Mondiali v25 2021 day 1 – Abu Dhabi: la nuova frontiera!

Il sobrio impianto dei Mondiali di Abu Dhabi, la vecchia Yas Arena oggi Ethiad
Credit: constructionweekonline

di Mauro Romanenghi

Siamo in inverno e fa freddo, tosse e raffreddore la fanno da padroni e in questo periodo la cosa non va tanto bene che appena tossisci due secondi vieni ostracizzato come ad Atene senza usare neanche le votazioni sui cocci di argilla. Per fortuna che i rigurgiti medioevali di eliminare fisicamente gli untori grazie alla fiamma purificatrice per ora non sono tornati di moda.

Ma con questo freddino, perché non gareggiare al calduccio in questa stagione? D’altra parte anche la Formula 1 ci va a svernare per fare gran premi spettacolari (oppure no, fate voi). Il nuoto quindi recupera questi mondiali in corta e così in questa stagione ci troviamo con diciotto manifestazioni internazionali – non è un numero vero, non contateli. Intanto trasferiamoci tutti alla Ethiad Arena di Abu Dhabi. Mondiale per ricchi, direi, se guardate l’impianto e tutti i palazzi che lo contornano. La piscina mi dicono essere proprio in mezzo al circuito delle gare automobilistiche, cosa per noi totalmente ininfluente. La gara si fa da giovedì a martedì. Il perché lo ignoro ma per noi risulta ininfluente pure questo. La cosa fondamentale è che la vasca è veramente figa, come tutte le cose per ricchi fatte qui. Mi aspetto da un giorno all’altro di vedere comparire le auto di Fast and Furious nell’impianto, dopo aver corso nel circuito e portato lo scompiglio in città, con Vin Diesel che si tuffa direttamente nella batteria della Sioestroem dalla portiera.

Parlando di velocità, in azzurro fa il bello e il cattivo tempo. Una staffetta veloce maschile che rivaleggia con la Russia per il titolo mondiale e uno Zazzeri bello incattivito (non uso termini peggiori) per avere perso all’ultima vasca. Ma c’è poco da arrabbiarsi quando si perde con il migliore dei frazionisti in vasca in quel momento, che stacca 45”5. Inesistente, invece, la staffetta azzurra femminile. Inesistente nel senso letterale nel senso che proprio non c’è stata. Abbiamo parlato proprio durante questi giorni con la Ferraioli, e anche lei è dispiaciuta di questo fatto. E sì che, parliamoci chiaro, in finale nelle manifestazioni importanti si va con atlete che fanno 54” in lunga lanciato. Se vuoi essere competitivo bisogna fare 53” lanciato. Ora si fatica a raggiungere queste prestazioni in corta. La vecchia trasmissione degli anni 80, Portobello, direbbe: AAA velociste cercasi. Se possibile, velocemente. 

Strage degli innocenti ieri nella rana. Insomma, innocenti mica poi tanto, se ci sono state una quindicina di squalifiche tra 50 femminili e 100 maschili. Non ho indagato ma in genere o tocchi con una mano (improbabile) o facciamo che c’è stata qualche gambata a delfino di troppo. Vittima illustre la Atkinson, grazie alla quale comincerei a fare qualche appunto sul sito FIN. A parte la serie incredibile di strafalcioni grammaticali e lessicali del report della prima giornata (invito a rileggere quando si scrive) definire la Atkinson “colored” nel 2021 ci sembra oramai anacronistico: mia moglie si trova chiaramente d’accordo e il nostro cane nero, nuovo arrivo in casa, è d’accordo. 
Ah, non vi avevo detto che c’è un nuovo cane? Beh sì, si chiama Tweed, un nome che è tutto un programma: a lui Abu Dhabi piacerebbe, secondo me.
Tornando a bomba sulla rana, per noi è vittima della serie di squalifiche Arianna Castiglioni. Peccato: ma ci sono ancora i 100, per lei. Attenzione ai colpi di gambe!

L’altra sera si discuteva della Cusinato. Sono un paio di anni che la ragazza sta ricercando una dimensione a livello internazionale che sembrava in crescita fino al 2018. Le vicissitudini ci stanno in giovane età. Con un mio collega andavo dicendo che fa dei ragionamenti come fosse una persona quarantenne, e lui ribatteva che fosse normale per una donna della sua età, laureata e con una bella cultura e parlantina. Ho obiettato che sulla cultura non discuto assolutamente ma la sua età è di 22 anni e sulla laurea forse non ero tanto sicuro. Non si capacitava di questo e ha dovuto controllare sulla famigerata Wikipedia che avessi ragione. Ora non è che una persona di 22 anni non possa ragionare sul suo futuro con una certa maturità, ma una certa spensieratezza (alla Panziera, oserei dire) te la aspetti. Ecco forse è questo che manca a Ilaria: la spensieratezza della gioventù per andare libera da vincoli. Il suo 4’29” nei 400 misti non le fa giustizia. Attendo conferme. 

Chiudiamo con Razzetti, che forse potevo mettere come incipit di queste righe. Due record italiani, il 200 farfalla che demolisce il record stabilito con il titolo europeo di un secondo e i 200 misti che forse erano troppo vicini. Ma un ragazzo che non in pochi mesi, ma in alcune stagioni ha raggiunto una certa consapevolezza. Merito anche del sapersi spostare, del cercare nuovi stimoli senza troppi clamori. La nostra chiacchierata estiva lo ha portato non tanto allo scoperto perché lo era già: ma ha fatto capire che con umiltà ha capito di esserci, adesso, fra i migliori. Anche lui sembra un veterano, e invece gli anni sono sempre 22, quelli della Cusinato. Il momento di schiacciare sull’acceleratore è giunto e Parigi lo aspetta.