Eurolifesaving 2019 – Immidiatly!

Cattura di schermata (213)

Che coppia!

di Mauro Romanenghi

L’altro giorno sono andato come detto a vedere il campo gara delle competizioni in mare. Intanto ricordavo che era verso Misano, però oramai navighiamo nell’era tecnologica e imposto il navigatore dicendo “bagno 7, Riccione”. Mi porta al bagno 130, alle porte di Rimini. Molto seccante. Si sa, la tecnologia é fantastica, quando funziona. Spengo il navigatore, mi accingo a salire in macchina, e poi la mia formazione vintage mi fa avvicinare un signore a cui chiedo informazioni. Ebbene sì, il bagno 7 é dove lo ricordavo io. Bene, faccio tutto il lungomare, e arrivo esattamente dove pensavo che fosse. C’è tutto: cartellone, eccetera. Fuori, un’insegna nel baretto della spiaggia: bagno12. Ma poiché sicuramente mi sta sfuggendo  qualcosa, lascio perdere. 

 

Ieri ero stanco e non vedevo l’ora di tornare a casa. Quindi ho pubblicato l’articolo e mi sono detto: manca qualcosa.
Oggi lo leggo e mi accorgo che non ho detto neanche mezza parola sul record del mondo di Lucrezia Fabretti. Ottimo, rimedio oggi.
Come se non bastasse scendere sotto i 50”, la ragazza si prende il lusso di battere il record e non di poco, arrivando a 49”33. Il trasporto a delfino sembra fatto come se non avesse un manichino al fianco. Qualcuno mi ha anche detto che negli ultimi metri ha ceduto, se no poteva fare 48”. Vorrei vedere voi, fare 50 metri in 30” con un manichino al fianco. 

Quando ci sono le premiazioni, bisogna essere in orario. Non puoi passare il tuo tempo chiacchierando con la bionda che hai visto in tribuna o la svedesina nella vasca di scioglimento. Né bullarti coi tuoi compagni del tuo nuovo personal best. Né tantomeno andare con mamma a comprare la maglietta dei campionati. No. Devi andare alla premiazione con cortese sollecitudine. In inglese questa cosa si dice immediately, o come pronunciato ieri, immidiatly. Questa parola deve essere piaciuta un casino agli speakers, che hanno deciso di farne un mantra che perdurerà nei secoli. 

Tempo da lupi oggi a Riccione. Però le gare sono state tutte disputate. Che non fosse proprio il massimo la temperatura lo si vedeva dalle facce delle giovani atlete. Arriva la vincitrice dello sprint femminile, e ha un’espressione come se la avessero appena sbattuta in mezzo alla strada. Inconsolabile. Ma le migliori sono state quelle uscite dal frangente femminile. Come avessero attraversato il Mar glaciale Artico. A un certo punto é uscita la Fiori. Pensavo la surgelassero così e la portassero allo stabilimento della Findus.

Gran cosa lo streaming, anche se qualche appunto c’è da fare. Prendiamo il traguardo. IN genere, all’arrivo delle gare, la telecamera si fissa all’arrivo e fa vedere…l’arrivo. Qui, no.
Preso da un’improvvisa euforia, il cameraman decideva di inquadrare qualsiasi cosa: il vincitore che si accasciava, il mare, un gabbiano che pescava le ultime vongole di stagione, poi di nuovo il traguardo quando anche il sedicesimo era già al bar. E soprattutto, la linea di arrivo si inquadra tutta. 

Medaglie trovate, medaglie sfiorate. L’altro giorno Vittoria Borgnino e Carlotta Tortello provavano le partenze in tavola (dopo aver giustamente preso un po’ di sole). Oggi Vittoria e Carlotta si sono cimentate (d’altronde le hanno portate per quello) in un tot di gare. Canoa, sprint, staffetta sprint, staffetta tavola per la giovane ligure, poco meno per Vittoria. Carlotta gliela fa e rischiando di abbattere le transenne si lancia terza sul traguardo del salvataggio tavola con Francesca Pasquino che guadagna l’ennesima medaglia di questi campionati. Per Vittoria, il quarto posto con una grande frazione a tavola. Manca ancora qualcosa però nel motore azzurro, lo si vede bene nel ritorno in coppia. Ma insomma, qualcosa si muove. 

Un suggerimento. Io, dei video di tutte le gare degli azzurri, gliele farei. L’altro giorno vedevo che gli svedesi usavano un I-Pad montato su un supporto tipo telecamera. Le inventano tutte.

A proposito di svedesi, le migliori di questo campionato. Magari non come prestazioni, però il loro perché ce l’hanno. 

Torniamo alle gare. Quando ero bambino io, si giocava a fare i tuffi nei cavalloni, oppure a saltare le onde. Passavamo il pomeriggio al mare a fare i tuffi nei cavalloni. Oggi quando spiego “devi fare così, come quando fai i tuffi nei cavalloni”, mi guardano come gli avessi detto di gettarsi contro un equino. Forse le madri di oggi non fanno fare i tuffi nei cavalloni ai loro figli. Così purtroppo inciampiamo sulla spiaggia. Giovanni Caserta e Francesca Pasquino forse non hanno fatto i tuffi nei cavalloni. O forse sì. Però entrambi inciampano all’arrivo, e in volata passa l’avversario. Che ci sta. Però facciamoli fare, i tuffi nei cavalloni, ai nostri figli (non da soli, stiamo lì anche noi: sono divertenti e poi li controlliamo).

Meschiari e Sanna, quando il frangente é una sicurezza. Silvia poi si incolla alle caviglie della Fabre, che sfugge solo su un’onda. Eterna. 

Cattivissimo oggi lo speaker,che voleva il campo di gara liberissimo per la staffetta sprint. E lo voleva, pensate un po’, immidiatly!