Budapest 2022 day 2 – Il gracidar m’è dolce!

Cra…ck!!! Che rana, ragazzi!

di Mauro Romanenghi

La domenica dovrebbe essere una fonte di tranquillità. Questa domenica no. Direte voi perché c’era Martinenghi favorito per i mondiali. Ebbene, no. C’era il settantesimo di mia suocera. Sono sopravvissuto all’evento grazie al fatto che ogni tanto potevo collegarmi con lo smartphone alle finali di nuoto. E subito ne ho approfittato, inchiodandomi davanti all’evento clou della serata, appunto la finale dei 100 rana. Premetto che la famiglia di mia moglie è l’antisport: sanno a malapena di calcio, e fortunatamente poco anche di quello così non mi devo sorbire gli inutili sproloqui italioti su allenatori, formazioni e giocatori. Figurarsi il nuoto (credo sappiano a malapena fare due vasche, salvo qualche eccezione che conferma la regola). Quindi vedersi le finali è un buon modo perché nessuno si avvicini. Se poi la scusa è un italiano che vince, meglio ancora. 

C’era anche una piscina per fare i tuffi. Mi aspettavo da un momento all’altro che una rana saltasse fuori e finisse nella vaschetta, mentre i bambini si tuffavano nell’acqua dal colorito bruno (insomma, se i bambini ci saltano dentro tutto il pomeriggio…)

E allora dalla rana di Nicolò alle 18.06 arriva il primo oro di questi Mondiali. La vasca della Duna Arena fortunatamente non è come quella della festa, anche il tuffo di Nicolò. La gara ricorda un po’ quella di Fioravanti nel 2000, americano davanti e poi distensione nella seconda vasca. Abbiamo quindi un degno erede di Domenico (anche se la rana di Domenico, diciamolo, era tutt’altra cosa). 

Dire che me lo aspettavo mentirei. Ma ci speravo fortemente. Ovviamente, in mezzo al prato della festa, sono stato preso per matto nella mia esultanza, perché intanto l’atmosfera si era fatta rilassata e c’era un po’ aria di sonnecchiamento post prandiale. 

Non c’è molto altro da dire. Tripletta americana di vittorie, manca la Russia e si vede, manca la canadese MacNeil protagonista dei 100 farfalla olimpici e manca la sfida dei misti dove la Walsh fa il bello e il cattivo tempo. C’è invece sempre Dressel che è sempre Dressel.

E poi c’è lui, il baffetto più veloce dell’Italia, che oramai ad ogni frase ci stupisce. Noi ce lo ricordiamo ragazzetto che non sapeva cosa dire. Si vede che sa cosa dire e anche cosa fare. Comunque, per lui, sette uscite nei primi due giorni e tempi di tutto rispetto con tre record italiani e la top ten dei 100 dorso. Beh visto che è scocciato di aver perso, vediamo di rifarci.