocop sul podio c’è Miressi. Anzi forse Terminator negli ultimi film mostrava qualche empatia.

Arriva il record mondiale anche nell’ultimo giorno sui 1500 stile. Lo aveva detto Paltrinieri, forse sperava di farlo lui: lo fa Wellbrock, ed è giusto così. Ma non è finita qui. E occhio ad Hafnaoui: qui mi fermo. 

La mista maschile invece è la compattezza. La compattezza e la resistenza: torniamo al motto “siamo stanchi all’ultimo giorno” come se fosse l’ultimo solo per noi. Certo non si chiede di fare una prestazione monstre all’ultimo giorno, ma mantenendo un onesto standard prestativo (leggi rifare più o meno i propri tempi) qualcosa di buono si ottiene. E difatti continua il trend di Tokyo e stavolta arriva l’oro perché gli USA non sono proprio gli USA di Tokyo. Ma a noi ce ne frega il giusto e quindi i ragazzi vanno a raccattare il giusto. Il record mondiale è a poco, quasi tutto il distacco preso nel dorso. Ma vuoi rimproverare Mora, tre finali individuali e un argento? Ma dai!!! Comunque abbiamo scoperto che è basso al microfono della Caporale. Scenetta epica.

La scenetta epica si ripete con la staffetta mista femminile che scopre di avere fatto il record italiano, e sciorina l’unica serie di lamentele sentite fin qui. Mitica la Di Liddo: “per me è difficile stare tanto fuori di casa”. Mitica! 

Kawecky e la sindrome del redivivo: al mattino rischia di brutto dopo una gara da narcolessia. Al pomeriggio sembra continuare la crisi narcolettica ma è tutta una tattica e grazie alle sue sub da 15 metri e alla corsia otto dove nessuno lo caga vince. Mora studia da Kawecky ma non è ancora Kawecky: quarto e record italiano.

Non ho parlato mai dei Mecasacchi, ma non posso non farlo dopo il voto della tartaruga mascotte. Alla richiesta di Mecarozzi, Luca risponde sicuro: “Dieci!”. Neanche Borghese può fare meglio. Grazie Sacchi e grazie Dana la tartaruga.

Mondiali v25 2021 day 3 – Non bisogna pensarci troppo!

Uhm… (credit foto: Wikipedia)

di Mauro Romanenghi

Un mio amico mi raccontava una volta di un suo collega che conobbe una ragazza. I due si innamorarono e poi si sposarono. Il collega, durante il periodo di fidanzamento, ebbe modo di esprimere – a modo suo – l’apprezzamento per questa ragazza. Di lei disse appunto a questo mio amico: “chista è pericolosa, amico mio: chista, legge!!!”.
Ognuno naturalmente tragga le sue conclusioni, ma questo aneddoto lo traslo alla storia di oggi. Perché ad esempio anche pensare troppo, a volte, è pericoloso.
Abbiamo parlato tante volte di Matteo Rivolta, un ragazzo che si è rivelato nei primi anni del decennio ma poi non è mai riuscito a esplodere veramente. Ha peregrinato qui e là, e ora è approdato da Pedoja. Potremmo definirlo il delfinista pensatore, per la sua troppa serietà. Ma nel nuoto forse non bisogna stare troppo a filosofeggiare. Ecco, prendo come spunto la storiella iniziale per dire che forse Matteo, pensa. Troppo. E questo non lo dico io, ma i suoi allenatori. 
Ecco forse oggi non ci ha pensato tanto e ha solo buttato il cuore oltre l’ostacolo, conscio del suo valore e di un 48”64 realizzato nella ISL. Perché non è che ha battuto proprio degli scarsi, con due dei primi cinque della topten assoluta (tre, contando lui).
Spiace non aver potuto vedere qui, così come non abbiamo visto Cerasuolo, Stefanì, causa tempo limite realizzato troppo tardi. Chissà, magari avremo avuto un altro atleta in finale a giocarsela. Inutile pensarci troppo.

Lampi d’azzurro oggi ovunque, con semifinali superate praticamente da tutti. Tre medaglie conquistate, la nazione forse più in vista dopo gli USA che naturalmente dopo due giorni così così infilano due podi oro bronzo e una staffetta in chiusura. Tanto per chiarire che Dressel o non Dressel, Ledecky o non Ledecky, le stelle e le strisce ci sono sempre. 

Anche Nic Fink c’è sempre, oggi. L’ho notato un po’ per caso. Prima si fa i 100 misti e i 200 rana in batteria, poi si spara la staffetta mista mista, poi eccolo in finale nei 200 rana vincerli d’autorità in 2’02”28, poi una bella semifinale dei 100 misti per sciogliersi e infine argento nella mista mista finale. Di certo non è uno che ci sta troppo a pensare su, se c’è da gareggiare.

La Masse secondo argento in due giorni. Dicono che si sfoghi spezzando le pietre del deserto a mani nude, non essendoci qui le querce.

Torniamo a bomba sugli azzurri. Intanto argento e primato personale per Simona Quadarella, che agli Europei aveva preso una sonora scoppola dalla Kirpichnikova, l’unica russa di cui è più facile scrivere il nome che pronunciarlo. Qui viene battuta di nuovo ma per poco. E’ la cinese Li che però mette d’accordo tutte con un bel 8’02”90. Tra l’altro, senza pensarci, partono tutte alla garibaldina con un bel passaggio a 57” nel primo 100. Alla faccia della gara tattica.
In chiusura, l’Italia conquista anche un bronzo insperato nella mista mista. La Di Pietro è molto felice di questa medaglia, e saltella qui e là dietro Martinenghi. Alla fine, una medaglia mondiale non è mica da tutti i giorni. Certo con il tempo degli Europei era argento, ma pensarci non serve.

Guardando la finale dei 200 rana, il fatto che non ci fossero italiani (ma nemmeno in batteria) è stato un po’ sorvolato. Certo non si mette un bell’accento come se fossero i 200 stile della Pellegrini. Eppure non è che nel recente passato non avessimo avuto discreti rappresentanti. Così a caso vengono in mente Fioravanti, Rummolo, Bossini, Giorgetti, Facci. Medaglie olimpiche o mondiali non di cento anni fa. Come per i 200 stile e la velocità donne, i ranisti ci facciano un pensierino. Ma non troppo.