Tokyo2020 – day5: Santi, capitani e navigatori!

Virus de che? (screenshot Eurosport)

di Mauro Romanenghi

Ricorderete la grande vittoria del capitano baffo agli Europei di Budapest.
Beh il baffo non c’è più, come non c’era per Frigo, nella staffetta veloce. Ve lo dico per informazione comunque che sulla barba e i baffi si possono annidare delle particelle virali, ma oramai è inutile: quindi meglio non avere barba e baffi, per gli sportivi!
A parte gli scherzi, al nostro capitano (perché oramai lo è ufficialmente) neanche il virus lo ferma. 
Che poi con queste mascherine abbiamo fermato tutti i virus, ma la mononucleosi no.
Ma mentre la Quadarella è un po’ più delicatina, Paltrinieri non lo ferma nessuno. E così si deve arrendere solo al motoscafo americano Finke che spara un 50 da 26” alto e vince, seppure di pochi decimi. Bravo Finke ma immenso Gregorio: non avrei giocato neanche la ruota di scorta (che non ho) della mia macchina. A lui il virus gli fa un baffo!

Grandi sorprese oggi. Infatti subito dopo si arrende Anton Chupkov che non riesce a fare la tripletta Europeo Mondiale Olimpiade. La sua tattica stavolta non funziona, o è lui che non funziona benissimo. In ogni caso vince l’australiano il cui nome sembra quello dei romanzi di Stevenson, Stubblety-Cook. Precede Kamminga, che ancora una volta si deve arrendere, e soprattutto il finlandese Matti Mattson (che sarebbe come se noi chiamiamo uno Mauro Mauri), grande sorpresa, che porta il suon bel cranio pelato e gli occhiali sul podio. Nuoto ignorante senza cuffia , il ragazzo sembra in foto André the Giant, il wrestler degli anni 80: in realtà è meglio di quello che sembra e noi lo vogliamo così, nordico e selvaggio.

Dopo il chupa chupa russo succhiato dagli avversari, arriva la cinesona (non si può dire cinesina di certo) Zhang, una delle 113 Zhang della nazionale cinese. D’altronde quando infili le avversarie fai Zhang!, non di certo Chen o Ling. Record mondiale in tessuto (e chi se ne frega), saltella qui e là e manda cuori a tutti. Occhio a non esagerare, sei sempre cinese.

Infine la gara dei califfi (ormai li chiamano tutti così). Beh si vede che non basta essere giovani e voglioso per vincere. Dressel fa sua la finale più veloce della storia, ma deve sudare tutte le sciarpe e le bandane che ha per battere Chalmers, che non aveva nessuna intenzione di abdicare.

E infine il solito suicidio australiano che ama perdere la 4×200. Stavolta lo fa contro la Cina, con una Ledecky che passa in 55”00 ai 100 per rientrare, e non ce la fa per poco a vincere. Quattro record in una finale non li avevo credo mai visti: record del mondo della Cina e continentale per le prime tre squadre. La Cina la più compatta come sempre, schiera la Zhang data un po’ stanca dopo i 200 farfalla che infatti spara una mega frazione. Uguale alle nostre atlete che non riescono a fare due gare di fila. L’Australia paga le due frazioni di apertura, non bene anzi male. Ma è così…le avessimo noi, due frazioni fatte male così.

Parliamo di Emma McKeon, la donna il cui collo rappresenta il 15% della sua altezza di più di 180 cm???

Rylov qualifica la sua mascherina leopardata e soprattutto la sua mascella volitiva per un 200 che può solo perdere. Ma hanno perso in tanti questo giro.

Qualificarsi quasi tutte sotto il 53” nei 100 stile? Fatto!

E andiamo per D..!!!!! (screenshot Eurosport)

Faccio un piccolo excursus sul canottaggio, che sfata la maledizione del secondo oro con le due ragazze dei pesi leggeri (beh a vederle sono proprio leggere). Ieri record mondiale, oggi oro allo sprint. Brave Cesarini e Rodini: a fianco c’era pure la Gran Bretagna ma niente abbordaggio questa volta.

L’Italia si sa è un popolo di santi, poeti e navigatori. Qua alle Olimpiadi il concorso di poesia non c’è, e di navigatori come visto ne abbiamo: canottieri ma anche velisti che stanno andando molto bene e alcuni si giocano anche dei posti importanti. Anche qui ho visto un paio di abbordaggi mica male, uno nella classe 49er con due barche una sull’altra: spettacolo.

Santi invece ce ne sono parecchi, invocati un po’ da tutti. Due giorni fa la madre del Signore fa la sua comparsa sul campo di pallavolo, e oggi viene chiamato direttamente in causa Gesù Cristo nel commento del canottaggio. Bene che ne abbiamo bisogno, ma senza esagerare!!! Comunque, i microfoni direzionali sono troppo ben direzionati, e di commenti se ne sentono anche peggio.

Parlavo della faccia di Ceccon: vogliamo parlare della faccia sul podio di Romanchuk, che sembrava davanti al plotone d’esecuzione? O di quella della Flickinger che guardava la Smith come a dirle perché non sei rimasta a fare dorso a casa tua?

Ora è giusto commentare che Finke poteva partire prima e ha rischiato. Ma ha vinto, e chi vince ha sempre ragione: finché vince, ovvio.

Ora mi deve spiegare Murphy perchè ha così freddo mentre tutti gli altri arrivano in maglietta… anche Dressel non scherza, comunque. 

La raniste russe si chiamano Eugeniia e Mariia. Ma una sola I non bastava?

Mi ero dimenticato delle Crocs rosa della Lili King. Sono fatti suoi ma sinceramente preferivo averle scordate. Tra l’altro, mi sono sempre chiesto come faccia a fare rana con quella gambata. Evidentemente lei non lo sa e va forte lo stesso.

Certo Razzetti deve recriminare sul suo dorso carente che lo porta fuori dalla finale olimpica e ci lavorerà, ma vedere lo stile di Andrews è veramente peggio delle Crocs di KIng.

Chiudo con una riflessione.
Solo in Italia siamo stanchi, non riusciamo a fare due gare in un pomeriggio, non riusciamo a tenere gli otto giorni, non riusciamo a provare a fare gare diverse. Cito esempi.
Flickering fa i 400 misti e i 200 farfalla.
Regan Smith si spara 200 dorso e 200 farfalla perché vede che non ci sono tante avversarie e comunque fa fatica a dorso nei 200.
La Zhang fa i 200 farfalla e dopo un’ora fa 1’55” nei 200 stile.
Voi direte che sono campioni. Beh, se vuoi esser campione devi fare anche questo: prendere esempio.