
di Mauro Romanenghi
Gli ultimi due giorni di Assoluti diciamocelo me li sono visti al computer, nel senso che ho letto i risultati su Internet. Avevo da fare, lo ammetto, e mi son perso queste giornate.
In piscina, poi, ho sacramentato per due giorni quindi l’umore per scrivere qualcosa e anche le forse erano ridotte. Ieri poi quasi viene giù il palazzetto perché nell’allenamento ancora vedevo una mollezza che al confronto il mio nuovo cane anziano (ha già 11 anni ma lo abbiamo adottato con grande felicità di mia moglie e, spero, anche sua) è uno sprinter di razza.
Quindi vedere i risultati su Internet non è che mi abbia rinvigorito.
Il quarto giorno cosa ho perso? Qualitativamente, poco: nessun pass per i Mondiali. Ora io mi chiedo ma è mai possibile che in venti anni dal Duemila a oggi nei 50 ai 200 stile libero noi siamo arrivati al 2022 in cui la velocista più forte è una trentenne che scende a volte sotto i 25 secondi? Nei 100 abbiamo due sotto i 55”? Nei 200 non ne parliamo. Osservate la 4×200 di società. Fior fiore di atlete nei gruppi militari che fanno questo di mestiere e abbiamo due dico due atlete sotto i due minuti lanciati. Non credo che le atlete siano felici, né che i tecnici siano felici né che la Federazione sia felice. Ma cosa importa avere delle tredicenni che fanno due minuti in corta se poi non abbiamo nessuno che fa sotto i due minuti in lunga? Perché c’è questa mollezza?
Perché sento ancora interviste con atlete che dicono che fanno fatica a recuperare la mattina con il pomeriggio?
Bene, la filippica sulla velocità femminile l’ho terminata. Passo a quella sui 200 stile uomini. Dalle staffette, mi sarei aspettato qualcosa di più sulla gara individuale. Non so, forse la mia previsione era azzardata, ma una qualifica così dura, con un Galossi fuori a 1’49” basso, mi faceva presagire di nuovo fulmini e saette come nei 100. Così non è stato, e da appassionato e tifoso ammetto un q.b. di delusione, De Tullio exception.
Così come deluso sono stato lo ammetto dal Razzo, che mi aspettavo dopo una scintillante stagione invernale a un’ulteriore conferma. Invece no, un piccolo passo indietro. Spero anzi voglio credere che sia un piccolo passo falso, e vedremo se sarà così.
Come sempre non vorrei essere frainteso e si pensi che sottovaluto il lavoro dei ragazzi. Non è così, e non conosco di tutti i possibili problemi in questa stagione. Ma mi aspettavo più conferme, ecco tutto. Soprattutto mi aspettavo che arrivassero più Galossi. Non intendo forti come lui, ma giovani con fame di battere i veterani. Perché di questo è fatto il nuoto, di Pilato e Galossi, di Bertoni e de Tullio, e di tanti coach che li pilotano fuori dalla nebbia dell’anonimato fino agli allori delle cronache.
Sorride tantissimo la rana invece, maschile e femminile. Sei pass su otto nella rana veloce, mancano all’appello i 200 con una cronica carenza nel settore maschile (non devo certo ricordare il nostro illustre recente passato, con ori e medaglie olimpiche, mondiali ed europee) e un settore femminile che si regge su una piccola simpatica ranista toscana trapiantata in Lombardia (con tutti i fisici che abbiamo non c’è proprio nessuna che possa seguire le sue orme???)
Dice il nostro CT che non sarà il centesimo a lasciare a casa i ragazzi. Beh ricordiamoci però che basta un centesimo per vincere o perdere.
Concludo con una personale diatriba consumata in casa sulla mascotte. Lo avevo già buttato lì. I cani, a nostro parere, devono fare i cani. Poi si vedrà, ma tenere due cagnoni sotto il sole agostano di Roma, a nostro parere, potrebbe essere una pessima idea.
Insomma questo giro vi ho stroncato abbastanza. Alla prossima.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.