
di Mauro Romanenghi
Ieri ero preso dalla bellezza dell’impianto e dal pensiero del caldo, contrapposto a qui dove addirittura c’è freddo pure nelle piscine (sarà la crisi del metano…), ma del record del mondo della Haughey non me ne sono occupato. Non che poi sia una sorpresona, questo record, inseguito per tutta la ISL dalla medaglia d’argento olimpica. Il nome mi pareva strano per un’asiatica, infatti sono andato a vedere ed è di origine irlandesi: che poi tanto strano non è visto che è di Hong Kong, ex colonia britannica. Solo una che si chiama Siobhan Bernadette comunque poteva fare il miracolo di portare a Hong Kong il successo mondiale (NDR: il suo nome significa Grazia di Dio, su Bernadette fatevi le ricerche del caso).
Ma in acqua di miracoli se ne fanno pochi e il talento asiatico guidato da Michael Fasching (almeno così pare) sa il fatto suo con una gara regolare che porta a distanziare la canadese Smith di due secondi circa: sarà di grande ispirazione per gli altri nuotatori della nazione (che immagino non siano molti, comunque), dice il suo allenatore.
Parlando di canadesi, ieri successo nei 400 misti abbastanza a sorpresa della impronunciabile (per noi) Cieplucha. Con le due staffette di ieri e oggi il Canada si porta a tre ori, merito soprattutto delle taglialegna a foglia d’acero orfane però qui della Penny nazionale, che si è fatta un po’ male alla schiena – si sa portare tronchi di castagno da sola non fa benissimo.
Tra le altre canadesi, qui in dieci (poche ma buone, come dice il loro coach Ben Titley che avrà il suo bel daffare a tenerle a bada) oggi alla Masse sfugge il titolo dei 100 dorso per soli due centesimi dalla Hansson.

La svedese è la protagonista di giornata, come ieri lo è stato Razzetti. Prima apre la staffetta mista svedese con un 25”91 di tutto rispetto, asfaltando la concorrenza e poi si prende il lusso di vincere i 100 dorso, appunto. La staffetta 4×50 mista a un certo punto sembrava da sola in vasca, anche perché la Saretta nazionale, reduce dai festeggiamenti per il ritiro della Pellegrini, sfoggia questo bel 23”9 a farfalla e per la Coleman basta salire sulla carrozza a stile per arrivare fino al traguardo. E poi se fosse arrivata un po’ meglio senza fermarsi all’ultima bracciata, secondo me il record mondiale non lo eguagliavano soltanto. In ogni caso, per dirla alla Mortal Kombat, vittoria sfolgorante.
E l’Italia? L’Italia è rana, oggi. Non solo, intendiamoci. Sto infatti tacendo tutta una serie di ottime prestazioni. Quella di De Tullio ieri, nei 400 con un bel rush finale. Ma anche oggi c’erano diversi finalisti, la giovane anziana Cusinato che torna nei 200 farfalla, i 200 stile di Ciampi in 1’42” nella finale vinta dalla sorpresa di giornata, il coreano 2003 che ha il fisico così stretto in vita che potrebbe passare dalle sbarre di una prigione di massima sicurezza.
C’era pure Mora, che forse con un passaggio più convinto avrebbe detto la sua in una finale dei 100 dorso in cui in 7 decimi sono arrivati tutti.
Ma c’erano soprattutto Pilato e Martinenghi. Corsia due per entrambi, entrambi non al top. Ma se c’è la classe e tutto funziona, allora qualcosa viene fuori. Agli Europei di Kazan gli Azzurri ci hanno abituato a vincere tanti argenti, e allora raccattiamo due argenti anche qui. Certo Benny sembrava potercela fare, ma viste le premesse poteva andare peggio: si sa che gli italiani amano piangersi addosso, non è il caso di questa nazionale. A lei, le lacrime non si addicono.
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