Lezioni di nuoto nell’era COVID

troppo vicini!!!!

Troppo vicini!!!

di Mauro Romanenghi

In queste settimane di forzata inattività di allenamento, abbiamo avuto modo di attendere la ripartenza mentre si prospettavano mille difficoltà. Tralascio quello che abbiamo approfondito nelle tante interviste fatte ai CT, a dottori, psicologi e che ancora faremo sulle difficoltà incontrate nello stop, sui problemi degli atleti fermi, sui tecnici senza paga, sugli impianti chiusi. Non è che non sono importanti, semplicemente al momento volevo parlare d’altro.

Intanto l’apertura. Leggo su molti giornali e non che si aprirà il 4 maggio per gli atleti elite e il 18 maggio per lo sport di base.
Al di là che non ho mai trovato traccia di questa ultima fantomatica scadenza, come confermato in seguito, mi chiedevo se veramente gli impianti saranno in grado di essere pronti per quella data. Perché? 

Ho visto le proposte di protocollo, tra l’altro pubbliche, che la FIN ha fatto al governo. Proposte che tra l’altro non mi é chiaro se il governo ha recepito, visto che è tutt’altro che scontato che siano confermate.
Se lo saranno, mi domando come alcune di esse verranno messe in pratica.
Non mi addentro nelle problematiche già complesse di entrata, spogliatoio, dispositivi da indossare e sanificazione da effettuare. Passiamo direttamente a quello che ci interessa e ipotizziamo di essere riusciti finalmente ad accedere al piano vasca.

Pensiamo al distanziamento sociale. Immaginate un corso di nuoto, con massimo 6-7 bambini, distribuiti in 25 metri. Come farsi sentire, da questi bambini, tenuti distanti 2 metri l’uno dall’altra? Magari indossando una mascherina, che mi auguro l’istruttore si possa togliere per sgolarsi fino in fondo alla vasca e far sì che la flebile voce, distrutta da due ore di urli, arrivi fin là.
Non parliamo dei corsi di ambientamento, in cui i bambini dovranno stare vicino al bordo, distanziati di 2 metri… ovvero distribuiti per quasi tutta la lunghezza della corsia. Come farà l’eroico istruttore a tenerli tutti sotto controllo senza che nessuno prenda l’iniziativa di lasciarsi sfuggire il bordo e avventurarsi in mezzo alla vasca, più o meno consapevolmente?
Scrivere gli esercizi? Può essere un’idea. Spiegare a uno a uno ai bambini? può darsi. Ma questo significa fare una spiegazione ogni 10 minuti. Tirarli fuori? Per metterli dove? I bordi delle piscine non sono certo una piazza d’armi.
Insomma, sarà veramente complesso anche perché, diciamocelo, un conto è parlare e scrivere un bel protocollo, che va tanto bene per gli esperimenti in laboratorio e tanto mal si adatta a lavorare con i bambini e le persone più in generale: che non sono cellule, né farmaci, né sostanze.
Ma soprattutto non teniamo conto della regola principale: tenere il distanziamento sociale? Credo ci vorrà un corso di nuoto solo per quello. A pagamento, si intende.

Niente è ben chiaro invece il destino dei corsi prescolari, cioè dei bambini di 3-5 anni: che in genere si svolgono in vaschetta. Si specifica che debbono esserci solo persone autosufficienti, perché i genitori non possono entrare in spogliatoio né, ovviamente, assistere alle lezioni (dove poi staranno questi genitori per 45 minuti se piove o tira vento, visto che in piscina non ci sarà posto per loro e devono stare ad almeno 2 metri uno dall’altro). Ma voi li vedete bambini di 3 anni entrare da soli in spogliatoio, cambiarsi, non farsi la doccia e rivestirsi e tornare a casa? Ma soprattutto entrare in vaschetta da soli, con il maestro che li sospinge col bastone didattico e li salva dai continui tentativi di ribaltamento? Dovremo avere sicuramente dei bambini che si evolvano in pochissime settimane in provetti organismi acquatici.
Ovviamente esclusa ogni interazione fisica con gli istruttori, i bambini dovranno vestirsi da soli con il loro accappatoio senza aiuti. Insomma alla Sparta, lanciati in una sorte di rupe Tarpea natatoria della sopravvivenza. Di certo un bel modo di rientrare da uno shock come la pandemia.

Passerei alle attrezzature, da sanificare ad ogni uso. Sanificare decine e decine di pull, tavolette, cerchietti, palline, orsetti, spugnette, tappetini. Ore e ore di sanificazione, con alcool e detergenti (che se non fanno male non è che facciano benissimo). E poi diciamo di Trump che vuole sanificarci con una bella iniezione di candeggina o una bella irradiazione di raggi UV (efficacissimi, tra l’altro, contro il virus: ve lo posso garantire… purtroppo anche contro di noi).

Forse è il caso che ognuno se le compri da sé? 

Non mi esprimo sui corsi neonatali, neanche sfiorati dalla normativa: non credo che sia nemmeno contemplato il loro svolgimento.
Insomma, vedremo un nuovo nuoto nell’era COVID, un’era che non sappiamo per quanto ci accoglierà. Alla prossima.

Credit foto: caffè.tv